Alla fine del convegno ho coinvolto Roberto Fasoli, docente e responsabile regionale del Partito Democratico per il settore Formazione, per una breve intervista.
Cosa pensa dei provvedimenti del Governo in materia scolastica?
La battaglia della scuola è una battaglia di civiltà. Io credo che la vinciamo se riusciamo a far capire al paese oltre che agli insegnanti, alle famiglie ed agli studenti che l’unica possibilità per noi è di investire in conoscenza e in futuro e, quindi, non tagliando le risorse alla scuola, all’università ed alla ricerca. Questo non significa difendere l’ordine costituito. Se dicessimo che tutto nella scuola va bene diremmo una cosa sbagliata. Non possiamo accettare che dietro le proposte paravento dei grembiulini e del voto in condotta passino sostanziosi tagli nel settore della scuola e a danno del personale.
Si tratta di un provvedimento legato alle esigenze di carattere finanziario e di contenimento dei costi che colpisce un settore di eccellenza della scuola e si basa su un’idea di insegnamento legata ai tempi antichi quando i bambini della società erano assolutamente diversi da oggi. Esprime un’idea di famiglia nella quale il maschio lavora e la donna sta a casa e fa la casalinga. E’, quindi, una operazione reazionaria che colpisce le famiglie. Si cerca di mascherarla con un ripristino di autorevolezza della scuola. Tutti quelli che lavorano nella scuola o che anche nella scuola hanno rapporti che riguardano i figli sanno benissimo che i problemi sono molto più complicati.
Noi non ci limitiamo a protestare abbiamo indicato anche questa sera precise proposte alternative. Vogliamo ricostruire un dialogo con i genitori e con i loro figli che la scuola deve istruire ed educare. Non tutto può essere consegnato sulle spalle della scuola però bisogna essere consapevoli che nell’Italia e nell’Europa del terzo millennio solo la scuola di qualità ci farà competere con le migliori dinamiche dell’economia.
Il maestro unico è una scelta per il futuro o si ritorna molto indietro?
Il maestro unico è una pazzia perché oggi le discipline sono diversificate, c’è il maestro che insegna la lingua, quello che insegna le materie scientifiche, c’è il maestro che fa l’educazione musicale, l’educazione artistica. Non si può caricare sulle spalle di una persona tutte queste responsabilità e competenze. C’è il rischio concreto che questa situazione possa lasciare spazio a richieste di didattiche separate per gli alunni diversamente abili e immigrati con un passo indietro pesantissimo rispetto alle positive ed efficaci scelte fatte negli ultimi anni. Sono proprio questi i due aspetti di qualità in Europa della nostra scuola: l’integrazione dei bambini diversamente abili e i bambini provenienti da altri paesi che ormai sono in gran parte nati nel nostro paese.
Con i provvedimenti del ministro Gelmini si rischia concretamente di consegnare la scuola ad una selezione classista in cui i figli provenienti da famiglie ricche potranno avere attività private, integrative, qualificate e pagate dalle famiglie mentre per gli altri resterà disponibile il vecchio doposcuola per di più a carico dei comuni che non hanno le risorse per garantire un servizio di qualità.
martedì 7 ottobre 2008
Intervista a Roberto Fasoli
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1 commento:
Caro Fasoli non rieco a iniziare questa nota senza usare parole violente contro il tuo dire, eppure credo che tu abbia in sostanza ragione ma... c'è un ma. non sai riconoscere ad un mediocre imbonitore il primato di tentare un cambiamento... forse se te e tutti noi avessimo iniziato a lavorare da qualche anno ora poremmo dire qualcosa sulla cultura da trasmettere ai giovani...ora è meglio stare zitti ed ascolare la fatica di quei pochi giovani che credono nel valore della la cultura . Il mio maestro disse una volta che è assurdo utilizzare la magistratura per affermarsi nella carriera universitaria. La CGIL che tu hai servito per molti anni dovrebbe riflettere sul passato...fare autocritica ( che vuol dire!!! ?).Come disse al funerale del marito morto nella sua attività di uomo dello stato una giovane vedova " essi non cambieranno mai".
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