Nell’articolo del 25 ottobre pubblicato su L’Unità Pietro Ichino sottolinea che oggi, rispetto agli anni ’70, l’unità sindacale “consiste invece nel riconoscimento reciproco tra i sindacati, nella rinuncia al potere di veto e, viceversa, nell’accettazione di una cornice di regole di democrazia sindacale che consentano un vero confronto e una utile competizione tra modelli e opzioni diverse”.
Numerosi sono gli esempi che hanno visto le maggiori organizzazioni sindacali assumere posizioni diverse (contratto metalmeccanici nel 2001, patto per l’Italia nel 2002, contratto del commercio, vicenda Alitalia, riforma della contrazione con Confindustria, contrattazione pubblico impiego) e pertanto non sconvolge affermare che l’unità sindacale intesa in senso tradizionale (patto di unità d’azione, unificazione organica dei sindacati confederali) è finita e superata nei fatti senza aver creato un nuovo modello di democrazia e di relazioni sindacali che consenta di andare avanti nelle contrattazioni, non favorisca la polverizzazione delle organizzazioni sindacali e pone le condizioni per un confronto serio e responsabile nell’unico interesse dei lavoratori.
Non sempre la diversità tra le organizzazioni sindacali consiste nell’adozione di una posizione cooperativa o conflittuale. Infatti spesso le maggiori organizzazioni sindacali sono condizionate dal colore politico del Governo e della controparte, da opzioni politiche o tattiche che non sono complementari o di sostegno agli interessi dei lavoratori.
Quanto è accaduto nel pubblico impiego non ci consente di fare la suddetta classificazione tra modello cooperativo e conflittuale. La posizione assunta dalla Cisl e dalla Uil non consente di attribuire a tali sindacati il modello cooperativo in quanto la controparte, in questo caso il Governo ed il Ministro Brunetta, non è credibile per tutto quello che ha stabilito unilateralmente, per il tentativo di restringere per legge la democrazia sindacale e per la propaganda negativa effettuata deliberatamente contro gli operatori pubblici (fannulloni, assenteisti e altro). Con questa controparte un sindacato credibile e responsabile che difende gli interessi dei lavoratori non avrebbe avuto esitazioni a fare proprio il modello conflittuale e a non sottoscrivere il protocollo sul contratto degli statali.
Basta solo questa riflessione per affermare che io, iscritto alla Cisl da sempre, il giorno 7 novembre parteciperò allo sciopero regionale del pubblico impiego ed invito tutti gli operatori della Pubblica Amministrazione a partecipare allo sciopero a prescindere dalle sigle sindacali alle quali si è iscritti.
Inoltre, le promesse fatte dal Ministro Brunetta sono di molto inferiori agli importi già eliminati per legge. Mi riferisco soprattutto al salario accessorio che dovrebbe essere ripristinato entro giugno 2009 con minori importi e con regole diverse che ancora non si conoscono se non in linea generale.
I fondi del salario accessorio dovrebbero essere integrati con le risorse recuperate con l’efficienza amministrativa cioè con una entrata incerta considerato il basso livello di impegno del management pubblico ad introdurre nella P.A. modelli organizzativi efficienti ed efficaci.
L’efficienza e l’efficacia della gestione dei servizi pubblici sembra che dipenda unicamente dai lavoratori pubblici non tenendo in considerazione che il Ministro Brunetta ed il management pubblico hanno una responsabilità maggiore perché dipende da loro l’indirizzo, la guida, il sostegno e la realizzazione di modelli organizzativi coerenti ai cambiamenti intervenuti nel pianeta nel terzo millennio.
La Cisl, la Uil e gli altri sindacati che hanno sottoscritto l’accordo non tengono conto di alcuni parametri fondamentali dell’economia:
- Tasso d’inflazione;
- Rischio povertà;
- Perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni;
- Il livello dei consumi decrescente;
- La necessità di sostenere la domanda interna per contrastare la stagnazione dell’economia.
Perfino il Governatore della Banca d’Italia è intervenuto in diverse occasioni esprimendo la necessità di sostenere famiglie e imprese ed abbassare la tassazione.
Inoltre non prendono in considerazione che il paese vuole una Pubblica Amministrazione che funzioni in un momento in cui il Governo effettua tagli e non razionalizza i costi dei servizi pubblici.
