giovedì 25 novembre 2010

Intervista a Pietro Micheli sulle PA

Pietro Micheli è componente della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche, docente di performance management nell’Università di Cranfield e consulente di alcune agenzie di valutazione delle amministrazioni pubbliche britanniche. Micheli è stato disponibile a rispondere ad alcune domande al fine di conoscere l'andamento del processo di cambiamento delle PA in Italia.

Su quali principi cardine e fattori di cambiamento si basa la riforma della Pubblica Amministrazione?
La riforma si basa su una serie di principi fondamentali per il cambiamento delle amministrazioni pubbliche: miglioramento continuo, trasparenza, misurazione e valutazione delle performance, e impatti nel medio-lungo termine (outcome) dei servizi pubblici. Alcuni di questi concetti non sono nuovi all’amministrazione italiana, ma qui si è cercato di renderli più coerenti e, soprattutto, maggiormente applicati in pratica.

Come ha operato la Commissione per la Valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche al fine di implementare operativamente i contenuti del decreto legislativo n. 150/2009?
La Commissione ha cercato di lavorare in collaborazione, ma, allo stesso tempo, in una posizione di indipendenza, con le amministrazioni pubbliche, dai Ministeri agli enti pubblici non economici, e ora sempre di più con gli enti locali. Il risultato del nostro lavoro è visibile sul sito www.civit.it sotto forma di delibere, ma abbiamo anche cercato di “diffondere il messaggio” attraverso presentazioni e relazioni durante una serie di convegni e incontri in tutta Italia.

Quali sono i rapporti tra gli Organismi di valutazione e l’organo di indirizzo politico-amministrativo nelle singole amministrazioni per realizzare il sistema di misurazione e di valutazione della performance, il piano triennale della performance e quello dell’integrità e della trasparenza?
L’Organismo indipendente di valutazione è chiamato a svolgere vari compiti molto importanti, in quanto ha la responsabilità di supportare l’amministrazione in un processo di sviluppo, implementazione, rendicontazione e revisione dei documenti da lei citati. La sfida più grande sarà quella di introdurre nelle amministrazioni (non sempre ex novo, ovviamente) i valori e principi cardine della riforma. E sarà nella pratica giornaliera che si vedrà se la riforma avrà successo o meno.

Il decreto legislativo 150/2009 e gli indirizzi della Commissione si muovono nella direzione di pervenire ad un sistema della PA trasparente, misurabile e valutabile. Quanto sono importanti tali fattori per il cambiamento delle PA?
Trasparenza, misurazione e valutazione sono fattori fondamentali per il cambiamento delle PA italiane. In altri paesi, soprattutto quelli nord-europei e anglosassoni, questi elementi fanno ormai parte del DNA delle amministrazioni. In Italia ci vorrà un po’ di tempo e notevoli sforzi, ma ne varrà la pena.

Gli indirizzi adottati dalla Commissione indicano come supporto alcuni sistemi informatici (esempio la balanced scorecard). Vuole descrivere l’impatto di questi sistemi sui processi di lavoro e sulle funzioni direzionali della PA?
I sistemi di misurazione e valutazione delle performance sono degli strumenti gestionali utili a raccogliere, analizzare e comunicare le attività e i risultati raggiunti dalle amministrazioni pubbliche. La ricerca ormai ventennale in questo campo dimostra che questi strumenti possono avere degli impatti assolutamente positivi. Questo però a patto che siano sviluppati in modo collaborativo e partecipativo all’interno dell’amministrazione e siano utilizzati per supportare i processi decisionali a livello sia amministrativo che politico. Al contrario, se un sistema viene introdotto in modo sbrigativo e dall’alto (magari solo perché il decreto 150 lo prescrive) e viene utilizzato solo ai fini della reportistica, allora sarà stata solo una perdita di tempo e di soldi.

Sembra che gli enti locali e le regioni siano fermi rispetto alle altre PA in materia di applicazione della riforma. Quali sono i problemi riscontrati e quali le prospettive?
Gli enti locali hanno già fatto molto e la Commissione di cui faccio parte sta lavorando con ANCI e UPI su linee programmatiche e documenti per far sì che il “ciclo di gestione della performance” parta anche in Comuni e Province. Nel caso delle Regioni, sappiamo che ci sono alcuni casi, come la Lombardia, dove le logiche della riforma sono già in atto da parecchio tempo, mentre altre Regioni sono più indietro. La sfida per noi è cercare di portare avanti un discorso coerente con una galassia di amministrazioni che partono da livelli significativamente diversi e con sensibilità differenti su questi temi.

Quali sono i risultati e gli effetti attesi dall’implementazione operativa della riforma?
I risultati e gli effetti della riforma e anche dell’operato della Commissione dovranno essere valutati dai cittadini, ovviamente non nell’immediato, ma neanche in un futuro troppo lontano. Se nell’arco di qualche anno non ci saranno stati miglioramenti nella qualità dei servizi pubblici, allora avremo fallito. Se, invece, attraverso una gestione migliore delle amministrazioni pubbliche i cittadini avranno davanti a loro un’amministrazione più attenta e capace di rispondere ai loro bisogni, allora vorrà dire che avremo fatto un buon lavoro.

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