domenica 31 maggio 2009

Debora Serracchiani in Europa e Diego Zardini in Provincia

In ogni competizione elettorale vi sono due fattori sui quali si discute e si dibatte. Nel 2007 mia figlia Roberta, candidata al consiglio circoscrizionale di Verona per L’Ulivo, gli è stata posta in una intervista la domanda “giovani e donne un binomio che in politica fa parlare molto, qual è la tua impressione?” ed ella rispose che “la giovane età senza idee è arida. Occorre invece sostenere le buone idee che si ritrovano nelle persone di diverse età. Nel corso della storia gli uomini hanno ricoperto ruoli di prestigio e di potere ed è stato sottovalutato l’apporto innovativo delle donne, le quali possiedono specifiche capacità: sensibilità, empatia, capacità di fare e pensare diverse cose contemporaneamente, propensione a pianificare ed a cooperare. Sarebbe un peccato non usufruire di tali qualità. Solo attraverso una sana integrazione delle diverse capacità di entrambi i sessi si arriverà a comporre un disegno armonico di benessere sociale”. Sono affermazioni che condivido a distanza di due anni perché hanno una loro validità anche oggi. La segreteria del Partito Democratico ha approvato un ordine del giorno che impegna il partito a tutti i livelli a dare indicazione affinché almeno una preferenza sia data ad una candidata donna.
“La Segreteria Nazionale del Partito Democratico ha coniato lo slogan “Più donne per l’Europa” perché:
1) sono preparate;
2) sono assidue;
3) fanno bene alla nostra idea di futuro.
Il PD non sceglie le candidate in base ai gusti estetici del capo, ma in base a competenze e passione.
Ci sono donne che hanno un percorso da amministratrici, nell'associazionismo, nelle professioni. Per questo è importante che alle europee su tre preferenze almeno una vada a una donna.
Non sappiamo se gli altri partiti lo faranno, noi lo riaffermiamo: nel parlamento europeo deve esserci una rappresentanza femminile forte e agguerrita che qualificherà la nostra presenza”.
La posizione del PD nei confronti delle donne è giusta e condivisibile particolarmente in questo momento al fine di utilizzare tutte le capacità di donne e uomini per rinnovare questo paese attraverso l’Europa. Trascurare il talento delle donne significa per la politica non avvalersi di tutte le potenzialità che il paese ed il Partito Democratico possiede.
Quali sono le capacità specifiche delle donne?
La letteratura è molto vasta (Helen Fisher, Judy B. Rosener, Tom Peters). In media le donne e gli uomini possiedono alcune capacità innate diverse. Molti studi e ricerche affermano che l’economia e la politica avranno sempre più bisogno dei talenti naturali delle donne. Le donne nel tempo hanno sviluppato alcune capacità: facilità di parola, abilità di cogliere indizi non verbali, sensibilità emotiva, empatia, pazienza, capacità di fare e pensare diverse cose contemporaneamente, propensione a pianificare a lungo termine, abilità di negoziare e interagire e predilezione per la cooperazione, per raggiungere il consenso e dirigere su un livello paritario (Tom Peters, 2005). Inoltre, a differenza degli uomini le donne possiedono un pensiero reticolare che le aiuta a gestire l’incertezza che caratterizza il mondo oggi.
Perché dovremmo privarci delle capacità delle donne nell’imminente consultazione elettorale? Perché non dovremmo mettere al servizio del paese le caratteristiche e le qualità delle donne?
Ritengo che ogni elettore del PD deve considerare tali aspetti ed esprimere una preferenza alle donne nelle prossime elezioni Europee.
Inoltre, occorre scegliere una candidata che rappresenti le capacità peculiari delle donne e nello stesso tempo abbia la possibilità di essere eletta al Parlamento Europeo.
Io questa candidata l’ho scelta, l’ho vista una sola volta ed ho ascoltato tante volte i suoi interventi dall’assemblea dei circoli in poi. Questa candidata è Debora Serracchiani, la quale è giovane, capace, competente, rappresenta il nuovo ricco di visione e contenuti ed è determinata. A lei non mi lega nessun rapporto di potere perché sono libero dal bisogno e da ambizioni politiche.
La mia avventura politica l’ho vissuta in gioventù in ambienti socio-economici molto pericolosi ed adesso desidero contribuire nel mio piccolo al rafforzamento del PD ed alla risoluzione dei problemi dell’Italia.
In questa campagna elettorale occorre stare attenti perché agli uomini piace comandare, prediligere le strutture gerarchiche e dominare le organizzazioni. Pertanto, occorre considerare la proposta di Franceschini di votare almeno una donna ed in questo caso la nostra Debora Serracchiani.
"L'esigenza di rafforzare la presenza femminile, afferma Debora Serracchiani, nelle istituzioni, nazionali e internazionali, è evidente, visto che siamo uno degli ultimi paesi europei per numero di donne con responsabilità politiche. Io faccio politica da anni, sul territorio, e a questa passione dedico una grande parte della mia vita e del mio impegno. Un impegno che voglio portare in Europa, per rappresentare le tante donne lasciate ai margini del mondo del lavoro, magari perché hanno figli o ne aspettano uno. Uno stato di cose che deve e voglio cambiare".
All’inizio ho parlato di giovane età ed il riferimento è a Diego Zardini, candidato alla Presidenza della Provincia Di Verona, il quale oltre a possedere una giovane età (trentenne) ha dimostrato in questa campagna elettorale di essere un giovane capace, preparato e di avere le idee molto chiare, rispetto alla giunta di centro destra che ha il record delle incompiute, in materia di sviluppo della Provincia di Verona.
Debora Serracchiani e Diego Zardini vanno premiati votandoli non perché sono amici nostri ma per avviare un programma di cambiamento e di sviluppo nel nostro territorio.
Intervista a Debora Serracchiani

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Perché bisogna votare Pd

Lo so, molti elettori sono esasperati, hanno vissuto male questo nuovo partito, lo hanno amato, in alcuni casi, senza essere ricambiati (dal Pd e dalla sua politica). Molti entusiasti della prima ora sono rimasti delusi, molti delusi in partenza sono rimasti entusiasti di essere delusi. Però, facendo questa campagna elettorale, una campagna elettorale difficile soprattutto dalle mie parti (in partibus infidelium), mi rendo conto che da questo Paese sta scomparendo la politica. Ed è pericoloso e preoccupante.
E tutto si gioca e si 'brucia' in poche battute, sulla sicurezza anche dove sono tutti sicuri, sulla casta anche dove il sindaco guadagna qualche centinaio di euro, sulla polemica e sul gossip, perché non abbiamo parole per descrivere la crisi, per interpretarla, per offrire quelle soluzioni che ci consentirebbero di farvi fronte e di uscirne. La politica non c'è più e, invece, sarebbe necessaria a ciascuno di noi, se solo fosse capace di parlarci, di dirci qualcosa, di permetterci di essere più forti e sereni. Per farlo, ci vuole una forza grande e autorevole, nel nostro campo, perché sia possibile lanciare la sfida a B e ai suoi. È un argomento semplice fino alla rozzezza, il mio, ma è l'unica cosa che sento davvero. Sono preoccupato e sono arrabbiato, come tanti di voi, per il tempo che abbiamo buttato via. Per il futuro che non sappiamo più raccontare. Per la cattiveria di questi tempi. Vorrei che seguiste il mio consiglio, anche e soprattutto se, come me, volete cambiarlo, questo partito. Perché per cambiarlo, prima bisogna votarlo. Bisogna dargli forza, bisogna costruirlo. Fatelo e questa volta, ve lo prometto, non ve ne pentirete. Perché c'è qualcosa di nuovo, nell'aria cupa dei tempi nostri. Il mio è un impegno preciso, non è una favola, anche se mi sento un po' come il gatto con gli stivali: al giovane che lo riceve come unica eredità, rispondendo alla sua delusione fin troppo comprensibile, il gatto promette: «insieme potremo fare molto». Incominciamo il 6 e il 7 giugno. Perché il Pd più lo voteremo, più lo cambieremo.
Giuseppe Civati

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venerdì 29 maggio 2009

Messaggio di Diego Zardini

E’ con grande gioia e speranza che mi trovo a scrivervi a pochi giorni dal voto del 6-7 giugno per le elezioni provinciali ed europee.
Le sfide che l'Italia e Verona si troveranno ad affrontare in questa tornata sono immense, perché si gioca la possibilità di avere un futuro con una società capace di affrontare le sfide della globalizzazione, mantenendo forte la coesione sociale e valorizzando le risorse umane, culturali e ambientali. So che il progetto del Partito Democratico ancora non è arrivato a concludersi e a convincere in modo efficace; molto lavoro ancora ci aspetta per il prossimo futuro e ne siamo consapevoli.
Qui il resto del post Le diverse esperienze del centrosinistra come coalizione hanno subito diverse battute di arresto, ma oggi è più che mai essenziale un grandissimo sforzo da parte di tutti noi, uno sforzo corale e sinergico al fine di mettere in campo ogni energia, ogni risorsa, ogni speranza.
Bisogna combattere la tentazione di non partecipare al voto, o di votare altre coalizioni, lasciando ai nostri avversari campo libero e mettendo in grave pericolo la nostra democrazia: l'Italia si potrebbe svegliare l'8 giugno con un padrone assoluto, capace di passare sopra le regole e sopra il passato dei padri costituenti.
Noi abbiamo la responsabilità di scongiurare questo pericolo, abbiamo le capacità e la volontà di mettere al centro della politica i nostri valori e le nostre idee, convinti che gli spot e la demagogia populista non possano avere successo a lungo termine, arriverà il momento della verità e del merito, con elettori in grado di giudicare le buone amministrazioni, distinguendole da quelle che mirano agli interessi di pochi.
Noi abbiamo fatto un cammino di democrazia e novità, con la partecipazione di migliaia di veronesi alle elezioni primarie che hanno gridato la voglia di cambiamento, l'esigenza di una nuova politica anche a Verona che sappia indicare un futuro dove i nostri sogni diventano realtà. La nostra battaglia non è persa e noi ci faremo trovare pronti!
Il cambiamento passa attraverso l'impegno di tutti noi.
Abbiamo pochi giorni di tempo, ma se ciascuno convince almeno un elettore indeciso, o critico, potremmo seriamente nutrire speranza di ottenere un risultato importante. Può bastare una parola al vicino di casa, al collega, alla commessa, una mail agli amici, una telefonata ai parenti. Crediamoci perché la nostra forza siamo noi stessi!
Grande è la forza di chi vuole cambiare il mondo... dopo il primo presidente afroamericano negli USA, tutto è possibile.
Yes, We Can.
Un abbraccio,
Diego Zardini
Candidato Presidente per la Provincia di Verona
Partito Democratico, Italia dei Valori e Verdi della Colomba

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Polizia in Piazza Dante a Verona

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Verona: Polizia in Piazza Dante 27.05.09

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A Verona repressione é civiltà

