E’ on line la petizione per il diritto di voto agli immigrati residenti da almeno 5 anni in Italia per le amministrative. La petizione, partita a luglio da Venezia, afferma Marta D’Agostino Tortorella, su supporto cartaceo è stata sottoscritta da Massimo Cacciari, Livia Turco, Delia Murer, Marta Meo, Ivan Scalfarotto, Amos Luzzatto, i consiglieri comunali e provinciali del Pd di Venezia, e un nutrito gruppo di persone che si riconoscono in questa battaglia per l’integrazione e la giustizia sociale.
Dopo l’intervento di Veltroni con la lettera a Fini, continua Marta, l’iniziativa acquista ancor più un valore politico, in tempi bui per la civile convivenza tra gruppi etnici che vede alla ribalta episodi di intolleranza e di razzismo.
Un invito, conclude Marta, quindi a firmare e a far firmare quante più persone possibile in modo che si formi un movimento di opinione pubblica che supporti l’azione legislativa annunciata da Veltroni quest’estate.
Marta ha lanciato la petizione su Facebook che sta raccogliendo numerosi consensi.
Si riporta la petizione per il diritto di voto agli immigrati da inviare al Presidente della Repubblica, del Senato e della Camera.
- Oltre 4 milioni di immigrati regolari, (6,2% del totale della popolazione), la cui presenza è dovuta
per il 92% a motivi di lavoro subordinato e a ricongiungimenti familiari
- oltre 500 mila bambini nati o arrivati in Italia in tenera età
- 570 mila alunni che frequentano le scuole italiane
- il contributo degli immigrati alla formazione del PIL, 8%
- il trend annuo di crescita dell’immigrazione, 21,2%
- la crisi demografica e il deficit di nascite fa perdere ogni anno mediamente ¼ di milione della
forza lavoro autoctono
Si richiama inoltre La Costituzione italiana che all’ art. 3 recita: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Più di un decennio di riflessione e di annunci di buoni propositi impongono senza ulteriori deroghe l’effettivo riconoscimento del diritto di voto a milioni di immigrati stabilmente residenti nel nostro paese.
Già nel 2003 la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) raccomandava il riconoscimento del diritto di voto per gli immigrati regolarmente residenti.
Da oltre 15 anni da un ampio arco di forze politiche, dai DS ad AN, sono stati presentati ai due rami del Parlamento disegni di legge di modifiche costituzionali per dare il diritto di voto agli immigrati.
Il 7 ottobre 2003 l’attuale Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha affermato che “i tempi sono maturi per discutere il diritto di voto, almeno amministrativo, per le persone immigrate” e nel novembre dello stesso anno ha presentato un disegno di legge a tal proposito.
È sempre lui ad affermare, il 26 ottobre 2005, che “quella proposta non è stata mai discussa, ma nella prossima legislatura il tema tornerà”.
Tale riconoscimento è ormai avvenuto in un gran numero di paesi dell’Unione Europea, Danimarca, Olanda, Norvegia, Svezia, Lussemburgo, ecc… i cui governi di centro destra e di centro sinistra dall’inizio degli anni ’70 in poi, hanno riconosciuto il diritto di voto alle elezioni amministrative agli stranieri non comunitari regolarmente residenti.
L’ Italia non può più eludere il problema continuando a privare di uno dei più elementari diritti milioni di persone che lavorano, pagano le tasse, muoiono e ora anche nascono in questo paese.
Il riconoscimento del diritto di voto contribuisce a garantire la legalità; la convivenza civile e l’ordinato sviluppo democratico del paese contro l’intolleranza, il razzismo e la violenza comunque mascherata.
Per queste ragioni chiediamo il riconoscimento del diritto di voto attivo e passivo nelle elezioni amministrative per tutti i cittadini extracomunitari regolarmente residenti in italia da almeno cinque (5) anni.
Dopo l’intervento di Veltroni con la lettera a Fini, continua Marta, l’iniziativa acquista ancor più un valore politico, in tempi bui per la civile convivenza tra gruppi etnici che vede alla ribalta episodi di intolleranza e di razzismo.
Un invito, conclude Marta, quindi a firmare e a far firmare quante più persone possibile in modo che si formi un movimento di opinione pubblica che supporti l’azione legislativa annunciata da Veltroni quest’estate.
Marta ha lanciato la petizione su Facebook che sta raccogliendo numerosi consensi.
Si riporta la petizione per il diritto di voto agli immigrati da inviare al Presidente della Repubblica, del Senato e della Camera.
- Oltre 4 milioni di immigrati regolari, (6,2% del totale della popolazione), la cui presenza è dovuta
per il 92% a motivi di lavoro subordinato e a ricongiungimenti familiari
- oltre 500 mila bambini nati o arrivati in Italia in tenera età
- 570 mila alunni che frequentano le scuole italiane
- il contributo degli immigrati alla formazione del PIL, 8%
- il trend annuo di crescita dell’immigrazione, 21,2%
- la crisi demografica e il deficit di nascite fa perdere ogni anno mediamente ¼ di milione della
forza lavoro autoctono
Si richiama inoltre La Costituzione italiana che all’ art. 3 recita: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Più di un decennio di riflessione e di annunci di buoni propositi impongono senza ulteriori deroghe l’effettivo riconoscimento del diritto di voto a milioni di immigrati stabilmente residenti nel nostro paese.
Già nel 2003 la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) raccomandava il riconoscimento del diritto di voto per gli immigrati regolarmente residenti.
Da oltre 15 anni da un ampio arco di forze politiche, dai DS ad AN, sono stati presentati ai due rami del Parlamento disegni di legge di modifiche costituzionali per dare il diritto di voto agli immigrati.
Il 7 ottobre 2003 l’attuale Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha affermato che “i tempi sono maturi per discutere il diritto di voto, almeno amministrativo, per le persone immigrate” e nel novembre dello stesso anno ha presentato un disegno di legge a tal proposito.
È sempre lui ad affermare, il 26 ottobre 2005, che “quella proposta non è stata mai discussa, ma nella prossima legislatura il tema tornerà”.
Tale riconoscimento è ormai avvenuto in un gran numero di paesi dell’Unione Europea, Danimarca, Olanda, Norvegia, Svezia, Lussemburgo, ecc… i cui governi di centro destra e di centro sinistra dall’inizio degli anni ’70 in poi, hanno riconosciuto il diritto di voto alle elezioni amministrative agli stranieri non comunitari regolarmente residenti.
L’ Italia non può più eludere il problema continuando a privare di uno dei più elementari diritti milioni di persone che lavorano, pagano le tasse, muoiono e ora anche nascono in questo paese.
Il riconoscimento del diritto di voto contribuisce a garantire la legalità; la convivenza civile e l’ordinato sviluppo democratico del paese contro l’intolleranza, il razzismo e la violenza comunque mascherata.
Per queste ragioni chiediamo il riconoscimento del diritto di voto attivo e passivo nelle elezioni amministrative per tutti i cittadini extracomunitari regolarmente residenti in italia da almeno cinque (5) anni.
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