giovedì 21 gennaio 2010

Politica e sanità

Ieri il Corriere della sera ha pubblicato un articolo relativo alle intercettazioni di due medici del Policlinico Sant’Orsola, riguardanti il mancato perfezionamento dei contratti che avrebbero consentito al senatore Ignazio Marino di operare a Bologna.
Questo avvenimento che si somma ad altri fa comprendere che la politica è presente nella sanità in modo da determinare scelte e nomine che non rientrano o non dovrebbero rientrare nella sfera delle loro competenze.
Il sistema delle nomine nella sanità è sbagliato e consente ai politici di premiare le persone secondo la fedeltà politica e non il merito.
Proseguendo così e garantendo ai politici questi poteri ed interferenze la sanità diventa sempre meno efficiente, i cittadini ricevono servizi di scarsa qualità e la spesa pubblica diventa incontrollabile. Occorre che questo tipo di nomine venga effettuato o controllato da autorità indipendenti e non dai politici. Questi ultimi devono stare lontano e al di fuori dalla gestione della sanità ed interessarsi di programmi ed obiettivi da conseguire cosa che risulta molto difficile.
Al momento esiste un connubio tra il management pubblico, interessato alla propria sopravvivenza e al mantenimento dello status quo, che ha abdicato alle proprie responsabilità e la politica che interviene a tutto campo per mantenere o creare consensi con la complicità dei dirigenti.
Occorre far saltare questo equilibrio e cambiare metodo. La separazione tra la responsabilità politica (piani, indirizzi, obiettivi) e la responsabilità di gestione del management pubblico nella sanità va realizzata così come prevede la normativa nazionale vigente. Le leggi che legittimano l'intervento della politica nella gestione della sanità vanno riformate ed adeguate.
La classe politica deve stabilire gli obiettivi da conseguire, controllare il grado di conseguimento dei risultati ed intervenire nel caso in cui gli obiettivi non vengono conseguiti e garantire discrezionalità e responsabilità al management pubblico nel conseguimento dei risultati stabiliti nei piani.
Il federalismo se gestito in questo modo provoca scempio, inefficienza e spesa pubblica gonfiata. Occorre realizzare nelle regioni per quanto riguarda la sanità ciò che è prescritto dalla normativa nazionale (riforma Cassese, Bassanini e Brunetta).
Non è possibile accettare che ogni regione non rispetti le regole della separazione delle responsabilità. Purtroppo tale situazione produce benefici per i politici ed inefficienze per i cittadini sui quali grava il costo della spesa pubblica effettuata senza alcun criterio di economicità di gestione.
E’ urgente e necessario realizzare una logica di autonomia del management responsabilizzato sul raggiungimento dei risultati finali ed abbandonare il clientelismo nella sanità. La situazione attuale ha prodotto il risultato di avere un livello manageriale insoddisfacente.
Purtroppo gli enti e gli organi delle PA a livello locale sono state tenute fuori dalla legge Brunetta e, quindi, occorre intervenire affinché alcune regole vengano rispettate ed applicate a livello nazionale e locale.
Dichiarazione di Ignazio Marino

1 commento:

cristiana carini ha detto...

Ho lavorato fino a due anni fà, come dirigente medico di secondo livello in una azienda sanitaria. Quanto riportato dal senatore Marino corrisponde alla pura verità. La dirigenza aziendale dipende completamente da cariche politiche ed in difformità dalle normative vigenti anche la gestione sanitaria ne è coinvolta in maniera pesante. La macchina delle direzioni generali diventa sempre più pletorica con aumento della spesa pubblica;ed invece di fungere da indirizzo e supporto alle unità operative, il co0ntinuo aumento della burocrazia attraverso commissioni, schede da riempire modelli da compilare lettere ripetittive da inviare, toglie risorse alla professione. Finchè la politica non rimarrà al difuori della sanità pubblica anche gli stessi metodi di valutazione saranno inesorabilmente vanificati e sempre più medici, amcora interessati al proprio mestiere fuggiranno dalle strutture pubbliche. A quanto detto dal senatore vorrei segnalare un altro tremendo guasto della nostra sanità: la centrelizzazione della salute sulle strutture ospedaliere, senza una dovuta riforma dei compiti e delle competenze della medicina territoriale e di base, che anch'essa merita un adeguato controllo sull'appropiatezza delle prestazioni e delle richieste, vero unico metodo per contenere le liste di attesa.