domenica 25 novembre 2018

Martina: un partito dove si guida e non si comanda

Intervista a Maurizio Martina a cura di Goffredo De Marchis pubblicata su la Repubblica il 25 novembre 2018
«Le primarie devono essere il primo passo verso un nuovo soggetto politico. Per passare dal Partito democratico ai democratici. Al plurale». Vuol dire che questo sarà l’ultimo congresso del Pd? «O il primo di una nuova stagione». Maurizio Martina, segretario uscente, è il terzo tra i candidati più quotati a scendere in campo per la leadership. Dice che ha scelto di correre per tenere fede all’appello all’unità dell’ultima manifestazione di Piazza del Popolo, per trovare idee fresche per la sinistra, per realizzare una rottura generazionale che metta al centro giovani e donne. E «per non assistere a congresso referendum. E una candidatura di squadra, vogliamo uscire dalla logica di un confronto tra renziani e antirenziani. Altrimenti diventa una sfida tra tifoserie o peggio tra ultrà».
«Prima di tutto, direi, dobbiamo rispettare tutti i candidati e rifiutare il punto di partenza in cui c’è già un primo, un secondo, un terzo eccetera».
«Quello che intendo è che il congresso non deve diventare né un concorso di bellezza né un ring. Ciascuno metta in campo una proposta di partito che tenga conto della gravità del momento. La nostra corsa prova a rispondere a criteri di pluralità e unità».
E la differenza con Zingaretti e Minniti?
«Ce ne sono e si vedranno. Tutti possiamo mettere in campo grandi temi senza lacerarci. L’importante è non essere solo i anti o nostalgici. Dobbiamo guardare oltre le correnti e non fare un referendum, ripeto, perché sotto sotto aleggiano ipotesi di divisioni radicali. Non ce le possiamo permettere».
Il vicesegretario di Renzi, cioè lei, non è responsabile della batosta del 4 marzo quanto il segretario?
«Sento il peso di quel voto. Come lo sentono i gruppi dirigenti. Dopo il 4 marzo mi sono preso una responsabilità e voglio essere coerente con la mia ispirazione ad aprire ed unire che non nasce oggi. E di fronte alla sconfitta è doveroso mettersi in discussione con umiltà e tenacia. Controvento, cerchiamo di rompere le logiche correntizie».

Si ricorda quando disse: ripartiamo dai fischi ai funerali di Genova? La presero in giro.
«Invece era giusto. In questi mesi siamo andati in luoghi dove il Pd non si vedeva da tempo. Ripartire da dove è più forte la frattura con i cittadini è l’unica strada».
Renzi sarà il convitato di pietra delle primarie?
«Può contribuire con la sua personalità alla riuscita del congresso. In grande libertà, senza diventare un ossessione per nessuno».
I comitati civici che lanciati dall’ex segretario sono una buona iniziativa?
«Bisogna vedere se concorrono ad unire e allargare oppure no. Nel primo caso mi auguro che ci sia una condivisione con il Pd ».
Lei però propone di aprirsi alle esperienze di opposizione fuori dal Pd.
«Assolutamente sì. Penso anche che andranno rappresentate nelle nostre liste alle Europee. Da Torino alle mamme di Lodi, il Pd deve mettersi al servizio di tante energie che cercano un’alternativa alla destra. Come diceva Bobbio: attenti al pericolo di un popolo senza politica e di una politica senza popolo. Noi non bastiamo».
Il Pd ha le spalle abbastanza larghe da essere contaminato senza perdersi definitivamente?
«Se diventa un partito come pensiamo noi, credo di sì. Un partito dove si guida e non si comanda, dove c’è maggioranza e minoranza e non opposizione. Dove si parla di scuola, ecologia e lavoro e dell’enorme questione salariale. Dove si riparte dalla lotta alle diseguaglianze. Dove ci si infila nella frattura tra i ceti produttivi che sta creando questo governo. Eppoi, cambiando radicalmente al Sud. Chi si è messo in fila per il reddito di cittadinanza lo ha fatto anche perché si era stancato di mettersi in fila invano dove dovevano arrivare risposte che non sono arrivate».
C’è il rischio grave che alla fine ci possa essere uno scambio tra correnti, se nessuno prende il 51 per cento.
«Usciamo dalla logica della conta fine a se stessa. Noi ci muoviamo per evitare questi schemi e unire il Pd. Vogliamo proporre ai cittadini, a quelle centinaia di migliaia di persone che partecipano alle primarie una riorganizzazione delle idee e del pensiero della sinistra, oltre che della forma organizzativa. Così il congresso può diventare il primo passo per una vera costituente dei democratici e dei progressisti».
Zagrebelesky, nel suo articolo su Repubblica, immagina di poter arrivare alla disobbedienza civile contro la deriva gialloverde. Lei come se la immagina?
«Io la vedo già nelle manifestazioni di Torino o di Roma. E più allarghiamo il fronte di chi vuole reagire a questo esecutivo, meglio è. Saremo miti, ma non timidi. Lo spazio dell`alternativa è più grande di quello che vediamo».

