Un anno fa il Partito Democratico di Verona ha organizzato un incontro sulle prospettive dei servizi pubblici locali alla luce delle modifiche legislative intervenute con la legge n. 133/2008. In quella sede Federico Testa, parlamentare ed attuale responsabile dei servizi pubblici locali e dell’energia del Partito Democratico, ha sottolineato i punti di debolezza delle nuove disposizioni e la necessità per AGSM di procedere ad accordi ed alleanze per rafforzare l’impresa in termini economici e finanziari e superare lo stato di isolamento. Su questa posizione ha concordato Alberto Giorgetti, sottosegretario all’Economia e Finanze.
A distanza di un anno il posizionamento dell’AGSM non è mutato e l’azienda si trova ad affrontare gli stessi problemi espressi nel convegno.
L’AGSM è l’azienda pubblica più rilevante della provincia di Verona per le dimensioni, il volume di affari e l’importanza che riveste il settore dell’energia nel contesto economico e per i cittadini veronesi.
In questi ultimi giorni abbiamo registrato le dichiarazioni del consigliere di amministrazione di AGSM, Fabio Gamba, il quale imputa ai vertici dell’azienda responsabilità di carattere gestionale e strategico:- “Ci sono carenze nella gestione: tanto fatturato, pochissimi utili”; - “Si lavora come se AGSM fosse ancora in una situazione di monopolio, quando invece il mercato è libero”; - “Non c’è una visione chiara degli obiettivi”.
In questo suo intervento Gamba non rileva parametri e dati della performance di AGSM che possano permettere ai politici, ai ricercatori ed agli studiosi di approfondire le condizioni reali dell’azienda ed indicare un percorso significativo per fare uscire dall’impasse l’azienda stessa.
Nel confronto è intervenuto il presidente Sardos Albertini che ha cercato di rispondere ai rilievi mossi. L’intervento del presidente di AGSM non è stato convincente in quanto si limita a segnalare gli interventi particolari effettuati, non chiarisce gli aspetti gestionali e non presuppone la esistenza di una strategia competitiva nell’azienda.
Dalle suddette dichiarazioni emerge chiaramente che i contenuti espressi sono prettamente politici e non manageriali. Si è soltanto fatto cenno alle problematiche dell’AGSM senza entrare nel merito.
Per valutare una azienda industriale occorre avvalersi di parametri ed indici significativi quali:
- Redditività, intesa come la capacità dell’azienda di remunerare tutti i fattori della produzione;
- Liquidità, intesa come la capacità dell’azienda di far fronte tempestivamente ed economicamente ai propri impegni;
- Solidità, intesa come la capacità dell’azienda di perdurare nel tempo, adattandosi alle mutevoli condizioni esterne ed interne;
- Rinnovamento, inteso come la capacità dell’azienda di svilupparsi per effetto della capacità di creare risorse finanziarie al suo interno, cioè di creare risorse grazie alla sua redditività, per effettuare investimenti senza dipendere da fonti esterne;
- Efficienza, intesa come premessa logica alla redditività, poiché tende al razionale utilizzo delle risorse;
- Margini dello stato patrimoniale (fabbisogno finanziario per le attività immobilizzate, liquidità, rapporto attivo corrente con il passivo corrente) e del conto economico (Cash flow operativo).
Per completare la valutazione è necessario dare una risposta alle seguenti problematiche:
- Il Presidente ed il Consiglio di Amministrazione hanno approvato la strategia dell’azienda?
- Se AGSM è in possesso di una strategia quali sono gli obiettivi strategici dell’azienda da perseguire?
- Qual’è il posizionamento dell’AGSM nel contesto competitivo del settore?
- Il Presidente ed i membri del Consiglio di Amministrazione possiedono le capacità, le conoscenze e l’esperienza per gestire in un contesto competitivo un’azienda industriale come AGSM?
- Il management di AGSM è impegnato ad adattare l’azienda in modo continuo e veloce ai cambiamenti che avvengono nell’economia e nel settore specifico?
- Esiste un piano di riorganizzazione dell’AGSM che consenta di migliorare la performance e la qualità dei servizi e di ridurre nello stesso tempo i costi?
- Gli amministratori sono coscienti di assumere delle responsabilità in proprio nella gestione dell’azienda a prescindere dal fatto che il comune di Verona abbia o meno adottato delle decisioni in merito ad AGSM?
- Quali sono stati i criteri adottati per nominare i membri del consiglio di amministrazione?