Si riporta la nota di Niet –Ta pubblicata su Facebook ”Stasera a Verona, piazza dei Signori, verso mezzanotte sono arrivate diverse pattuglie della polizia locale. Comandati dal vice capo dei vigili Sgrella si sono imposti per fare rispettare l'ordinanza del sindaco che vieta di suonare strumenti musicali dopo le ore 22. Come ogni mercoledì, in piazza dei Signori, stasera c'erano moltissimi giovani, che si ritrovano liberamente per parlare, suonare, vivere la piazza cittadina fuori dal contesto commerciale, dei bar, dei locali.
I vigili hanno dapprima dato una multa (di 100 euro) ad un ragazzo che suonava uno strumento a percussione. La protesta si è accesa subito, un cumulo di ragazzi circondava le pattuglie chiedendo spiegazioni, protestando, ironicamente facendo bolle di sapone vicino alle macchine della polizia locale. Immediatamente è nata una colletta spontanea tra le persone presenti, che ha coperto quasi subito l'intero ammontare della multa.Da notare che in piazza, stasera, era presente lo stato maggiore della polizia, con vicequestore, vice capo della digos, un numero imprecisato di vigili e di poliziotti, che riprendevano e monitoravano la situazione.
La polizia si è fermata in piazza presidiandola per un lungo lasso di tempo, con l'evidente intenzione di scoraggiare il ritrovo.
Vedendo che la gente non se ne andava, il vice comandante della polizia locale , tale Sgrella, è penetrato, seguito da almeno 10 vigili, tra le persone chiedendo le generalità ad un ragazzo che suonava una chitarra. Con toni provocatori e mettendo per primo le mani addosso, spingendo e trattenendo. Ha acceso da solo una piccola colluttazione coi presenti, che, vedendo la situazione degenerare, hanno unicamente alzato la voce frapponendosi alla prepotenza di Sgrella. Immediatamente sono arrivate in piazza almeno tre jeep della polizia, DALLE QUALI SONO SCESI, CASCHI IN TESTA E MANGANELLI IN MANO i poliziotti formando un cordone di fronte alla gente presente. Da notare ancora che l'arrivo dei poliziotti è stato fin troppo tempestivo e brevemente deciso. Immediatamente hanno circondato la gente che protestava e hanno portato via,con la forza due ragazzi: Gigi e Jack, menando le mani, calciando e spintonando chiunque si frapponesse, anche solo per chiedere spiegazioni. La digos, fino ad allora fintamente disposta al dialogo, ha dato manforte operativa (con mano pesante) al sequestro dei due ragazzi.Abbiamo visto una scena allucinante: due ragazzi, per il solo fatto di chiedere spiegazioni e protestare per l'incursione della polizia in una piazza dove il reato più grave è stato suonare una chitarra, sono stati pestati e portati via di peso dalle forze dell'ordine al gran completo. Abbiamo visto ufficiali della polizia locale, della digos, della polizia, menare le mani e trascinare a forza due ragazzi nelle volanti. Alle proteste, alle grida di contrarietà, ci siamo visti rispondere con insulti e spintoni.Il fatto più grave è che la violenza è cominciata dal vice comandante della polizia locale, Sgrella, che per primo ha acceso la zuffa insultando e picchiando, e che la polizia, in assetto anti sommossa, è arrivata nel giro di secondi (non di minuti) dall'inizio della zuffa. A tutti è sembrato chiaro l'intento e il fine: accrescere la tensione per intervenire con la forza, con il manganello, per “dare una lezione”, per far capire il clima: chi suona la chitarra dopo le 22 deve prendere mazzate. Bisogna aver paura di trovarsi in piazza lontano da un bar, dove la socialità si sviluppa spontanea. Chi alza la cresta anche in nome di una cosa innocente e meravigliosa, come vivere una piazza, prenderà manganellate.Immediatamente, promosso dalle ragazze e dai ragazzi presenti, è nato un corteo spontaneo e non autorizzato verso la questura, per chiedere il rilascio immediato di Jack e Gigi. La gente si è mossa lungo il centro storico gridando “ Verona città libera, liberi tutti subito” fino ad arrivare alla questura, dove i ragazzi hanno protestato, bussando vivacemente al cancello della questura.
Epilogo: dopo che la digos si è frapposta intavolando una falsa e ipocrita discussione, i due ragazzi sono stati rilasciati, con la denuncia di: resistenza a pubblico ufficiale, con aggravante, e rifiuto di fornire i documenti, sempre con aggravante.
A noi sembra chiaro che in questa città ci sia un'emergenza democratica: al suono di una chitarra non si può reagire a manganellate. Alla voce dei ragazzi che vogliono vivere la città in modo libero e sano, non può rispondere un divieto, un'ordinanza restrittiva. Al dissenso per un comportamento becero, come è stato quello delle forze dell'ordine stanotte, non possono seguire botte e denunce a raffica.
Quello che faremo, io e tutti quelli che in piazza Dante vedono uno spazio libero, sarà di continuare a ritrovarci il mercoledì, come sempre, per vivere la piazza della città, e di frapporci con ogni metodo all'oppressione, alle ordinanze folli, alle manganellate della polizia, alla ipocrita retorica della sicurezza sponsorizzata dal sindaco Tosi, alle denunce, alle minacce, alle multe stratatosferiche, al clima autodistruttivo per cui ogni dissenso va cancellato.
Tutto ciò che è stato detto è documentato tramite filmati, testimonianze e, stanotte, tramite un referto medico di uno dei fermati.
Un gnàro, butèl, tòso, sccèt, ragazzo di piazza Dante. Persona. Essere umano.”

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Io voto una donna PD

Comunicato stampa del PD 28 maggio 2009
Più donne per l’Europa, perché sono preparate, perché sono assidue, perché fanno bene alla nostra idea di futuro. Il Partito Democratico ha presentato questa mattina le sue candidature femminili al parlamento di Bruxelles, nel corso della conferenza “Io voto una donna PD”. A promuovere l’evento Dario Franceschini, segretario del PD e Vittoria Franco, responsabile dell’area Pari Opportunità.
In un periodo di degenerazione dilagante, in cui le candidature sono determinate dal gusto estetico del capo assoluto, Vittoria Franco spiega la scelta dei democratici: “Si e' parlato troppo di estetica nelle settimane scorse. La nostra discriminante e' la competenza e la passione. Sono donne che hanno un percorso da amministratrici, nell'associazionismo, nelle professioni. È importante puntare sulle donne in Europa, perché è proprio lì che si gioca la battaglia sulle Pari Opportunità. In pochi ricordano che le donne migliorano l’economia. Si calcola che per cento donne che lavorano si creano 15 nuovi posti di lavoro, quindi se le donne lavorassero quanto gli uomini si avrebbe un incremento del PIL pari al 17,5%. Bisogna mettere in campo politiche che incentivino l’occupazione femminile, che aiutino le donne, ad esempio, a mantenere il posto di lavoro durante e dopo la gravidanza. Noi sosterremo la presenza femminile nelle liste perché le donne sono un valore aggiunto”.La rappresentanza in rosa è da sempre uno dei temi maggiormente curati dal Partito Democratico che dopo aver incrementato la presenza femminile nei suoi gruppi alla Camera e al Senato, punta sull’elettorato per fare lo stesso all’Europarlamento. Il leader PD. Franceschini, afferma: "Noi abbiamo composto le nostre liste in linea con il nostro statuto che prevede che ci sia un equilibrio di genere e che il 40 per cento sia rappresentato da donne. Donne che sono in lista per il loro percorso professionale e politico, per la loro qualità, serietà e competenza. Abbiamo introdotto il principio che a tutti i livelli di partito, su tre preferenze almeno una vada a una donna. Oggi rinnoviamo questo appello questo dovrebbe essere un impegno anche degli altri partiti. Vogliamo che nel parlamento europeo ci sia una rappresentanza femminile forte e agguerrita che qualificherà la nostra presenza".Difficile che la maggioranza si adatti, perché, come ricordato dalla Franco ad Econews, “altra cosa e' candidare 'le veline', persone che si sono appena affacciate sui media per fare niente, per apparire, perché hanno belle gambe, non e' questo che noi vogliamo, ma persone che conoscano la politica, che sappiano rappresentare l'Italia in Europa. Altrimenti si candidano riempitivi, persone che non saranno mai elette ma stanno nelle liste per far passare persone che hanno potere, costruiti con sistemi clientelari. Noi abbiamo scelto persone vere".

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giovedì 28 maggio 2009

Donata Gottardi: Le donne in Europa!

Incominciano ad arrivare i primi messaggi dei gruppi, dei deputati e delle correnti. Tutti raccomandano di votare alcuni candidati uomini, da Silvio Gandini a Vittorio Prodi, da Silvio Gandini a Gabriele Frigato. In definitiva tali proposte occupano le tre preferenze per le elezioni Europee. E le donne?
Nessuno si preoccupa di invitare l’elettorato del Partito Democratico a scegliere tra le tre preferenze una donna.
“E’ da almeno tre decenni, afferma Donata Gottardi, che mi occupo di parità tra donne e uomini. So per esperienza diretta quanto la normativa antidiscriminatoria e promozionale sia sconosciuta ai più, considerata marginale e comunque ignorabile. Non mi sarei mai aspettata però che questo accadesse anche all’interno del Partito democratico, di un partito che ha accettato dalla sua origine di considerarsi a rappresentanza paritetica”.
“Anche in questa tornata elettorale, continua Donata Gottardi, non se ne è tenuto conto. E non se ne sta tenendo conto nemmeno nelle indicazioni di voto nelle candidature al Parlamento europeo. Eppure le preferenze sono tre. Non mi pare difficile indicare almeno una donna. E soprattutto mi parrebbe dovuto, visto che esiste una precisa indicazione proveniente dai vertici del Partito”.
“E pensare che mi sembrava troppo poco, conclude Donata Gottardi. Troppo poco chiedere di esprimere almeno una preferenza per una donna. Troppo elevato il rischio di dispersione. Ma indicazioni di voto solo al maschile non me lo sarei mai aspettato!”
La direzione del Partito Democratico ha approvato un ordine del giorno che impegna il partito a tutti i livelli a dare delle indicazioni affinché almeno una preferenza sia data ad una candidata donna.
Si ricorda che le liste del Partito Democratico per le elezioni europee sono composte dal 40% di donne.
Ritengo che alcuni esponenti del Pd si preoccupano soltanto del proprio orticello e di rafforzarsi all’interno del Partito facendo votare questo o quel candidato, dimenticando che in questa tornata elettorale è importante che:
- Il Partito Democratico guadagni consensi al fine di poter affrontare in una prospettiva europea i problemi sociali ed economici che il Governo Berlusconi non riesce a far fronte in modo strutturale ed equo;
- Gli esponenti periferici del Pd riflettano sull’emergenza sociale ed economica che l’Italia vive e superino gli egoismi di potere ed i conseguenti steccati al fine di operare in modo unitario e rappresentare in periferia la proposta politica della Segreteria;
- La decisione della Segreteria nazionale del Pd di indicare una preferenza per una candidata donna venga rispettatta.
Ritengo che una sana e chiara integrazione delle diverse capacità di entrambi i sessi possa comporre una proposta politica all’altezza dei problemi che gli italiani vivono sulla propria pelle a cominciare dalle fasce più deboli.
Inviare solo comunicazione agli iscritti ed agli elettori del Pd non è sufficiente in quanto occorre convincere gli indecisi e gli incerti a votare Pd con testimonianze ed impegno esemplare ed all’altezza della situazione che stiamo vivendo.
Se non vengono fuori delle proposte di sostegno alle candidature delle donne sarò costretto ad invitare tutti gli amici di facebook e del mio blog ad esprimere tre preferenze esclusivamente a favore delle donne.
Invito intanto ad una buona lettura per conoscere le qualità delle donne e, quindi, poterle apprezzare e sostenere nelle imminenti consultazioni elettorali:
- Helen Fisher, Donne: il primo sesso, Lyra Libri, 2000
- Tom Peters, Leadership, Sperling & Kupfer, 2005

