Con questa mia dichiarazione sono intervenuto nella discussione che si è aperta per merito di Elvira Santaniello nel sito del circolo on line Barack Obama.
A mio avviso il problema delle pensioni va affrontato non specificatamente ma nel quadro della riforma complessiva del sistema di sicurezza sociale.
Cerco di essere schematico per inquadrare alcuni problemi e breve.
Parificazione dell'età pensionabile tra uomini e donne per le pensioni Inpdap
Dopo la sentenza della Corte Europea l'Italia è tenuta ad adeguare l'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego.
Su questo argomento vi segnalo gli interventi di Emma Bonino e Pietro Ichino che condivido:
Donne in pensione
Donne in pensione a 65 anni
La pensione dei giovani di oggi
Vi segnalo questo link: La pensione dei giovani di oggi
La pensione futura dei giovani di oggi non arriverà nemmeno al 60% della ultima retribuzione con il sistema contributivo.
Non si tratta di un patto generazionale ma di una vera e propria decurtazione delle pensioni dei giovani a favore delle pensioni di oggi precisamente di coloro che andranno in pensione con le pensioni di anzianità e con il sistema retributivo.
Mettere mano al sistema pensionistico vuol anche dire modificare in peggio le pensioni dei giovani. Su questo io non sono d'accordo perché tali pensioni non serviranno a garantire una vita dignitosa agli anziani di domani. Su questo argomento bisogna tenere conto della pensione dei precari di oggi che saranno pensionati domani.
In Italia non esiste una ricchezza diffusa per cui tutti i cittadini dopo il pensionamento potranno vivere di redditi propri ed anche della pensione. Inoltre, occorre considerare la situazione sociale del sud dove i giovani di oggi non cumuleranno un'anzianità contributiva uguale ai giovani occupati del nord e, quindi, avranno diritto ad una pensione più bassa senza alcuna forma di integrazione al trattamento minimo.
Sistema pensionistico
Ritengo che l'unico intervento che possa essere effettuato non è il cambiamento del sistema di calcolo contributivo (già penalizzante per i giovani) ma quello di rivedere le pensioni di anzianità intervenendo sui requisiti anagrafici e contributivi. Inoltre occorre pensare anche ai lavoratori che svolgono lavori usuranti, i quali dovranno essere privilegiati rispetto agli altri lavoratori.
Sistema di sicurezza sociale
Il rischio è quello che il governo intervenga sul sistema pensionistico per fare cassa guardandosi bene a rivedere il sistema di sicurezza sociale. Secondo me occorre creare un sistema di sicurezza sociale coerente, adeguato ai problemi di oggi e comprensivo di tutti i lavoratori.
Pertanto, occorre riformare il lavoro (vedi il progetto Ichino sulla Flexsicurity), gli ammortizzatori sociali (forte semplificazione), introdurre un salario minimo garantito per tutti i cittadini e soprattutto gestire lo Stato in modo efficiente ed efficace.
La cattiva gestione della Pubblica Amministrazione non può ricadere sui lavoratori e sulle fasce più deboli in termini di costi.
Molto spesso si richiedono i cambiamenti per superare la cattiva gestione di oggi che non è più sopportabile e non per introdurre innovazioni e garantire risparmi di gestione e servizi migliori.
Il PD deve stare molto attento, prima di partecipare a dialoghi e confronti sul sistema pensionistico, che tornerebbe comodo alla maggioranza, deve introdurre nel sistema riforme adeguate su:
- Riforma del lavoro;
- Riforma degli ammortizzatori sociali, unificando le attuali e molteplici prestazioni ed il sistema di calcolo. L'attuale sistema non è coerente con l'economia ed il lavoro del terzo millennio;
- Sostegno alle fasce deboli con un salario minimo garantito;
- Cambiamento operativo della macchina dello Stato: servizi più efficienti, eliminazione degli sprechi e costi minori.
Dopo tutto questo in un quadro di coerenza e di finalità può essere affrontato il problema delle pensioni.
Altrimenti ricade sul PD la responsabilità di aver ristretto ulteriormente le pensioni per coloro la cui pensione rappresenta la fonte di reddito più importante se non l'unica.
Ritengo che non debba essere riformato solo un aspetto della sicurezza sociale (le pensioni) ma occorre rivedere il quadro completo del sistema di sicurezza sociale rapportandolo ai nuovi problemi del terzo millennio ed ai cambiamenti sociali intervenuti nel pianeta.
Una grande riforma del Welfare non deve contenere nuove disparità e disuguaglianze ma deve risolvere il problema delle fasce più deboli e delle nuove povertà.
Per i motivi esposti non ho condiviso gli interventi di Enrico Letta e Nicola Rossi che hanno offerto una sponda al Governo Berlusconi. Piero Fassino in una recente trasmissione televisiva si è impegnato enormemente, di fronte alle contestazioni del centro destra per le dichiarazioni di Letta e Rossi, a far rientrare tali interventi nel quadro della proposta del PD.
Si può essere più ingenui di cosi? O si tratta di protagonismo a discapito del Partito Democratico e della proposta di Franceschini sull’assegno di disoccupazione. Spero di no.
Durante la registrazione di Matrix, programma di Canale 5, Dario Franceschini ha chiarito che "non si può pensare che le donne siano le prime a pagare per il riequilibrio delle pensioni. Serve un sistema che aiuti le donne perché solo così il loro percorso lavorativo sarà uguale a quello degli uomini, visto che già svolgono un lavoro oneroso nelle famiglie. Ciò che si risparmia nel sistema previdenziale deve restare lì, perché le pensioni sono basse. Le donne pagano per tutta la vita il fatto di fare un doppio lavoro in casa e professionale. Non si può cominciare dalla parità".
