Sembra un paradosso che la protesta dei docenti, studenti, alunni e genitori si diffonde e si consolida per una riforma della scuola che non c’è. I provvedimenti in materia scolastica del Governo Berlusconi rappresentano: tagli agli organici, riduzione dei costi, chiusura delle scuole, tagli alla ricerca. Queste decisioni non entrano nel merito del problema della Scuola, dell’Università e della Ricerca ma obbediscono alla quadratura contabile del bilancio.
Il Governo ha sperperato tanti soldi con diverse misure: 300 milioni di euro per Alitalia destinati al sistema universitario. Ridurre gli sprechi significa entrare nel merito ed eliminare le spese inutili, i doppioni e le spese che non creano valore. Tutto questo non è stato fatto.
La protesta si diffonde anche in rete su Facebook.
La causa su facebook "A favore dell'istruzione e della ricerca! No alla L.133/08", dichiara Enrico Testi fondatore del gruppo, è stata creata il primo ottobre e oggi conta 114.000 membri, la causa è stata citata in molti giornali tra cui il Corriere della Sera e Repubblica. Le pagine della causa oltre a informare i membri sulle iniziative che si svolgono in tutta Italia sono anche il punto di partenza per azioni rivolte a informare i media e le persone di ciò che sta accadendo in Italia. L'ultima iniziativa in tal senso è nata dopo il discorso del premier Silvio Berlusconi e i continui tentativi di svilire la protesta tacciandola come "ideata dalla sinistra estrema" "opera di pochi facinorosi" etc., per questo motivo una mail, in cui si condanna questo comportamento e si ribadisce la natura apartitica della protesta, è stata inviata in questi giorni da migliaia dei nostri membri in 5 lingue a più di 400 ai mass media stranieri ed italiani ed ai rappresentanti delle Istituzioni Politiche Europee ed Internazionali”.
Pertanto, la protesta viene esportata in Europa e nel mondo ed a livello planetario verranno conosciute le contraddizioni e gli errori del Governo Italiano che sottovaluta i contenuti della protesta e l’importanza della scuola in Italia per rendere competitivo il sistema paese.
Si riporta per intero l’e-mail inviata. "I provvedimenti imposti dal governo all’opposizione parlamentare e alla sua stessa maggioranza politica, però, non hanno niente delle riforme di largo respiro di cui queste Istituzioni hanno bisogno. Sono meri tagli di bilancio a fondi già esigui e mettono a rischio non solo il futuro dei ricercatori e degli insegnanti già precari, ma delle Istituzioni stesse, creando le condizioni per un loro declino irreversibile.Di questo i ministri del governo non sembrano, o non vogliono, o – viene da temere – non sono in grado di rendersi conto. Piuttosto di cercare da subito il confronto con le competenze del settore per arrivare ad una riforma condivisa, essi preferiscono continuare ad accusare la democratica opposizione di milioni di italiani ai loro provvedimenti di essere: “terrorista”, “ignorante”, “fannullona”, “politicamente strumentale”.
In queste affermazioni sta tutta la miopia politica di chi fatica a rendersi conto di trovarsi di fronte ad un movimento di opinione nuovo, estremamente informato, che interviene sul merito dei provvedimenti, è assolutamente pacifico, per nulla demagogico o politicizzato, trova luoghi e modi finora inediti per esprimere il proprio dissenso, tra cui la “Cause” su Facebook A favore dell’istruzione e della ricerca! No alla Legge 133/08 che ormai ha superato le 100000 adesioni. Si tratta di una generazione di cittadini che spontaneamente si riunisce, discute e si accorda sulle forme non-violente che la protesta può e deve assumere su tutto il territorio nazionale; che ha ben chiare quali siano le condizioni del presente e i rischi per il futuro e che – triste dirlo – non si sente rappresentata, nei propri interessi, nelle istituzioni democratiche. Anzi, è costretta persino a sentirsi minacciata di violenza fisica dalle dichiarazioni dal Presidente del Consiglio in carica (come è documentato dal seguente video in cui il premier evoca l’intervento delle forze dell’ordine contro gli studenti) oltre che a vedersi quotidianamente, pubblicamente, denigrata da lui e dai membri del suo governo. Non passa giorno, infatti, che il governo non tenti di convincere gli italiani che i loro figli - i “cervelli” di questo Paese - siano degli stupidi incapaci di comprendere la giustezza delle sue azioni o, peggio ancora, dei terroristi la cui azione va stroncata sul nascere. Ma è ovvio che qui il governo, consapevole della non difendibilità dei propri provvedimenti, sta tentando a tutti i costi di politicizzare un movimento di opinione che di politico non ha assolutamente nulla, per evitare il confronto e giungere allo scontro. Temiamo che per raggiungere questo obiettivo si possa passare, dalle dichiarazioni irresponsabili della politica, all’azione violenta di qualche infiltrato.
