sabato 20 giugno 2009

Il rischio per Pierluigi Bersani

Pierluigi Bersani è l’unico esponente del Partito Democratico che al momento ha presentato la sua candidatura alla segreteria del Partito.
Enrico Letta ha dichiarato di appoggiarlo se rinuncia alla via per la socialdemocrazia. Massimo D’Alema ha dichiarato anche lui di sostenerlo.
Accanto a questi impegni vi sono dichiarazioni di altri esponenti che delineano non in modo molto chiaro quali saranno le collocazioni dei vari leader per il prossimo congresso del Partito Democratico. L'unico esponente che ha rispettato l'invito di non parlare del congresso prima dei ballottaggi è stata Debora Serracchiani, la quale in questo periodo si è dedicata esclusivamente a sostenere i candidati del PD.
Una cosa risulta evidente: il sostegno di Massimo D’Alema a Pierluigi Bersani condiziona in questo momento le alleanze nel PD per il prossimo congresso.
Tale sostegno non facilità l’allargamento dei consensi a favore di Bersani perché diversi esponenti non vogliono trovarsi alleati di Massimo D’Alema. Questo fatto condiziona le scelte precongressuali, danneggiando una persona come Bersani che potrebbe dare una svolta al futuro del Partito Democratico per il suo livello culturale e per le sue capacità dimostrate in modo chiaro in molte occasioni.
Spero che ancora ci sia lo spazio per valutare e scegliere responsabilmente il Segretario del PD.
Ritengo che la posizione di D’Alema, che comunque come tutti gli altri leader ha il diritto di scelta, non debba condizionare ancora una volta i contenuti, le proposte e le scelte congressuali cosi come è avvenuto con Walter Veltroni.
Troppo riduttivo e semplificativo scegliere in funzione della scelta di D’Alema o determinare le aggregazioni per il prossimo congresso sulla base dei rapporti tra Veltroni e D'Alema.
Vi sono due cose che ritengo, importanti per il prossimo congresso:
- L’impegno del futuro Segretario ad avviare una vasto rinnovamento nella classe dirigente del Partito privilegiando le capacità, il merito e l’impegno e non i feudatari che detengono il potere per la loro sopravvivenza politica;
- Il primo punto dovrebbe essere finalizzato a creare una nuova cultura nel partito adeguata ai tempi che superi la cristallizzazione di posizioni ideologiche che appartengono al passato e non sono più in grado di dare risposte politiche alla società del terzo millennio.
Nel PD occorre mescolarsi e superare la inadeguata distinzione tra ex per creare una nuova classe dirigente che tenga conto del patrimonio culturale di tali componenti, senza esserne condizionata, ma che ricerchi un nuovo cammino ed una nuova cultura, sappia affrontare i problemi emergenti e creare nuovi ed equi equilibri nel sistema socio-economico attuale.

1 commento:

lectio continua ha detto...

non finirò mai di dire che D'Alema è un grosso peso per il PD.....un pericolo, bisogna farlo tacere..con quella sua anda da intellettualoide di sinistra, firmato dalla testa ai piedi e assolutamente non in linea con l'idea di Veltroni di un partito nuovo....mi dispiace