Il rapporto bassi salari e bassa produttività nella Pubblica Amministrazione viene confermato dai comportamenti delle organizzazioni sindacali che hanno siglato l’accordo, le quali si sono assunti la responsabilità di sottoscrivere aumenti minori, 70 euro lordi mensili, rispetto al passato con un tasso di inflazione superiore.
La sottoscrizione dell’accordo non è stata preceduta da una consultazione dei lavoratori pubblici alla faccia della democrazia sindacale e cosi senza mandato specifico hanno sottoscritto l’accordo e si sono assunti la responsabilità di rompere l’unità sindacale con tutte le conseguenze che ne derivano. Il giorno 30 ottobre hanno partecipato allo sciopero della scuola, si sono presentati alla manifestazione sindacale di Roma e dal Ministro Brunetta per sottoscrivere l’accordo.
Come può la Cisl essere conflittuale nel settore della scuola ed accomodante nel pubblico impiego?
Come può Bonanni nell’intervista di oggi al Corriere della Sera lasciarsi andare a certe affermazioni su Epifani se è convinto della propria posizione? Perché non c’è rispetto per le posizioni diverse?
Finiamola con le solite affermazioni “riformista e massimalista”, PD più vicino a Bonanni o a Epifani, sindacato conflittuale o cooperativo. Tutte queste sono definizioni utilizzate dai protagonisti di questa stagione sindacale per coprire le proprie insufficienze e l’incapacità di giustificare il proprio operato di fronte ai lavoratori ed ai problemi che essi vivono in momento di grave crisi economica.
Certo parlare del modello sindacale è una cosa seria, come fa il senatore Pietro Ichino, ma con questi personaggi c’è da aspettarsi di tutto.
Siamo stati trattati come lavoratori che non hanno una coscienza sindacale e che si accontentano delle retribuzioni basse che prendono senza avere fastidi riguardo la partecipazione sindacale e la produttività della Pubblica Amministrazione. Tanto questo Governo non razionalizza i costi, non elimina gli spreghi e i doppioni entrando nel merito delle questioni. Ma taglia e poi taglia le spese: attività questa molto semplice e poco impegnativa. Bonanni e soci hanno dato una buona mano d’aiuto al Ministro Brunetta senza fare alcuna valutazione seria di carattere sociale e politico. Dopo questo accordo il Governo ed il Ministro Brunetta continueranno a dedicarsi alla loro attività principale: tagli in modo semplice ed immediato.
Vi è una contraddizione in Italia sulla quale il sindacato deve riflettere: una presenza forte e pervasiva dei sindacati in presenza di retribuzioni basse rispetto ai paesi competitivi a livello globale. Questo significa che la velocità della creazione della ricchezza non corrisponde all'equità della redistribuzione (L'Unità del 22 ottobre 2008, L'Intervista a Giulio Sapelli di Oreste Pivetta). Si pone in modo serio e responsabile il tema della redistribuzione e per tale motivo le organizzazioni non avrebbero dovuto firmare un protocollo che non considera tale problema. Inoltre occorreva mediare sul rapporto salari e produttività facendo pesare la forza del sindacato.
Conclusione: La Cisl ha comunicato ai propri iscritti di aver sospeso gli scioperi regionali del 3, 7 e 14 novembre.
IO SCIOPERO E TU? FARESTI BENE A SCIOPERARE
L’appello è rivolto a tutti i colleghi ed in particolar modo agli iscritti alla Cisl.
Articolo del senatore Pietro Ichino
Articolo di Massimo Mucchetti
Documento Cgil
Numerosi sono gli esempi che hanno visto le maggiori organizzazioni sindacali assumere posizioni diverse (contratto metalmeccanici nel 2001, patto per l’Italia nel 2002, contratto del commercio, vicenda Alitalia, riforma della contrazione con Confindustria, contrattazione pubblico impiego) e pertanto non sconvolge affermare che l’unità sindacale intesa in senso tradizionale (patto di unità d’azione, unificazione organica dei sindacati confederali) è finita e superata nei fatti senza aver creato un nuovo modello di democrazia e di relazioni sindacali che consenta di andare avanti nelle contrattazioni, non favorisca la polverizzazione delle organizzazioni sindacali e pone le condizioni per un confronto serio e responsabile nell’unico interesse dei lavoratori.
