domenica 27 aprile 2008

Economia e risultati elettorali

I risultati elettorali del 13 e 14 aprile vengono illustrati da alcuni giovani economisti, interessati a diffondere le proprie idee, le proprie opinioni e i propri progetti riguardanti l’attualità attraverso un approccio economico. L'analisi, quindi, risente dell'approccio economico degli autori. Articolo
Pochi giorni prima dell'inizio della campagna elettorale per le elezioni politiche del 13 e 14 aprile ho effettuato un'analisi comparata degli indicatori economici del 2001/2005 del governo Berlusconi e del 2006/2007 del Governo Prodi per rendere visibili i risultati conseguiti dai due governi che si sono succeduti. Dall'analisi dei dati è risultato evidente in quali condizioni critiche Berlusconi ha lasciato il paese alla fine del mandato. Inoltre, ho espresso alcuni pensieri sull'impresa e sulla pubblica amministrazione.
Durante la campagna elettorale vi è stata una tendenza a dimenticare e non confrontare i risultati economici conseguiti dal governo Berlusconi e dal Governo Prodi.
Ho partecipato ad un convegno molto partecipato a Verona con Enrico Morando sull'Economia Italiana ed ho illustrato la ricerca effettuata che è stata molto apprezzata.
Pochi giorni prima delle elezioni ho pensato che i risultati positivi conseguiti da Prodi, confrontati con quelli del Governo Berlusconi, avrebbero senz'altro influito positivamente sui risultati elettorali del PD. Tutto questo non è avvenuto poiché in Italia si è creato un elettorato mobile più determinante e diverso da quello degli anni '70 e '80 che sceglieva sulla base dei contenuti programmatici e della credibilità delle forze politiche. Oggi l'elettorato mobile è in buona parte rappresentato dalle fasce più deboli che a prescindere dai risultati economici conseguiti vivono in condizioni di precarietà e di incertezza e dalle comunità locali che percepiscono particolari problemi (sicurezza, legalità). Questo elettorato sceglie e cambia sulla base delle proprie condizioni vissute con disperazione nel periodo di tempo dell'ultimo governo in carica. Gli interventi del Governo Prodi a favore delle fasce più deboli (pensionati, precari, lavoro dipendente con retribuzioni basse) non sono stati così evidenti e chiaramente comunicati al punto che Berlusconi è stato favorito. Non bisogna dimenticare che il primo obiettivo nel 1996 e nel 2006 del Governo di centro sinistra è stato quello del risanamento dei conti pubblici. La fase successiva della redistribuzione della ricchezza è stata appena iniziata e, quindi, non ha sconvolto gli equilibri elettorali esistenti. Inoltre, ai temi della sicurezza e della legalità, molto avvertiti nelle comunità locali, non è stata data una risposta convincente e visibile tale da far cambiare opinione agli elettori. Elezioni e Economia
Per una valutazione più completa dei risultati elettorali si invita aleggere i seguenti articoli:
Amministrative 2008
Opposizione senza sconti
Al nord una sinistra preistorica
Cacciari sui risultati elettorali
I grandi? Non guadagnano voti
Sapelli sui risultati elettorali
Interviste: F. Andreatta, P. Pombeni, B. Simili
Quei 7 punti persi dal centrosinistra

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venerdì 25 aprile 2008

PD e IdV due gruppi federati

PD e IdV hanno deciso di non unificare i gruppi parlamentari che saranno federati con un coordinamento molto forte ed uno speaker unico sulle questioni più significative.
"Abbiamo convenuto, ha dichiarato Dario Franceschini, che sia più funzionale avere due gruppi parlamentari con lo stesso programma e impegnati sugli stessi contenuti”. Massimo Donadi conferma la decisione di formare “due gruppi federati, con forte convergenza e cooperazione e ribadisce che l'obiettivo rimane quello del partito unico che si farà entro la legislatura". In un'intervista a L'Espresso, Di Pietro afferma che "l'alleanza con il Pd resta il perno della nostra politica" e "dunque si può, anzi si deve, costruire una casa comune di Idv e Pd nei tempi che la politica consentirà. In prospettiva si deve arrivare ad un'unica realtà politica".
Con questa decisione sono prevalse le scelte tattiche che hanno una loro precisa ragione (conferenza dei capi gruppo, opposizione efficace). Rimane strategicamente prioritario che i due partiti prendano sempre più coscienza dell'importanza della loro unificazione:
- All'IdV occorre entrare in un grande partito riformista di cui condivide i contenuti programmatici;
- Al PD è necessario arricchire il proprio patrimonio con le specificità dell'IdV molto avvertite dalle comunità locali;
- Ai due partiti serve mescolarsi per preparare un'alternanza credibile per le prossime elezioni politiche.
Nell'incontro non è stata valutata la strategia da realizzare nelle autonome locali (regioni, provincie e comuni). Perchè non iniziare dalla periferia a sperimentare l'aggregazione dei gruppi e forme di collaborazione che aiuteranno senz'altro in prospettiva l'unificazione dei due partiti?
Ritengo necessario affrontare tale argomento e realizzare delle sperimentazioni di integrazione che consentano un cambio di cultura e di nuova presenza nel territorio.

