domenica 3 gennaio 2010

Verona, promozione politica per moglie sindaco Tosi

Articolo pubblicato da il Messaggero
VERONA (2 gennaio) - Aveva sostenuto che la promozione in Regione della moglie del sindaco di Verona Flavio Tosi era stata una contropartita della Lega al marito che aveva rinunciato a far concorrenza a Gian Paolo Gobbo come segretario veneto della Lega Nord. Il consigliere regionale del Pd Franco Bonfante era stato querelato per quell'insinuazione, ma ora il giudice delle indagini preliminari di Verona ha archiviato il procedimento penale. 
La notizia è comparsa sul blog di Franca Rame (che cita l'Espresso) ed era già stata annunciata in una dichiarazione dello stesso Bonfante.
La storia era cominciata dall'elezione di Tosi il 29 maggio del 2007. Il nuovo sindaco di Verona aveva lasciato l'assessorato alla Sanità del Veneto e Francesca Martini, che lo aveva sostituito ed ora è sottosegretario alla Salute, nominò Stefania Villanova, già dipendente regionale, a responsabile della sua segreteria particolare. Una qualifica che avrebbe fatto aumentare lo stipendio lordo della Villanova da 25mila a 70mila euro.
Lo scandalo scoppiò subito perché la Villanova non era una persona qualsiasi, ma la moglie di Tosi, concittadino della Martini e suo predecessore come assessore alla Sanità. Il consigliere regionale Diego Cancian (allora in Progetto Nordest) presentò un'interrogazione "per conoscere quali siano le esperienze e le competenze specifiche per ricevere un incarico così importante e se si ritiene opportuna tale nomina specialmente in un momento in cui si sta discutendo dell’etica e della trasparenza della politica, e se non si induca nei cittadini il sospetto che l’ex assessore voglia comunque controllare il suo ex assessorato tramite la presenza della moglie". Bonfante, invece, aveva dichiarato che «la promozione della signora Tosi sarebbe stata la contropartita per la rinuncia del marito a correre per la carica di segretario regionale della Lega in Veneto». Come ora Tosi è stato costretto a rinunciare a favore di Zaia alla candidatura a presidente del Veneto, all'epoca era stato infatti in corsa per la segreteria regionale della Lega e, alla fine, aveva lasciato spazio a un altro trevigiano, l'attuale sindaco Gian Paolo Gobbo.
La replica della Martini era stata immediata: «Mi stupisce - aveva detto al Gazzettino - che in un momento in cui è assai sottolineato il tema dei costi della politica si evidenzi un dato come quello dell'incarico conferito alla signora Villanova che, già dipendente della giunta regionale da più di dieci anni, è divenuta responsabile della mia segreteria particolare, comportando un grande risparmio per l'amministrazione regionale. Una scelta dettata quindi da principi di valorizzazione del personale dipendente della Regione e risparmio per i costi della pubblica amministrazione. Avrei potuto benissimo scegliere un esterno con un aggravio economico per la Regione assai superiore».
Bonfante fu querelato per quella dichiarazione, ma ora il giudice ha riconosciuto che non aveva commesso alcun reato.



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