In occasione della presentazione del disegno di legge, approvato dalla giunta regionale, su Misure straordinarie per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico Franco Bonfante aveva a suo tempo espresso dubbi sulla sua approvazione. “Il disegno ha una serie di contraddizioni, aveva dichiarato a novembre 2009 Franco Bonfante, che fanno sospettare che si tratti di pura e semplice propaganda pre-elettorale.
Si riportano la dichiarazione di Franco Bonfante pubblicata da L’Arena del 19 novembre 2009
«Lo scopo è informare cittadini e inquilini sul piano regionale che prevede la messa in vendita a prezzi allettanti degli alloggi popolari ma che si traduce in una illusione elettorale nei loro confronti», spiega Franco Bonfante consigliere regionale del Pd. «Così com’è, infatti, non sarà mai approvato, almeno a giudicare dalle voci che si rincorrono a Venezia. Quindi è solo una presa in giro, criticabile ancor di più perché rivolta a fasce deboli della popolazione: il 30% di chi abita nelle case popolari ha più di 65 anni, gli altri sono portatori di handicap, immigrati e persone a basso reddito».
A novembre è stata organizzata dal Partito Democratico una assemblea pubblica dalla quale sono emersi penalizzazioni nei confronti dei ceti più deboli che attualmente abitano nelle case popolari, problemi legati all’eventuale mancato acquisto della casa da parte degli inquilini.
Le previsioni di Franco Bonfante si sono verificate ed il disegno di legge non è stato approvato dal Consiglio Regionale.
Adesso sono intervenuti sulla problematica delle case popolari i consiglieri provinciali Vincenzo D’Arienzo, Franca Rizzi e Alice Leso del Partito Democratico Verona con il seguente intervento.
“La Regione Veneto aveva promesso che entro ottobre scorso avrebbe venduto gli alloggi popolari di proprietà dell’ATER costruiti prima del 31 dicembre 1989. La promessa comprendeva:
- l’offerta in proprietà degli alloggi principalmente agli attuali assegnatari;
- la cessione della proprietà a soggetti terzi, con mantenimento del contratto di locazione da parte degli inquilini, in caso di mancato acquisto da parte degli attuali assegnatari. Dopo 8 anni il contratto di affitto può essere rescisso;
- la revisione degli attuali affitti con aumenti mensili anche del 40%.
Con la legislatura in scadenza, quella promessa era solo una sgradevole manovra elettorale giocata sulla pelle dei tanti veronesi che hanno creduto di poter acquistare la casa in cui vivono da decenni. Insomma, una vergognosa bugia!
L’auspicata vendita degli alloggi coinvolge migliaia di famiglie veronesi. Quindi, occorre che la Provincia assuma un ruolo di partecipazione a tutela degli interessi degli inquilini.
Il Gruppo Consiliare PD chiede che la Provincia avvii subito ogni utile iniziativa verso la Regione Veneto, anche insieme alle altre Province venete, per coordinare le legittime esigenze delle famiglie che risiedono negli alloggi interessati dalla vendita e propone:
- che la vendita degli alloggi sia fatta con giusti sconti a favore degli inquilini perché è doveroso consentire alle famiglie che ci abitano di avere il possesso di un patrimonio immobiliare;
- di favorire le forme più favorevoli di rateizzazione a lunga scadenza per chi non può pagare tutto subito (tipo “a riscatto”), senza ricorrere per forza alle banche;
- di valutare la possibile alienazione di appartamenti anche più recenti rispetto a quelli realizzati entro il 1989;
- che le manutenzioni devono essere proseguite fino a quando gli alloggi non saranno completamente venduti e nessun pretesto, come la mancata vendita, deve essere utilizzato per rimandare all’infinito i dovuti interventi;
- che i fondi ricavati devono essere destinati tutti alla costruzione di nuovi alloggi sulla base di un piano previsionale che l'ATER deve redigere prima dell'avvio della vendita di massa;
- che gli attuali inquilini e le loro associazioni devono essere coinvolti nell'operazione;
- che gli alloggi in questione, in caso di mancato acquisto da parte degli attuali inquilini, non devono essere ceduti a soggetti terzi, come società immobiliari e fondi di investimento, perché questo comporta l’aumento dell’affitto e dopo 8 anni lo sfratto dei medesimi;
- che gli eventuali aumenti degli affitti devono essere fortemente ancorati al costo della vita”.