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giovedì 24 aprile 2008

Recuperare credibilità al Nord

Ho pubblicato il seguente commento all'intervento di Paolo Giaretta, segretario regionale del PD Veneto, sul sito del PD Veneto
Caro Paolo sono stati commessi molti errori in quanto tutte le scelte anche quelle meno opportune sono state effettuate al centro. Sono stati candidati molte persone, si di valore, ma che non rappresentano il Veneto. E' possibile che le oganizzazioni cambiano nel pianeta con la globalizzazione che valorizza le comunità locali, il decentramento e le decisioni prese in periferia e noi ancora continuiamo a mantenere in piedi una struttura centralizzata che tutto decide. Occorre stabilire delle articolazioni territoriali che tengano presente i problemi delle aree che presentano caratteri omogenei. Per questo si parla del PD del Nord non come motivo di divisione ma come opportunità per dare delle risposte politiche ad una area tra le più sviluppate del Nord. Questo non significa escludere altri ambiti territoriali che presentano problemi di natura diversa. Pensiamo al Sud: criminalità, disoccupazione, mancato sviluppo. Tutti problemi a cui bisogna trovare una soluzione con la partecipazione responsabile delle comunità periferiche. Perchè bisogna gestire il PD in solitudine? I cittadini vogliano contare e co-creare valore e strategie per le comunità. Oggi nel mondo delle imprese vi è la partecipazione dei consumatori alla creazione del prodotto e del valore (prosumer). Perchè non adeguiamo la nostra struttura a quello che avviene nel mondo delle organizzazioni?
Risposta di Paolo Giaretta
Caro Antonino il problema del rapporto tra iniziativa politica e territorio ci sta tutto. Penso che il modello federale accettato nel nostro statuto non sia teorico ma molto concreto: autonomia programmatica, finanziaria, di alleanza sono principi esplicitamente sanciti dallo Statuto. Ora si tratta di farli vivere concretamente, caratterizzandoci per la capacità di rappresentare le specificità territoriali. Si deve lavorare di più sui temi e meno sulle forme.

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lunedì 21 aprile 2008

Sondaggio sul PD del Nord

Una parte dei visitatori di questo blog ha partecipato al sondaggio sul PD del Nord al fine di verificare se tale idea sia condivisa o meno. Dopo i risultati elettorali si avverte la necessità nel PD di stabilire una propria articolazione organizzativa e strategica al fine di radicarsi nel territorio e rispondere ai problemi emergenti delle comunità locali.
I risultati del sondaggio "Condividi la proposta del Sindaco di Venezia Cacciari di un PD del Nord" sono i seguenti:
- Votanti n. 34;
- SI n. 17 voti 50%;
- NO n. 17 voti 50%.
Dai risultati del sondaggio effettuato su scala nazionale e su un campione scarso di votanti si può dedurre che:
- Il numero dei votanti è di molto inferiore al numero di visitatori del blog del periodo preso in considerazione. Pertanto, l'argomento non interessa in modo rilevante tutti i visitatori del blog;
- Coloro che sono favorevoli alla proposta del Sindaco di Venezia Cacciari esprimono l'esigenza di realizzare un forte radicamento territoriale nell'area del Nord;
- Quelli che sono contrari alla proposta esprimono la preocupazione di realizzare una divisione territoriale del Partito Democratico.
Ritengo che il PD, pur rimanendo un partito nazionale, si deve trasformare in una organizzazione decentralizzata che conferisce poteri al partito periferico. Tali poteri interessano: - La scelta delle alleanze nelle autonomie locali; - L'autonomia organizzativa; - La scelta della classe dirigente.
In definitiva il PD per radicarsi nel territorio deve trasformarsi in una stella marina, metafora utilizzata Ori Brafman e Rod A. Beckstrom autori di "Senza leader", libro che ha avuto molto successo e che presenta il cambiamento delle organizzazioni nel terzo millennio.