Per tutto questo, perché crediamo e sentiamo di essere in grado di contribuire al Bene Comune del nostro Paese (che amiamo) molto di più di quanto chi oggi lo governa è disposto a riconoscere, perché temiamo che l’obiettivo principale dei nostri attuali rappresentanti parlamentari sia più che altro la salvaguardia dei diritti e dei privilegi acquisiti dalle vecchie generazioni piuttosto che la costruzione di garanzie per i propri figli (e ravvisiamo questa attitudine anche nella recente posizione italiana contro i provvedimenti europei per la riduzione delle emissioni inquinanti), rivolgiamo un appello per chiedere l’attenzione e la solidarietà degli studenti, dei docenti, dei ricercatori, dell’opinione pubblica, dei Rappresentanti politici degli altri Paesi Europei ed extra Europei per la salvaguardia della libertà di pensiero, parola ed espressione in Italia, per la salvaguardia delle sue regole costituzionali di democrazia parlamentare e perché – a partire dalle Istituzioni Scolastiche ed Universitarie – si assicuri un futuro degno a questo Paese e a tutti i suoi cittadini".
Il Governo ha sperperato tanti soldi con diverse misure: 300 milioni di euro per Alitalia destinati al sistema universitario. Ridurre gli sprechi significa entrare nel merito ed eliminare le spese inutili, i doppioni e le spese che non creano valore. Tutto questo non è stato fatto.
La protesta si diffonde anche in rete su Facebook.
La causa su facebook "A favore dell'istruzione e della ricerca! No alla L.133/08", dichiara Enrico Testi fondatore del gruppo, è stata creata il primo ottobre e oggi conta 114.000 membri, la causa è stata citata in molti giornali tra cui il Corriere della Sera e Repubblica. Le pagine della causa oltre a informare i membri sulle iniziative che si svolgono in tutta Italia sono anche il punto di partenza per azioni rivolte a informare i media e le persone di ciò che sta accadendo in Italia. L'ultima iniziativa in tal senso è nata dopo il discorso del premier Silvio Berlusconi e i continui tentativi di svilire la protesta tacciandola come "ideata dalla sinistra estrema" "opera di pochi facinorosi" etc., per questo motivo una mail, in cui si condanna questo comportamento e si ribadisce la natura apartitica della protesta, è stata inviata in questi giorni da migliaia dei nostri membri in 5 lingue a più di 400 ai mass media stranieri ed italiani ed ai rappresentanti delle Istituzioni Politiche Europee ed Internazionali”.
Pertanto, la protesta viene esportata in Europa e nel mondo ed a livello planetario verranno conosciute le contraddizioni e gli errori del Governo Italiano che sottovaluta i contenuti della protesta e l’importanza della scuola in Italia per rendere competitivo il sistema paese.
Si riporta per intero l’e-mail inviata. "I provvedimenti imposti dal governo all’opposizione parlamentare e alla sua stessa maggioranza politica, però, non hanno niente delle riforme di largo respiro di cui queste Istituzioni hanno bisogno. Sono meri tagli di bilancio a fondi già esigui e mettono a rischio non solo il futuro dei ricercatori e degli insegnanti già precari, ma delle Istituzioni stesse, creando le condizioni per un loro declino irreversibile.Di questo i ministri del governo non sembrano, o non vogliono, o – viene da temere – non sono in grado di rendersi conto. Piuttosto di cercare da subito il confronto con le competenze del settore per arrivare ad una riforma condivisa, essi preferiscono continuare ad accusare la democratica opposizione di milioni di italiani ai loro provvedimenti di essere: “terrorista”, “ignorante”, “fannullona”, “politicamente strumentale”.
