domenica 18 dicembre 2016

Abbiamo rovinato l’Italia?

Perché non si può fare a meno del sindacato
Questo è il titolo del libro di Marco Bentivogli, editore Castelvecchi.
Una parte di opinione pubblica vede i sindacati (e i sindacalisti) italiani come una forma di resistenza ai cambiamenti, di ostacolo allo sviluppo della modernità.
Luogo comune, strumentazione mediatica o politica oppure c’è stato qualche errore che ha consentito l’affermazione di una visione così feroce?
Marco Bentivogli, giovane sindacalista, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl parte da una critica sincera dei limiti del sindacato per descrivere con un’analisi molto interessante, fatta anche di esempi concreti, un modo diverso di essere e fare rappresentanza, in un momento storico in cui “rappresentare” gli altri è diventata una delle sfide più difficili e al contempo cruciali della società moderna.
Sindacalista che rispetta e conosce in profondità la storia della sua organizzazione, oggi però guarda al presente di quello che è il sindacato e di quello che sarà in futuro e racconta ciò che sta dietro ai luoghi comuni: una realtà fatta di persone e di storie che si inseriscono in un contesto lavorativo profondamente mutato rispetto anche ad un recente passato, caratterizzato anche da importanti innovazioni tecnologiche o organizzative, come il word class manufacturing o lo smart working ad esempio.
“Abbiamo rovinato l’Italia? Perché non si può fare a meno del sindacato” parte da un’analisi di come è cambiata la geografia del lavoro, in Europa e nel mondo, e approfondisce il contesto in cui si inserisce la nuova fabbrica in quella che viene definita la Quarte Rivoluzione Industriale, Industry 4.0. Bentivogli, partendo dalla diretta esperienza delle dure vertenze industriali del Paese (tra cui Whirpool-Indesit, Ilva, Ast, Alcoa), approfondisce il tema delle relazioni industriali nel nostro paese, della loro evoluzione per stare al passo dei cambiamenti in atto e della scelta dell’innovazione e della partecipazione nelle contrattazioni aziendali e nazionali. In tuo ciò anche il sindacato deve sapere rinnovarsi, studiando, facendo ricerche, sull’organizzazione del lavoro, su Industry 4.0, sui Big Data e sulle nuove tecnologie, per ritornare a coinvolgere migliaia di ragazze e ragazzi.
Il sindacato che serve al nostro Paese può essere un collante fondamentale della coesione e barriera della vulnerabilità sociale e può contribuire allo sviluppo organizzativo e alla crescita produttiva e sociale.
E’ questo, appunto, il sindacato di cui “non si può fare a meno”.