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giovedì 15 novembre 2018

Sicurezza è libertà

E' il titolo del libro di Marco Minnniti. «La differenza tra la sinistra e il nazionalpopulismo consiste proprio in questo: la sinistra ascolta, mentre i populisti fanno finta di ascoltare, quando invece il loro unico obiettivo è di tenere incatenata la gente alle proprie paure.» Parte da questa convinzione la riflessione di Marco Minniti, ex ministro dell’Interno e da oltre vent’anni ai vertici degli apparati di sicurezza e di intelligence del nostro Paese. Anni fondamentali e difficilissimi, in cui si è trovato a gestire, in particolare nei sedici mesi al Viminale, eventi epocali di portata internazionale, come la forte ondata migratoria successiva alle primavere arabe, il consolidamento dello Stato islamico e la stagione dei feroci attacchi terroristici in territorio europeo, la crisi libica con le sue ancora attuali conseguenze. E poi, sul versante interno, l’emergenza sicurezza nelle grandi città, la lotta alla criminalità organizzata, il caso emblematico di Ostia e di altri comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Non è possibile garantire la sicurezza rinunciando alla libertà: barattare la seconda in cambio della prima significa innalzare pericolose barriere, dimenticando che la connessione del mondo è ormai irrefrenabile. L’idea del confine come separazione dagli altri crea società chiuse. Sull'onda dei nazionalpopulismi, l’unità europea, che ci ha garantito settant’anni di pace, è a rischio di estinzione. E questo potrebbe essere l’inizio di molti drammatici danni. Un salto nel buio che non ci possiamo permettere.

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giovedì 11 ottobre 2018

Italia allo sbaraglio

Non è solo il deficit al 2,4% previsto dal DEF per 2019 che crea problemi al sistema Italia ma soprattutto la fiducia e la credibilità bassa nei confronti del Governo giallo verde e di Di Maio e Salvini. Le dichiarazioni di questi due esponenti politici non influiscono positivamente sulla crescita e lo sviluppo dell’Italia perché mancano i fatti e le azioni e rimangono solo parole. Sono assenti gli strumenti che influiscono positivamente sul sistema Italia. Le dichiarazioni della maggioranza governativa fanno aumentare lo spread ed abbassare la valutazione della Borsa. Quando capiranno che le contraddizioni tra le parole ed i fatti aggravano la situazione economica dell’Italia.
Il FMI afferma che in Italia "l'incertezza politica" ha portato a "una rinnovata attenzione al nesso tra banche e debito sovrano".   “Se dovessero riemergere preoccupazioni sul mercato sulla politica di bilancio, il rischio è quello di riaccendere il legame fra banche e debito sovrano. Lo ha sottolineato Tobias Adrian, direttore del dipartimento Mercati monetari e dei capitali del Fondo monetario internazionale.
Intanto in questi giorni tutte le istituzioni nazionali ed internazionali (Banca d’Italia, Ufficio parlamentare bilancio, Corte dei Conti, Commissione Europea, FMI , OCSE) hanno espresso un giudizio negativo sul DEF.
In Italia la crescita è prevista rallentare all'1,4% nel 2018 e all'1,1% nel 2019. Così il nuovo 'Economic Outlook' dell'Ocse, che rivede al ribasso le precedenti stime sul Pil, dato al +1,5% quest'anno e al +1,3% il prossimo. Secondo l'organizzazione parigina la crescita degli investimenti, sebbene ancora robusta, si andrebbe attenuando mentre il rilancio dei consumi privati perderà vigore a causa di un indebolimento della ripresa occupazionale e della perdita, a seguito del rialzo dell'inflazione, del potere d'acquisto delle famiglie. "L'incertezza politica potrebbe avere un impatto sullo sviluppo economico". La crescita stimata per l'Italia nel 2018 (+1,4%) e nel 2019 (+1,1%) risulta tra le più basse di tutta l'area Ocse insieme a quella del Giappone (1,2% per entrambi gli anni). Nonostante tali giudizi negativi Di Maio e Salvini hanno dichiarato di voler proseguire sulla strada tracciata dal DEF non curandosi delle osservazioni esplicitate e dei rischi che l’economia italiana può subire per mancanza di sviluppo e di crescita.