Non sempre la diversità tra le organizzazioni sindacali consiste nell’adozione di una posizione cooperativa o conflittuale. Infatti spesso le maggiori organizzazioni sindacali sono condizionate dal colore politico del Governo e della controparte, da opzioni politiche o tattiche che non sono complementari o di sostegno agli interessi dei lavoratori.
Quanto è accaduto nel pubblico impiego non ci consente di fare la suddetta classificazione tra modello cooperativo e conflittuale. La posizione assunta dalla Cisl e dalla Uil non consente di attribuire a tali sindacati il modello cooperativo in quanto la controparte, in questo caso il Governo ed il Ministro Brunetta, non è credibile per tutto quello che ha stabilito unilateralmente, per il tentativo di restringere per legge la democrazia sindacale e per la propaganda negativa effettuata deliberatamente contro gli operatori pubblici (fannulloni, assenteisti e altro). Con questa controparte un sindacato credibile e responsabile che difende gli interessi dei lavoratori non avrebbe avuto esitazioni a fare proprio il modello conflittuale e a non sottoscrivere il protocollo sul contratto degli statali.
Basta solo questa riflessione per affermare che io, iscritto alla Cisl da sempre, il giorno 7 novembre parteciperò allo sciopero regionale del pubblico impiego ed invito tutti gli operatori della Pubblica Amministrazione a partecipare allo sciopero a prescindere dalle sigle sindacali alle quali si è iscritti.
Inoltre, le promesse fatte dal Ministro Brunetta sono di molto inferiori agli importi già eliminati per legge. Mi riferisco soprattutto al salario accessorio che dovrebbe essere ripristinato entro giugno 2009 con minori importi e con regole diverse che ancora non si conoscono se non in linea generale.
I fondi del salario accessorio dovrebbero essere integrati con le risorse recuperate con l’efficienza amministrativa cioè con una entrata incerta considerato il basso livello di impegno del management pubblico ad introdurre nella P.A. modelli organizzativi efficienti ed efficaci.
L’efficienza e l’efficacia della gestione dei servizi pubblici sembra che dipenda unicamente dai lavoratori pubblici non tenendo in considerazione che il Ministro Brunetta ed il management pubblico hanno una responsabilità maggiore perché dipende da loro l’indirizzo, la guida, il sostegno e la realizzazione di modelli organizzativi coerenti ai cambiamenti intervenuti nel pianeta nel terzo millennio.
La Cisl, la Uil e gli altri sindacati che hanno sottoscritto l’accordo non tengono conto di alcuni parametri fondamentali dell’economia:
- Tasso d’inflazione;
- Rischio povertà;
- Perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni;
- Il livello dei consumi decrescente;
- La necessità di sostenere la domanda interna per contrastare la stagnazione dell’economia.
Perfino il Governatore della Banca d’Italia è intervenuto in diverse occasioni esprimendo la necessità di sostenere famiglie e imprese ed abbassare la tassazione.
Inoltre non prendono in considerazione che il paese vuole una Pubblica Amministrazione che funzioni in un momento in cui il Governo effettua tagli e non razionalizza i costi dei servizi pubblici.
Il rapporto bassi salari e bassa produttività nella Pubblica Amministrazione viene confermato dai comportamenti delle organizzazioni sindacali che hanno siglato l’accordo, le quali si sono assunti la responsabilità di sottoscrivere aumenti minori, 70 euro lordi mensili, rispetto al passato con un tasso di inflazione superiore.
La sottoscrizione dell’accordo non è stata preceduta da una consultazione dei lavoratori pubblici alla faccia della democrazia sindacale e cosi senza mandato specifico hanno sottoscritto l’accordo e si sono assunti la responsabilità di rompere l’unità sindacale con tutte le conseguenze che ne derivano. Il giorno 30 ottobre hanno partecipato allo sciopero della scuola, si sono presentati alla manifestazione sindacale di Roma e dal Ministro Brunetta per sottoscrivere l’accordo.
Come può la Cisl essere conflittuale nel settore della scuola ed accomodante nel pubblico impiego?