A mio avviso il problema delle pensioni va affrontato non specificatamente ma nel quadro della riforma complessiva del sistema di sicurezza sociale.
Cerco di essere schematico per inquadrare alcuni problemi e breve.
Parificazione dell'età pensionabile tra uomini e donne per le pensioni Inpdap
Dopo la sentenza della Corte Europea l'Italia è tenuta ad adeguare l'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego.
Su questo argomento vi segnalo gli interventi di Emma Bonino e Pietro Ichino che condivido:
Donne in pensione
Donne in pensione a 65 anni
La pensione dei giovani di oggi
Vi segnalo questo link: La pensione dei giovani di oggi
La pensione futura dei giovani di oggi non arriverà nemmeno al 60% della ultima retribuzione con il sistema contributivo.
Non si tratta di un patto generazionale ma di una vera e propria decurtazione delle pensioni dei giovani a favore delle pensioni di oggi precisamente di coloro che andranno in pensione con le pensioni di anzianità e con il sistema retributivo.
Mettere mano al sistema pensionistico vuol anche dire modificare in peggio le pensioni dei giovani. Su questo io non sono d'accordo perché tali pensioni non serviranno a garantire una vita dignitosa agli anziani di domani. Su questo argomento bisogna tenere conto della pensione dei precari di oggi che saranno pensionati domani.
In Italia non esiste una ricchezza diffusa per cui tutti i cittadini dopo il pensionamento potranno vivere di redditi propri ed anche della pensione. Inoltre, occorre considerare la situazione sociale del sud dove i giovani di oggi non cumuleranno un'anzianità contributiva uguale ai giovani occupati del nord e, quindi, avranno diritto ad una pensione più bassa senza alcuna forma di integrazione al trattamento minimo.
Sistema pensionistico
Ritengo che l'unico intervento che possa essere effettuato non è il cambiamento del sistema di calcolo contributivo (già penalizzante per i giovani) ma quello di rivedere le pensioni di anzianità intervenendo sui requisiti anagrafici e contributivi. Inoltre occorre pensare anche ai lavoratori che svolgono lavori usuranti, i quali dovranno essere privilegiati rispetto agli altri lavoratori.
Sistema di sicurezza sociale
Il rischio è quello che il governo intervenga sul sistema pensionistico per fare cassa guardandosi bene a rivedere il sistema di sicurezza sociale. Secondo me occorre creare un sistema di sicurezza sociale coerente, adeguato ai problemi di oggi e comprensivo di tutti i lavoratori.
Pertanto, occorre riformare il lavoro (vedi il progetto Ichino sulla Flexsicurity), gli ammortizzatori sociali (forte semplificazione), introdurre un salario minimo garantito per tutti i cittadini e soprattutto gestire lo Stato in modo efficiente ed efficace.
La cattiva gestione della Pubblica Amministrazione non può ricadere sui lavoratori e sulle fasce più deboli in termini di costi.
Molto spesso si richiedono i cambiamenti per superare la cattiva gestione di oggi che non è più sopportabile e non per introdurre innovazioni e garantire risparmi di gestione e servizi migliori.
Il PD deve stare molto attento, prima di partecipare a dialoghi e confronti sul sistema pensionistico, che tornerebbe comodo alla maggioranza, deve introdurre nel sistema riforme adeguate su:
- Riforma del lavoro;
- Riforma degli ammortizzatori sociali, unificando le attuali e molteplici prestazioni ed il sistema di calcolo. L'attuale sistema non è coerente con l'economia ed il lavoro del terzo millennio;
- Sostegno alle fasce deboli con un salario minimo garantito;
- Cambiamento operativo della macchina dello Stato: servizi più efficienti, eliminazione degli sprechi e costi minori.
Dopo tutto questo in un quadro di coerenza e di finalità può essere affrontato il problema delle pensioni.
Altrimenti ricade sul PD la responsabilità di aver ristretto ulteriormente le pensioni per coloro la cui pensione rappresenta la fonte di reddito più importante se non l'unica.
Ritengo che non debba essere riformato solo un aspetto della sicurezza sociale (le pensioni) ma occorre rivedere il quadro completo del sistema di sicurezza sociale rapportandolo ai nuovi problemi del terzo millennio ed ai cambiamenti sociali intervenuti nel pianeta.
Una grande riforma del Welfare non deve contenere nuove disparità e disuguaglianze ma deve risolvere il problema delle fasce più deboli e delle nuove povertà.
Per i motivi esposti non ho condiviso gli interventi di Enrico Letta e Nicola Rossi che hanno offerto una sponda al Governo Berlusconi. Piero Fassino in una recente trasmissione televisiva si è impegnato enormemente, di fronte alle contestazioni del centro destra per le dichiarazioni di Letta e Rossi, a far rientrare tali interventi nel quadro della proposta del PD.
Si può essere più ingenui di cosi? O si tratta di protagonismo a discapito del Partito Democratico e della proposta di Franceschini sull’assegno di disoccupazione. Spero di no.
Durante la registrazione di Matrix, programma di Canale 5, Dario Franceschini ha chiarito che "non si può pensare che le donne siano le prime a pagare per il riequilibrio delle pensioni. Serve un sistema che aiuti le donne perché solo così il loro percorso lavorativo sarà uguale a quello degli uomini, visto che già svolgono un lavoro oneroso nelle famiglie. Ciò che si risparmia nel sistema previdenziale deve restare lì, perché le pensioni sono basse. Le donne pagano per tutta la vita il fatto di fare un doppio lavoro in casa e professionale. Non si può cominciare dalla parità".
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