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Dal Sud con amicizia

Caro Nino,
consentimi, prima di dare un pur sintetica risposta ai Tuoi interrogativi circa il futuro del PD in rapporto al Sud, di compiacermi del fatto che la Tua passione per la politica e la Tua trepida partecipazione per le sorti della nostra terra non sono state intaccate dalla ormai lunga stagione lavorativa forzatamente trascorsa lontano dal luogo di origine. Tu sei la prova vivente di come una identità (ideale, culturale), saldamente e genuinamente inculcata, possa sempre garantire un “ritorno”, sia pure empatetico e virtuale (ma non per questo meno fecondo e produttivo), alle “radici”. Anzi, proprio dalla Tua vicenda traggo spunto per abbozzare l’intervento che mi solleciti.
Qualsiasi forza politica, a maggior ragione una forza politica nuova, non può assicurarsi un futuro se non investe seriamente in capo alle nuove generazioni. Potrebbe sembrare una ovvietà, ma forse non lo è, soprattutto al Sud e per il Sud. Vorrei fare osservare, infatti, che l’odierna composizione demografica del Paese sbilancerebbe inesorabilmente a svantaggio del Sud un partito che non compisse un’opzione preferenziale a favore delle politiche giovanili. Al Sud si riscontra tuttora il più alto tasso di disoccupazione giovanile e dal Sud migrano ancora, anzi di nuovo, le risorse (giovanili) intellettualmente più dotate, che in parte non trascurabile hanno contribuito alla crescita ed allo sviluppo delle regioni settentrionali. Il Sud rischia, quindi, di essere privato nei prossimi anni – ove non si rinnovi e non si riqualifichi l’intera classe dirigente (e non solo quella politica) – dell’unica risorsa di cui può, allo stato, fruire in eccedenza, e cioè la risorsa umana.
Non intendo, con questo, prendere posizione contro la mobilità della forza lavoro e, men che meno, degli intellettuali: si tratta di un impreteribile effetto e, ad un tempo, di una delle più potenti molle della mondializzazione. Né ritengo che il “circolo” così configuratosi debba essere inevitabilmente stigmatizzato come “vizioso”; esso può anzi contribuire ad accrescere e valorizzare le potenzialità dovunque si trovino ed a moltiplicare le opportunità di uno sviluppo sempre più diffuso in diversi ambiti ed ai vari livelli. Può far sì, ad esempio, che un “ritorno”, come il Tuo, alle “radici” non si limiti al livello puramente ideale, ma assuma forme più concrete e ravvicinate. Occorre però tenere presente che la mondializzazione e le connesse, molteplici, forme di mobilità hanno paradossalmente e reattivamente risvegliato e potenziato le identità particolari. Anche queste ultime, del resto, non possono essere indiscriminatamente demonizzate, ma vanno, piuttosto, riconosciute nella loro più autentica essenza e, una volta così depurate, reinoculate appropriatamente e reimmesse in un “circolo virtuoso”. Esse vanno riscattate dalle tentazioni e dai rischi delle chiusure integralistiche e reciprocamente ghettizzanti, che, purtroppo, non conoscono né paralleli, né meridiani. Una forza politica che voglia guadagnarsi il futuro non deve mostrar timore della richiesta di identità ,che emerge da una gioventù sempre più confusa e frastornata; deve, per inverso, orientarla ed incanalarla, perché si traduca in un atteggiamento di apertura e di disponibilità verso l’insieme e, del pari, accoglierla ed assimilarla come il più genuino tramite per l’innesto del partito sulla base sociale.
Da ultimo, si è giustamente detto che occorre guardare con sempre maggiore attenzione al territorio ed alle periferie, per rifuggire da ogni propensione dirigistica e da ogni deriva centralistica. Tuttavia, ciò non può avere un significato meramente geografico, come se fosse sufficiente invertire i termini della annosa (ma sempreverde) “questione meridionale” con quelli della neonata “questione settentrionale”, perché il prodotto finirebbe per non cambiare. Piuttosto, ed in linea con il discorso sulle identità cui prima ho accennato, ciò comporta impegnarsi in una scelta precisa per ed in un ancoraggio forte sui principi di sussidiarietà e di autonomia, che, non potendo confondersi con una irrelata e sfrenata autodeterminazione (o autarchia, in termini istituzionali), implicano una necessaria e ben ponderata dose di solidarietà e di corresponsabilità. Se, con un linguaggio politico più concreto, si vogliono tradurre appropriatamente questi principi, si può dire che il Paese tutto non crescerà se non insieme; e che, d’altra parte, tutti ci avvantaggeremo se ciascuno di noi si adopererà per cercare di (o per tornare a) fare al meglio il proprio mestiere: il professore quello di professore, l’artista quello di artista, lo sportivo quello di sportivo, il medico quello di medico, l’imprenditore quello di imprenditore, il sindacalista quello di sindacalista, il politico quello di politico. Se la civiltà moderna e, più ancora, quella contemporanea hanno “inventato” quest’ultimo “mestiere”, lo hanno fatto proprio per creare un antidoto contro i rischi del ritorno puro e semplice alla società corporativa delle “arti” e dei “mestieri”, che il mio discorso sembrerebbe da ultimo evocare. In vero, il “nuovo” “mestiere” del politico, o, se si preferisce la vocazione di ogni politico o forza politica di nuovo conio, dovrebbe consistere nell’ “arte”, difficile ma non impossibile, di dotare di un respiro universale e solidale tutti i “luoghi” di un territorio, così come tutte le “parti” sociali di una comunità, senza, però deprivarle della loro identità ed autonomia, senza lasciarsi prendere dalla tentazione di “prosciugare” le migliori energie della società (in specie di quella meridionale) nel vortice senza fondo e senza ritorno di cooptazioni forzose e definitive o di captazioni subdole e discriminanti. Un partito che non riuscisse a sottrarsi a queste tentazioni e non riuscisse ad indurre, invece, una contraria prassi sociale, davvero riformatrice (quasi un “ritorno” al futuro!), ed un nuovo, più libero e giusto, costume di vita, con essa coerente, non potrebbe aspirare ad avere per sé l’avvenire e neppure una bussola per orientarsi sul Nord o sul Sud del Paese.
Salvatore Berlingò

