Ho qui con me Marta D’Agostino Tortorella, di Venezia, di ritorno dal viaggio per l’Europa del Pd, viaggio rigorosamente in treno dal 22 al 26 aprile e che ha avuto come tappe Torino, Parigi, Berlino, Praga e Venezia. Approfitto per porle alcune domande.
Come è andato il viaggio?
Bene, a parte qualche piccolo inconveniente organizzativo, è stata un’esperienza molto ricca di spunti e di riflessioni sul futuro del Pd. E poi il viaggio e le tappe sono state fantastiche, fantastici la gente e il tempo: sempre sole. Diversamente da qui, laggiù era primavera. Il 25 aprile a Praga ho preso anche un po’ di sole al tavolino di un ristorante in piazza della città vecchia, dove ho mangiato in allegra compagnia tanto a pranzo che a cena.
Spunti sul Pd dimmi qualcosa...
Questo viaggio ha dimostrato coi fatti che il nostro è un partito democratico dove ci sono dei giovani che si avvicinano alla politica e dei dirigenti (Franceschini in primis) che viaggiano nello stesso treno, dividono le stesse fatiche e le stesse emozioni. Eravamo tutti uguali, e tutti diversamente latori della nostra storia e della nostra cultura, ma ci siamo mescolati in questi giorni di viaggio. Abbiamo parlato tra di noi, ci siamo confrontati anche con Giorgio Tonini con Annamaria Parente e con Simone Verde che ci accompagnavano in treno. Quando è stato con noi Franceschini è stato alla mano e molto attento, in ascolto. Il Partito democratico piace ai giovani che ancora adorano Walter Veltroni. A Berlino c’è stata per la sua conferenza una standing ovation che tocca le corde profonde del cuore dell’uomo visibilmente commosso.
C’è voglia di costruire il partito del Lingotto in tutti i 400 giovani del treno, ma anche la consapevolezza che è un processo lungo e difficile. Che bisogna fare una rivoluzione culturale che porti il partito tra la gente, capace di comunicare e di dialogare.
Il discorso di chiusura di Dario Franceschini a Venezia ha acceso altre speranze, almeno in me. vedo un partito che ha coraggio di dire delle cose fino a pochi mesi fa impensabili, la risposta tono su tono a Cacciari che la settimana scorsa aveva criticato le scelte del Pd sulle candidature è stata buona e l’invito alla stampa a controllare le candidature del PDL fermo e deciso. Non a caso Franceschini sta diventando popolare: dice cose di sinistra come direbbe Moretti.
E la scuola di formazione come è stata?
Mah un giudizio misto. ma positivo nel complesso. Abbiamo assistito a conferenze di prim’ordine, ma il modello è stato verticale non orizzontale a Torino, a Parigi, a Berlino, a Praga, a Venezia. Anche le lezioni, dove eravamo divisi in gruppi, e che sono state tenute in carrozze di Eurostar, sono state poco stimolanti almeno quelle del mio gruppo. Il professore Francesco Gui preparatissimo ci ha comunicato solo due volte il suo pensiero sul tema “storia dell’idea di Europa”. ma soprattutto non c’è stato il tempo della riflessione e dell’elaborazione politica. Bisogna forse ripensare a questo modello di laboratorio che è la scuola per Annamaria Parente la “preside”. Occorre iniettare in questo modello un po’ dello spirito delle vecchie scuole di partito nelle quali si scrivevano gli interventi da fare in aula il giorno dopo. Così si cresce politicamente e culturalmente. Il lavoro di assimilazione qui è fatto singolarmente e non viene messo agli atti della scuola. Sarebbe importante a mio parere metterci anche questo momento per un partito consapevole e radicato nelle coscienze e nell’ottica della rivoluzione culturale di cui parlavo prima.
Hai fatto dei cenni ai rapporti tra di voi... Ce ne puoi parlare più diffusamente?
Ci siamo conosciuti e incontrati. E’ stato molto bello, molto intenso lo scambio anche per chi come me era una senior nei gruppi, tanto che il senatore Giorgio Tonini per consolarmi mi ha detto che valgo due venticinquenni... comunque ho conosciuto ragazzi di 18 anni, adulti di 60, miei coetantei ho incontrato persone che mi avevano persa da 16 anni. Tornata a casa ho avuto la mia pagina su Facebook allietata da messaggi anche di chi era soltanto in quel treno e non avevo conosciuto.
Su Facebook sono nati due gruppi uno dell’esperienza con tutti e quattrocento i partecipanti o quasi e uno della nostra carrozza.
Torno alla mia vita di tutti i giorni nuova con una carica di entusiasmo e di saperi che ho immagazzinato: speriamo che basti per affrontare i banchetti per le elezioni, anche perché qui a Venezia bisognerà lavorare molto per riconquistare la provincia.