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domenica 12 agosto 2018

Trasparenza per i disabili

L’inserimento nel mondo del lavoro e l’autonomia economica sono fattori estremamente essenziali per l’integrazione sociale delle persone con disabilità. La legislazione vigente in materia di persone disabili ha avuto un’evoluzione significativa anche se il problema dell’inserimento nel mondo del lavoro pubblico ha avuto risultati insoddisfacenti.
La legge n. 68 del 1999 rappresenta una profonda innovazione culturale in materia d’integrazione lavorativa delle persone con disabilità, in quanto ha introdotto una disciplina ispirata al concetto di collocamento mirato.
Nella passata legislatura Diego Zardini, deputato veronese del Partito Democratico, si è impegnato in modo costante e proficuo a favore dell’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro pubblico. Infatti Zardini ha presentato interrogazioni, ordine del giorno con parere favorevole del Governo, una proposta di legge ed emendamenti finalizzati a facilitare l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro.
Il primo impegno di Zardini è stato quello di sostenere la deroga a favore delle categorie protette al divieto di nuove assunzioni nel caso in cui le pubbliche amministrazioni (P.A.) presentassero una situazione di soprannumerarietà in pianta organica ed il monitoraggio dei posti riservati ai lavoratori disabili (D. L. 31 agosto 2013, n. 101).
Successivamente con il D. Lgs. n. 118 del 2017 sono stati previsti i seguenti nuovi strumenti ed istituti per facilitare l’assunzione dei disabili nelle P.A.: - Responsabile del processo di inserimento delle persone con disabilità; - Consulta nazionale per l’integrazione in ambiente di lavoro delle persone con disabilità; - revisione del monitoraggio; - Potere sostitutivo dei centri per l’impiego nei confronti delle P.A. inadempienti.