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domenica 20 aprile 2008

Il PD del Nord

Dopo i risultati elettorali che hanno premiato il centro destra l'attenzione degli esponenti del PD si pone sulla possibilità di organizzare il PD del Nord. Questa idea è nata 15 anni fa ad opera del Sindaco di Venezia Cacciari, il quale in una intervista rilancia la proposta affermando che al Nord occorre "una forza di rappresentanza autonoma, coerenti con i processi di trasformazione come i distretti, il capitalismo personale, la rivoluzione culturale della classe operaia". Cacciari prefigura una "struttura del PD federale, libera nella formazione dei gruppi dirigenti, nelle strategie".
Ritengo che sia urgente pensare al futuro del PD per costruire l'alternanza alle prossime elezioni politiche e per affrontare in condizioni migliori le prossime scadenze elettorali (elezioni europee ed amministrative). La questione settentrionale può essere affrontata in modo efficace se l'idea di Cacciari viene realizzata. L'aggregazione territoriale del Nord (Liguria, Piemonte e Lombardo-Veneto) è già esistente per motivi politici di rappresentatività, economiche (area tra le più sviluppate dell'Europa) e per ragioni culturali. Non condivido la proposta di Cofferati di includere nel Nord l'Emilia Romagna che rappresenta altre omogeneità.
Occorre pensare ad altre aggregazioni del PD nei territori, dove esistono identità e problemi diversi rispetto al Nord, nel Sud e nel Centro.
Inoltre, c'è bisogno che il PD sia presente con potere decisionale là dove nascono i bisogni delle persone cioè nei comuni. I problemi reali e percepiti (sicurezza, legalità e altro) vanno affrontati in queste comunità di base riformando i poteri dei comuni.
Su questi temi occorre che si avvii un confronto efficace e urgente.
Allegati:
Il Nord e il PD
PD del Nord. Tutti contro Cofferati
Cofferati: PD del Nord
Al Nord una sinistra preistorica
Massimo Cacciari sulla questione settentrionale

