Oggi Dario Da Vico ha scritto un articolo per il Corriere della Sera in cui indica tre principi che vanno difesi nel decreto legislativo sulla Pubblica Amministrazione:
- l’introduzione della valutazione delle prestazioni dei dipendenti pubblici;
- la piena trasparenza della P.A.;
- la sperimentazione di modelli meritocratici nella progressione della carriera.
I fattori indicati da Da Vico sono condivisibili ed essenziali per il cambiamento della Pubblica Amministrazione. Mi permetto di indicare altri elementi che secondo il mio modesto parere sono egualmente importanti:
- Il Benchmarking comparativo al fine di utilizzare le best practice che si realizzano nell’area competitiva della P. A.;
- la misurazione del lavoro;
- l’istituzione dell’Autorità indipendente.
Inoltre ritengo essenziale la modifica dell’art. 19 (titolo III Merito e Premi) in quanto le regole introdotte nel sistema di incentivazione sono disciplinate in modo troppo dettagliato, occupano lo spazio di responsabilità del management pubblico ed introducono dei meccanismi discriminatori tra gli operatori pubblici capaci e impegnati nell’offrire servizi di qualità ai cittadini. La fascia di merito alta del 25% del personale rischia di ritorcersi contro gli operatori dei dipartimenti pubblici che conseguono i risultati qualitativi e quantitativi stabiliti nei piani per il solo fatto che il Ministro Brunetta ha previsto tale regola.
L’esclusione dalla fascia di merito alta di tutti gli operatori dipendenti da Amministrazioni che hanno conseguito gli obiettivi programmati è un grave ingiustizia che porterà sicuramente alla demotivazione degli operatori che si sono impegnati responsabilmente.
Un altro elemento negativo che ritengo essenziale riguarda i tentativi continui del Ministro Brunetta di dividere le organizzazioni sindacali. Tale divisione se verrà realizzata porterà a polemiche e lotte che influenzeranno il buon andamento delle pubbliche amministrazioni.
Da Vico riconosce l’impegno del Partito Democratico e particolarmente del senatore Pietro Ichino e dell’on. Linda Lanzillotta che hanno contribuito a migliorare il disegno di legge del Governo nelle parti indicati come principi essenziali da Da Vico. Inoltre il Partito Democratico con il senatore Pietro Ichino ha acconsentito ad introdurre nel disegno di legge unificato i contenuti della proposta del Partito Democratico.
I contenuti proposti e sostenuti dal PD ed approvati dal Parlamento non possono essere strumentalizzati ed usati in una visione di cambiamento diversa da quella contenuta dalla legge 4 marzo 2009, n. 15. Se si dovesse verificare tale condizione il Partito Democratico non si può prestare ad approvare una riforma contradditoria e non facile da realizzare.
Occorre che il Ministro Brunetta capisca che la riforma delle Pubbliche Amministrazioni ha bisogno per essere realizzata della più ampia convergenza possibile e non solo del consenso della maggioranza.
Articolo di Dario Di Vico
- l’introduzione della valutazione delle prestazioni dei dipendenti pubblici;
- la piena trasparenza della P.A.;
- la sperimentazione di modelli meritocratici nella progressione della carriera.
I fattori indicati da Da Vico sono condivisibili ed essenziali per il cambiamento della Pubblica Amministrazione. Mi permetto di indicare altri elementi che secondo il mio modesto parere sono egualmente importanti:
- Il Benchmarking comparativo al fine di utilizzare le best practice che si realizzano nell’area competitiva della P. A.;
- la misurazione del lavoro;
- l’istituzione dell’Autorità indipendente.
Inoltre ritengo essenziale la modifica dell’art. 19 (titolo III Merito e Premi) in quanto le regole introdotte nel sistema di incentivazione sono disciplinate in modo troppo dettagliato, occupano lo spazio di responsabilità del management pubblico ed introducono dei meccanismi discriminatori tra gli operatori pubblici capaci e impegnati nell’offrire servizi di qualità ai cittadini. La fascia di merito alta del 25% del personale rischia di ritorcersi contro gli operatori dei dipartimenti pubblici che conseguono i risultati qualitativi e quantitativi stabiliti nei piani per il solo fatto che il Ministro Brunetta ha previsto tale regola.
L’esclusione dalla fascia di merito alta di tutti gli operatori dipendenti da Amministrazioni che hanno conseguito gli obiettivi programmati è un grave ingiustizia che porterà sicuramente alla demotivazione degli operatori che si sono impegnati responsabilmente.
Un altro elemento negativo che ritengo essenziale riguarda i tentativi continui del Ministro Brunetta di dividere le organizzazioni sindacali. Tale divisione se verrà realizzata porterà a polemiche e lotte che influenzeranno il buon andamento delle pubbliche amministrazioni.
Da Vico riconosce l’impegno del Partito Democratico e particolarmente del senatore Pietro Ichino e dell’on. Linda Lanzillotta che hanno contribuito a migliorare il disegno di legge del Governo nelle parti indicati come principi essenziali da Da Vico. Inoltre il Partito Democratico con il senatore Pietro Ichino ha acconsentito ad introdurre nel disegno di legge unificato i contenuti della proposta del Partito Democratico.
I contenuti proposti e sostenuti dal PD ed approvati dal Parlamento non possono essere strumentalizzati ed usati in una visione di cambiamento diversa da quella contenuta dalla legge 4 marzo 2009, n. 15. Se si dovesse verificare tale condizione il Partito Democratico non si può prestare ad approvare una riforma contradditoria e non facile da realizzare.
Occorre che il Ministro Brunetta capisca che la riforma delle Pubbliche Amministrazioni ha bisogno per essere realizzata della più ampia convergenza possibile e non solo del consenso della maggioranza.
Articolo di Dario Di Vico
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