Il centro destra sul problema delle case popolari ha giocato sui problemi degli inquilini senza alcuna sensibilità sociale.
A novembre è stata organizzata dal Partito Democratico una assemblea pubblica dalla quale sono emersi penalizzazioni nei confronti dei ceti più deboli che attualmente abitano nelle case popolari, problemi legati all’eventuale mancato acquisto della casa da parte degli inquilini.
Le previsioni di Franco Bonfante si sono verificate ed il disegno di legge non è stato approvato dal Consiglio Regionale.
Adesso sono intervenuti sulla problematica delle case popolari i consiglieri provinciali Vincenzo D’Arienzo, Franca Rizzi e Alice Leso del Partito Democratico Verona con il seguente intervento.
“La Regione Veneto aveva promesso che entro ottobre scorso avrebbe venduto gli alloggi popolari di proprietà dell’ATER costruiti prima del 31 dicembre 1989. La promessa comprendeva:
- l’offerta in proprietà degli alloggi principalmente agli attuali assegnatari;
- la cessione della proprietà a soggetti terzi, con mantenimento del contratto di locazione da parte degli inquilini, in caso di mancato acquisto da parte degli attuali assegnatari. Dopo 8 anni il contratto di affitto può essere rescisso;
- la revisione degli attuali affitti con aumenti mensili anche del 40%.
Con la legislatura in scadenza, quella promessa era solo una sgradevole manovra elettorale giocata sulla pelle dei tanti veronesi che hanno creduto di poter acquistare la casa in cui vivono da decenni. Insomma, una vergognosa bugia!
L’auspicata vendita degli alloggi coinvolge migliaia di famiglie veronesi. Quindi, occorre che la Provincia assuma un ruolo di partecipazione a tutela degli interessi degli inquilini.
Il Gruppo Consiliare PD chiede che la Provincia avvii subito ogni utile iniziativa verso la Regione Veneto, anche insieme alle altre Province venete, per coordinare le legittime esigenze delle famiglie che risiedono negli alloggi interessati dalla vendita e propone:
- che la vendita degli alloggi sia fatta con giusti sconti a favore degli inquilini perché è doveroso consentire alle famiglie che ci abitano di avere il possesso di un patrimonio immobiliare;
- di favorire le forme più favorevoli di rateizzazione a lunga scadenza per chi non può pagare tutto subito (tipo “a riscatto”), senza ricorrere per forza alle banche;
- di valutare la possibile alienazione di appartamenti anche più recenti rispetto a quelli realizzati entro il 1989;
- che le manutenzioni devono essere proseguite fino a quando gli alloggi non saranno completamente venduti e nessun pretesto, come la mancata vendita, deve essere utilizzato per rimandare all’infinito i dovuti interventi;
- che i fondi ricavati devono essere destinati tutti alla costruzione di nuovi alloggi sulla base di un piano previsionale che l'ATER deve redigere prima dell'avvio della vendita di massa;
- che gli attuali inquilini e le loro associazioni devono essere coinvolti nell'operazione;
- che gli alloggi in questione, in caso di mancato acquisto da parte degli attuali inquilini, non devono essere ceduti a soggetti terzi, come società immobiliari e fondi di investimento, perché questo comporta l’aumento dell’affitto e dopo 8 anni lo sfratto dei medesimi;
- che gli eventuali aumenti degli affitti devono essere fortemente ancorati al costo della vita”.
Il centro destra sul problema delle case popolari ha giocato sui problemi degli inquilini senza alcuna sensibilità sociale.
1 commento:
A quanto sembra, l'azione politica del PDL Veneto sul problema "dismissione del patrimonio immobiliare pubblico" è identica a quella del PD Toscana. In sostanza si assiste ad un vero scambio di ruolo, lasciando quindi spazio ad una ragionevole convinzione che tutto si colloca in una sorta di strumentalizzazione politica (stesso partito valutazioni e ragionamenti opposti), dove poco spazio trova il vero interesse per il cittadino, povero o in difficoltà che sia.
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