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Diego Zardini scrive alle associazioni

“sono Diego Zardini, candidato alla Presidenza della Provincia di Verona per Il Partito Democratico, Italia dei Valori e Verdi della Colomba.
Mi permetto di presentare a Lei ed alla Sua pregiatissima Associazione un estratto del mio programma elettorale e una mia lettera agli elettori, al fine di poter valutare le intenzioni che, assieme alla coalizione che mi sostiene, intendo impegnarmi a portare avanti nel caso in cui gli elettori veronesi volessero concordarmi l'onore di governare la Provincia di Verona nelle elezioni del 6-7 giugno prossimo.
Qui il resto del post Le priorità, come potrà vedere, sono di ridare dignità ad un ente da troppe parti visto come inutile, recuperando con deleghe certe le proprie competenze, al fine di poter avere una Provincia più efficiente, con meno assessori, che giochi un ruolo incisivo nello sviluppo umano, sociale ed economico di questo territorio, così ricco di risorse e per una popolazione così piena di idee, energie ed intraprendenza.
Un ente all'altezza dei suoi cittadini, delle imprese e dei lavoratori; che costi meno e produca più servizi, risponda ad esigenze di coordinamento tra i 98 comuni e svolga una seria ed innovativa pianificazione per le deleghe relative al territorio e all'ambiente, alle politiche attive del lavoro, alla viabilità e mobilità, alla promozione di cultura, agricoltura e turismo.
Propongo un vero cambio di passo, al fine di trasformare l'ente più lontano e meno sentito dagli elettori in un ente forte, capace di promuovere sviluppo e migliorare la vivibilità dei suoi cittadini.
Un impegno di onestà, trasparenza e correttezza per una politica di servizio, senza interessi personali, con al centro il bene comune.
Per ogni altra informazione resto a Sua disposizione e può in ogni caso consultare i seguenti siti
www.diegozardini.it/
http://www.facebook.com/l/
http://www.pdverona.it/
La pregherei di diffondere questa mia lettera tra i suoi iscritti.
Nell'augurarLe buon lavoro per la sua attività, Le porgo i migliori saluti.”
Diego Zardini
Candidato Presidente della Provincia di Verona
Partito Democratico, Italia dei Valori, Verdi della Colomba"

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martedì 26 maggio 2009

Intervista ad Antonino Leone

a cura di Valentina Travaglini, laurenda in Scienze della Comunicazione a Teramo
Nel 1980 il Rapporto Giannini parlava delle amministrazioni pubbliche scrivendo: "L’impiego di tecniche di amministrazione adeguate alle attività da erogare costituisce il settore di maggior carenza delle amministrazioni pubbliche. A questa carenza sono da imputare le immagini popolari delle organizzazioni pubbliche, come composte, secondo i giudizi più spinti in negativo, di inetti e di fannulloni, e secondo quelli più in positivo, di tardigradi e di cultori di formalismi”. Detto questo, come mai dopo trenta anni dalla sua pubblicazione, l’immagine dell’impiegato fannullone è ancora così in auge? Che cosa non ha funzionato nelle riforme degli anni ’90 ?
Nel 1980 non era facile e possibile applicare le metodologie di management sopportate dalle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
All’epoca vigeva nelle imprese l’organizzazione scientifica del lavoro (compiti semplici e processi complessi). Pertanto si lavorava per mansioni semplici ed era in atto la divisione del lavoro in particolar modo nel settore pubblico. La cultura del management era conosciuta ed applicata nelle imprese private. Il rapporto Giannini ha rappresentato uno strumento per prendere coscienza dello stato in cui versavano le Pubbliche Amministrazioni.
Giuseppe De Rita, sociologo e responsabile del Censis, commentando in una intervista pubblicata dal Corriere della Sera il 25 marzo 2009 l’invito del Presidente del Consiglio “a lavorare di più”, afferma che “siamo uno dei popoli che lavorano di più sulla faccia della Terra”.
A questo punto il giornalista Paolo Conti pone la seguente domanda:“Ma allora, la polemica sui “fannulloni “ e gli scansafatiche?”
De Rita risponde “l’attributo di “fannulloni”, stando a Brunetta, evoca l’universo del pubblico impiego. E anche qui il problema non è dei dipendenti, spesso materialmente costretti a rimanere negli uffici senza far nulla proprio perché privi di mansioni. Il difetto è semmai di chi comanda e non sa coordinare i sottoposti”.
Le dichiarazioni di De Rita confermano quello che ho sempre sostenuto in diversi articoli e nel mio blog. Per aumentare la produttività nella Pubblica Amministrazione occorre un management pubblico che si assuma la piena responsabilità e sappia utilizzare le risorse messe a sua disposizione: organizzazione, nuove tecnologie, conoscenza e capitale umano. L’utilizzo efficace di tali risorse dipende dal management pubblico ed anche i casi di improduttività degli operatori, i quali in molti casi lavorano senza creare valore
Il cambiamento nelle Pubbliche Amministrazioni non opera per legge ma dipende dalle competenze e dalle capacità del management pubblico.
La prima condizione è quella di rompere il patto sommerso e tacito tra dirigenti ed operatori nel non rendere trasparenti i problemi. Questo rappresenta il primo passo per affrontarli e portarli a soluzione.
Quali sono le vere cause di quella che comunemente viene definita “inefficienza” del settore pubblico?
Le cause dell’inefficienza delle pubbliche Amministrazioni sono complesse e non dipendono esclusivamente dai fannulloni e dagli assenteisti. Vi è un management pubblico che non sempre si assume le responsabilità previste dal ruolo che ricopre e non introduce nel settore pubblico i modelli organizzativi più adatti a migliorare la qualità dei servizi prodotti. Le Pubbliche Amministrazioni al pari delle imprese private devono adattarsi ai cambiamenti che avvengono velocemente nel pianeta, nell’economia e nelle imprese altrimenti rischiano di non essere competitive. Il management deve utilizzare al meglio le risorse che ha a disposizione: organizzazione, conoscenza, nuove tecnologie e risorse umane. Dall’utilizzo efficace di queste risorse da parte del management dipende l’efficacia e l’efficienza della Pubblica Amministrazione.
Durante il mio lavoro di ricerca ho intervistato molti dipendenti comunali e provinciali che mi hanno esposto una difficoltà diffusa nel recepire tutte le nuove leggi e i regolamenti che li riguardano. Essi lamentano infatti una confusione legislativa che lede la loro capacità produttiva e la flessibilità. A suo avviso la riforma Brunetta riuscirà a risolvere queste problematiche?
Questo problema dipende da come il Parlamento legifera. Molto spesso le leggi emanate incidono in modo determinante sul processo di produzione dei servizi e lo rendono complesso, oneroso e difficoltoso da gestire (carta di acquisto). Altre volte per definire una prestazione sociale sono coinvolti più enti pubblici che non riescono ad integrarsi ed a collaborare al fine di realizzare un processo efficiente ed efficace che crei valore nei confronti dei cittadini (invalidi civili, le competenze sono divise tra più enti). La complessità legislativa è uno dei problemi che determina la qualità del lavoro nelle pubbliche amministrazioni. Tale problema non può essere risolto dalla cosiddetta riforma Brunetta poiché dipende esclusivamente dalla qualità della leggi che il Parlamento approva.
In Europa è celebre il modello delle democrazie scandinave che hanno una pubblica amministrazione perfettamente automatizzata e computerizzata. A suo avviso, attraverso questa riforma sarà possibile raggiungere un livello di eccellenza simile a quello scandinavo oppure in Italia esistono ancora dei vincoli?
L’utilizzo delle nuove tecnologie nelle Pubbliche Amministrazioni rappresentano una risorsa insostituibile che aiuta moltissimo in sede di valutazione, di programmazione e di utilizzo delle informazioni analitiche. Inoltre, consente di sopportare gli operatori nell’attività di lavoro e di migliorare i servizi prodotti.
Il livello di eccellenza che l’Italia potrà conseguire dipende dal decreto legislativo che il Parlamento approverà e dal management pubblico.
Nel suo nuovo libro “Rivoluzione in corso” il Ministro Brunetta scrive: “Il cattivo sindacalismo non solo non difende l’interesse di chi nel mondo del lavoro vuole entrare, ma spesso neanche di chi già ne fa parte.” A vostro avviso è vero che il sindacato ha avuto un’incidenza negativa sul funzionamento delle p.a. nel corso degli anni? E se così fosse, in che maniera?
Non si può ogni volta trovare un capro espiatorio diverso secondo il momento e l’interlocutore. Le responsabilità del livello di efficienza e di efficacia delle Pubbliche Amministrazioni sono complesse. Non vi è un solo responsabile.
Quali pensa che saranno gli esiti dell’applicazione di questa legge?
La legge contiene elementi positivi: Autorità indipendente, trasparenza, merito, valutazione dei risultati, piani di lavoro. Tutti fattori proposti dal senatore Pietro Ichino e dal Partito Democratico. Gli elementi specificati erano solo accennati o non previsti dal disegno di legge del Governo.
La riforma per essere operativa ha bisogno della massima convergenza possibile delle forze politiche, sindacali e sociali. E’ impensabile che la sua applicazione avvenga di autorità.
Nella bozza del decreto sono contenuti degli elementi (premi incentivanti) che sono disciplinati molto dettagliatamente, occupano lo spazio del management, contengono discriminazioni e una visione del lavoro tayloristica. Inoltre il tentativo di restringere l’area della contrattazione sindacale non porta sicuramente benefici ma confusione e contrapposizione.
Adesso tutto dipende dai contenuti del decreto legislativo che verrà approvato.
Una riforma della Pubblica Amministrazione era già stata tentata dal Ministro Bassanini negli anni ’90, ma i problemi non si sono esauriti. A suo avviso cosa non funzionò?
Secondo il senatore Pietro Ichino è mancata la trasparenza dei piani e del grado di conseguimento dei risultati e la partecipazione dei cittadini. Occorre che i cittadini conoscano il livello di efficienza dei settori della Pubblica Amministrazione e facciano sentire la loro voce.
Non è stata realizzata la valutazione e la misurazione del lavoro nelle Pubbliche Amministrazioni. Senza questi dati significativi sulla performance non si possono avviare impegni di cambiamento.
Se si fosse trovato al posto del Ministro Brunetta quale proposta avrebbe fatto per migliorare la condizione delle p.a e del loro rapporto con i cittadini?
Gli elementi che secondo me vanno tenuti presente sono: la semplificazione legislativa, livelli di controllo semplici e chiari, la trasparenza interna ed esterna degli obiettivi e dei risultati, semplificazione dei rapporti con le organizzazione sindacali senza togliere spazio e responsabilità alle stesse.
Un altro problema è rappresentato dalle risorse umane: creare le condizioni per attrarre i talenti nella P.A. e per farli emergere all’interno di essa.
Occorre, fermi restando gli obiettivi delle disposizioni legislative in materia di servizi pubblici, migliorare e semplificare le leggi che disciplinano l’offerta dei servizi ed intervengono negativamente nei processi di produzione delle prestazioni (alti costi per servizi minimi). L’obiettivo di sostenere le fasce più deboli poteva essere conseguito a costo zero con la maggiorazione sociale anziché con la carta acquisti ed i benefici del bonus famiglia potevano essere garantiti con l’assegno per il nucleo familiare.
Il rapporto con i cittadini deve essere trasparente e veloce nel senso della definizione efficace ed efficiente delle richieste. Inoltre gli operatori pubblici devono possedere le qualità ed i valori che animano le attività dei volontari.
La differenza tra le imprese pubbliche e private è rappresentata dall’equità.