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mercoledì 16 aprile 2008

Il futuro del PD

I risultati delle elezioni politiche sono chiari: il PDL ha vinto, la Lega ha raddoppiato i consensi rispetto al 2006, l’Italia dei Valori ottiene un ottimo risultato e la Sinistra Arcobaleno, il Partito Socialista e la Destra non sono rappresentati in Parlamento
IL PD non riesce nella sua missione di un recupero veloce per sorpassare il centro destra, perde in alcune regioni governate dal centro sinistra e consegue un risultato che lo impegna a costruire il futuro del sistema politico italiano.
I primi impegni delle forze politiche presenti in parlamento sono una nuova legge elettorale e le riforme istituzionali attraverso forme di collaborazione fattiva tra maggioranza ed opposizione.
Occorre ripristinare delle regole comuni con il superamento della posizione di vantaggio di Berlusconi tramite una nuova legge sul conflitto d'interesse e la riforma dell'attuale sistema radiotelevisivo, dichiarato dalla Corte di Giustizia UE "contrario al diritto comunitario", che limita la liberta d'espressione ed il pluralismo.
Sulle altre questioni occorre considerare il ruolo di ciascuna forza politica ed i rispettivi contenuti programmatici.
Un problema molto grave è rappresentato dalle fasce più deboli (disoccupati, precari, retribuzioni e pensioni basse) che hanno bisogno di tutela e di prospettive certe. Inoltre, occorre affrontare il funzionamento efficiente della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici. Infine, non in ordine di importanza, è vitale sostenere la crescita economica dell’Italia dalla cui sorte dipende la risoluzione di tutti gli altri problemi (risanamento dei conti pubblici e redistribuzione della ricchezza). Su questo ultimo punto vi saranno confronti accesi in quanto il governo Berlusconi ha privilegiato in passato i redditi più alti e potrebbe farlo ancora e il neoprotezionismo di Tremonti non è condiviso giustamente dai partiti di opposizione e trova zero consensi nei paesi occidentali. Si ripropone la questione settentrionale e lo sviluppo del Sud che vanno affrontati in modo complementare al fine di aumentare la ricchezza complessiva del paese.
Tutto questo deve essere svolto con chiarezza e trasparenza perchè i cittadini vogliono capire come i problemi verranno affrontati e risolti ed in quale direzione verrà posta l'attenzione da parte del governo.
I risultati elettorali hanno determinato un profondo cambiamento del sistema politico e, quindi, il giovane Partito Democratico è chiamato a realizzare un modello di partito moderno e coerente ai cambiamenti intervenuti nelle nuove organizzazioni del terzo millennio al fine di rendere possibile l’alternanza nelle prossime elezioni politiche.
IL PD deve utilizzare meglio le forze del cambiamento che hanno modificato le regole della società industriale ed hanno accelerato i cambiamenti della società post-industriale e delle organizzazioni.
Il cittadino, che si riconosce nel PD, deve essere considerato una risorsa per innovare il partito attraverso la co-creazione delle scelte che incidono nel territorio e nella vita delle persone. Il cittadino non è soddisfatto se partecipa soltanto alle primarie per eleggere la nuova classe dirigente. Pertanto, credo che occorre costruire un nuovo rapporto con il territorio e con le persone, avviare un modello di partito federalista ed essere presenti con potere decisionale nei luoghi dove nascono i bisogni delle comunità.
Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, sostiene da diverso tempo che "bisogna dar vita al più presto a una organizzazione autonoma del Partito Democratico nel Nord in modo da essere percepita come una forza radicata nel territorio". Questa considerazione vale anche per quelle aree territoriali del Centro e del Sud che presentano caratteri di omogeneità politiche, economiche e sociali. Tali organismi dovranno avere spazi di libertà nella struttura, nella organizzazione e nella strategia rimettendo in discussione il sistema di alleanze in atto.
Costruire una rete di relazioni utilizzando le nuove tecnologie di informazione e comunicazione. Questa esperienza è stata condotta durante la campagna elettorale con risultati positivi. Molte persone (giovani, donne e studenti) hanno realizzato dei blog, navigato in rete e partecipato attivamente al NetWork del PD per sostenere la candidatura di Walter Veltroni. Occorre incoraggiare questo tipo di partecipazione e proporre delle finalità legate al cambiamento della società (vedi WikiPD).
Ritengo che il PD debba scoprire e valorizzare il talento e le conoscenze che esistono in periferia. Di conseguenza si pone il problema della ricerca e selezione della classe dirigente che dovrà avvenire sulla base delle capacità e della rappresentatività nel territorio.
“Siamo impegnati, afferma Giandomenico Allegri coordinatore provinciale del PD di Verona, a comprendere tramite un laboratorio di ricerca i flussi dei consensi della recente competizione elettorale al fine di adeguare la proposta del PD al territorio ed alle esigenze ed ai bisogni della popolazione veronese. Questo impegno deve essere svolto anche a livello nazionale poiché occorre adeguare lo strumento del partito alla domanda dei cittadini che vivono nelle autonomie locali”.