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venerdì 16 dicembre 2016

Flussi informativi al servizio del sistema pubblico

Si rende necessario l’utilizzo dei dati e delle informazioni presenti nel sistema pubblico da parte dei settori interessati per una migliore ed equa gestione dei servizi e delle prestazioni sociali. Dal conseguimento di tale obiettivo scaturisce la proposta di legge di Diego Zardini, primo firmatario, e di Irene Tinagli, i quali si propongono di mettere a disposizione dell’Inps tutte quelle informazioni utili che incidono sulla misura e sul diritto delle prestazioni sociali erogate dall’Istituto previdenziale. L’Inps, dichiara Diego Zardini, presenta una quantità enorme di informazioni che provengono dalla gestione dei servizi di cui è titolare ma nello stesso tempo ha bisogno per migliorare la qualità delle prestazioni che gestisce di dati e informazioni presenti in altri settori della pubblica amministrazione.
Per completezza e per conoscere contenuti della proposta di legge si riporta di seguito la relazione alla proposta di legge presentata da Diego Zardini e Irene Tinagli.
Per completezza e per conoscere i contenuti della proposta di legge si riporta di seguito la relazione alla proposta di legge presentata da Diego Zardini e Irene Tinagli.
“Lo Stato eroga servizi e trasferimenti per ridurre iniquità e colpire le rendite parassitarie. In molti casi si è verificato che gli evasori fiscali a causa dell’esiguità dei loro redditi e ricchezze visibili non solo non pagano le tasse ma accedono a condizioni agevolate ai servizi di pubblica utilità ed alle prestazioni sociali. Pertanto, una parte della redistribuzione avviene verso persone che non meritano un aiuto e, quindi, finisce per aumentare l’iniquità dello Stato.
La proposta di legge si muove nella direzione di restringere le iniquità della redistribuzione e l’area della non applicabilità delle leggi attraverso l’utilizzo di dati e informazioni presenti nel sistema delle pubbliche amministrazioni a favore dell’Inps, il quale gestisce le prestazioni sociali interessate da tale flusso di informazioni che ricadono sul diritto e sulla misura delle prestazioni stesse.
L’Inps nel definire le prestazioni collegate al reddito effettua i controlli necessari utilizzando l’anagrafe tributaria per i redditi assoggettabili all’Irpef. Per gli altri redditi, quali i redditi con ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (interessi postali e bancari, interessi su titoli), e per i ricoveri presso strutture sanitarie pubbliche o private convenzionate al momento deve essere fatto un controllo a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazioni o atti di notorietà. Controllo non facile in quanto il Casellario dell’assistenza non è aggiornato con i ricoveri delle persone titolari di indennità mensile di frequenza e di indennità di accompagnamento e le informazioni della banca dati dei conto correnti per i redditi soggetti a ritenuta alla fonte (interessi postali e bancari, interessi su titoli) non sono al momento disponibili per l’Inps.
Il gap esistente tra le informazioni presenti nel sistema delle pubbliche amministrazioni e le informazioni che l’Inps utilizza per i controlli non consente nel caso di errori nell’utilizzo degli strumenti di comunicazione all’Inps delle informazioni e di dichiarazioni mendaci di intervenire in modo corretto sulla misura e sul diritto delle prestazioni con la conseguenza che l’Inps eroga nel peggiore dei casi prestazioni illegittime e nel migliore dei casi prestazioni superiori all’importo che spetterebbe nel caso di dichiarazioni corrette e veritiere.
I redditi con ritenuta alla fonte a titolo d’imposta ed i ricoveri presso strutture sanitarie pubbliche o private convenzionate incidono rispettivamente sulle seguenti prestazioni sociali: - Assegno sociale e maggiorazione sociale; - Indennità di accompagnamento e indennità mensile di frequenza.
La condivisione, l’integrazione e l’utilizzo delle informazioni analitiche che si fondano su moderne applicazioni informatiche e del metodo dei controlli incrociati rappresentano nuove leve di vantaggio competitivo per lo Stato e sviluppano capacità distintive finalizzate a contrastare le autodichiarazioni mendaci che concorrono a erogare servizi in modo iniquo. Le informazioni in possesso da parte di alcuni settori dello Stato vanno raccolte, elaborate, organizzate ed utilizzate in modo automatico a favore dell’intero sistema di Welfare.
La proposta di legge è finalizzata a creare le condizioni affinché l’Inps possa accertare alcuni redditi che incidono sulla misura e sul diritto alle prestazioni sociali.
L’art. 1 è finalizzato ad integrare, tra le comunicazioni che alimentano il Casellario dell’assistenza, i ricoveri presso le strutture sanitarie pubbliche e private convenzionate di coloro che sono titolari delle prestazioni di indennità di accompagnamento e di indennità mensile di frequenza. I ricoveri di tali soggetti incidono sul diritto alle prestazioni prima specificate. Tali informazioni sono messe a disposizioni dell’Inps per i controlli.
L’art. 2 tiene presente che alcune prestazioni sociali erogate dall’Inps (assegno sociale e maggiorazione sociale) sono soggette all'accertamento dei redditi. I redditi soggetti all’Irpef sono verificabili da parte dell’Inps con l’accesso all’Anagrafe Tributaria dell’Agenzia delle Entrate. Al contrario i redditi soggetti a ritenuta alla fonte (interessi postali e bancari, interessi su titoli) si basano esclusivamente sulle dichiarazioni effettuate dagli interessati, la quali non indicano mai tali redditi che incidono sulla misura e sul diritto a tali prestazioni. Pertanto tale articolo prevede che l’Agenzia delle Entrate fornisce tali informazioni all’Inps attraverso l’apposita Sezione Archivio dei rapporti finanziari dell’Anagrafe Tributaria. Fino a questo momento l’Inps non ha la possibilità di verificare i redditi soggetti a ritenuta alla fonte.
I ricoveri ed i redditi soggetti a ritenuta alla fonte sono soggetti ad evasione se l’Inps non viene messo in condizioni di poter verificare la loro presenza e di conseguenza intervenire sulle prestazioni.
L’Inps, il quale è il maggior erogatore di prestazioni sociali rapportate al reddito personale e familiare, ha bisogno di verificare tramite la predisposizione di apposite applicazioni informatiche che garantiscono la riservatezza dei dati e delle informazioni la banca dati delle prestazioni sociali agevolate, comprensiva dei ricoveri, e la banca dati dei conto correnti al fine di rapportare l’importo delle prestazioni erogate alla situazione reddituale reale delle persone interessate ed eliminare sprechi ed iniquità.
I richiedenti o titolari di assegno sociale e di maggiorazione sociale non sempre dichiarano all’Inps i redditi provenienti da un conto corrente e libretto di risparmio mentre per la Banca d’Italia il 90,1% delle famiglie è titolare di un deposito bancario o postale ed il 70% delle famiglie più povere ha un dossier aperto. I ricoveri con retta parziale o totale carico di enti pubblici che incidono sulla misura e sul diritto dell’indennità mensile di frequenza e dell’indennità di accompagnamento possono anch'essi non essere dichiarati e controllati in quanto non sono presenti nel Casellario dell’assistenza i dati e le informazioni relative a tali prestazioni.
La situazione reale del paese tra contraddizioni ed iniquità ci impone di utilizzare gli strumenti messi in atto non in una sola direzione ma a vantaggio dell’intero sistema di Welfare e, quindi, a beneficio del sistema dei controlli effettuati dall’Inps in sede di definizioni delle prestazioni sociali di competenza dell’Inps, le quali se non gestite in modo efficiente creano iniquità tra le persone. L’attuazione di tale operazione si inserisce in modo coerente nel progetto di spending review molto utile al paese per eliminare gli sprechi e le spese improduttive che non creano valore e, quindi, ridurre la spesa pubblica troppo alta rispetto alla qualità dei servizi erogati".

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