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lunedì 25 maggio 2009

Contratto unico in Spagna

Anche in Spagna un gruppo di 100 economisti elabora e presenta un progetto per il contratto unico a stabilità crescente (Propuesta para la Reactivaciòn Laboral en Espana), sostenuto dalla Fundaciòn de Estudios de Economia Aplicada- Fedea
L’attuale crisi economica non nasce dal mercato del lavoro. Ciononostante, la Spagna soffre di un alto livello di distruzione del mercato del lavoro, superiore rispetto a quello di altri paesi sviluppati. Con una tasso di disoccupazione che si aggira attorno al 15%, e che ha picchi del 20% negli ultimi mesi, è urgente affrontare le cause che generano una così intensa distruzione del mercato del lavoro. Sia i pacchetti di stimolo fiscale, che le misure per la promozione del lavoro – ad esempio i sussidi già approvati per la creazione di nuovi posti di lavoro - saranno inefficaci, se non saranno risolti i problemi più grandi che portano al rendimento inefficiente del nostro mercato del lavoro.
Questi problemi giustificano il grande divario che esiste tra il nostro tasso di disoccupazione e la media nell’area dell’euro (8%), e se non si interviene, non sarà possibile creare abbastanza posti di lavoro nelle industrie ad alta produttività, una volta che le condizioni dell’economia internazionale ritorneranno alla normalità. La creazione di un “nuovo modello produttivo” che metta l’economia spagnola nelle condizioni di raggiungere un’alta e sostenuta crescita dei redditi per capita necessita, soprattutto, di sistemi scientifici e tecnologici che siano più favorevoli all’innovazione e di un sistema di istruzione che sforni lavoratori più altamente qualificati, riducendo così l’attuale allarmante tasso di insuccesso scolastico. Ad ogni modo, per sviluppare con forza un nuovo modello abbiamo anche bisogno di un gruppo di lavoro istituzionale, che favorisca la ricollocazione dei lavoratori dal modello industriale obsoleto a quello emergente. Qui ci soffermiamo sulle nostre istituzioni del lavoro, che dovrebbero essere ridisegnate indipendentemente dalla crisi attuale, dato che forze come il progresso tecnologico, la globalizzazione e l’età della popolazione le hanno rese obsolete.
Sarebbe auspicabile agire simultaneamente su quattro fronti. Prima di tutto è necessario ridurre l’alta insicurezza del lavoro, generata da un mercato del lavoro duale, dove, negli ultimi vent’anni, circa il 30% degli lavoratori è stato assunto con contratto a tempo indeterminato. Nei periodi di boom economico questo modello genera una forte creazione di lavoro, seppur concentrata nelle industrie a bassa produttività, mentre in periodi di recessione esaspera l’abbattimento di posti di lavoro. Questo accade perché l’attuale regolamentazione spinge le imprese a rispondere alle fluttuazioni economiche con un rovesciamento del lavoro, piuttosto che con la ricerca di alternative, quali ad esempio dei cambiamenti che influenzino la riorganizzazione lavorativa. Questo aspetto è rinforzato dal secondo problema: il sistema di contrattazione collettiva è troppo rigido, in alcuni casi è troppo centralizzato, ed in altri presenta un livello insufficiente di coordinamento. Terzo, gli schemi di protezione dalla disoccupazione non raggiungono sufficiente copertura, ed allo stesso tempo scoraggiano la ricerca del lavoro in alcuni casi , portando così ad un inutile prolungamento dei tempi di disoccupazione. In ultimo, la Spagna subisce le conseguenze di deplorevoli politiche attive del mercato del lavoro, che cercano di aiutare i disoccupati nella ricerca del lavoro.
Le esperienze internazionali dimostrano che è possibile migliorare significativamente la situazione. Per farlo è necessario mettere in atto un approccio globale alla regolamentazione del mercato del lavoro, tenendo presente gli effetti collaterali indesiderati che un’istituzione può riscontrare nel tentativo di raggiungere obiettivi predisposti da altre istituzioni. Seguendo questo approccio, pensiamo che sia necessario adottare le seguenti misure:
- Eliminare il dualismo del mercato del lavoro: per raggiungere questo obiettivo è necessario attuare una semplificazione dell’attuale elenco di contratti di lavoro, caratterizzati da ampie disuguaglianze salariali. Con l’eccezione dei contrati interinali, giustificati dalla necessità di sostituire lavoratori temporaneamente assenti, tutti gli altri contratti a tempo indeterminato dovrebbero essere eliminati. Di pari passo, un contratto unico di lavoro permanente, con variazioni salariali che aumentino con l’anzianità di servizio, dovrebbe essere introdotto per tutti i nuovi assunti. Questo unificherebbe le basi per il licenziamento, mantenendo una tutela giudiziale contro i licenziamenti discriminatori.In questo modo, tutti i lavoratori avrebbero un contratto a tempo indeterminato fin dall’inizio del loro rapporto di lavoro, mentre i datori non dovrebbero affrontare un gigantesco divario tra liquidazione per i contratti a tempo determinato (8 giorni di stipendio per anno di servizio e qualche volta semplicemente nulla) e un alto livello di protezione per i contratti a tempo indeterminato. Questo disparità è il fattore chiave che induce ad un eccessivo turnover. Inoltre, questo contratto aiuterebbe anche a ridurre la seria ineguaglianza di opportunità che colpisce alcuni gruppi, come i giovani, le donne, gli immigrati, che sono i più colpiti dall’eccessivo turnover del lavoro. Questa misura potrebbe anche far decollare la richiesta di lavoro part-time, che nel nostro paese è stato scoraggiato dall’uso eccessivo di contratti a tempo determinato.Quando si individua un programma di trattamento di fine rapporto è importante evitare un incremento dei costi del lavoro medio di fronte allo status quo. Ad esempio, si potrebbe cominciare da un livello leggermente superiore all’attuale trattamento di fine rapporto per i contratti a tempo determinato ed aumentare progressivamente fino ad un valore che si avvicini alla media europea, ma sempre al di sotto dell’attuale e più frequente trattamento di fine rapporto per i licenziamenti senza giusta causa (45 giorni l’anno per servizio). Quest’ultimo, come indicato dalle classifiche fornite dalle organizzazioni internazionali, è tra i più alti del mondo.
- Migliorare le tutela per i disoccupati: le spese per i sussidi di indennità dovrebbero continuare a crescere mentre la crisi continua, e sarebbe probabilmente consigliabile aumentare anche la loro durata. Questa misura dovrebbe comunque essere temporanea e quindi rimossa non appena le condizioni migliorino. D’altra parte, con un approccio di medio - lungo termine, un incremento della protezione che non scoraggi la ricerca di lavoro è raggiunta con maggior successo da un innalzamento dei sussidi nei primi mesi di disoccupazione, piuttosto che con l’aumento della durata degli stessi. Il tetto massimo dei sussidi dovrebbe inoltre essere rivalutato verso l’alto, essendo relativamente basso, in quanto genera una difficoltà per i lavoratori in termini di sostegno delle loro spese, ed implica un profilo dei sussidi in scarso declino, che riduce gli incentivi per la ricerca di lavoro. A proposito dei contributi per la sicurezza sociale che finanziano i benefit, potrebbe essere benefico – sulla scia del “modello austriaco” – accumulare parte di essi in un fondo accessibile ai lavoratori che diventano disoccupati, perché vengano finanziati corsi di formazione, o che potrebbero incrementare il fondo pensione. In ultimo, la dirigenza delle risorse umane potrebbe essere premiata con la riduzione dei contributi per la sicurezza sociale, disposta a favore delle imprese con tasso più basso di licenziamenti, e/o penalizzando quelli che hanno i tassi più alti.
- Modernizzare il modello di contrattazione collettiva: le parti scoiali hanno firmato, a questo proposito, l’Accordo della Interconfederazione del 1997, in cui hanno riconosciuto la presenza di un’eccessiva centralizzazione e la mancanza di coordinamento nel sistema attuale. D’altra parte, in dodici anni non è stato fatto alcun progresso. Di conseguenza, il modello di contrattazione collettiva costituisce una difficoltà per le imprese che vogliano adeguare le condizioni di lavoro ai bisogni di produzione nel tempo, ostacolando così la crescita di produttività. Non è possibile risolvere i difetti dell’attuale sistema di contrattazione collettiva senza intervenire con modificazioni della regolamentazione che sta alla base della deficienza di progresso. In questo senso dovrebbe essere presa in considerazione una misura che permetta la conclusione di accordi a livello delle imprese, raggiunte da lavoratori e datori, in modo da prevalere su accordi di livello più alto. Con l’attuale disciplina, accordi come quelli recentemente raggiunti da certe grandi imprese per mantenere l’occupazione sono possibili solo sotto stringenti condizioni.
- Aumentare il livello di efficienza delle politiche per il mercato del lavoro: per raggiungere questo obiettivo, le politiche in materia di mercato del lavoro dovrebbero essere ri-orientate verso certi gruppi e amministrate in un modo più efficiente. Le politiche attive del mercato del lavoro dovrebbero essere concentrate sui lavoratori a basso profilo, essendo quelli che soffrono dei più lunghi periodi di disoccupazione, così che i tempi prolungati di disoccupazione siano evitati. E dovrebbero essere amministrate parallelamente alle misure di protezione contro la disoccupazione. Sia i provvedimenti, che la fondazione di attività di collocamento e formazione dovrebbero prendere in considerazione le circostanze individuali di ciascun lavoratore disoccupato e generare opportunità e incentivi per accrescere il tasso di uscita dalla disoccupazione. In questo senso, una valutazione rigorosa di questo tipo di attività, quasi mai intrapresa, dovrebbe diventare routine. Questa valutazione dovrebbe aiutare a ridisegnare le politiche e fornire informazioni per la distribuzione di fondi verso quei programmi, agenzie e datori pubblici che conseguano i migliori risultati. L’offerta di questi programmi dovrebbe espandersi, permettendo alle compagnie di intermediazione al lavoro appropriatamente accreditate e alle agenzie private di cooperare con agenzie pubbliche per il loro approvvigionamento e la loro amministrazione, offrendo così ai lavoratori una più ampia gamma di scelte.
Riassumendo, crediamo che seguendo queste raccomandazioni sia possibile creare una serie di misure che promuoverebbero la creazione di posti di lavoro e di conseguenza favorirebbero la fine della crisi. Questo programma potrebbe ricevere un ampio supporto sociale, grazie alle conseguenze positive di innalzamento del welfare generale e la riduzione delle ineguaglianze. La programmazione di misure specifiche richiederebbe uno studio dettagliato, che potrebbe essere basato sull’abbondanza dell’esistente ricerca economica, portato avanti in Spagna e altri paesi. I sottoscrittori di questo progetto credono che un’iniziativa di questo tipo dovrebbe essere lanciata con urgenza, sotto la guida del governo, con il supporto dell’opposizione e la partecipazione delle parti sociali.

