martedì 13 gennaio 2009

Quale sostegno per le famiglie?

Ho richiesto agli on.li Donata Lorenzi, Lucia Codurelli e Federico Testa notizie sull’interrogazione per il pagamento dei conguagli ai pensionati INPS ed ho ricevuto una dichiarazione congiunta che provvedo a pubblicare integralmente.
Dichiarazione congiunta degli on.li Donata Lenzi, Lucia Codurelli, Federico Testa
“Lo scorso 12 dicembre abbiamo presentato un’interrogazione al Ministro Sacconi per sapere quali sono i motivi che impediscono la velocizzazione del pagamento dei conguagli pensionistici in un momento, come quello attuale, in cui la situazione economica del Paese ed il costo della vita non è favorevole ai redditi bassi, costituiti soprattutto dai pensionati, che vivono con estrema difficoltà i problemi della vita quotidiana.
Si tratta di importi che vanno da poche decine di euro fino ad arrivare a diverse migliaia di euro.
Siamo consapevoli che per i pensionati tali importi non rappresentano la risoluzione definitiva dei loro problemi, ma probabilmente costituiscono un supporto per la gestione della loro sopravvivenza, considerata l'inflazione al 4 per cento, l'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e la perdita del potere d'acquisto delle pensioni.
Ad oggi, dopo un mese esatto dalla presentazione dell’interrogazione, il Ministro Sacconi non ha ancora dato risposta al nostro quesito. Ci auguriamo, quindi, che il Governo risponda al più presto alla nostra interrogazione, fornendo soluzioni adeguate. Sarebbe l’ennesima conferma della linea politica di questo Governo, fatta solo di slogan e “spot”: basta vedere cosa è successo e sta succedendo con la “social card”: Interrogazione a risposta in commisisone dell’on.le Marialuisa Gnecchi ed altri deputati.
"Proprio in questi giorni in Aula stiamo affrontando, afferma Lucia Codurelli, la discussione del decreto anti-crisi e dal Governo fin ad ora non è arrivata alcuna proposta seria, anzi si nega la possibilità al parlamento di esercitare il proprio ruolo con continui voti di fiducia, tesa a risolvere la grave situazione dei cittadini italiani. Al contrario le misure previste dall’esecutivo sono assolutamente inadeguate. Solo grazie alle pressioni dell’opposizione è stato recuperato lo sconto fiscale del 55% del bonus energia ed è stata ripristinata la norma restrittiva sul massimo scoperto. In più stiamo lavorando ad alcuni emendamenti che prevedranno l’aumento del 20% per gli assegni familiari, l’incremento delle risorse per gli ammortizzatori sociali e la loro estensione a tutti i lavoratori, misure di sostegno alle imprese tra cui la velocizzazione dei pagamenti della pubblica amministrazione, aiuti alle piccole medie imprese per l’accesso al credito attraverso il potenziamento dei confidi, il ripristino del credito di imposta per la ricerca e per gli investimenti al Sud. Tutto questo però sarà ancora una volta vanificato con il voto di fiducia.”
Oltre ai problemi esposti dai deputati del Partito Democratico occorre porre alla attenzione al bonus famiglia che presenta notevoli problemi per come è stato disegnato dal Governo ed approvato in Commissione alla Camera senza modifiche:
- I beneficiari della prestazione saranno per l’82% i singoli e le coppie senza figli e per il 18% i nuclei famigliari con figli;
- Le coppie di conviventi in possesso dei requisiti possono presentare due domande distinte e potranno beneficiare di un doppio bonus al contrario delle coppie sposate che risultano un unico nucleo familiare.
Pertanto il bonus si ritorce contro le famiglie con figli in quanto la modulazione dei requisiti di reddito annuo favorisce i singoli e non le famiglie con figli. Per i singoli il limite reddituale è pari circa al doppio della soglia di povertà corrispondente a 7 mila euro per un singolo e 11 mila euro per una coppia. Per le famiglie con figli il limite reddituale si posiziona appena al di sopra della soglia di povertà. Avvenire 11 gennaio 2009
Il Governo e la maggioranza non hanno accolto alcuna modifica sul bonus in quanto ormai erano stati stampati e inviati agli Enti competenti i moduli per la domanda del bonus con i criteri stabiliti dal decreto approvato dal Governo. Avvenire 12 gennaio 2009
L’on.le Francesco Boccia ha dichiarato che “nel lavoro svolto nelle Commissioni congiunte (Bilancio e Finanze) ho espresso un durissimo parere negativo sul comportamento del Governo che ha incomprensibilmente fatto muro rispetto alle proposte del Partito Democratico. “Proposte, continua Boccia, che puntavano attraverso diversi emendamenti a rafforzare l'intervento sui redditi in funzione delle caratteristiche delle famiglie e del relativo stato di bisogno. Alcune delle nostre proposte coincidevano anche con emendamenti del centrodestra, in particolare con la Lega, che aveva proposto un bonus aggiuntivo per altri 50 milioni di Euro per le famiglie, da trasferire ai Comuni con una deroga al patto di stabilità. In altre parole c'era il tentativo congiunto, da noi sostenuto, di rafforzare l'autonomia dei Comuni sull'analisi e la gestione del welfare locale, delegando ai Sindaci il potere di individuare caratteristiche ulteriori (reddito delle famiglia e condizione dei singoli figli a carico) in grado di far scattare anche un intervento successivo a carico del Comune di riferimento. Anche queste mediazioni, conclude Boccia, sono naufragate per la rigidità del Ministro dell'Economia Tremonti e per un'impostazione che è apparsa, anche in quest'occasione assolutamente centralista e basata sul controllo dello Stato dei flussi finanziari finalizzati al welfare locale, così come già accaduto con la social card. Ancora una volta è apparsa evidente l'asimmetria tra le cose declamate e propagandate dalla Lega e dal Pdl e le leggi approvate. Sulle famiglie, il centrodestra ancora una volta ha fatto passare la tesi dell'obolo minimo (che non risolve i problemi dei più bisognosi) a tutti controllato e distribuito da Roma.”
Ancora una volta le dichiarazioni del Governo e della maggioranza non sono coerenti ai provvedimenti concreti da loro approvati e si scontrano con le difficoltà delle famiglie con redditi bassi. Tanta propaganda per poco o nulla.

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