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mercoledì 9 aprile 2008

WikiPD

Nel corso dell’ultimo anno sono avvenuti dei fatti che hanno cambiato il modo di fare politica e hanno agevolato la costruzione di un nuovo soggetto politico “Partito Democratico”.Tra gli avvenimenti più significativi ne segnalo due:
- Le primarie finalizzate a scegliere la classe dirigente del PD che sono state un grande successo di democrazia per la inaspettata, sconvolgente e vasta partecipazione dei cittadini;
- Le elezioni politiche del 13 e 14 aprile che hanno consentito la realizzazione spontanea di un grande movimento di partecipazione orizzontale di massa alla vita democratica del paese attraverso il sostegno del nuovo soggetto politico “Partito Democratico”. Questo movimento utilizza le nuove tecnologie di informazione e comunicazione (e-mail, blog, network, community e chat) per comunicare liberamente i propri pensieri e collaborare al fine di rendere possibile la vittoria di Veltroni.
Oggi l’impresa e le nuove organizzazioni che hanno intrapreso il cammino del cambiamento si muovono in questa direzione assomigliano ad una stella marina, prive di una struttura centralizzata che decide per tutti e con unità operative indipendenti. La testa della stella marina è rappresentata da tutto il corpo che partecipa ed esprime capacità.
I vecchi partiti assomigliano più ad un ragno con una testa centrale (struttura centralizzata) che opprime il corpo (capacità e creatività della periferia). Questa metafora assomiglia a Forza Italia che viene definita “Partito Azienda” ………, aggiungo, di quelle ante rivoluzione industriale (organizzazione gerarchica) che sono incapaci di cogliere il nuovo ed il cambiamento che avviene nelle organizzazioni del pianeta.
L’esempio nelle nuove organizzazioni è rappresentato da Wikipedia, l’enciclopedia online a cui tutti possono accedere e collaborare liberamente, da Linux, il software realizzato e sviluppato da volontari nei ritagli di tempo, da YouTube, da BMW, da Procter & Gamble e da altre società.
Per capire cosa sta avvenendo basta riportare il pensiero di Vale, 20 anni di Modena: “Non so se è solo una mia impressione.. nelle ultime settimane, nonostante il mio voto al PD fosse scontato, sentivo come altri una certa insofferenza ad ascoltare tg faziosi e la campagna elettorale mi sembrava un incubo. Poi mi sono messa a navigare in rete più e più volte al giorno su questo sito e ho visto una scintilla nuova. Una scintilla che si muove fuori dalle LOGICHE MEDIATICHE, che diffonde notizie NASCOSTE O MINIMIZZATE dai telegiornali. C'eravate ieri sera alla Democratic- chat con Dario? Avete visto quanti interventi?! Solo col PD e con Walter ci sono state occasioni di questo tipo.. una nuova frontiera dove si può comunicare tra persone lontanissime geograficamente! Che bellezza.. In compenso il maggior esponente dello schieramento avversario ha dichiarato di non saper usare Internet perché è di un'altra epoca.. pensa si riferisca all'Ottocento! Sono certa ormai che il 13 e 14 ci riserveranno molte sorprese.. farò il segretario di seggio quindi lo potrò vedere in prima persona.. al diavolo la scaramanzia io dico: SI PUO' FARE!!!"
Anch’io come Vale navigo in Internet per sostenere Veltroni e creare opportunità di solidarietà e di confronto.
Ho creato un blog, http://cambiamentoorg.blogspot.com/, che tratta i temi della criminalità e della mafia, dell’economia (da Berlusconi a Prodi) e dei servizi e mi permette di esprimermi e di far navigare le idee e le proposte di Walter.
Durante la mia navigazione ho conosciuto on line dei web e dei blog molto interessanti che desidero citare:
http://quattrogattilse.googlepages.com/
Questo è il web di quattro studenti italiani della London School of Economics che vivono a Londra e che hanno realizzato un lavoro sulla situazione economica italiana, confrontando i risultati conseguiti dal Governo Berlusconi e dal Governo Prodi;
http://democraticoqualunque.blogspot.com/
Andrea italiano vive a Londra ed opera nel settore dell’educazione. Ha il merito di aver trattato il tema della mafia e di averlo posto ad una attenzione alta attraverso il suo primo video;
http://pdlondra.wordpress.com/
Questo web offre un ottimo servizio agli italiani che vivono all’estero.
http://pdobama.ning.com/ e http://www.energie-nuove.com/
Rappresentano i primi circoli on line che svolgono una intensa attività politica attraverso la propria rete di collegamenti e di comunicazione.
http://circolobiagi.blogspot.com/
Il circolo di Verona del Partito Democratico, molto operativo, ha permesso di conoscere le iniziative del PD e di ospitare numerosi interventi.
Numerosi sono gli esempi e le testimonianze da scrivere che per lo spazio limitato non mi è possibile ricordare.
Per concludere desidero richiamare due slogans:
- Lavorare con gli altri e per gli altri. Considerare i più deboli che hanno bisogno di tutela e di prospettive certe;
- Favorire la partecipazione e la collaborazione democratica di massa. Il nuovo non si trova dentro i palazzi di potere ma tra la gente, i giovani, le donne e gli uomini. Bisogna ascoltarli e non tradirli. La partecipazione spontanea di massa che si è realizzata potrà svilupparsi ulteriormente se lasciata libera e se viene realizzata la metafora della stella marina. PD NetWork