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Messaggio di Debora Serracchiani

Gentile amica, Caro amico,
sono Debora Serracchiani, candidata nella lista del Partito Democratico, per il Parlamento europeo, nella Circoscrizione del Nord-Est; candidatura nata sulla spinta dei circoli del territorio e dei simpatizzanti sulla rete. Forse avrai già avuto modo di ascoltare le mie parole alla Assemblea dei circoli del PD il 21 marzo
<http://www.serracchiani.eu/2009/03/21/debora-all%e2%80%99assemblea-nazionale-dei-circoli-del-partito-democratico/>
e altri interventi sui mezzi di informazione <http://www.serracchiani.eu/category/video/>
Ti scrivo ora, quando mancano due settimane al termine della campagna elettorale, perché ritengo importante lanciare un appello ad andare a votare e sostenere il Partito Democratico.
Durante questo primo mese di campagna elettorale ho conosciuto tanti elettori e tanti candidati alle elezioni amministrative delle nostre
regioni: mi sono resa conto che con il nostro impegno, con il contatto con i cittadini, con la nostra capacità di ascoltarli e di parlare con semplicità di quello che vogliamo fare, possiamo rilanciare il Partito Democratico nell’interesse principale dell’Italia.
Il PD deve prestare attenzione alle istanze che provengono dalla società e dal suo interno, ma deve essere anche capace di fare sintesi per dare risposte con una voce sola, senza distinguo personalistici.
Penso a un PD rinnovato, non solo anagraficamente, dove ci sia spazio per nuove energie. Credo in un PD capace di parlare al Paese proponendo un modello di società e idee alternative a quelle del centro destra.
Voglio un’Europa dove l’Italia sia protagonista, con le sue idee e il suo lavoro. Voglio un Parlamento europeo che aiuti l’economia con investimenti e politiche mirate, puntando sulla ricerca e sull’innovazione per dare un futuro ai giovani, alle donne, alle famiglie.
Sono convinta che se ciascuno di noi, a partire da me, da te, dalle persone che ci stanno accanto, si impegnerà concretamente sul territorio a far sentire la propria voce, otterremo un importante risultato per il Partito Democratico.
Questi ultimi 15 giorni possono essere determinanti per convincere le persone indecise, che sono tantissime, a dare ancora fiducia a questo partito.
Per quanto mi riguarda, sento il dovere di assumere con voi precisi impegni:
- se sarò eletta, mi occuperò dei problemi di tutta la Circoscrizione del Nord Est (che comprende Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino - Alto Adige e Veneto) e mi manterrò in costante contatto con tutti voi, attraverso la rete internet e con la presenza sul territorio;
- vi terrò informati sui temi in discussione al Parlamento europeo;
- renderò pubbliche le mie presenze nelle sedute di Aula e di commissione;
- eletta o meno, dopo il 7 giugno intendo proseguire il mio impegno per il rinnovamento del Partito Democratico, assieme a voi e a quanti operano con lo stesso obiettivo nelle altre circoscrizioni.
Il 21 marzo, primo giorno di primavera, io forse ho messo un piccolo seme per il rilancio ed il rinnovamento del nostro partito; adesso è compito di ciascuno di noi mettere tanti altri semi sul territorio per far fiorire una bella Primavera Democratica.
Se vuoi sostenere anche la mia candidatura puoi:
Registrarti, e a far registrare i tuoi amici, nella newsletter PRIMAVERA DEMOCRATICA <http://www.serracchiani.eu/primaverademocratica> per essere informati sulle mie iniziative nella tua zona.
Richiedere il materiale elettorale
<http://www.serracchiani.eu/europee-2009/richiesta-materiale-elettorale/>
(santini e volantini) da distribuire sul territorio. Il materiale ti verrà inviato direttamente all’indirizzo che ci indicherai (o, se preferisci, presso la sede provinciale del PD).
Contribuire economicamente
<http://www.serracchiani.eu/collabora/contribuisci/>
con una donazione alla mia campagna elettorale, se rientra nelle tue possibilità. Anche una piccola somma è importante.
Iscriverti al gruppo di lavoro dei volontari presente sul web
<http://organizzazione.serracchiani.eu/> e specificatamente a quello della tua regione.
Tenerti informato sul mio blog http://www.blogger.com/www.serracchiani.eu <http://www.serracchiani.eu/> dove trovi anche le mie IDEE di PROGRAMMA <http://www.serracchiani.eu/category/le-mie-idee/> (puoi anche compilare il Libro degli amici <http://www.serracchiani.eu/collabora/libro-degli-amici/> ).
Un caro saluto e grazie per ciò che potrai fare in queste due settimane per il Partito Democratico e per l’Italia.
Ti ricordo che:
- si vota sabato 6 giugno dalle 15 alle 22 e domenica 7 giugno dalla 7 alle 22.
- si possono esprimere fino a 3 preferenze
ed il Partito Democratico ha dato indicazione che almeno una sia riservata ad una donna.
Debora Serracchiani
Volantino

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domenica 24 maggio 2009

Intervista a Debora Serracchiani sugli ammortizzatori sociali

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Intervista a Silvio Gandini

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sabato 23 maggio 2009

Debora Serracchiani finalmente a Verona

Ieri è stata una giornata intensa di incontri con i cittadini a Verona ed in Provincia. I candidati veronesi sono stati impegnati al massimo per cogliere ogni occasione per esprimere la proposta del PD per la provincia e per l’Europa.
Alle ore 14,00 molti cittadini e quadri del PD hanno accolto con entusiasmo e passione la nostra cara Debora Serracchiani, candidata al Parlamento Europeo, la quale con semplicità e freschezza ma anche con molta determinazione è intervenuta per comunicare la sua visione sulla costruzione del Partito Democratico, il quale “deve parlare alle persone, ricorrendo anche al porta a porta, ed essere presente nelle fabbriche, nelle piazze e nei luoghi in cui si crea opinione. Occorre, ha proseguito Debora, scoprire e valorizzare i giovani, i talenti e tutti coloro che hanno intenzione di costruire un grande Partito”.
“Il Partito Democratico, ha dichiarato Debora, è l’unico partito che parla dell’Europa forse perché è l’unico partito che ha presentato un programma per l’Europa. Molti problemi italiani possono essere affrontati con un grande impegno europeo: lavoro, precariato, povertà e rischio della povertà stessa”. Debora ha rivolto particolare attenzione al tessuto produttivo italiano, rappresentato dalle micro e piccole imprese le quali vanno sostenute (defiscalizzazione degli investimenti e dei costi per il personale) in questo momento di difficoltà al fine di concorrere con le aziende di altri paesi che operano con un costo del lavoro molto basso rispetto a quello italiano.
Ad accogliere Debora vi erano Giandomenico Allegri, coordinatore del PD di Verona, Federica Mogherini, deputato e membro della segreteria del PD, Silvio Gandini, sindaco di Legnago e candidato al Parlamento Europeo, Diego Zardini, candidato alla Presidenza della Provincia di Verona, Franca Rizzi, candidata al consiglio provinciale di Verona.
Debora Serracchiani rappresenta l’alba e non un temporale passeggero avvenuto nell’assemblea dei circoli. Con la sua testimonianza politica ha dimostrato di saper rappresentare al meglio il PD, di aver una visione chiara sul futuro dell’Italia e di prendersi carico delle contraddizioni e dei problemi italiani in una prospettiva europea.