Come può Bonanni nell’intervista di oggi al Corriere della Sera lasciarsi andare a certe affermazioni su Epifani se è convinto della propria posizione? Perché non c’è rispetto per le posizioni diverse?
Finiamola con le solite affermazioni “riformista e massimalista”, PD più vicino a Bonanni o a Epifani, sindacato conflittuale o cooperativo. Tutte queste sono definizioni utilizzate dai protagonisti di questa stagione sindacale per coprire le proprie insufficienze e l’incapacità di giustificare il proprio operato di fronte ai lavoratori ed ai problemi che essi vivono in momento di grave crisi economica.
Certo parlare del modello sindacale è una cosa seria, come fa il senatore Pietro Ichino, ma con questi personaggi c’è da aspettarsi di tutto.
Siamo stati trattati come lavoratori che non hanno una coscienza sindacale e che si accontentano delle retribuzioni basse che prendono senza avere fastidi riguardo la partecipazione sindacale e la produttività della Pubblica Amministrazione. Tanto questo Governo non razionalizza i costi, non elimina gli spreghi e i doppioni entrando nel merito delle questioni. Ma taglia e poi taglia le spese: attività questa molto semplice e poco impegnativa. Bonanni e soci hanno dato una buona mano d’aiuto al Ministro Brunetta senza fare alcuna valutazione seria di carattere sociale e politico. Dopo questo accordo il Governo ed il Ministro Brunetta continueranno a dedicarsi alla loro attività principale: tagli in modo semplice ed immediato.
Vi è una contraddizione in Italia sulla quale il sindacato deve riflettere: una presenza forte e pervasiva dei sindacati in presenza di retribuzioni basse rispetto ai paesi competitivi a livello globale. Questo significa che la velocità della creazione della ricchezza non corrisponde all'equità della redistribuzione (L'Unità del 22 ottobre 2008, L'Intervista a Giulio Sapelli di Oreste Pivetta). Si pone in modo serio e responsabile il tema della redistribuzione e per tale motivo le organizzazioni non avrebbero dovuto firmare un protocollo che non considera tale problema. Inoltre occorreva mediare sul rapporto salari e produttività facendo pesare la forza del sindacato.
Conclusione: La Cisl ha comunicato ai propri iscritti di aver sospeso gli scioperi regionali del 3, 7 e 14 novembre.
IO SCIOPERO E TU? FARESTI BENE A SCIOPERARE
L’appello è rivolto a tutti i colleghi ed in particolar modo agli iscritti alla Cisl.
Articolo del senatore Pietro Ichino
Articolo di Massimo Mucchetti
Documento Cgil
6 commenti:
Da sempre,dico da sempre, CISL e UIL sono stati sindacati dalla linea ambigua e inaffidabile, spesso ,molto spesso nei momenti in cui l'unità dei sindacati doveva ergersi a baluardo in difesa dei diritti dei lavoratori,CISL(DC)UIL(PSI)hanno girato le spalle alla CGIL(PCI),i sindacati drovrebbero avere una sola sigla,dovrebbero sempre fare gli interessi dei lavoratori e l'unica cosa da ammettere sarebbe un forte contraddittorio interno ma poi essere più che mai uniti nelle prese di posizione politica e sociale.Le sigle sopracitate e cioè DC/PSI/PCI NON HANNO PIù UN VERO RISCONTRO NELLA SOCIETà MA I SINDACATI SEMBRANO NON AVERLO CAPITO,OGGI C'è UN OBBIETTIVO DA COMBATTERE BERLUSCONI E LA DESTRA
QUINDI C'è POCO DA DIVIDERSI,SE LO SI FA VA A SCAPITO DEI LAVORATORI STESSI,QUINDI LAVORATORI UNITI NELLO SCIOPERO CHE SI FARA' IL 14/11.
C.R.
Nonostante il segretario della Uil abbia sottoscritto l'intesa sul rinnovo dei contratti pubblici, la categoria degli enti locali e sanità della Uil ha confermato lo sciopero. Sarà imbarazzante sostenere aumenti salariali di 70 euro mensili lordi d parte della Cisl e della Uil.