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lunedì 7 aprile 2008

Elezioni e Economia

Più si avvicinano i giorni delle votazioni e più il centro destra dispensa bugie (le dichiarazioni di Tremonti a Ballarò) sui dati dell'economia, dimenticando che durante il governo Berlusconi (2001/2005) gli indicatori sono stati peggiori rispetto a quelli conseguiti dal Governo Prodi.
Si espongono di seguito gli indicatori economici conseguiti dal Governo Berlusconi:
- Debito pubblico nel 2005 al 106,4%;
- Dal 2001 al 2005 l'aumento annuo medio del PIL è risultato inferiore all'1%;
- Nel 2005 la produzione è diminuita dell'8% e l'occupazione si è ridotta per la prima volta dal 1995;
- Il tasso di disoccupazione si è attestato nel 2005 al 7,7%;
- Nel 2005 il rapporto Deficit/PIL è pari al 4,2 (superiore al parametro del 3% stabilito dal trattato di Maastricht).
Per confrontare i risultati conseguiti dal centro destra e dal centro sinistra si invita a prendere visione dei documenti allegati. Economia da Berlusconi a Prodi e Economia per le elezioni
L'attenzione verso il quadro economico generale non deve far perdere di vista le fasce più deboli per le quali l’aumento del costo della vita è diventato insostenibile. Tra le famiglie in grave difficoltà vi sono quelle con un solo reddito da lavoro di circa 1185 euro al mese ed il 50% degli anziani soli che percepiscono un reddito inferiore a 920 euro al mese.
Nel 2007 il governo Prodi ha varato delle misure che interessarono circa 3 milioni di persone con pensioni basse, con un’età superiore ai 64 anni e con un reddito non superiore a 8675,03 euro. Il beneficio è rappresentato da una somma aggiuntiva tra 336 e 504 euro. Inoltre, è stato previsto un rimborso forfettario di 150 euro a favore dei soggetti per i quali è risultata nel 2006 un’imposta pari a zero.
Il PD ha predisposto un programma a favore dei pensionati che prevede;
- L’utilizzo dello strumento fiscale finalizzato all’aumento delle detrazioni fiscali a favore dei pensionati di oltre 65 anni (incremento di 400 euro l’anno per le pensioni fino a 25mila euro l’anno e tra i 250 euro e i 100 euro l’anno per le pensioni di importo compreso tra 25mila e 55mila euro l’anno);
- La nuova indicizzazione delle pensioni rapportata all’indice del costo della vita delle famiglie dei pensionati e non più all’indice generale dei prezzi al consumo;
- La trasformazione del montante contributivo in vitalizio attraverso un indice dato dal rapporto tra spesa previdenziale e monte dei redditi da lavoro. In questo modo i pensionati parteciperebbero ai risultati della crescita economica. Pensioni
Le proposte del centro destra si limitano a prospettare l’adeguamento delle pensioni al costo della vita.
In Italia la quota di profitti tra il 1992 e il 2001 è cresciuta di oltre 11 punti e tra il 2002 e il 2006 di circa 9 punti. Nel medesimo periodo in Italia il potere d'acquisto dei salari è aumentato di circa 1 punto. In definitiva l'aumento della produttività è stato incamerato dai profitti che non sempre si sono trasformati in investimenti. Per quanto riguarda il lavoro occorre utilizzare la leva fiscale per aumentare le retribuzioni e la produttività. Si rende necessario tagliare la tassazione sul salario variabile legato alla produttività e privilegiare i premi di produttività conseguendo benefici per i lavoratori e per le imprese. La detassazione dello straordinario proposta dal centro destra è insufficiente e discrimina le donne che non sono propense ad effettuarlo. Il legame tra bassi salari e bassa produttività va smantellato in particolar modo nella P. A. per partecipare insieme (imprenditori, salariati, impiegati, lavoratori autonomi) con solidarietà e responsabilità sociale alla crescita economica e sociale del nostro paese.