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giovedì 21 maggio 2009

Intervista a Debora Serracchiani

Venerdì 22 maggio alle ore 15 si terrà una conferenza stampa a Verona al Liston 12 di Piazza Bra. Alla conferenza parteciperanno l'onorevole Federica Mogherini, la candidata al Parlamento Europeo Debora Serracchiani, il candidato alla Presidenza della Provincia di Verona Diego Zardini e il candidato alle elezioni europee Silvio Gandini,
Debora Serracchiani sarà a Verona a partire dalle ore 14 e prima di raggiungere il Liston 12 percorrerà Via Mazzini e visiterà Piazza delle Erbe.
Prima del suo impegno veronese ho contattato Debora per porle alcune domande su alcuni problemi emergenti.
Il Paese vive una grande crisi economica che non ha riferimenti con il passato. Il Governo sottovaluta la crisi e infonde fiducia ed ottimismo. Le imprese sono in crisi e sono creditrici dello Stato di circa 50 o 60 miliardi, il lavoro precario insieme al rischio concreto della disoccupazione rappresentano un grave problema sociale.
Lei come pensa di affrontare tale problematica in Europa? Condivide la Flexsecurity applicata nei paesi del nord Europa? Cosa pensa del disegno di legge presentato dal senatore Pietro Ichino e da altri 33 senatori del PD per la transizione ad un sistema di Flexsecurity?
La prima risposta deve essere quella di rafforzare gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione, abbattendo le barriere fisiche e culturali tra i vari Paesi. L’Europa può fronteggiare con efficacia la recessione solo con politiche mirate e condivise, necessarie per reggere la competizione con i nuovi colossi come Cina e India. La Flexsecurity può essere utile, entro precisi e determinati limiti, superando la divisione attuale tra lavoratori stabili e precari, ai quali bisogna garantire futuro e occupazione.
La prima necessità è quella di ridare risorse alle piccole e medie imprese, motore economico dell’Italia e del Nord Est, facilitando loro l’accesso al credito e alleggerendo il peso fiscale. Solo così si farà ripartire l’economia.
Il disagio sociale in Italia aumenta insieme al numero delle persone che vivono in stato di povertà ed il rischio della povertà colpisce il ceto medio che si impoverisce sempre di più specie le famiglie con figli. I pochi interventi effettuati dal Governo con la carta acquisti ed il bonus famiglia si sono rilevati fallimentari per i seguenti motivi: per il numero delle persone che hanno beneficiato della carta acquisiti (42% delle persone preventivate dal ministro dell’economia) e per i costi sostenuti; per non aver privilegiato le famiglie con figli con il bonus famiglia. Quale è la sua visione di Welfare per affrontare tale questione grave e urgente?
E’ sicuramente necessario trovare nuove e importanti risorse per gli ammortizzatori sociali, essenziali in un Paese dove nel 2010 si prevede un milione di nuovi disoccupati. Le misure del governo sono state solo un palliativo, inefficace e demagogico. Servivano investimenti pesanti, e invece ci si è limitati a spot. Il Pd chiede da tempo una vera manovra da 15-17 miliardi per ridare fiato a famiglie e imprese, e che si torni a tutelare la famiglia anche con investimenti nell’istruzione, la base per permettere alle nuove generazioni di costruirsi un futuro. Servono inoltre più asili nido, dopo scuola e centri per anziani. Strutture fondamentali per aiutare economicamente, e psicologicamente, centinaia di migliaia di famiglie.
Lei è diventata famosa grazie al suo intervento in occasione all’assemblea dei circoli del Partito Democratico. Un intervento sincero, fresco e determinato che è stato molto apprezzato dalla base. Dopo questo evento le persone hanno imparato ad apprezzarla anche per altre qualità che certamente non poteva esprimere in dieci minuti di intervento. Vuole esprimere il suo pensiero sul rinnovamento del Partito Democratico?
Credo che, anche grazie al lavoro di Franceschini, si siano fatti passi importanti, ma sono altrettanto consapevole che molto resta da fare nella strada del rinnovamento. Questo partito deve tornare a essere coeso e disciplinato, e deve riprendersi i “suoi” luoghi: mercati, fabbriche, piazze. I luoghi del confronto con la gente, troppe volte trascurata negli ultimi anni dal Pd. Se torneremo a parlare in modo più diretto con il Paese, lasciando da parte i personalismi, sarà la più grande delle vittorie.

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Confronto per la Provincia

Grazie all’associazione Ande si è svolto ieri un primo confronto tra i seguenti candidati alla Presidenza della Provincia di Verona: Giovanni Miozzi (Pdl e Lega), Diego Zardini (Pd, Idv e Verdi) e Mario Rossi (Udc, Noi veronesi al centro e Liga Veneta).
Ogni candidato su richiesta del moderatore Maurizio Battista, giornalista de L’Arena, è intervenuto esponendo il proprio programma.
L’incontro è stato sereno e soft fino a quando non è intervenuta l’assessore alla cultura Mimma Perbellini, la quale è stata contestata e fischiata.
L’unico applauso l’ha ricevuto Diego Zardini nel momento in cui ha attaccato la scelta dell’inceneritore di Ca’ del Bue.
Miozzi pur mantenendo la calma ha trovato difficoltà a conciliare le deficienze della Provincia, gestita dal centro destra, con le prospettive di cambiamento.
Infatti sono molti i problemi lasciati aperti che aspettano una soluzione (pianificazione territoriale, trasporti, inceneritore di Ca’ del Bue, politica attiva del lavoro, raddoppio della A4 con le tangenziali a pagamento, autodromo di Vigasio).
Zardini e Rossi sui problemi più urgenti hanno espresso delle posizioni chiare e condivise, particolarmente riguardo all’attenzione al lavoro ed alle micro e piccole imprese ponendo in difficoltà il candidato Miozzi.
E’ stato sottolineato in uno degli interventi del pubblico il cumulo di cariche detenute da Miozzo che attualmente è sindaco di Isola della Scala e vice-presidente di Acque Veronesi in un momento in cui la questione morale assume sempre più importanza.
Diego Zardini è uscito bene dal confronto ed ha dimostrato di avere le idee ed un programma chiaro e condivisibile dai cittadini veronesi. Occorre una svolta per l’Ente Provincia al fine di risolvere i problemi aperti lasciati dall’Amministrazione Provinciale di centro-destra.
Intanto si moltiplicano gli interventi a sostegno di Diego Zardini che è destimatario di una dichiarazione di Donata Gottardi: "Un volto nuovo, un giovane, candidato alla presidenza della provincia di Verona. Lo sosteniamo per questo? Si, ma certamente non solo perché è giovane. Sembra un gioco di parole, ma non lo è affatto. Se lo sostenessimo solo per questo, sarebbe una scelta miope o comunque un azzardo. Giovinezza e sguardo pulito sono solo alcune delle caratteristiche di Diego. L’ho conosciuto qualche anno fa e ancora meglio dopo aver aperto la mia sede ad Avesa. Ho ancora il ricordo vivo e ammirato delle lacrime di un anziano iscritto al momento della elezione di Diego come segretario locale. Lacrime di affetto e di stima, di orgoglio e di ammirazione per un ragazzo già così determinato e insieme schivo e tranquillo.
Quante lotte per la difesa dei diritti. Quante lotte per la difesa del territorio. Diego è davvero una garanzia per tutte e tutti noi. Ci saprà rappresentare, saprà attuare i progetti del suo programma elettorale, saprà garantire la partecipazione attiva!"

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mercoledì 20 maggio 2009

Incontro con i candidati

I candidati al consiglio provinciale di Verona della terza circoscrizione si incontrano con i giovani della terza per una bicchierata.
Incontro originale e gioviale per conoscersi meglio. Inoltre è tutto offerto, perché mancare?
Ci troviamo venerdì 22 alle 18.00 al bar "Sansovino", angolo via Sansovino (Stadio), di fronte al Migross.

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Debora Serracchiani a Ballarò


Commenti liberi alla trasmissione
Nicolas: “ho seguito ieri sera Ballarò la grande Debora ha destato una grande impressione sia a me che alcuni miei amici. Alla gente servono parole semplici e poche per far capire i problemi, il bla bla bla di Gasparri o dell'altra berlusconiana che è una veneratrice di Silvio oppure Angeletti poveretto mi sembravano in palese difficoltà unica salvezza l'arroganza, spero che la gente capisca che tipo di destra è questa”.
Renato: “Brava Debora, nonostante l'arroganza degli avversari, hai detto cose intelligenti, con calma e serietà”.
Qui il resto del postCristiana: “Non c'è di che meravigliarsi; non ho ricordo di una trasmissione in cui è stato presente Gasparri che non sia finita in rissa. Basta ricordare quale era il suo ruolo da giovane missino, non avendo altri strumenti al suo arco (o cervello) anche adesso viene utilizzato allo stesso scopo anche se solo verbalmente per fortuna”.
Guglielmo: “purtroppo la rissa fa audience e per molti azzera le valutazioni di merito”.
Cristiana: “c'è a chi piace la rissa e a chi no, indipendentemente che sia ferrato o meno in politica; ed a chi non piace la rissa che serve proprio a impedire alla gente di capire, piace Debora e si augura che in un prossimo futuro si possa assistere a conversazioni fatte con temi compiuti e discussi”.
Nicolas: “bene ha fatto Debora a non cadere nella provocazione costruita ad arte dai professionisti della politica del nulla come Gasparri. E' bastato parlare della cassa integrazione di Pordenone perché la destre perdesse la testa. E poi avete visto la difficoltà di Vendola che si e fatto trascinare nella bagarre. Questa è stata una lezione di coerenza e lucidità politica bravissima sei stata Debora. Sono orgoglioso che tu mi rappresenti in Europa e in Italia. Grazie
Nicolas: “io la propongo alla guida del partito si si segretaria del PD e da qui ripartire con programmi idee e fare una nuova moralità politica”.
Cristiana: “Debora dovrà imparare ad essere più "cattiva" ma credo che sia piaciuto a tutti che si sia sottratta con il silenzio alla provocazione all'arroganza e di conseguenza alla rissa”.
Tommaso: “Non credo, Cristiana, che la cattiveria ne fa buon uso di una politica costruttiva. A me va bene così per come si è comportata perché la gente non è stupida come avevo creduto fino a pochi mesi fa. Con Finocchiaro, credo che Debora farà molta strada in politica sia nel PD che nel futuro in Parlamento.
Cristiana: “Tommaso mi hai frainteso, per "cattiveria"intendo maggiore esperienza o se preferisci furbizia nel gestire il dibattito televisivo. Sono una sua sostenitrice convinta perchè credo che abbia stoffa da vendere e volontà di costruire il partito e la politica che in questo momento mancano. Come te apprezzo moltissimo la Finocchiaro: sono queste le donne da cui voglio essere rappresentata.
Marisa: “Continuo ad apprezzare totalmente come Debora si è inserita con calma e serenità in un dibattito come al solito monopolizzato dal poco rispettabile Gasparri, che usa sempre la tecnica della sopraffazione. Mi spaventa solo che i conduttori lascino spazio a queste risse verbali. Andare in TV oggi è indispensabile, ma davvero avvilente per le persone per bene”.
Renato: “Infatti, mancano giornalisti veri in grado di gestire bene il dibattito. Invece di fare gli arbitri e di pungolare i politici con domande, si lasciano spesso sopraffare da chi grida di più. Ad esempio un giornalista serio avrebbe detto che a Di Pietro era stato offerto un ministero, ben prima del Mugello”.
Cristiana: “purtroppo Renato ha ragione, non esistono più giornalisti che conducono il dibattito e soprattutto che smentiscono per primi le fandonie; per questo credo che per persone "nuove" all'esperienza televisiva attuale risulta più difficile emergere: Debora comunque si è contraddistinta ugualmente perché è brava e crede in quello che dice”.
Severino: "Debora non ti conoscevo prima,ho visto la puntata di ballarò di stasera e son rimasto a bocca aperta: finalmente una persona giovane e capace di avere e esprimere idee giuste e esprimerle in una maniera decisa e rispettosa del proprio avversario politico. Sei una ottima candidata politica e purtroppo si vedono poche persone come te nel mondo politico attuale.Ho sempre votato AN,ora che non esiste più AN non voterò questa mistificazione di pseudo partito del PDL,questo one man show di dubbio gusto..ripugnante,che ha prostituito i valori di destra in cui ho sempre creduto mischiandoli con quelli di due movimenti che a fatica definisco politici.Brava Debora! Io ti voterò e spero così facciano tanti altri italiani e naturalmente mi auguro tu venga eletta,così non dovesse essere ti auguro di continuare con sempre maggiore coraggio le tue battaglie poliche. Ciao e grazie per il tuo impegno!"

