giovedì 30 luglio 2015

Esenzione visite fiscali ai malati gravi

Provvedimenti in corso  di approvazione per parificare i lavoratori privati a quelli pubblici in tema di esenzione alle visite fiscali.
Nell’ultimo periodo è stato posto all’attenzione della pubblica opinione la differenza di trattamento dei lavoratori pubblici e privati in materia di esenzione alle visite fiscali nel caso di malattie gravissime. Al momento i lavoratori privati non godono di alcun tipo di esenzione alle visite fiscali.
Questa differenza di trattamento è nata con l’art. 69 del D. Lgs. n. 150 del 2009 e dal conseguente decreto 18/12/2009 n. 206.
L’art. 2 del decreto n. 206 esclude dall’obbligo di rispettare le fasce di reperibilità i dipendenti pubblici nei seguenti casi:
a) patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
b) infortuni sul lavoro;
c) malattie per le quali è stata riconosciuta la causa di servizio;
d) stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidità riconosciuta. Il Governo Berlusconi ed i Governi successivi (Monti e Letta) non si sono preoccupati di equiparare i lavoratori privati ai lavoratori pubblici in materia di viste mediche di controllo.
Nella riunione del 15 giugno il Governo Renzi ha approvato lo schema del decreto legislativo in materia di lavoro che contiene all’art. 25 la introduzione con decreto ministeriale delle esenzioni dalle fasce di reperibilità in caso di malattia per i lavoratori subordinati dipendenti dai datori di lavoro privati.
Il 16 giugno è stata presentata una proposta di legge da diversi deputati (Gelli Federico, Lenzi Donata, Bonaccorsi Lorenza, Boccuzzi Antonio, Carra Marco, Romano Andrea e Rotta Alessia) finalizzata ad estendere ai lavoratori privati l’esclusione dall’obbligo di rispettare le fasce di reperibilità in caso di assenza per malattia. Questa proposta, successiva all'approvazione dello schema del D. Lgs., non verrà discussa ed eventualmente approvata dal Parlamento in quanto il Governo approverà il D. Lgs. in questione.
Pertanto, basta aspettare l’approvazione dello schema del D. Lg. sul lavoro, il quale è stato sottoposto al parere non vincolante delle commissioni competenti, e del conseguente decreto per equiparare i lavoratori privati e pubblici in materia di esenzione alle visite mediche di controllo.
Quest’anno l’opinione pubblica è venuta a conoscenza dei casi di tre lavoratori del settore privato in gravi condizioni di salute:
- Il primo caso in Toscana ad una lavoratrice, malata oncologica, a cui l’Inps ha comminato una sanzione per assenza a visita di controllo. Il caso di Carlotta ha ispirato la proposta di legge;
- Il secondo caso Chiara avvenuto in Trentino Alto Adige ha indotto l’Inps Regionale ad adottare il progetto Chiara – Istruzioni operative per le visite mediche domiciliari di controllo – che stabilisce, in attesa dell’approvazione del decreto, l’esclusione delle visite di controllo nei casi di malattie gravissime;
- Il terzo caso si è verificato nell’Est Veronese. L’interessato, non dichiara di essere stato sottoposto a visita di controllo, afferma che sarebbe utile introdurre anche in Veneto il Progetto Chiara al fine di non sottoporre a visita di controllo i malati più gravi sottoposti a cure continue ed impegnative ed evitare così gli effetti della visita di controllo (controllo degli orari, presenza in casa durante le fasce di reperibilità, dichiarazione per giustificare l’assenza, ecc.).
In prospettiva la questione verrà risolta con l’approvazione del D. Lgs. sul lavoro e l’emanazione del relativo decreto. Fino all’approvazione della suddetta normativa occorre l’intervento positivo dell’Inps che escluda dalle visite mediche di controllo le malattie più gravi come per esempio quelle oncologiche.
L’Inps è nelle condizioni di escludere dalle visite di controllo domiciliari i lavoratori privati affetti da gravi malattie?
Il progetto Chiara dell’Inps del Trentino Alto Adige dimostra che è possibile una gestione flessibile delle visite mediche domiciliari di controllo che consente di esentare in sede di esame dei certificati medici i singoli certificati che presentano malattie gravi come per esempio le malattie oncologiche. Tutto questo può essere realizzato grazie all’utilizzo efficace delle applicazioni informatiche Data Mining e Savio, di cui si è dotato l’Inps.

