di Alberto Giarrizzo
“Raccontare le storie a un bambino, specialmente quando queste trattano della propria infanzia, aiuta a recuperare il calore e il valore dei ricordi, degli affetti e delle emozioni vissute. La nostra vita si dipana lungo un flusso ininterrotto di sensazioni, che ci attraversano e si stratificano nelle pieghe più recondite della nostra personalità. Le amicizie, gli amori, i rancori, i giochi di strada, le lotte, le botte, i pianti, gli eventi... ci plasmano in continuazione e ci ricreano ogni volta, rendendoci unici e per questo non replicabili, soprattutto relativamente a noi stessi. Siamo brani di memoria che diventano coscienza e materia viva, utili a scoprire il mondo. Raccontare se stessi a un bambino ci aiuta a capire ciò che siamo stati e quello che oggi siamo: da dove arriviamo, dove potremmo andare.
E' un esercizio piacevole, che cattura l'attenzione del bambino che ascolta, in quanto rivela 'insospettabile: anche noi siamo stati piccoli; anche noi abbiamo commesso errori; anche noi giocavamo e combinavamo guai; anche noi ci arrabbiavamo per futili motivi e ci divertivamo con le piccole cose. E' un modo per riscoprire il bambino che si agita ancora in noi e che abbiamo dimenticato, nel nome di un addomesticamento emotivo, che ci vuole seri e compassati, dimentichi della nostra svagata innocenza.
Il gruppo "Quando io ero piccolo..." è nato sulla scia di questi pensieri e dalla constatazione che a mia figlia piaceva ascoltare le storie della mia infanzia. Cominciai a raccontarle per farla mangiare. Per far in modo che, come sanno tutti coloro che hanno cresciuto o crescono figli, si distraesse, si concentrasse su qualcosa di diverso, rispetto a ciò che stava facendo in quel preciso momento. Le storie le piacquero a tal punto, che prese a chiedermele nei posti e nelle occasioni più disparate: in viaggio; per andare a dormire; a una festa. Non era per me semplice all'inizio, ma avevo il vantaggio che lei mi chiedeva sempre la stessa storia. E' tipico dei bambini, di fronte a una storia che li appassiona, chiederne la ripetizione in maniera sistematica e guai a sbagliare!
Via via che le storie prendevano vita e forma, dalle nebbie dei miei ricordi sbiaditi, mi resi conto che questo gioco mi piaceva e che sarebbe stato bello condividerlo con gli amici e con quanti avessero voluto avventurarsi nei meandri della propria memoria. Adesso siamo arrivati a quasi 1500 iscritti. Vorremmo essere ancora di più per acquisire credibilità e forza nei riguardi di un possibile editore, al quale affidare la pubblicazione e la vendita delle nostre storie. L'obiettivo comune, che vorremmo condividere con tutti gli iscritti, è di destinare i proventi alla Onlus "Annulliamo la distanza", che si occupa di bambini in Eritrea, un modo per aiutare i bambini più svantaggiati a vivere, con la stessa gioia e intensità, il tempo che hanno a disposizione per sentirsi meravigliosamente piccoli...”
Gruppo in facebook
Il calendario 2010
E' un esercizio piacevole, che cattura l'attenzione del bambino che ascolta, in quanto rivela 'insospettabile: anche noi siamo stati piccoli; anche noi abbiamo commesso errori; anche noi giocavamo e combinavamo guai; anche noi ci arrabbiavamo per futili motivi e ci divertivamo con le piccole cose. E' un modo per riscoprire il bambino che si agita ancora in noi e che abbiamo dimenticato, nel nome di un addomesticamento emotivo, che ci vuole seri e compassati, dimentichi della nostra svagata innocenza.
Il gruppo "Quando io ero piccolo..." è nato sulla scia di questi pensieri e dalla constatazione che a mia figlia piaceva ascoltare le storie della mia infanzia. Cominciai a raccontarle per farla mangiare. Per far in modo che, come sanno tutti coloro che hanno cresciuto o crescono figli, si distraesse, si concentrasse su qualcosa di diverso, rispetto a ciò che stava facendo in quel preciso momento. Le storie le piacquero a tal punto, che prese a chiedermele nei posti e nelle occasioni più disparate: in viaggio; per andare a dormire; a una festa. Non era per me semplice all'inizio, ma avevo il vantaggio che lei mi chiedeva sempre la stessa storia. E' tipico dei bambini, di fronte a una storia che li appassiona, chiederne la ripetizione in maniera sistematica e guai a sbagliare!
Via via che le storie prendevano vita e forma, dalle nebbie dei miei ricordi sbiaditi, mi resi conto che questo gioco mi piaceva e che sarebbe stato bello condividerlo con gli amici e con quanti avessero voluto avventurarsi nei meandri della propria memoria. Adesso siamo arrivati a quasi 1500 iscritti. Vorremmo essere ancora di più per acquisire credibilità e forza nei riguardi di un possibile editore, al quale affidare la pubblicazione e la vendita delle nostre storie. L'obiettivo comune, che vorremmo condividere con tutti gli iscritti, è di destinare i proventi alla Onlus "Annulliamo la distanza", che si occupa di bambini in Eritrea, un modo per aiutare i bambini più svantaggiati a vivere, con la stessa gioia e intensità, il tempo che hanno a disposizione per sentirsi meravigliosamente piccoli...”
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