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Elisa Cavazza per Diego Zardini

I giovani e la politica: mai come oggi la politica è questione di visione del mondo, di mentalità, di modernità, di coraggio. La vittoria di Diego Zardini alle primarie del Pd ha dato voce a questa spinta del centro sinistra e della politica tutta. La sua candidatura a Presidente della Provincia è capofila di molte altre candidature di ragazze e ragazzi che in questa tornata elettorale si mettono in gioco, dopo aver acquisito strumenti e competenze amministrative, dopo aver elaborato progetti innovativi per il loro territorio. Non è solo un fattore generazionale: chi ha partecipato alla stesura dei programmi comunali e provinciale sa quale sia l'importanza di una visione progressista, capace di soluzioni nuove e di interpretare le esigenze e la visione del mondo delle nuove generazioni.
Con Generazione Democratica abbiamo contribuito in maniera significativa al programma delle elezioni provinciali sui temi della scuola, della mobilità sostenibile, dell'ambiente, dei servizi per le ragazze e i ragazzi della provincia di Verona. E abbiamo trovato nella candidatura di Diego la volontà, la serietà e la sensibilità giuste per rinnovare sul serio la Provincia, renderla un ente utile limitando gli sprechi, tagliando il numero degli assessorati, mettendola a servizio di un cambiamento coraggioso in direzione di una Verona più moderna, più europea. Una provincia più moderna è una provincia che smette di investire sull'incenerimento dei rifiuti ma punta a ridurli all'origine, a riciclare, a trattare a freddo senza emissioni nocive la frazione secca. È una provincia che tutela il paesaggio, la qualità della vita, dell'aria e dell'acqua, che deve rimanere pubblica. È una provincia che promuove il trasporto pubblico, conveniente ed efficiente, che aiuta gli studenti nella mobilità, nei servizi, dotandoli di scuole sicure, più ampie, più belle, prive di barriere architettoniche, ricche di laboratori e di spazi per lo sport. Una provincia che si impegni a superare in tutte le sue aree il digital divide, che riconquisti il suo ruolo istituzionale di collegamento tra la domanda e l'offerta di lavoro, che sostenga i lavoratori con orientamento e formazione. Una provincia che investa nella cultura in maniera capillare, che non è un vezzo ma parte integrante del benessere della cittadinanza. Si tratta di una serie di esigenze che i giovani vivono in prima persona, e la loro possibilità di portarle direttamente nei luoghi decisionali è garanzia di un progetto concreto, che bada alla realizzazione di risultati veri. Con Diego i cittadini sapranno di poter fare riferimento ad una figura efficiente, impegnata, concreta, senza tanta retorica. I giovani troveranno un interlocutore che li comprende, che non sminuisce le loro esigenze. E soprattutto Diego Zardini, assieme ai giovani candidati al Consiglio Provinciale, costituisce una vera alternativa forte ad un centro destra che in questi anni ha reso la Provincia un ente inutile, distante, immobile e sempre più costoso.
Il Partito Democratico ha lasciato la decisione della candidature al territorio, perché in questo modo, laddove giovani hanno saputo distinguersi, sono stati promossi ad affrontare questa sfida elettorale:
Silvia Allegri nel collegio di Borgo Trento (collegio 23); Stefano Ceschi per Bussolengo (collegio 3).
Yared Ghebremariam Tesfaù a Borgo Roma II (collegio 22);
Alice Leso a Borgo Venezia-S.Michele (collegio 24);
Fabio Rossignoli per Ca' Di David, Buttapietra, Castel D'Azzano (collegio 25);
Marco Taietta per S. Giovanni Lupatoto (collegio 14).
Per Diego Zardini Presidente della Provincia di Verona e per tutte le informazioni sui candidati si può visitare:
http://www.blogger.com/www.diegozardini.it
http://www.blogger.com/www.pdverona.it
Elisa Cavazza
Coordinatrice Generazione Democratica Verona

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martedì 19 maggio 2009

Un nuovo Welfare per il 3° millennio

Il Partito Democratico di Verona ha organizzato un convegno su “Soli di fronte alla crisi: un nuovo Welfare per il 3° millennio” che si terra a Verona il 22 maggio alle ore 20,30 presso la Sala Lucchi di Piazzale Olimpia 3.
Il convegno è presieduto da Giandomenico Allegri, coordinatore provinciale del PD, ed i relatori sono:
- Donata Lenzi, parlamentare;
- Carla Pellegatta, Segretaria Generale Cgil Verona;
- Silvio Gandini, sindaco di Legnago e candidato al Parlamento Europeo;
- Diego Zardini, candidato alla Presidenza della Provincia di Verona.
Il convegno rappresenta una occasione per valutare insieme ai partecipanti la crisi economica e il disagio sociale delle fasce più deboli rappresentati dai pensionati, disoccupati e precari.
Il convegno si propone di prospettare un nuovo Welfare per affrontare positivamente il problema della povertà e dell’impoverimento del ceto medio.
Il lavoro rappresenta il tema centrale dell’incontro per costruire un futuro di certezza per le nuove generazioni e per gli occupati.
Purtroppo il Governo Berlusconi si propone di affrontare la crisi con la sola fiducia e con l’ottimismo e non con riforme strutturali che diano sicurezza e certezza agli occupati, ai disoccupati, ai lavoratori precari, ai disoccupati ed a coloro che vivono in stato di povertà.

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Debora Serracchiani a Verona

Debora Serracchiani, candidata al Parlamento Europeo, parteciperà ad un incontro organizzato dal Partito Democratico che si terrà a Verona, venerdi 22 maggio alle ore 14,00 presso il Bar Liston 12 di Piazza Brà. Insieme a lei saranno presenti l'on Federica Mogherini, Silvio Gandini, candidato al Parlamento Europeo e Diego Zardini, candidato alla Presidenza della Provincia di Verona.
E’ un incontro molto atteso in quanto è la prima volta che per motivi politici Debora Serracchiani interviene a Verona.
Debora ha inviato un messaggio al gruppo di sostenitori di Facebook: “Vi ringrazio infinitamente per il vostro entusiasmo e per il sostegno.Mi dispiace non riuscire a parlare con voi più spesso, ma capirete che questa avventura mi sta impegnando tantissimo e mi porta ogni giorno in posti diversi (anche più volte al giorno!). Ma è l'aspetto più bello della campagna.Ho preso con serietà questa avventura e cerco di fare del mio meglio.Intanto ci metto la faccia ed il cuore e voi mi date la forza necessaria, comunque vada.Grazie per la fiducia che ponete in me.Tornerò a trovarvi quanto prima con il mio programma, così-se vi va ne parliamo.
A presto Debora Serracchiani”.
Al suo messaggio hanno risposto in tantissimi, esprimendo solidarietà ed entusiasmo, da persone che risiedono anche nelle altre circoscrizioni elettorali. Questo significa che Debora ha generato tanto entusiasmo ed impegno per il Partito Democratico.
Stefania di Caserta scrive: “Debora Serracchiani è forse la migliore candidatura di queste elezioni europee ed io con Officin@ Democratica avrei sostenuto con forza ed entusiasmo il suo percorso verso Bruxelles almeno per tre motivi:
1-è preparata, colta e rappresenta i giovani che si sacrificano per costruire il loro progetto di vita;
2-è espressione del proprio territorio ed ha anche una storia di militanza attiva;
3-è comunicativa, semplice, fresca...piace!
Avrei potuto dire che l'avrei votata perché è una donna...ma questo non conta, per lei è solo un valore aggiunto e non una motivazione.
Con stima e simpatia Officin@ democratica le augura successo con un sentito "in bocca al lupo"...Forza Debora!!!
Stefania (delegata nazionale e presidente di Officin@ Democratica)”.
Corrado rivolgendosi a Debora afferma che “impegnandoti seriamente e con tutta te stessa in questa avventura politica, sarà la migliore risposta che puoi dare a tutti coloro che hanno aderito a questo gruppo in tuo sostegno. Non che il dialogo interpersonale
non abbia valore, anzi! Ma il grosso delle tue energie spendilo lì, dove puoi incidere positivamente per tutta l'Italia."
"Sono io che ringrazio te, afferma Attilio, per tutto quello che stai facendo, per l'entusiasmo che sai trasmettere, per gli argomenti che tratti con assoluta comprensione, chiarezza e concretezza. Continua cosi e vedrai che riuscirai a raggiungere tutti i traguardi che noi stiamo aspettando da tempo.(p. s. complimenti per ieri sera a la 7, sei stata splendida)"
Coltiviamo ed accarezziamo l’entusiasmo di queste persone con il nostro impegno per Debora, per il Partito Democratico e per l’Italia.
Debora Serracchiani esercita la professione di avvocato del lavoro a Udine, ricopre l'incarico di Segratario Comunale del PD di Udine ed è stata eletta in Consiglio Provinciale nella lista del Partito Democratico.

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sabato 16 maggio 2009

Debora Serracchiani 2

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Debora Serracchiani 1

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Progetto Flexsecurity. A che punto siamo?

Articolo del senatore Pietro Ichino pubblicato sul Corriere della Sera del 16 maggio 2009
Improvvisamente, nel giro di soli quindici giorni, il tabù dell’articolo 18 è crollato. Ne ha fornito una sorta di cronaca minuto per minuto il Riformista, a partire dal 1° maggio, con una serie impressionante di interviste e articoli di dirigenti nazionali dei sindacati maggiori, che, pur con diverse sfumature, hanno preso posizione a favore della sostituzione del vecchio modello di rapporto di lavoro con il “contratto a stabilità crescente” per tutti i nuovi assunti e nuove protezioni nel mercato per chi perde il posto. Qualche avvisaglia del crollo imminente si era avuta già a marzo, con un articolo di Giorgio Santini (numero due della Cisl) e una presa di posizione pubblica molto netta del segretario della Uil Luigi Angeletti, in concomitanza con la presentazione in Parlamento di un disegno di legge sulla “transizione a un regime di flexsecurity”, firmato da 35 senatori dell’opposizione. Ma il vero e proprio crollo del tabù avviene ai primi di maggio, quando nel dibattito intervengono anche i dirigenti di vertice della Cgil: apre le danze Paolo Nerozzi (senatore Pd di provenienza Cgil) con un’opzione a favore della proposta di Tito Boeri e Pietro Garibaldi: ingresso al lavoro per tutti con un contratto a tempo indeterminato, con un periodo di prova di sei mesi, seguito da due anni e mezzo nei quali la protezione contro il licenziamento è data soltanto da un indennizzo in denaro; poi, dal quarto anno, la “stabilità reale” garantita dall’articolo 18. Il 6 maggio esprime un’opzione simile Carlo Podda (segretario della Funzione pubblica Cgil). A ruota, altri esponenti sindacali di primo piano si pronunciano per una riforma più incisiva, che punti a superare l’apartheid tra protetti e non protetti nel mercato del lavoro coniugando la maggiore flessibilità del rapporto con l’introduzione di un nuovo sistema di sostegno del reddito e assistenza al lavoratore nel passaggio da un lavoro a un altro: tra i vertici della Cgil Nicoletta Rocchi, Fausto Durante, Mauro Guzzonato e Bruno Pierozzi, cui si aggiungono le voci di due “grandi vecchi” della Cisl ora in Parlamento, Franco Marini e Pierpaolo Baretta.
Sull’altro versante del sistema di relazioni industriali, la presidente di Confindustria fin dal gennaio scorso, al Forum di Davos, aveva manifestato – con molto coraggio e lungimiranza – la sua piena disponibilità su questo terreno (tutti gli interventi e interviste si possono reperire attraverso il Portale della flexsecurity). Ora si incomincia a parlare della possibilità che il tema venga introdotto nelle “piattaforme” per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici: Fim-Cisl e Uilm ci stanno lavorando e anche la Fiom – a giudicare dall’intervista del suo segretario Durante – sembra interessata. Così, non è impensabile che il colossale nuovo piano industriale della Fiat possa diventare tra breve il banco di prova di una riforma promossa, una volta tanto, dall’accordo tra le parti prima che dal legislatore. I sindacati potrebbero fare a Cordero di Montezemolo e Marchionne questo discorso: “condizione per la ristrutturazione è che essa sia un grande gioco nel quale nessuno ha da perdere e tutti hanno qualche cosa da guadagnare. Facciamola, dunque, ma prima attrezziamoci per garantire a tutti i lavoratori che nella ristrutturazione dovessero perdere il posto una seria garanzia di continuità del reddito e un forte investimento sulla loro professionalità, che consenta la loro ricollocazione in tempi ragionevoli: più i servizi saranno efficaci e la ricollocazione sarà rapida, minore sarà il costo complessivo dell’operazione per l’azienda”. Per esempio, visto che si prevede un forte incremento dell’industria ferroviaria per effetto degli investimenti americani e cinesi in questo campo, perché non riconvertire i produttori di automobili trasformandoli in produttori di treni e impianti per farli funzionare?Il sindacato sembra dunque voler scrollarsi di dosso l’immagine di forza conservatrice e assumere un ruolo di avanguardia. Se lo farà davvero, il sistema delle relazioni industriali potrà riprendere la guida del governo del mondo del lavoro, della quale si è lasciato da troppo tempo espropriare: un “avviso comune” dei rappresentanti dei lavoratori e degli imprenditori al legislatore sui modi della transizione a un regime di flexsecurity potrebbe costituire la base per un dialogo fruttuoso in Parlamento fra opposizione e maggioranza. Per il Paese questo sarebbe il migliore viatico per la fase di uscita dalla crisi.