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sabato 18 luglio 2015

Emendamento Zardini sulla Riorganizzazione delle PA

Il disegno di legge “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” è stato approvato dalla Camera dei Deputati con 253 voti a favore, 93 contrari e 5 astenuti. Ora il testo tornerà all’esame del Senato per l’approvazione definitiva.
Risulta evidente ai cittadini ed alle imprese che occorre ridisegnare le pubbliche amministrazioni centrali e locali affinchè divengano motore di sviluppo del paese e garantiscano i diritti individuali dei cittadini. La riforma Madia si propone tali obiettivi dopo che diversi tentativi di riforma non hanno registrato un miglioramento della macchina pubblica.
“La vera soddisfazione, dichiara il Ministro Marianna Madia, arriverà solo quando queste norme, con i successivi decreti legislativi, si tradurranno in cambiamenti nella vita delle persone. Tra le norme più significative del disegno di legge voglio ricordare: il documento unico di circolazione e possesso degli autoveicoli, la riforma della Conferenza dei servizi, le norme su silenzio/assenso e autotutela, la cittadinanza digitale e il Freedom of Information Act, la riduzione delle camere di commercio e delle società partecipate e tutta la riorganizzazione dei servizi pubblici locali”.
L’articolo 6 della riforma comprende l’emendamento presentato dal deputato veronese Diego Zardini e sottoscritto dalla deputata del PD Daniela Gasparini che descrive alcune informazioni soggette alla trasparenza.
L’indice di Trasparency International CPI, il quale misura la percezione della corruzione, posiziona l’Italia al 69° posto su 175 paesi, dopo Ghana e Ruanda, e nell’Europa in fondo alla classifica insieme a Romania, Grecia e Bulgaria. “E’ necessario, afferma Zardini, elevare il livello di trasparenza totale in Italia al fine di contrastare la corruzione e garantire la libera concorrenza, rendere il paese più competitivo, attrarre gli investimenti esteri in Italia ed allargare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica”.
“Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza e l’emendamento Zardini, approvato dalla Camera dei Deputati, consiste nella previsione di misure organizzative, anche ai fini della valutazione dei risultati, per la pubblicazione sul sito istituzionale dell’ente di appartenenza di alcune informazioni.
“La trasparenza, dichiara Diego Zardini, è un fattore di grande cambiamento per realizzare la democrazia e la partecipazione”. “Per tale motivo, continua Zardini, condivido il contenuto dell’art. 6 della riforma (prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza) ed ho proposto di inserire tra le informazioni soggette alla trasparenza le seguenti: a) Le fasi dei procedimenti di aggiudicazione ed esecuzione degli appalti pubblici; b) Il tempo medio per le prestazioni sanitarie di ciascuna struttura del Servizio sanitario nazionale; c) Il tempo medio di pagamento relativo agli acquisti di beni, servizi e forniture, l’ammontare complessivo dei debiti e il numero delle imprese creditrici, aggiornati regolarmente; d) Le determinazioni dell’organismo di valutazione”.
L’emendamento Zardini si propone attaverso la trasparenza di contrastare la corruzione nelle gare di appalto, di conoscere, controllare e migliorare il tempo medio per le prestazioni sanitarie e di pagamento dei crediti alle imprese e di verificare le attività degli organismi di valutazione della performance delle pubbliche amministrazioni ed eventualmente intervenire con azioni correttive. L’emendamento, conclude Zardini, dopo l’approvazione definitiva avrà degli effetti immediati e concreti sulla Regione Veneto che presenta una gestione opaca, particolarmente nella Sanità, e sul Presidente Zaia, il quale rilascia dichiarazioni che rappresentano mera propaganda in assenza di informazioni significative e controllabili. Gli enti locali veneti, a loro volta, dovranno adattarsi e creare quelle condizioni di trasparenza che consentiranno alle comunità locali di conoscere, intervenire e proporre soluzioni.
“E’ una riforma, conclude Marianna Madia, impostata per dare risposte a 60 milioni di residenti a cui vogliamo garantire trasparenza e certezza nei tempi e nei diritti. Non è una riforma di settore, tutti gli interventi normativi sono rivolti ai cittadini, anche quelli che incidono sull’organizzazione delle dirigenza. E’ evidente che se il motore della pubblica amministrazione funziona in modo efficiente – dando il giusto spazio al merito di ognuno e mettendo ogni persona al posto giusto, a partire dalle sue caratteristiche e dai suoi punti di forza – si produce un servizio migliore per la collettività”.

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