In un momento in cui il pianeta e l’Italia vivono una grave crisi economica e le imprese incontrano difficoltà per sopravvivere e l’accesso al credito rappresenta per loro una grande priorità, le Pubbliche Amministrazioni pagano i loro debiti nei confronti delle imprese con notevole ritardo.
Le imprese sono costrette per far fronte ai problemi di liquidità di rivolgersi alle banche sostenendo costi più elevati.
Il pagamento delle forniture e dei lavori alle imprese in Italia in tempi compresi tra i 10 mesi ed i 24 mesi.
Il tempo medio di pagamento delle Amministrazioni Pubbliche in Europa è il seguente:
- Portogallo 155 giorni
- Italia 135 giorni
- Francia 71 giorni
- Regno Unito 48 giorni
- Germania 40 giorni
Il grave problema del ritardato pagamento alle imprese è stato denunziato in molte occasioni dal Presidente di Confindustria, dal Presidente dell’Ance, da Presidente dell’API , dal Presidente dell’Osservatorio Imprese e Pubblica Amministrazione senza risultati visibili.
Nella situazione economica del nostro paese occorre sostenere le imprese, la domanda di consumo e la liquidità che scarseggia o costa molto. Al contrario le Pubbliche Amministrazioni nel pagare i propri fornitori adottano comportamenti che accentuano la crisi delle imprese, non rispettano la normativa secondo la quale i pagamenti devono essere effettuati entro tre mesi ed espongono le stazioni appaltanti a conseguenze pericolose di carattere finanziario ed economico.
Ogni cosa in Italia viene interpretata dai furbi in maniera sbagliata e, pertanto, il patto di stabilità ed i controlli effettuati dalla P.A. per i pagamenti di importo superiore a 10.000 euro creano le condizioni per ritardare i pagamenti alle imprese, le quali a loro volta trovandosi in difficoltà finanziaria non effettuano i pagamenti allo Stato nei tempi dovuti.
Quindi, si crea un circolo vizioso senza fine se non vengono presi provvedimenti adeguati ed efficaci.
Inoltre, il patto di stabilità deve essere rispettato nella programmazione degli investimenti e nell'affidamento dei lavori e delle forniture per non trovarsi dopo nell’impossibilità di procedere al pagamento per non superare i limiti del patto stesso.
Il decreto anti-crisi affronta il problema senza la condivisione da parte delle imprese, le quali preferiscono compensare i crediti ed i debiti con lo Stato. Invece il decreto prevede di scontare in anticipo i crediti vantati dalle imprese nel confronti della P.A.. Soluzione questa che le imprese non condividono perché temono un aumento delle spese.
Il debito stimato delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti delle imprese ammonta a 60 miliardi di euro. Il pagamento del debito dello Stato se corrisposto rappresenterebbe un valido sostegno alle finanze delle imprese.
Ancora una volta le Pubbliche Amministrazioni mettono in crisi il sistema e non adottano comportamenti efficaci e coerenti alla situazione economica e sociale dell’Italia.
Le imprese sono costrette per far fronte ai problemi di liquidità di rivolgersi alle banche sostenendo costi più elevati.
Il pagamento delle forniture e dei lavori alle imprese in Italia in tempi compresi tra i 10 mesi ed i 24 mesi.
Il tempo medio di pagamento delle Amministrazioni Pubbliche in Europa è il seguente:
- Portogallo 155 giorni
- Italia 135 giorni
- Francia 71 giorni
- Regno Unito 48 giorni
- Germania 40 giorni
Il grave problema del ritardato pagamento alle imprese è stato denunziato in molte occasioni dal Presidente di Confindustria, dal Presidente dell’Ance, da Presidente dell’API , dal Presidente dell’Osservatorio Imprese e Pubblica Amministrazione senza risultati visibili.
Nella situazione economica del nostro paese occorre sostenere le imprese, la domanda di consumo e la liquidità che scarseggia o costa molto. Al contrario le Pubbliche Amministrazioni nel pagare i propri fornitori adottano comportamenti che accentuano la crisi delle imprese, non rispettano la normativa secondo la quale i pagamenti devono essere effettuati entro tre mesi ed espongono le stazioni appaltanti a conseguenze pericolose di carattere finanziario ed economico.
Ogni cosa in Italia viene interpretata dai furbi in maniera sbagliata e, pertanto, il patto di stabilità ed i controlli effettuati dalla P.A. per i pagamenti di importo superiore a 10.000 euro creano le condizioni per ritardare i pagamenti alle imprese, le quali a loro volta trovandosi in difficoltà finanziaria non effettuano i pagamenti allo Stato nei tempi dovuti.
Quindi, si crea un circolo vizioso senza fine se non vengono presi provvedimenti adeguati ed efficaci.
Inoltre, il patto di stabilità deve essere rispettato nella programmazione degli investimenti e nell'affidamento dei lavori e delle forniture per non trovarsi dopo nell’impossibilità di procedere al pagamento per non superare i limiti del patto stesso.
Il decreto anti-crisi affronta il problema senza la condivisione da parte delle imprese, le quali preferiscono compensare i crediti ed i debiti con lo Stato. Invece il decreto prevede di scontare in anticipo i crediti vantati dalle imprese nel confronti della P.A.. Soluzione questa che le imprese non condividono perché temono un aumento delle spese.
Il debito stimato delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti delle imprese ammonta a 60 miliardi di euro. Il pagamento del debito dello Stato se corrisposto rappresenterebbe un valido sostegno alle finanze delle imprese.
Ancora una volta le Pubbliche Amministrazioni mettono in crisi il sistema e non adottano comportamenti efficaci e coerenti alla situazione economica e sociale dell’Italia.
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