lunedì 20 ottobre 2008

Eliminiamo le preferenze!

In un momento di crisi nei rapporti tra la società civile ed i partiti, dovuta soprattutto alla situazione economica e sociale dell’Italia ed all’incapacità di questo governo di affrontare problemi gravi e urgenti come quello dei redditi bassi, il Governo Berlusconi spudoratamente si impegna ad eliminare le preferenze per le prossime elezioni europee. Pertanto, il porcellum viene esportato in Europa dove permane una visione di democrazia sostanziale diversa dalle prospettive che Berlusconi vuole creare in Italia.
Le giustificazioni sono inconsistenti come era inconsistente la posizione di Mariotto Segni negli anni 90’ che indusse alla preferenza unica. All’epoca si trovò la falsa giustificazione che bisognava difendere le istituzioni dalle infiltrazioni mafiose. Sono stato per diversi anni consigliere comunale ed assessore comunale nel Sud è, quindi, posso affermare che la preferenza unica veniva maggiormente utilizzata da chi illegittimamente controllava il territorio ………….. le preferenze verso alcuni candidati imposti dovevano uscire. Le persone oneste non potevano più contare sulla 2^, 3^ e 4^ preferenza.
All'on.le Stefano Esposito ( http://www.stefanoesposito.net/), fondatore del gruppo "Vogliamo le preferenze" impegnato a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema, poniamo alcune domande.
Condivide l’attuale sistema elettorale senza preferenze per le elezioni politiche?
E' noto che da tempo, insieme ad altri compagni e amici del mio partito, conduco una forte battaglia politica contro questo sistema che io considero sciagurato perché sottrae ai cittadini la possibilità di scegliere il candidato che ritengono più rappresentativo. Non faccio ipocrisie, anche la mia elezione è figlia di questo sistema, anch'io mi sento in qualche modo "nominato". Per questo motivo sento ancora più forte la responsabilità di mettere in campo tutte le azioni possibili per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema.
La determinazione del Governo Berlusconi di eliminare le preferenze per le elezioni europee che reazioni ha provocato in lei?
In politica più che di reazioni istintive bisogna agire sulla base di riflessioni nel merito. E' evidente che la proposta di modifica della legge europea è figlia di quanto fatto a livello nazionale. Con in più l'aggravante della soglia di sbarramento molto alta, inserita appositamente per liberarsi di forze politiche "fastidiose" secondo Berlusconi, la Destra di Storace, l'Udc, Rifondazione Comunista.
Su Face book sono nati diversi gruppi per difendere lo spazio di democrazia per gli elettori (“Vogliamo le preferenze” con 1625 membri, “Lasciateci scegliere: non toccate le preferenze” con 1395 membri ed altri). Questi gruppi che operano in rete e rappresentano l’e-democrazia in che modo possono influire sull’opinione pubblica?
Il fenomeno Facebook, e i social network in genere, ha delle prospettive interessanti nel campo della comunicazione politica. Gli osservatori più attenti, soprattutto in USA, sostengono che il futuro dell'informazione politica è nei social network, destinati a scalzare l'informazione tradizionale. Il Pd piemontese rappresenta un caso di scuola in questo senso. Sono presenti numerose personalità politica di tutti i livelli e piano piano sta diventando un luogo aperto di confronto, una piccola agorà se mi si passa il termine.
Il Governo Berlusconi marcia per la sua strada a colpi di decreti, senza dialogo con l’opposizione e con provvedimenti autoritari (la scuola con il maestro unico, l’università e la ricerca con la privatizzazione ed i tagli alle risorse, il pubblico impiego con l’eliminazione del salario incentivante e altro). Questo modo di operare rappresenta un rischio per una democrazia partecipativa alla quale l’Italia si è sempre richiamata? Quale è l’alternativa a questo stato di cose?
Magari fosse solo un problema di democrazia partecipativa. Il problema è di democrazia costituzionale. La nostra carta fondamentale parla chiaro, la decretazione ha come fondamento l'urgenza e la necessità. Non mi pare che questo sia il caso delle decine di provvedimenti che il governo sta mettendo in campo per decreto. Il Capo dello Stato ha operato un forte richiamo in questo senso, ma pare che Berlusconi non ci senta da questo orecchio. C'è da dire che il Pd fatica a far sentire la propria voce anche su fatti gravi come questi, credo sia il tempo di darci una scossa.

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