Purtroppo la legislazione attualmente in vigore, ha affermato Diego Zardini, non ha prodotto i risultati sperati nonostante i nuovi strumenti introdotti che sono risultati insufficienti ad affrontare in modo efficace l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro pubblico.
Negli ultimi anni sono state effettuate indagini e rapporti da parte di organizzazioni private (Gidp – Reatech e Page Personnel e pubbliche (Istat, Ministero del lavoro e Organizzazione internazionale del lavoro) sullo stato di inserimento lavorativo delle persone disabili con risultati incoraggianti.
Nel terzo millennio vi sono dei fattori di cambiamento efficaci che facilitano il conseguimento di taluni obiettivi come l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro pubblico e questi fattori sono: - La trasparenza; - Le nuove tecnologie della comunicazione e delle informazioni. La proposta Zardini muove da tali considerazioni.
La proposta di legge presentata da Zardini e sottoscritta da diversi deputati (Viscomi Antonio, La Marca Francesca, Mauri Matteo, Schirò Angela, D’Alessandro Camillo, Carnevali Elena, Pezzopane Stefania, Fragomeli Gianmario, De Menech Roger, Annibali Lucia, Schirò Angela) è finalizzata a sottoporre alla trasparenza e, quindi, alla pubblicazione nel proprio istituzionale le seguenti informazioni:
- Monitoraggio previsto dall’art. 7 del Decreto Legge n. 101/2013 e dall’art. 39-quater del Decreto legislativo 20 luglio 2017, n. 118;
- Le quote di riserva scoperte a favore dei soggetti disabili, disciplinate dalla legge 12 marzo 1999, n. 68.
- La trasparenza di tali informazioni, afferma Diego Zardini, consente a tutti (forze politiche e sociali, studiosi, ricercatori) il controllo sociale attraverso la conoscenza dei comportamenti dei datori di lavoro pubblici riguardo lo stato delle assunzioni delle categorie protette, l’intervento degli organi di controllo di intervenire per far rispettare ai datori di lavoro pubblici le disposizioni di legge in materia di assunzione delle categorie in oggetto e l’applicazione delle eventuali sanzioni.
La finalità di questa proposta di legge, continua Zardini, è quella di rendere sempre più reale il diritto del disabile ad accedere al mondo del lavoro pubblico, superando ed eliminando gli ostacoli che si frappongono alla loro assunzione nel caso in cui il datore di lavoro pubblico presenti una pianta organica con posti vacanti riservati alle categorie protette.
La proposta di legge obbliga i datori di lavoro pubblici a pubblicare sul proprio sito istituzionale i dati relativi alle quote d'obbligo non coperte relative alle categorie protette. Inoltre, l’obbligo di trasparenza viene esteso al monitoraggio previsto dall’art. 7 del Decreto Legge n. 101/2013 e dall’art. 39-quater del Decreto legislativo 20 luglio 2017, n. 118.
Si osserva che gli obblighi previsti dal D. Lgs., scadenze per la comunicazione delle informazioni e dei dati, non sono in linea con le nuove tecnologie della comunicazione e delle informazioni del terzo millennio. Infatti, si ritiene che occorre realizzare per tale problematica un sistema informativo integrato nelle Pubbliche Amministrazioni che consente di aggiornare in tempo reale le informazioni relative ai posti vacanti in pianta organica riservate ai disabili di ciascuna Pubblica Amministrazione e comunicarle in via automatica agli organi di controllo.

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venerdì 13 luglio 2018

Esecutivo PD: dalla frantumazione alla ricomposizione

Il segretario del PD Maurizio Martina dovrà affrontare tanti problemi per rendere competitivo il Partito Democratico nel sistema politico italiano. Tra questi vi è l’attuale assetto dell’esecutivo formato attualmente da 40 dipartimenti.
Prima di entrare nel merito occorre capire l’organizzazione per dipartimenti.
Il termine dipartimento è stato usato per la prima volta per indicare all'interno di uno Stato una circoscrizione territoriale intermedia tra il livello regionale e quello provinciale. Successivamente il termine è stato ampliato nel suo significato ed utilizzato per indicare un modello di una organizzazione. Infatti, il dipartimento è adoperato nella sanità, nella scuola e nei ministeri ed in alcuni casi nelle aziende.
L’organizzazione dipartimentale è la struttura formata dall'aggregazione di attività e funzioni omogenee, affini e complementari volta a dare risposte unitarie, tempestive e complete al fine di conseguire obiettivi comuni. Pertanto, viene superata la divisione del lavoro e delle attività per realizzare una strategia comune in ogni dipartimento e tra i dipartimenti.
Il Partito Democratico oggi ha un esecutivo con 40 dipartimenti che avrebbero dovuto “affiancare il segretario e la segretaria nazionale per affrontare al meglio le sfide dei prossimi mesi”. L’effetto è stato quello di polverizzare le funzioni e le attività del partito democratico.

In definitiva il PD ha frammentato le attività del partito che invece avrebbero bisogno di essere ricomposte e gestite in aree omogenee con obiettivi comuni ed una strategia comune. Tali incarichi non possono essere definiti dipartimenti in quanto le attività del PD sono state frantumate in 40 incarichi specifici. Non si può operare in modo unitario e strategico se mancano forme organizzative che aggregano le attività omogenee, affini e complementari. Per esempio i seguenti incarichi circoli, città metropolitane, mamme ecc. come possono operare se non sono aggregate rispettivamente nei dipartimenti organizzazione, autonomie locali e welfare.
Così facendo ci si è contrapposti alla visione organizzativa dipartimentale.
Per ovviare a tale errore occorre che Martina costituisca massimo 10 o 12 dipartimenti con un responsabile per ogni dipartimento che svolga compiti di coordinamento, direzione e controllo e riaggreghi gli incarichi che sono stati conferiti. All'interno di ogni dipartimento possono essere realizzate delle forme di collaborazione con funzioni specifiche che dipendono dal responsabile del dipartimento.
Solo così può essere data una organizzazione che unisca e non divida e che si adatti alle organizzazioni che hanno introdotto l’organizzazione dipartimentale.

