di Emanuele Costa
Quando si matura la convinzione di candidarsi alla carica di Primo Cittadino, generalmente si volge lo sguardo a quella stella polare che, nell'interesse pubblico, trova l'energia necessaria per continuare a brillare nella costellazione dei problemi quotidiani. Quando, invece, si prende coscienza di aver vinto le elezioni, il campo visivo dovrebbe allargarsi, trovando, all'interno di una galassia, altre materie prime da "sfruttare" per formulare politiche pubbliche idonee a creare valore aggiunto per i Cittadini, nei confronti dei quali si ha l'onere (e non l'onore) di governare. Ciò non vuole assolutamente significare una forma di mancanza di rispetto nei loro confronti, bensì esattamente il contrario. "Onere", in quanto il governo di una Comunità comporta un'attenzione nei suoi confronti e, soprattutto, sacrifici di ogni natura, che potranno essere convertiti in "onore" solo quando il comportamento adottato sarà orientato a migliorare il benessere dei suoi appartenenti. La realtà, purtroppo, ci ha abituato ad altri scenari. Siamo lontani anni luce da quel concetto di "politica pubblica" che Bruno DENTE e Giancarlo VECCHI hanno magistralmente definito come “l'insieme di azioni compiute da una pluralità di attori volte a risolvere un problema collettivo, ossia a fornire una soluzione ad un bisogno, a una domanda o un'opportunità non soddisfatta”. Infatti, ad oggi, se si prende in considerazione il contenuto della propaganda effettuata sulle opere realizzate (attraverso volantini, video od altri strumenti mediatici), è facile prendere atto non solo che di politica pubblica non vi è alcuna traccia, ma (e questa è la cosa triste) di soluzioni ai bisogni della Collettività nemmeno l'ombra. Quindi, è alquanto offensivo dell'intelligenza dei Cittadini vantarsi di aver realizzato "grandi opere" per cercare di dimostrare di aver fatto un "buon lavoro". Infatti, non serve impegnarsi a fondo per guardarsi in giro ed accorgersi che nulla è cambiato in termini di benessere per i Cittadini, i quali ogni giorno si trovano costretti a confrontarsi con problemi che la Pubblica Amministrazione non ha contribuito a risolvere, perché "distratta" da quelle opere che di "grande" hanno solo l'entità del debito (e non della ricchezza) che hanno assorbito. Purtroppo, quell'interesse pubblico che aveva stimolato l'idea della candidatura alla guida della Città, strada facendo ha perso sia l'interesse, sia l'attenzione per il pubblico. C'è solo da augurarsi che lungo quella strada dove è possibile ammirare le "grandi opere" realizzate non ci crolli addosso quel Domus dei Gladiatori su scala locale che avrebbe richiesto solo una "piccola opera" di manutenzione.
Quando si matura la convinzione di candidarsi alla carica di Primo Cittadino, generalmente si volge lo sguardo a quella stella polare che, nell'interesse pubblico, trova l'energia necessaria per continuare a brillare nella costellazione dei problemi quotidiani. Quando, invece, si prende coscienza di aver vinto le elezioni, il campo visivo dovrebbe allargarsi, trovando, all'interno di una galassia, altre materie prime da "sfruttare" per formulare politiche pubbliche idonee a creare valore aggiunto per i Cittadini, nei confronti dei quali si ha l'onere (e non l'onore) di governare. Ciò non vuole assolutamente significare una forma di mancanza di rispetto nei loro confronti, bensì esattamente il contrario. "Onere", in quanto il governo di una Comunità comporta un'attenzione nei suoi confronti e, soprattutto, sacrifici di ogni natura, che potranno essere convertiti in "onore" solo quando il comportamento adottato sarà orientato a migliorare il benessere dei suoi appartenenti. La realtà, purtroppo, ci ha abituato ad altri scenari. Siamo lontani anni luce da quel concetto di "politica pubblica" che Bruno DENTE e Giancarlo VECCHI hanno magistralmente definito come “l'insieme di azioni compiute da una pluralità di attori volte a risolvere un problema collettivo, ossia a fornire una soluzione ad un bisogno, a una domanda o un'opportunità non soddisfatta”. Infatti, ad oggi, se si prende in considerazione il contenuto della propaganda effettuata sulle opere realizzate (attraverso volantini, video od altri strumenti mediatici), è facile prendere atto non solo che di politica pubblica non vi è alcuna traccia, ma (e questa è la cosa triste) di soluzioni ai bisogni della Collettività nemmeno l'ombra. Quindi, è alquanto offensivo dell'intelligenza dei Cittadini vantarsi di aver realizzato "grandi opere" per cercare di dimostrare di aver fatto un "buon lavoro". Infatti, non serve impegnarsi a fondo per guardarsi in giro ed accorgersi che nulla è cambiato in termini di benessere per i Cittadini, i quali ogni giorno si trovano costretti a confrontarsi con problemi che la Pubblica Amministrazione non ha contribuito a risolvere, perché "distratta" da quelle opere che di "grande" hanno solo l'entità del debito (e non della ricchezza) che hanno assorbito. Purtroppo, quell'interesse pubblico che aveva stimolato l'idea della candidatura alla guida della Città, strada facendo ha perso sia l'interesse, sia l'attenzione per il pubblico. C'è solo da augurarsi che lungo quella strada dove è possibile ammirare le "grandi opere" realizzate non ci crolli addosso quel Domus dei Gladiatori su scala locale che avrebbe richiesto solo una "piccola opera" di manutenzione.
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