L’utilizzo dei parametri e la risposta alle problematiche in parte indicate consentono di valutare l’azienda AGSM e di assumere le decisioni più opportune per conseguire una posizione competitiva nel mercato e specificatamente nel settore.
Inoltre, è corretto che AGSM applichi la totale trasparenza dei parametri ed indici finanziari ed economici, della qualità dei servizi e del grado di soddisfazione dei clienti affinché i cittadini e coloro che ne hanno interesse possano partecipare alla vita dell’azienda. Nelle aziende dei servizi private e pubbliche la partecipazione dei clienti e dei dipendenti è fonte di innovazione e di cambiamento continuo per le aziende che la applicano.
Tra i problemi emergono:
- La ridotta marginalità degli utili a fronte di un elevato volume di affari. Non è vero che il rapporto dipende dalla congiuntura economica, la quale può influire solo sul fatturato. Gli utili di AGSM rispetto all’alto fatturato dichiarato dipendono esclusivamente dai costi di produzione ed è su questi che AGSM deve porre attenzione;
- Gli utili utilizzati dal comune. Questo comportamento del socio unico influisce negativamente sul volume degli investimenti, sul fabbisogno della liquidità e sulle tariffe pagate dagli utenti, i quali finanziano indirettamente per scopi diversi le attività del comune. AGSM per mantenersi competitiva ha bisogno di effettuare grandi investimenti, i quali possono essere realizzati in tutto o in parte con la propria liquidità, quindi a costi zero, o ricorrendo al mercato finanziario sostenendo i relativi costi;
- Rapporti Amministrazione comunale e organi dell’AGSM. AGSM non può farsi carico dei tempi troppo lunghi della politica che costano all’azienda in termini di adattamento alle mutevoli condizioni del mercato. Il tempo da utilizzare nelle aziende industriali è una risorsa che non può essere risparmiata e che, pertanto, se utilizzato in modo veloce e continuo accompagnato da capacità decisionale permette di cogliere delle opportunità vantaggiose. Il presidente ed il consiglio di amministrazione non possono bloccare le decisioni strategiche e di gestione di AGSM perché l’Amministrazione del comune di Verona non decide e non offre degli indirizzi. A parte le responsabilità personali dei membri degli organi di AGSM, l’Amministrazione Comunale dovrebbe avvalersi delle capacità e competenze di AGSM altrimenti su quali basi decide ed indirizza la politica dell’azienda.
Da più parti è stato proposto una verifica urgente di maggioranza sugli enti partecipati dal Comune di Verona ed una discussione seria in commissione ed in consiglio comunale su AGSM e sulle altre aziende partecipate (dichiarazione di Giancarlo Montagnoli, consigliere comunale).
Ritengo che qualunque discussione nella maggioranza, nell’opposizione ed in consiglio comunale sia utile solo nel caso in cui ci si confronta non in modo astratto ma sui dati reali di AGSM e si adottano le relative decisioni di indirizzo nell’unico interesse di AGSM e dei clienti.
“Non basta che si mettano d’accordo tra di loro, dichiara Giancarlo Montagnoli, in quanto le aziende di servizio pubblico sono un patrimonio di tutti”.
Occorre coinvolgere i cittadini clienti nel dibattito, i quali hanno diritto di conoscere di AGSM la performance, gli obiettivi stabiliti nei piani, il grado di conseguimento dei risultati e la situazione finanziaria e patrimoniale dell’azienda.
Sulla problematica che si è sviluppata in questi giorni sull’azienda pubblica AGSM ho pensato di rivolgermi all’on.le Federico Testa, responsabile del Partito Democratico dei servizi pubblici locali ed energia, per conoscere la sua posizione rispetto alle problematiche dell’azienda emerse in questi ultimi giorni.
Quale ritieni siano le priorità di AGSM?
AGSM, se vuole essere competitiva nel segmento business e dare un buon servizio ai cittadini veronesi, ha bisogno di individuare le forme attraverso cui riuscire ad avere un accesso meno intermediato possibile alle materie prime energetiche. Personalmente non credo che questo sia ottenibile attraverso consorzi di acquisto o joint venture occasionali: chi possiede questo fattore competitivo non ha interesse a condividerlo con partner occasionali. Quindi ritorna con forza il tema delle alleanze, delle aggregazioni: Tema rispetto al quale AGSM non ha fatto passi in avanti. Da questo punto di vista, credo che sarebbe essenziale procedere almeno per quanto riguarda le società di vendita/commerciali: aggregare imprese diverse è certamente difficile, specie se entrano in gioco i “gioielli di famiglia”, cioè gli asset patrimoniali, più difficili da valutare e che portano con sé aspetti problematici e non sempre quantificabili
Spiegati meglio
Credo sarebbe un passo importante, nei business energetici, procedere ad un’aggregazione tra la società di vendita di AGSM ed analoga società di un primario operatore europeo (eni, eon, edf) che, in cambio di una partecipazione anche di minoranza, potrebbe impegnarsi a garantire la fornitura di materia prima a condizioni vantaggiose, oltre a recuperare efficienza in alcune attività che godono particolarmente delle economie di scala. E per AGSM questo significherebbe poter garantire ai cittadini veronesi condizioni di acquisto migliori
Ma il loro interesse quale sarebbe?