Gli scioperi regionali sono 3, 7 e 14 novembre rispettivamente per le regioni del centro, per le regioni del nord e per le regioni del sud ed isole
Sullo sciopero di ieri del pubblico impiego per le regioni del centro vi sono dati contrastanti. Il segretario della funzione pubblica Cgil, Carlo Podda, ha scioperato un lavoratore su due, per il Ministro Brunetta l'adesione è stata dell'11,15%. Questi ultimi dati sono stati confermati dal segretario della funzione pubblica Cisl Rino Tarelli. Ma questi dati da verificare non aiutano certo la Cisl in quanto essere interpreti di operatori pubblici che vogliono stare tranquilli coniugando bassi redditi con bassa produttività non assolutamente una conquista. Il limite della Cisl è quello di non osare e di ancorarsi a delle posizioni conservatrici che esistono nel pubblico impiego. Basta questo per il cambiamento della P.A.? Io credo di no.Vi è un rapporto proporziale tra minore partecipazione sindacale e minore produttività.
Si porta a conoscenza un comunicato stampa del segretario generale Pp Cgil, Carlo Podda.
"Apprendo con particolare sorpresa che anche un principio di antica civiltà nelle relazioni tra le organizzazioni sindacali, che aveva fatto si che CGIL CISL e UIL nel pubblico impiego non contestassero mai le percentuali di adesione agli scioperi indetti da altre organizzazioni sindacali e men che mai quelle degli scioperi indetti da uno dei tre sindacati confederali, lasciando questo compito come compete alle più volenterose controparti, è stato travolto.
Constato che alle ore 19.30 la FPS CISL possiede una dovizia di dati che alla CGIL sono stati negati e che nemmeno lo stesso ministro Brunetta ha reso noti.
Sarà una conseguenza dei nuovi assetti delle relazioni tra Governo e Organizzazioni sindacali.
Ognuno esprime la sua soddisfazione e quindi anche noi la nostra per quello che consideriamo un risultato che dimostra quanto l'accordo sia poco apprezzato dai lavoratori.
In ogni caso, se vogliamo porre fine a questa discussione sull'effettivo gradimento dell'accordo, faccio una proposta alla CISL ed alla UIL: si indica una campagna di assemblee di informazione al termine della quale si consenta a tutti i lavoratori di poter votare sull'accordo esprimendo così il proprio giudizio.
Per quanto mi riguarda dichiaro fin d'ora che in caso di prevalenza di un giudizio positivo sottoscriverei l'intesa ed i contratti che ne seguiranno.
Ma se, come penso, dovesse succedere il contrario la CISL e la UIL ritirerebbero la firma dall'accordo?"
Si porta a conoscenza un comunicato stampa del segretario generale Fp Cgil, Carlo Podda.
"Apprendo con particolare sorpresa che anche un principio di antica civiltà nelle relazioni tra le organizzazioni sindacali, che aveva fatto si che CGIL CISL e UIL nel pubblico impiego non contestassero mai le percentuali di adesione agli scioperi indetti da altre organizzazioni sindacali e men che mai quelle degli scioperi indetti da uno dei tre sindacati confederali, lasciando questo compito come compete alle più volenterose controparti, è stato travolto.
Constato che alle ore 19.30 la FPS CISL possiede una dovizia di dati che alla CGIL sono stati negati e che nemmeno lo stesso ministro Brunetta ha reso noti.
Sarà una conseguenza dei nuovi assetti delle relazioni tra Governo e Organizzazioni sindacali.
Ognuno esprime la sua soddisfazione e quindi anche noi la nostra per quello che consideriamo un risultato che dimostra quanto l'accordo sia poco apprezzato dai lavoratori.
In ogni caso, se vogliamo porre fine a questa discussione sull'effettivo gradimento dell'accordo, faccio una proposta alla CISL ed alla UIL: si indica una campagna di assemblee di informazione al termine della quale si consenta a tutti i lavoratori di poter votare sull'accordo esprimendo così il proprio giudizio.
Per quanto mi riguarda dichiaro fin d'ora che in caso di prevalenza di un giudizio positivo sottoscriverei l'intesa ed i contratti che ne seguiranno.
Ma se, come penso, dovesse succedere il contrario la CISL e la UIL ritirerebbero la firma dall'accordo?"
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