In queste affermazioni sta tutta la miopia politica di chi fatica a rendersi conto di trovarsi di fronte ad un movimento di opinione nuovo, estremamente informato, che interviene sul merito dei provvedimenti, è assolutamente pacifico, per nulla demagogico o politicizzato, trova luoghi e modi finora inediti per esprimere il proprio dissenso, tra cui la “Cause” su Facebook A favore dell’istruzione e della ricerca! No alla Legge 133/08 che ormai ha superato le 100000 adesioni. Si tratta di una generazione di cittadini che spontaneamente si riunisce, discute e si accorda sulle forme non-violente che la protesta può e deve assumere su tutto il territorio nazionale; che ha ben chiare quali siano le condizioni del presente e i rischi per il futuro e che – triste dirlo – non si sente rappresentata, nei propri interessi, nelle istituzioni democratiche. Anzi, è costretta persino a sentirsi minacciata di violenza fisica dalle dichiarazioni dal Presidente del Consiglio in carica (come è documentato dal seguente video in cui il premier evoca l’intervento delle forze dell’ordine contro gli studenti) oltre che a vedersi quotidianamente, pubblicamente, denigrata da lui e dai membri del suo governo. Non passa giorno, infatti, che il governo non tenti di convincere gli italiani che i loro figli - i “cervelli” di questo Paese - siano degli stupidi incapaci di comprendere la giustezza delle sue azioni o, peggio ancora, dei terroristi la cui azione va stroncata sul nascere. Ma è ovvio che qui il governo, consapevole della non difendibilità dei propri provvedimenti, sta tentando a tutti i costi di politicizzare un movimento di opinione che di politico non ha assolutamente nulla, per evitare il confronto e giungere allo scontro. Temiamo che per raggiungere questo obiettivo si possa passare, dalle dichiarazioni irresponsabili della politica, all’azione violenta di qualche infiltrato.
Per tutto questo, perché crediamo e sentiamo di essere in grado di contribuire al Bene Comune del nostro Paese (che amiamo) molto di più di quanto chi oggi lo governa è disposto a riconoscere, perché temiamo che l’obiettivo principale dei nostri attuali rappresentanti parlamentari sia più che altro la salvaguardia dei diritti e dei privilegi acquisiti dalle vecchie generazioni piuttosto che la costruzione di garanzie per i propri figli (e ravvisiamo questa attitudine anche nella recente posizione italiana contro i provvedimenti europei per la riduzione delle emissioni inquinanti), rivolgiamo un appello per chiedere l’attenzione e la solidarietà degli studenti, dei docenti, dei ricercatori, dell’opinione pubblica, dei Rappresentanti politici degli altri Paesi Europei ed extra Europei per la salvaguardia della libertà di pensiero, parola ed espressione in Italia, per la salvaguardia delle sue regole costituzionali di democrazia parlamentare e perché – a partire dalle Istituzioni Scolastiche ed Universitarie – si assicuri un futuro degno a questo Paese e a tutti i suoi cittadini".
4 commenti:
grazie, mi sono unitoto alla causa su facebook
Ciao Antonino, che dire ancora su queste penalizzazioni alla scuola e università? Già la situazione era precaria prima (sistema di insegnamento preistorico) ora si rischia la serie (B) in Europa...
MA PURTROPPO LA SERIE "C" è QUELLA DOVE ANDREMO E NON SOLO NEL CAMPO DELL'ISTRUZIONE.
C.R. PDnetwork
Gli studenti non devono dimenticare che saranno la forza lavoro di domani,quindi nella loro battaglia devono riuscire a coinvolgere la categoria operaia delle fabriche e della P.A. anchessi colpiti dai provvedimenti del governo in modo pesante,se le categorie sopraenunciate si uniscono,possono decretare la fine del governo della destra sfascista
di Berlusconi.
C.R. PDNETWORK
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