Quello di allungare la loro catena del valore fino al cliente finale.
Ma se è così, perché negli ultimi due anni non è stato fatto nulla?
Credo che la responsabilità sia essenzialmente della politica. L’atteggiamento di questa amministrazione comunale è quello di chi è attentissimo specialmente agli aspetti di potere, alla “presa” sulle Aziende, anche se questo finisce per mortificarne le possibilità di sviluppo. Quindi non si è andati avanti sulle alleanze perché questo significherebbe perdere la possibilità di controllo sugli assetti gestionali: pensi ad esempio alla moltiplicazione di posti (e di costi a carico dei cittadini) ottenuta moltiplicando i Consigli di Amministrazione e capovolgendo la buona pratica introdotta dall’Amministrazione precedente che prevedeva che nei consigli delle controllate da AGSM sedessero i consiglieri di AGSM, senza compenso.
E quindi?
Quindi i cittadini pagano queste scelte due volte. Perché le aziende sostengono maggiori costi per spese di amministrazione e perché la priorità assegnata a questo interesse fa sì che non si facciano le scelte strategiche che potrebbero portare ad una maggiore economicità nella gestione dell’impresa.
Intanto il gruppo consiliare del Partito Democratico in una conferenza stampa chiede con forza una commissione d’indagine ed il capo gruppo consiliare del PD, Stefania Sartori, dichiara che “la città non si accontenta di una semplice verifica all’interno del centro-destra”.
Ritengo che questa soluzione sia la più appropriata affinché i cittadini possano conoscere lo stato reale di AGSM e la più corretta per valutare in modo completo i problemi e prospettare le soluzioni più idonee nell’interesse dei clienti e non certamente nell’interesse dei politici che gestiscono il potere per il potere.
L’AGSM è l’azienda pubblica più rilevante della provincia di Verona per le dimensioni, il volume di affari e l’importanza che riveste il settore dell’energia nel contesto economico e per i cittadini veronesi.
In questi ultimi giorni abbiamo registrato le dichiarazioni del consigliere di amministrazione di AGSM, Fabio Gamba, il quale imputa ai vertici dell’azienda responsabilità di carattere gestionale e strategico:- “Ci sono carenze nella gestione: tanto fatturato, pochissimi utili”; - “Si lavora come se AGSM fosse ancora in una situazione di monopolio, quando invece il mercato è libero”; - “Non c’è una visione chiara degli obiettivi”.
In questo suo intervento Gamba non rileva parametri e dati della performance di AGSM che possano permettere ai politici, ai ricercatori ed agli studiosi di approfondire le condizioni reali dell’azienda ed indicare un percorso significativo per fare uscire dall’impasse l’azienda stessa.
Nel confronto è intervenuto il presidente Sardos Albertini che ha cercato di rispondere ai rilievi mossi. L’intervento del presidente di AGSM non è stato convincente in quanto si limita a segnalare gli interventi particolari effettuati, non chiarisce gli aspetti gestionali e non presuppone la esistenza di una strategia competitiva nell’azienda.
Dalle suddette dichiarazioni emerge chiaramente che i contenuti espressi sono prettamente politici e non manageriali. Si è soltanto fatto cenno alle problematiche dell’AGSM senza entrare nel merito.
Per valutare una azienda industriale occorre avvalersi di parametri ed indici significativi quali:
- Redditività, intesa come la capacità dell’azienda di remunerare tutti i fattori della produzione;
- Liquidità, intesa come la capacità dell’azienda di far fronte tempestivamente ed economicamente ai propri impegni;
- Solidità, intesa come la capacità dell’azienda di perdurare nel tempo, adattandosi alle mutevoli condizioni esterne ed interne;
- Rinnovamento, inteso come la capacità dell’azienda di svilupparsi per effetto della capacità di creare risorse finanziarie al suo interno, cioè di creare risorse grazie alla sua redditività, per effettuare investimenti senza dipendere da fonti esterne;
- Efficienza, intesa come premessa logica alla redditività, poiché tende al razionale utilizzo delle risorse;
- Margini dello stato patrimoniale (fabbisogno finanziario per le attività immobilizzate, liquidità, rapporto attivo corrente con il passivo corrente) e del conto economico (Cash flow operativo).