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venerdì 15 maggio 2009

Pietro Ichino con i pensionati INPS

Interrogazione presentata dal senatore Pietro Ichino alla Presidenza del Senato nella seduta del 14 maggio 2009
L’interrogazione tratta il pagamento dei conguagli pensionistici e dei relativi interessi ai pensionati Inps. Si riporta il testo dell’interrogazione.
“Considerato che:
- le nuove disposizioni contenute nell’articolo 35, commi da 8 a 13, della legge n. 14/2009 incidono positivamente sulla diminuzione della quantità dei conguagli negativi (indebiti per il pensionato) e positivi (arretrati per il pensionato), poiché considerano i redditi definitivi dell’anno precedente, ma non sui conguagli il cui titolo è sorto prima della entrata in vigore della medesima legge;
- la gestione troppo lenta dei conguagli pensionistici alimenta il disagio sociale dei pensionati, soprattutto nell’attuale situazione di grave crisi economica, contribuendo oltretutto a deprimere la domanda interna di beni e servizi e quindi ad alimentare il circolo vizioso recessivo;
- le procedure di calcolo delle ricostituzioni prevedono il computo degli interessi soltanto fino alla data di liquidazione delle pratiche pensionistiche e non considerano il tempo ulteriore fino alla data di effettivo pagamento dei conguagli;
- la rilevazione statistica del prodotto conguagli (”pervenuto”, “accolto” e “giacenza”) viene effettuata dalle Sedi periferiche dell’Inps manualmente e, pertanto, fornisce un dato tecnicamente “sporco”, cioè non credibile e non significativo;
- i tempi che intercorre dal calcolo della pensione alla conferma del pagamento degli arretrati non vengono rilevati: di conseguenza non sono computati nei tempi di liquidazione delle pensioni (prima liquidazione e ricostituzione delle pensioni), che si ferma alla data del calcolo e non a quella di effettivo pagamento; ne consegue che per le pensioni liquidate (prima liquidazione) e ricalcolate (ricostituzione delle pensioni) viene rilevato il tempo di definizione anche nel caso in cui il conguaglio non sia stato posto in pagamento;
si chiede al Ministro:
- se non ritenga opportuno intervenire presso l’Inps per sollecitare interventi volti a velocizzare il pagamento dei conguagli e a realizzare una puntuale e corretta rilevazione statistica automatizzata, più efficiente rispetto a quella che viene correntemente attuata presso le Sedi periferiche dell’Inps;
- se non ritenga necessario e anzi urgente operare affinché siano conoscibili il numero e gli importi complessivi presumibili delle pratiche di conguaglio presso le Sedi periferiche dell’Istituto, suddivisi per anno e per provincia;
- se non ritenga corretto e dovuto che, contrariamente alla prassi di fatto seguita, gli interessi legali relativi alle ricostituzioni delle pensioni vengono calcolati e corrisposti ai pensionati anche per il tempo intercorrente fra la data di calcolo della ricostituzione della pensione alla data di pagamento effettivo del conguaglio.”

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giovedì 14 maggio 2009

Debora Serracchiani su otto e mezzo


I rappresentanti del centro destra come il loro maestro Berlusconi vendono il fumo cioè niente. L'on Laura Ravetto è stata eccessiva nella propaganda e nelle bugie. E' stata incontenibile nel raccontare le non riforme strutturali del Governo Berlusconi. Debora Serracchiani è stata contenuta, essenziale ed ha espresso con serenità e convinzione l'impegno per una prospettiva seria e responsabile del Paese.
La mia amica Cristiana Carini ha affermato che "immagino che anche tu abbia seguito Debora a otto e mezzo. Ti do il mio parere per avere il tuo. Piacevole a vedersi calma sicura nelle risposte, ma troppo concisa rispetto al clone, grillo parlante, della Ravetto. Purtroppo in Tv spesso conta più quanto ti accaparri telecamera e microfono rispeto a quello che dici e l'altra con il placet dei conduttori se ne è accaparrato troppo e per di più con buona proprità di linguaggio su aria fritta".

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mercoledì 13 maggio 2009

Il Soldato Brunetta

Oggi Dario Da Vico ha scritto un articolo per il Corriere della Sera in cui indica tre principi che vanno difesi nel decreto legislativo sulla Pubblica Amministrazione:
- l’introduzione della valutazione delle prestazioni dei dipendenti pubblici;
- la piena trasparenza della P.A.;
- la sperimentazione di modelli meritocratici nella progressione della carriera.
I fattori indicati da Da Vico sono condivisibili ed essenziali per il cambiamento della Pubblica Amministrazione. Mi permetto di indicare altri elementi che secondo il mio modesto parere sono egualmente importanti:
- Il Benchmarking comparativo al fine di utilizzare le best practice che si realizzano nell’area competitiva della P. A.;
- la misurazione del lavoro;
- l’istituzione dell’Autorità indipendente.
Inoltre ritengo essenziale la modifica dell’art. 19 (titolo III Merito e Premi) in quanto le regole introdotte nel sistema di incentivazione sono disciplinate in modo troppo dettagliato, occupano lo spazio di responsabilità del management pubblico ed introducono dei meccanismi discriminatori tra gli operatori pubblici capaci e impegnati nell’offrire servizi di qualità ai cittadini. La fascia di merito alta del 25% del personale rischia di ritorcersi contro gli operatori dei dipartimenti pubblici che conseguono i risultati qualitativi e quantitativi stabiliti nei piani per il solo fatto che il Ministro Brunetta ha previsto tale regola.
L’esclusione dalla fascia di merito alta di tutti gli operatori dipendenti da Amministrazioni che hanno conseguito gli obiettivi programmati è un grave ingiustizia che porterà sicuramente alla demotivazione degli operatori che si sono impegnati responsabilmente.
Un altro elemento negativo che ritengo essenziale riguarda i tentativi continui del Ministro Brunetta di dividere le organizzazioni sindacali. Tale divisione se verrà realizzata porterà a polemiche e lotte che influenzeranno il buon andamento delle pubbliche amministrazioni.
Da Vico riconosce l’impegno del Partito Democratico e particolarmente del senatore Pietro Ichino e dell’on. Linda Lanzillotta che hanno contribuito a migliorare il disegno di legge del Governo nelle parti indicati come principi essenziali da Da Vico. Inoltre il Partito Democratico con il senatore Pietro Ichino ha acconsentito ad introdurre nel disegno di legge unificato i contenuti della proposta del Partito Democratico.
I contenuti proposti e sostenuti dal PD ed approvati dal Parlamento non possono essere strumentalizzati ed usati in una visione di cambiamento diversa da quella contenuta dalla legge 4 marzo 2009, n. 15. Se si dovesse verificare tale condizione il Partito Democratico non si può prestare ad approvare una riforma contradditoria e non facile da realizzare.
Occorre che il Ministro Brunetta capisca che la riforma delle Pubbliche Amministrazioni ha bisogno per essere realizzata della più ampia convergenza possibile e non solo del consenso della maggioranza.
Articolo di Dario Di Vico

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Io voto alle Europee Debora Serracchiani

E’ il nome di un gruppo nato su Facebook che sostiene Debora Serracchiani candidata del Partito Democratico al Parlamento Europeo. Gli entusiasmi e la fiducia verso Debora crescono ogni giorno di più e lei continua la campagna elettorale con molto impegno nella circoscrizione del nord est, incontrando i cittadini e tutti coloro che ormai credono nelle sue idee e nella sua capacità di rinnovamento del sistema politico e del Partito Democratico.
Il gruppo su Facebook conta 1704 membri e continua ad ampliarsi sempre di più spontaneamente perché le persone si sentono legate a questa giovane donna capace, tranquilla e determinata nelle sue analisi, valutazioni e prospettive. I suoi interventi sono molto apprezzati perché interpreta il pensiero, i bisogni e la domanda di democrazia dei cittadini.
Debora trova il tempo di rivolgere un pensiero al gruppo: “Vi ringrazio infinitamente per il vostro entusiasmo e per il sostegno. Mi dispiace non riuscire a parlare con voi più spesso, ma capirete che questa avventura mi sta impegnando tantissimo e mi porta ogni giorno in posti diversi (anche più volte al giorno!). Ma è l'aspetto più bello della campagna. Ho preso con serietà questa avventura e cerco di fare del mio meglio. Intanto ci metto la faccia e il cuore e voi mi date la forza necessaria, comunque vada. Grazie per la fiducia che riponete in me.Tornerò a trovarvi quanto prima con il mio programma, così - se vi va - ne parliamo. A presto, Debora Serracchiani”
Spero di potere insieme a tanti altri elettori trasmettere forza ed entusiasmo a Debora e nello stesso tempo di riceverli da lei con il suo instancabile impegno.
Volontari per Debora Serracchiani
Gruppo su Facebook

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