venerdì 8 maggio 2009

Saba Aluisio, una donna per l’Europa sociale

Intervista a cura di Marta D’Agostino Tortorella
Tempo di elezioni, tempo di candidate nuove. Saba Aluisio si presenta nella circoscrizione nord-est per le liste del Pd ed è un’outsider. Ne approfitto per farla conoscere sul blog.
Saba, hai questo nome un po’ insolito ci diresti da dove deriva?
Era il cognome della mia nonna materna: in Puglia -dove sono nata- è una tradizone che nella mia famiglia è stata rispettata. In ebraico significa “pane”, una cosa essenziale: mi piace avere il nome di una cosa essenziale.
La tua candidatura nasce negli ambienti del maggiore sindacato italiano, la CGIL, della quale anche tu fai parte. Non tutti nel Pd riconoscono però alla CGIL il ruolo dell’interlocutore privilegiato, anzi ci sono esponenti del partito democratico, anche a livello regionale veneto, che si smarcano dalla CGIL in modo plateale. Come iscritta alla CGIL e al Pd cosa diresti del lavoro precario e della disoccupazione?
La crisi economica ha purtroppo raggiunto il già difficile momento di integrazione sociale dei giovani acuendo il "vecchio problema" della disoccupazione. Credo sia necessario reinvestire nei servizi del sistema pubblico che ha bisogno di leva e vitalità nuove. E' necessario reinventare il lavoro pubblico perché vero bene sociale. Reinternalizzare i servizi che il Pubblico ha esternalizzato giocando a ribassare costi e qualità.
E l’Europa?
Io penso all’Europa come possibilità per crescere.... Lo stare in Europa e non sentirsi appartenenti è il nostro vero limite.
Io in Europa voglio portare i diritti civili, quelli del lavoro, il tema delle donne ancora troppo indietro rispetto all’Europa che cresce. Porto inoltre il pensiero dell’accoglienza del Veneto che ha sempre saputo dare, ma che deve rivalutare non solo come pensiero civile, ma come necessità: perché non si può vivere una Comunità sicura laddove vige la diseguaglianza economica e sociale.
Come vedi la campagna elettorale e il rapporto con gli elettori?
Mi sembra che l’elettorato sia poco impegnato, che ci sia poco entusiasmo. Ma ora la campagna elettorale si scalderà e d entrerà nel vivo, conoscerò tante realtà, sarà per me anche un’esperienza formativa, perché sono nuova alla politica nel Pd, ho più dimestichezza con i temi sindacali che con quelli del partito. Conto di aggiornarmi e di crescere.
Sei una esperta della parità di genere, dimmi il tuo punto di vista.
Nella democrazia, se davvero esercitata, c’è l’espressione vera della cultura di genere. Se abbiamo ancor oggi bisogno di parlarne vuol dire che abbiamo ancora, come donne, dei seri problemi di riconoscimento sociale.
La forbice salariale uomo/donna e il diffuso pensiero che la donna debba ancora farsi carico del lavoro di cura, supplendo al carente servizio sociale, deve farci pensare che la parità, solo apparente, ha bisogno di essere integrata e arricchita dal concetto di “condivisione” delle responsabilità di cura con gli uomini.

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