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domenica 6 aprile 2008

Dai dati alla conoscenza

Oggi la P. A. impiega sempre di più le nuove tecnologie, i dati e le informazioni per creare utilità nei processi di produzione di servizi e di prestazioni sociali. Inoltre, le unità periferiche della P. A. possono realizzare dei progetti bottom-up per migliorare ulteriormente l’offerta di servizi.
Per interpretare e spiegare le attività dell’impresa pubblica occorre approfondire il tema della “conoscenza”.
Drucker afferma che la conoscenza “è l’unica risorsa importante, il cui nuovo significato è utilità e mezzo per ottenere risultati sociali ed economici” (Drucker P. F., 1993) e Stewart conferma l’importanza assunta da questa risorsa e parla di una vera e propria “rivoluzione” che pervade ogni aspetto della vita (Stewart T. A., 1999).
Diversi sono gli autori che, al fine di definire la conoscenza, compiono una distinzione progressiva tra dati, informazione e conoscenza. Anche Davis riprende tale distinzione però completandola con l’introduzione delle attività d’istruzione e di apprendimento, presenti in ogni gradino della scala che conduce al discernimento, come funzioni necessarie per il passaggio da un livello all’altro. Le quattro fasi sono così spiegate dall’autore: “i dati sono modi di esprimere fatti e oggetti; l’informazione è la disposizione dei dati in configurazioni significative; la conoscenza è l’applicazione e l’uso produttivo dell’informazione; il discernimento è l’uso ponderato della conoscenza”. (Davis S., 2002).
Nelle organizzazioni la conoscenza è incorporata nei documenti, nelle procedure, nei processi organizzativi, nelle pratiche e nelle norme (Davenport T. H., Prusak L., 1998).
Comparando tali contenuti con le esperienze della P.A. si ritiene urgente e necessario realizzare delle procedure informatiche che catturano e trasformano i dati e le informazioni, presenti nel complesso e frammentario sistema informativo della P. A., in conoscenza da utilizzare nelle routines organizzative.
Le procedure informatiche centrali, settoriali e standardizzate della P. A. potranno essere integrate con prodotti ricchi di sapere per meglio rispondere alle esigenze operative e, cosa più importante, ai bisogni sempre più urgenti degli utenti.
Pertanto, si ritiene importante per gli operatori e per gli utenti per i benefici che ne potranno trarre:
- Realizzare progetti di tipo bottom-up nelle unità periferiche dello Stato che trasformano i dati e le informazioni, presenti nel sistema, in conoscenza per migliorare la qualità del lavoro ed i processi di produzione dei servizi pubblici. L’utilizzo delle nuove tecnologie finalizzate a tale scopo permette di eliminare gli spreghi e gli adempimenti inutili con risparmio di costi e di risorse.
In un ambiente e clima favorevole al cambiamento le unità decentrate della P.A. possono migliorare i processi, le modalità e le condizioni di lavoro e realizzare progetti di tipo bottom-up nell’esclusivo interesse degli utenti; Articolo
- Avviare in modo deciso l’integrazione dei diversi sistemi informativi dello Stato (Ministeri, Enti pubblici, Regioni, Enti locali etc.) al fine di rendere fruibili in tempo reale le informazioni necessarie ai processi per la produzione delle prestazioni sociali e dei servizi pubblici.
Il superamento progressivo e deciso della frammentazione, dell’orientamento all’adempimento e della pluralità di regole esistenti nella P. A. faciliterà l’implementazione della gestione per processi. Mentre la diffusione dell’e-government consente di realizzare rapporti di integrazione e collaborazione tra le organizzazioni che operano nella medesima rete di valore per migliorare la qualità e velocizzare i tempi di produzione dei servizi pubblici. Infine il cittadino utente deve essere considerato un asset per innovare le imprese del terziario attraverso la co-produzione del servizio e la co-creazione del valore.
La proposta di Walter Veltroni per una Italia più semplice e per uno Stato veloce e leggero si muove nella direzione di rivoluzionare i rapporti tra Stato e Cittadino, di ridurre i costi della P. A. e di offfrire servizi migliori. Articolo

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sabato 5 aprile 2008

Lotta alla criminalità

Continua l'impegno di Veltroni contro la criminalità organizzata che si frattone al giusto sviluppo sociale ed economico del Sud ed alla crescita complessiva del paese.
Occorre che le istituzioni e le persone che le rappresentano siano presenti in modo efficace nel territorio ed incidano nell'ambiente in maniera visibile, determinante ed alternativo ai condizionamenti che provengono dalla criminalità. Quest'ultima ha realizzato il proprio habitat per crescere e moltiplicarsi utilizzando i fattori negativi da essa stessa creati. Pertanto, l'impegno contro la mafia richiede un intervento complessivo di carattere culturale, formativo, economico e sociale per normalizzare l'ambiente nel quale la criminalità trova linfa vitale.
Condivido il piano in cinque punti di Walter Veltroni e ritengo che la modifica delle procedure di appalto sia la misura più efficace per combattere gli affari della criminalità.
Gli appalti degli enti locali e delle istituzioni sono lo strumento che bisogna porre immediatamente sotto controllo poichè è dalle opere pubbliche che nascono gli appetiti dei mafiosi e le paure, le reticenze ed i condizionamenti dei politici e degli amministratori.
Molte persone oneste del sud vedono restringere ogni giorno di più gli spazi di libertà e di espressione a causa della criminalità organizzata.
Gli eroi che si sono sacrificati nel combattere la mafia e che rappresentano un'alta testimonianza morale e istituzionale non bastano se la macchina complessiva dello stato non interviene o interviene male, lasciando soli i propri figli migliori che credono nel cambiamento ed amano la propria terra a tal punto da rischiare e sacrificare la propria vita.
Questo è un tema che mi coinvolge per i seguenti motivi:
- Sono un calabrese che vive a Verona;
- Sono stato assessore comunale del comune di Villa San Giovanni (RC) negli anni '80.
Ricordo che durante l'iter di approvazione del P.R.G., la sera dopo il consiglio comunale venivo accompagnato a casa da un mio caro amico della polizia di stato per i rischi che correvo in quanto ero favorevole all'approvazione dello strumento urbanistico e non condizionabile.

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