La riforma Gelmini completa il suo iter costituzionale. Il ministro dell’istruzione commenta: “Si torna alla scuola della serietà, del merito e dell’educazione”.
Gentile Ministro, le vogliamo ricordare che la scuola è sempre un investimento per un Paese; è la spina dorsale di una società libera, moderna, autonoma; la sua riforma invece uccide il sistema scolastico e lo mina alle basi.
Come si può parlare, infatti, del futuro di una società quando la sua riforma prevede ingenti tagli, che piuttosto che essere come un bisturi che pota rami secchi, si abbatte come una mannaia sulle fronde verdi di un sistema scolastico primario da sempre considerato efficiente dal resto dell’europa? L’introduzione di un maestro unico implica una riduzione del tetto ore giornaliero e un ritocco negativo a sfavore del rientro pomeridiano, misure che danneggiano le famiglie meno abbienti e soprattutto quelle con bambini disabili.
Come può parlare di cooperazione scuole-famiglie se diventa problematica la possibilità per le donne lavoratrici, di continuare a svolgere la propria mansione nelle ore di tempo pieno da lei abolite?
Lei, signor Ministro, parla di meritocrazia ma non ha ancora indicato uno standard effettivo per valutare la preparazione e la capacità di insegnamento del maestro unico, cosa che potrebbe seriamente compromettere la preparazione globale dell’alunno, il quale non avrebbe la possibilità di confrontarsi con altri insegnanti.
Una riforma che punti davvero sulla meritocrazia dovrebbe permettere ai meritevoli, se economicamente bisognosi, di espletare il loro corso di studi e il carico fiscale deve essere sostenibile e proporzionale al reddito familiare.
Una riforma che punti davvero sulla meritocrazia, deve portare all’individuazione di tutti quei corsi che negli ultimi anni sono proliferati con modalità autoreferenziali e alla loro eliminazione.Riforma della scuola, Ministro Gelmini, significa razionalizzazione della scuola, ottimizzazione delle risorse, gradualità e qualità. Quel che abbiamo ora, sotto gli occhi, non è una riforma, ma un tentativo bello e buono di caos distruttivo. Non è questo ciò di cui la scuola italiana, i suoi insegnanti, i suoi allievi hanno bisogno.
Lei cita Obama come suo modello. Cita quindi un campione di riformismo, di politica pragmatica, di “small is beautiful” ad esempio. In modo del tutto fuorviante ed al limite offensivo per tutti coloro che hanno davvero a cuore un progetto che veda nell’istruzione primaria e secondaria pubblica il punto di partenza obbligato per costruire, fin dalle sue fondamenta, una società di spiriti pensanti, egualmente liberi e fieri del proprio Paese. In una parola: buoni cittadini.
Dario Marini
Candidato alla Segreteria Nazionale dei Giovani Democratici
Gentile Ministro, le vogliamo ricordare che la scuola è sempre un investimento per un Paese; è la spina dorsale di una società libera, moderna, autonoma; la sua riforma invece uccide il sistema scolastico e lo mina alle basi.
Come si può parlare, infatti, del futuro di una società quando la sua riforma prevede ingenti tagli, che piuttosto che essere come un bisturi che pota rami secchi, si abbatte come una mannaia sulle fronde verdi di un sistema scolastico primario da sempre considerato efficiente dal resto dell’europa? L’introduzione di un maestro unico implica una riduzione del tetto ore giornaliero e un ritocco negativo a sfavore del rientro pomeridiano, misure che danneggiano le famiglie meno abbienti e soprattutto quelle con bambini disabili.
Come può parlare di cooperazione scuole-famiglie se diventa problematica la possibilità per le donne lavoratrici, di continuare a svolgere la propria mansione nelle ore di tempo pieno da lei abolite?
Lei, signor Ministro, parla di meritocrazia ma non ha ancora indicato uno standard effettivo per valutare la preparazione e la capacità di insegnamento del maestro unico, cosa che potrebbe seriamente compromettere la preparazione globale dell’alunno, il quale non avrebbe la possibilità di confrontarsi con altri insegnanti.
Una riforma che punti davvero sulla meritocrazia dovrebbe permettere ai meritevoli, se economicamente bisognosi, di espletare il loro corso di studi e il carico fiscale deve essere sostenibile e proporzionale al reddito familiare.
Una riforma che punti davvero sulla meritocrazia, deve portare all’individuazione di tutti quei corsi che negli ultimi anni sono proliferati con modalità autoreferenziali e alla loro eliminazione.Riforma della scuola, Ministro Gelmini, significa razionalizzazione della scuola, ottimizzazione delle risorse, gradualità e qualità. Quel che abbiamo ora, sotto gli occhi, non è una riforma, ma un tentativo bello e buono di caos distruttivo. Non è questo ciò di cui la scuola italiana, i suoi insegnanti, i suoi allievi hanno bisogno.
Lei cita Obama come suo modello. Cita quindi un campione di riformismo, di politica pragmatica, di “small is beautiful” ad esempio. In modo del tutto fuorviante ed al limite offensivo per tutti coloro che hanno davvero a cuore un progetto che veda nell’istruzione primaria e secondaria pubblica il punto di partenza obbligato per costruire, fin dalle sue fondamenta, una società di spiriti pensanti, egualmente liberi e fieri del proprio Paese. In una parola: buoni cittadini.
Dario Marini
Candidato alla Segreteria Nazionale dei Giovani Democratici
1 commento:
Caro Dario,sono daccordissimo con te,ma dimentichi che questi tagli sono opera di Tremonti e che la Gelmini è un "pupo siciliano" di
Berlusconi.L'artefice principale di questo disastro è il beneamato premier,il puparo di questa maggioranza.
un saluto C.R. PDnetwork
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