Per completare la valutazione è necessario dare una risposta alle seguenti problematiche:
- Il Presidente ed il Consiglio di Amministrazione hanno approvato la strategia dell’azienda?
- Se AGSM è in possesso di una strategia quali sono gli obiettivi strategici dell’azienda da perseguire?
- Qual’è il posizionamento dell’AGSM nel contesto competitivo del settore?
- Il Presidente ed i membri del Consiglio di Amministrazione possiedono le capacità, le conoscenze e l’esperienza per gestire in un contesto competitivo un’azienda industriale come AGSM?
- Il management di AGSM è impegnato ad adattare l’azienda in modo continuo e veloce ai cambiamenti che avvengono nell’economia e nel settore specifico?
- Esiste un piano di riorganizzazione dell’AGSM che consenta di migliorare la performance e la qualità dei servizi e di ridurre nello stesso tempo i costi?
- Gli amministratori sono coscienti di assumere delle responsabilità in proprio nella gestione dell’azienda a prescindere dal fatto che il comune di Verona abbia o meno adottato delle decisioni in merito ad AGSM?
- Quali sono stati i criteri adottati per nominare i membri del consiglio di amministrazione?
L’utilizzo dei parametri e la risposta alle problematiche in parte indicate consentono di valutare l’azienda AGSM e di assumere le decisioni più opportune per conseguire una posizione competitiva nel mercato e specificatamente nel settore.
Inoltre, è corretto che AGSM applichi la totale trasparenza dei parametri ed indici finanziari ed economici, della qualità dei servizi e del grado di soddisfazione dei clienti affinché i cittadini e coloro che ne hanno interesse possano partecipare alla vita dell’azienda. Nelle aziende dei servizi private e pubbliche la partecipazione dei clienti e dei dipendenti è fonte di innovazione e di cambiamento continuo per le aziende che la applicano.
Tra i problemi emergono:
- La ridotta marginalità degli utili a fronte di un elevato volume di affari. Non è vero che il rapporto dipende dalla congiuntura economica, la quale può influire solo sul fatturato. Gli utili di AGSM rispetto all’alto fatturato dichiarato dipendono esclusivamente dai costi di produzione ed è su questi che AGSM deve porre attenzione;
- Gli utili utilizzati dal comune. Questo comportamento del socio unico influisce negativamente sul volume degli investimenti, sul fabbisogno della liquidità e sulle tariffe pagate dagli utenti, i quali finanziano indirettamente per scopi diversi le attività del comune. AGSM per mantenersi competitiva ha bisogno di effettuare grandi investimenti, i quali possono essere realizzati in tutto o in parte con la propria liquidità, quindi a costi zero, o ricorrendo al mercato finanziario sostenendo i relativi costi;
- Rapporti Amministrazione comunale e organi dell’AGSM. AGSM non può farsi carico dei tempi troppo lunghi della politica che costano all’azienda in termini di adattamento alle mutevoli condizioni del mercato. Il tempo da utilizzare nelle aziende industriali è una risorsa che non può essere risparmiata e che, pertanto, se utilizzato in modo veloce e continuo accompagnato da capacità decisionale permette di cogliere delle opportunità vantaggiose. Il presidente ed il consiglio di amministrazione non possono bloccare le decisioni strategiche e di gestione di AGSM perché l’Amministrazione del comune di Verona non decide e non offre degli indirizzi. A parte le responsabilità personali dei membri degli organi di AGSM, l’Amministrazione Comunale dovrebbe avvalersi delle capacità e competenze di AGSM altrimenti su quali basi decide ed indirizza la politica dell’azienda.
Da più parti è stato proposto una verifica urgente di maggioranza sugli enti partecipati dal Comune di Verona ed una discussione seria in commissione ed in consiglio comunale su AGSM e sulle altre aziende partecipate (dichiarazione di Giancarlo Montagnoli, consigliere comunale).
Ritengo che qualunque discussione nella maggioranza, nell’opposizione ed in consiglio comunale sia utile solo nel caso in cui ci si confronta non in modo astratto ma sui dati reali di AGSM e si adottano le relative decisioni di indirizzo nell’unico interesse di AGSM e dei clienti.