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martedì 10 luglio 2018

Al lavoro in carpooling

Nella passata legislatura il Parlamento ha approvato delle disposizioni che riconoscono l’infortunio in itinere per coloro che utilizzano la bicicletta durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro. Il deputato veronese Diego Zardini ha profuso ogni sforzo affinché tale provvedimento venisse approvato.
L’impegno di Diego Zardini continua in tale direzione con la presentazione della proposta di legge finalizzata al riconoscimento dell'infortunio in itinere nel caso in cui vengono utilizzati dei veicoli condivisi (carpooling) nel tragitto casa lavoro. Con l’approvazione di tale proposta si riduce l’utilizzo degli autoveicoli per recarsi al lavoro.
Ecco l’oggetto della proposta di Diego Zardini: "Modifiche all'articolo 2 del testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, concernenti l'efficacia della copertura assicurativa nei casi di uso condiviso di veicoli privati" (690).
Diego Zardini afferma che “la proposta, riconoscendo l’infortunio in itinere anche per coloro che usano carpooling, risponde alle esigenze sociali ed economiche di uno Stato moderno che pone attenzione:
- all'impatto ambientale (inquinamento acustico, atmosferico ed emissione del gas serra);
- ai costi legati alla mobilità urbana (benzina);
- alla tutela della salute dei cittadini (aspettativa di vita più lunga, riduzione dello stress);
- al traffico sulle strade (decongestione del traffico, riduzione degli incidenti in itinere)”. Nella società del terzo millennio, continua Diego Zardini, bisogna considerare che la crisi economica e l’importazione delle fonti di energia obbliga l’Italia a riorganizzare la mobilità urbana con nuovi strumenti che ricadano positivamente sul consumo e sul risparmio energetico che in questo caso sono rappresentate dall'utilizzo del carpooling”.
Il car pooling genera dei benefici per l’azienda e per lavoratori: - aumenta la soddisfazione dei lavoratori;
- i dipendenti arrivano puntuali al lavoro;
- diminuzione dello stress;
- meno assenze dovute agli scioperi dei mezzi di trasporto pubblico ed altri imprevisti;
- diminuzione dei costi di carburante.
E’ urgente e fondamentale, conclude Diego Zardini, riconoscere in ogni caso ai lavoratori che utilizzano il carpooling nel caso di incidente la piena tutela derivante dall'infortunio in itinere per l’impatto positivo che tale mezzo di trasporto implica sul benessere sociale ed economico dei cittadini.
Dalle considerazioni descritte muove la presente proposta di legge.

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mercoledì 30 maggio 2018

Fedeltà alla costituzione e solidarietà a Mattarella

Ancora una volta M5S e Lega privilegiano la propaganda ed i comportamenti contro la Costituzione per lucrare facili consensi, facendo un danno enorme al paese che rimane senza Governo ed ai cittadini più deboli che aspettano interventi di carattere sociale. Tra i temi del contratto di Governo e la propaganda M5S e Lega hanno scelto gli interessi di parte cioè le bugie e la propaganda finalizzata ad aumentare i consensi.
Se ci fosse stata la volontà di governare il M5S e la Lega avrebbero sostituito il ministro dell’economia e condiviso le prerogative del Presidente della Repubblica. Questo avrebbe consentito la costituzione di un Governo giallo-verde con la conseguenza di evitare speculazioni nei mercati finanziari. Infatti l’incertezza politica causata dalla presunzione di M5S e Lega ha portato giù il valore delle borse e su lo spread a danno delle imprese, delle banche, dei risparmiatori e di tutti coloro che sono titolari di un mutuo con tasso variabile.
M5S e Lega hanno dimostrato così di pensare agli interessi di parte e non al bene dell’Italia.
Mai si era visto nella storia repubblicana un contrasto così forte con il Presidente della Repubblica, il quale ha rispettato il dettato costituzionale e le sue prerogative.
Mai si era assistito ad un attacco così grave alle istituzioni repubblicane e democratiche.
In passato le forze politiche si erano distinte per l’unità esercitata nel difendere le istituzioni democratiche. Basti ricordare gli anni del terrorismo che ha visto i maggiori partiti uniti nel difendere lo Stato democratico, nato dalla resistenza.
I valori dello Stato non cambiamo con il trascorrere del tempo. Rimangono fermi. Purtroppo sono cambiati i valori dei partiti: M5S e Lega.
Per i pochi motivi espressi occorre esprimere con la massima convergenza possibile, facendo testimonianza ed appello ai cittadini democratici: Fedeltà alla Costituzione e solidarietà a Mattarella.
In prospettiva è necessario riflettere e valutare insieme agli elettori che occorre prima dell’interesse dei partiti confermare la nostra fiducia alle forze politiche che si muovono nell'interesse dell’Italia e nel sostegno delle Istituzioni.