Dalle dichiarazioni di Marta si comprende l’entusiasmo e la condivisione dell’esperienza. Occorre coltivare la passione e la testimonianza per far crescere i consensi del Partito Democratico per il bene del Paese.
Come è andato il viaggio?
Bene, a parte qualche piccolo inconveniente organizzativo, è stata un’esperienza molto ricca di spunti e di riflessioni sul futuro del Pd. E poi il viaggio e le tappe sono state fantastiche, fantastici la gente e il tempo: sempre sole. Diversamente da qui, laggiù era primavera. Il 25 aprile a Praga ho preso anche un po’ di sole al tavolino di un ristorante in piazza della città vecchia, dove ho mangiato in allegra compagnia tanto a pranzo che a cena.
Spunti sul Pd dimmi qualcosa...
Questo viaggio ha dimostrato coi fatti che il nostro è un partito democratico dove ci sono dei giovani che si avvicinano alla politica e dei dirigenti (Franceschini in primis) che viaggiano nello stesso treno, dividono le stesse fatiche e le stesse emozioni. Eravamo tutti uguali, e tutti diversamente latori della nostra storia e della nostra cultura, ma ci siamo mescolati in questi giorni di viaggio. Abbiamo parlato tra di noi, ci siamo confrontati anche con Giorgio Tonini con Annamaria Parente e con Simone Verde che ci accompagnavano in treno. Quando è stato con noi Franceschini è stato alla mano e molto attento, in ascolto. Il Partito democratico piace ai giovani che ancora adorano Walter Veltroni. A Berlino c’è stata per la sua conferenza una standing ovation che tocca le corde profonde del cuore dell’uomo visibilmente commosso.
C’è voglia di costruire il partito del Lingotto in tutti i 400 giovani del treno, ma anche la consapevolezza che è un processo lungo e difficile. Che bisogna fare una rivoluzione culturale che porti il partito tra la gente, capace di comunicare e di dialogare.
Il discorso di chiusura di Dario Franceschini a Venezia ha acceso altre speranze, almeno in me. vedo un partito che ha coraggio di dire delle cose fino a pochi mesi fa impensabili, la risposta tono su tono a Cacciari che la settimana scorsa aveva criticato le scelte del Pd sulle candidature è stata buona e l’invito alla stampa a controllare le candidature del PDL fermo e deciso. Non a caso Franceschini sta diventando popolare: dice cose di sinistra come direbbe Moretti.
E la scuola di formazione come è stata?
Mah un giudizio misto. ma positivo nel complesso. Abbiamo assistito a conferenze di prim’ordine, ma il modello è stato verticale non orizzontale a Torino, a Parigi, a Berlino, a Praga, a Venezia. Anche le lezioni, dove eravamo divisi in gruppi, e che sono state tenute in carrozze di Eurostar, sono state poco stimolanti almeno quelle del mio gruppo. Il professore Francesco Gui preparatissimo ci ha comunicato solo due volte il suo pensiero sul tema “storia dell’idea di Europa”. ma soprattutto non c’è stato il tempo della riflessione e dell’elaborazione politica. Bisogna forse ripensare a questo modello di laboratorio che è la scuola per Annamaria Parente la “preside”. Occorre iniettare in questo modello un po’ dello spirito delle vecchie scuole di partito nelle quali si scrivevano gli interventi da fare in aula il giorno dopo. Così si cresce politicamente e culturalmente. Il lavoro di assimilazione qui è fatto singolarmente e non viene messo agli atti della scuola. Sarebbe importante a mio parere metterci anche questo momento per un partito consapevole e radicato nelle coscienze e nell’ottica della rivoluzione culturale di cui parlavo prima.
Hai fatto dei cenni ai rapporti tra di voi... Ce ne puoi parlare più diffusamente?
Ci siamo conosciuti e incontrati. E’ stato molto bello, molto intenso lo scambio anche per chi come me era una senior nei gruppi, tanto che il senatore Giorgio Tonini per consolarmi mi ha detto che valgo due venticinquenni... comunque ho conosciuto ragazzi di 18 anni, adulti di 60, miei coetantei ho incontrato persone che mi avevano persa da 16 anni. Tornata a casa ho avuto la mia pagina su Facebook allietata da messaggi anche di chi era soltanto in quel treno e non avevo conosciuto.
Su Facebook sono nati due gruppi uno dell’esperienza con tutti e quattrocento i partecipanti o quasi e uno della nostra carrozza.
Torno alla mia vita di tutti i giorni nuova con una carica di entusiasmo e di saperi che ho immagazzinato: speriamo che basti per affrontare i banchetti per le elezioni, anche perché qui a Venezia bisognerà lavorare molto per riconquistare la provincia.
Dalle dichiarazioni di Marta si comprende l’entusiasmo e la condivisione dell’esperienza. Occorre coltivare la passione e la testimonianza per far crescere i consensi del Partito Democratico per il bene del Paese.
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