“Non basta che si mettano d’accordo tra di loro, dichiara Giancarlo Montagnoli, in quanto le aziende di servizio pubblico sono un patrimonio di tutti”.
Occorre coinvolgere i cittadini clienti nel dibattito, i quali hanno diritto di conoscere di AGSM la performance, gli obiettivi stabiliti nei piani, il grado di conseguimento dei risultati e la situazione finanziaria e patrimoniale dell’azienda.
Sulla problematica che si è sviluppata in questi giorni sull’azienda pubblica AGSM ho pensato di rivolgermi all’on.le Federico Testa, responsabile del Partito Democratico dei servizi pubblici locali ed energia, per conoscere la sua posizione rispetto alle problematiche dell’azienda emerse in questi ultimi giorni.
Quale ritieni siano le priorità di AGSM?
AGSM, se vuole essere competitiva nel segmento business e dare un buon servizio ai cittadini veronesi, ha bisogno di individuare le forme attraverso cui riuscire ad avere un accesso meno intermediato possibile alle materie prime energetiche. Personalmente non credo che questo sia ottenibile attraverso consorzi di acquisto o joint venture occasionali: chi possiede questo fattore competitivo non ha interesse a condividerlo con partner occasionali. Quindi ritorna con forza il tema delle alleanze, delle aggregazioni: Tema rispetto al quale AGSM non ha fatto passi in avanti. Da questo punto di vista, credo che sarebbe essenziale procedere almeno per quanto riguarda le società di vendita/commerciali: aggregare imprese diverse è certamente difficile, specie se entrano in gioco i “gioielli di famiglia”, cioè gli asset patrimoniali, più difficili da valutare e che portano con sé aspetti problematici e non sempre quantificabili
Spiegati meglio
Credo sarebbe un passo importante, nei business energetici, procedere ad un’aggregazione tra la società di vendita di AGSM ed analoga società di un primario operatore europeo (eni, eon, edf) che, in cambio di una partecipazione anche di minoranza, potrebbe impegnarsi a garantire la fornitura di materia prima a condizioni vantaggiose, oltre a recuperare efficienza in alcune attività che godono particolarmente delle economie di scala. E per AGSM questo significherebbe poter garantire ai cittadini veronesi condizioni di acquisto migliori
Ma il loro interesse quale sarebbe?
Quello di allungare la loro catena del valore fino al cliente finale.
Ma se è così, perché negli ultimi due anni non è stato fatto nulla?
Credo che la responsabilità sia essenzialmente della politica. L’atteggiamento di questa amministrazione comunale è quello di chi è attentissimo specialmente agli aspetti di potere, alla “presa” sulle Aziende, anche se questo finisce per mortificarne le possibilità di sviluppo. Quindi non si è andati avanti sulle alleanze perché questo significherebbe perdere la possibilità di controllo sugli assetti gestionali: pensi ad esempio alla moltiplicazione di posti (e di costi a carico dei cittadini) ottenuta moltiplicando i Consigli di Amministrazione e capovolgendo la buona pratica introdotta dall’Amministrazione precedente che prevedeva che nei consigli delle controllate da AGSM sedessero i consiglieri di AGSM, senza compenso.
E quindi?
Quindi i cittadini pagano queste scelte due volte. Perché le aziende sostengono maggiori costi per spese di amministrazione e perché la priorità assegnata a questo interesse fa sì che non si facciano le scelte strategiche che potrebbero portare ad una maggiore economicità nella gestione dell’impresa.
Intanto il gruppo consiliare del Partito Democratico in una conferenza stampa chiede con forza una commissione d’indagine ed il capo gruppo consiliare del PD, Stefania Sartori, dichiara che “la città non si accontenta di una semplice verifica all’interno del centro-destra”.
Ritengo che questa soluzione sia la più appropriata affinché i cittadini possano conoscere lo stato reale di AGSM e la più corretta per valutare in modo completo i problemi e prospettare le soluzioni più idonee nell’interesse dei clienti e non certamente nell’interesse dei politici che gestiscono il potere per il potere.
1 commento:
caro Antonino, caro Federico, si paga l'irrisolto problema del sistema economico di questo paese. Si paga un mercato diffusamente oligopolistico e a partecipazione dirigenziale pubblica. Siamo in un paese che non ha mai compreso fino in fondo cosa voglia dire liberalizzazioni e che attraverso lo strumento/scusa del consenso delega senza vincoli alcuni il potere di fare e disfare ad una classe politica spesso inetta.
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