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lunedì 14 maggio 2018

Quali prospettive dall’Assemblea PD

Sembra che nel PD vi sia una chiara volontà di celebrare il congresso entro il mese di ottobre o al massimo entro il 2018. Io non sono d’accordo con questa impostazione in quanto è necessario rifondare il Partito Democratico (regole, schemi, metodi) e non bastano pochi mesi per cambiare un partito così complesso. Occorre tempo, almeno un anno. Occorre riflettere, valutare e creare le prospettive di un partito di centro sinistra. Dopo i risultati negativi del referendum e delle ultime elezioni politiche è necessario superare le posizioni di bottega e creare partito rinnovato nei metodi e nei contenuti. Altrimenti si corre il rischio di superare questa fase senza alcun contributo per il futuro dell’Italia e del Partito Democratico. Chi pensa di avere la maggioranza dei delegati all’assemblea nazionale di sabato e pensa di imporre, anche con metodo democratico, di effettuare il congresso nel giro di pochi mesi senza cambiare nulla e di non eleggere il segretario che porterà al congresso il PD sbaglia perché non pensa al futuro del Partito ma alla propria sopravvivenza.
Sabato è necessario realizzare l’unità del PD e realizzare le condizioni per un vero cambiamento. Il cambiamento può essere affidato a Martina, il quale ha dimostrato ampiamente di essere sensibile, responsabile ed al di sopra delle parti. In caso contrario andremo a sbattere il prossimo anno (elezioni europee) contro un pessimo risultato. Il PD nelle strutture periferiche non è grado supportare un congresso senza cambiamento. Si vuole fare solo una conta? Penso proprio di no.   

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mercoledì 28 febbraio 2018

Io scelgo Diego Zardini

Il 4 marzo voto Partito Democratico e Diego Zardini. E' necessario e urgente proseguire nel cammino delle riforme iniziato con i governi Renzi e Gentiloni ed allinearsi agli altri paesi europei. Diego Zardini con le sue proposte, fatte alla Camera dei Deputati, ha dimostrato  di essere all'altezza delle problematiche del terzo millennio che bisogna affrontare. Inoltre, Diego nel suo impegno politico è stato sincero, trasparente e capace. 

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sabato 10 febbraio 2018

Diego Zardini, Welfare aziendale

Per la prima volta si è svolto a Verona un incontro su un argomento molto importante per i lavoratori e per le aziende: Lavoro e Welfare in azienda. Nuovo rapporto tra persone e imprese. Gli interventi di Diego Zardini, parlamentare del Partito Democratico, Antonello Puggioni, amministratore delegato di Performance in Lighting, Elisabetta Masotto, responsabile di Aribandus e Massimiliano Nobis, segretario regionale della FIM CISL sono stati puntuali ed all’altezza del tema. 
Si riporta l’intervento di Diego Zardini.


Vedi gli interventi di
Massimiliano Nobis, segretario regionale della FIM CISL Veneto

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martedì 6 febbraio 2018

Welfare aziendale a Verona

Il Welfare aziendale rappresenta un pilastro integrativo del Welfare pubblico. Inoltre, l’argomento è molto importante per gli effetti che produce sull'azienda e sui lavoratori (benefici, clima aziendale, produttività). L’incontro che si propone rappresenta una buona occasione per capire l’evoluzione del Welfare in Azienda.


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sabato 20 gennaio 2018

Lavoro: risultati e proposte

La raccolta raccoglie gli articoli più importanti dell'ultimo periodo sul lavoro

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