venerdì 12 ottobre 2012

Più trasparenza e meno privacy

Dopo gli scandali che sono venuti alla luce in quest’ultimo periodo e che hanno interessato anche le autonomie locali diventa più urgente approvare il disegno di legge sull’anticorruzione. Nonostante che il provvedimento sia stato licenziato dalla Commissione competente ed approdato in Parlamento le riserve del Pdl non sono state annullate e probabilmente si ripercuoteranno in sede parlamentare durante l’iter di approvazione della proposta.
Ritengo che per eliminare le diverse forme di corruzione e posizionare tale fenomeno al livello degli altri paesi non è sufficiente, anche se importante, l’approvazione del disegno di legge in questione.
Come si può facilmente notare gli avvenimenti corruttivi sono stati scoperti dalle forze dell’ordine dopo e non prima o durante lo svolgimento del processo di corruzione. Tale analisi induce a capire che la trasparenza totale non si è affermata nel paese e, pertanto, i dati e le informazioni del sistema pubblico sono assenti o carenti e non aiutano a prevenire il fenomeno della corruzione. Inoltre, l’assenza di tale fattore non induce a comportamenti sobri ed onesti in quanto i corruttori ed i corrotti sanno benissimo che i rischi sono bassi rispetto ai benefici e possono farla franca, grazie anche ai tempi della giustizia.
Gli effetti devastanti della corruzione, la quale ammonta annualmente a circa 60/70 miliardi, intervengono sul bilancio dello Stato, sulla concorrenza delle imprese, le quali ritengono inutile innovare nei processi e nei prodotti, e sulla cultura dei giovani, i quali sono convinti che per costruire il proprio futuro non sono sufficienti le competenze, e dei cittadini che continuano ad avere meno fiducia nei partiti e nelle istituzioni.
Secondo il rapporto di Transparency International's 2011 Corruption Perceptions Index l’Italia si posiziona al 69esimo posto a livello mondiale su 182 paesi con un rank di 3,9 (su 10). Nel 2008 il rank dell’Italia era di 4,6. L’Italia è posizionata peggio di paesi come il Ghana, la Slovacchia e il Montenegro. In cima alla classifica (i paesi meno corrotti) ci sono Nuova Zelanda, Danimarca e Finlandia.
L’alto indice di corruzione e la bassa trasparenza scoraggiano gli investimenti esteri in Italia con gravi conseguenze per il sistema economico e la base occupazionale. Per scoraggiare la corruzione occorre non solo una buona legge anticorruzione ma anche un provvedimento legislativo sulla trasparenza totale che consenta, attraverso l’utilizzo efficiente ed efficace di dati ed informazioni appositamente elaborati, di prevenire il fenomeno o di intervenire durante il processo di corruttela.
Il sistema delle PA presenta i seguenti aspetti:
- L’assenza di una legge completa che regoli la trasparenza ed i suoi rapporti con la privacy;
- La frammentazione delle PA che non comunicano fra di loro dati adeguati ai compiti istituzionali nonostante che le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione facilitano il compito. Si citano alcuni esempi classici: la riscossione della pensione del pensionato defunto da parte degli eredi ed il falso cieco titolare di pensione di invalidità civile e di patente di guida che vengono scoperti dopo anni dalle forze dell’ordine e non dall’integrazione dei dati tra le PA in possesso delle informazioni;
- L’assenza di tutti i dati ed informazioni utili a prevenire il fenomeno della corruzione e a velocizzare l’erogazione dei servizi;
- L’insufficiente utilizzo dell’informazione analitica nelle Pa per migliorare l’efficacia e l’efficienza della loro azione, nonostante l’ampio possesso di dati (criminalità, evasione fiscale, sanità, contributi pubblici, finanziamento ai partiti ed ai gruppi consiliari);
- La mancata organizzazione di Big Data che creano benefici per le PA (razionalizzazione della spesa, controllo della performance e degli sprechi, lotta all’evasione ed individuazione degli evasori, prevenzione della criminalità) e per i cittadini (velocità nell’erogazione dei servizi, qualità dei servizi).
L’art. 11 del D. Lgs. n. 150 del 2009 ha introdotto la trasparenza per le PA con pessimi risultati in quanto quasi nessuno ha realizzato i principi in esso contenuto. L’assenza di sanzioni per le PA che non hanno ottemperato a tali obblighi e la scarsa attenzione della Civit hanno contribuito a rendere evanescente gli obblighi in materia di trasparenza.
Condivido la posizione del senatore Pietro Ichino, il quale in una recente intervista sulla proposta di legge sull’anticorruzione ha dichiarato: “Considero l’approvazione rapida di questa legge essenziale per l’immagine del nostro paese oltre che per il suo funzionamento. Credo che non sarebbe male che in questa stessa legge o anche in una immediatamente successiva si aggiungesse alle misure che qui vengono adottate una misura fondamentale, quella della trasparenza totale che significa in concreto accessibilità per il pubblico senza condizioni a tutti i documenti delle amministrazioni pubbliche, salvo ovviamente quelli che siano stati secretati con provvedimento motivato. Questo esporre alla luce del sole ogni documento dell’amministrazione pubblica costituisce il disinfettante migliore e produce effetti molto più incisivi di qualsiasi controllo di Corte dei Conti o altra autorità amministrativa”.
In questi giorni è stato presentato un disegno di legge sulla trasparenza dei patrimoni, dei redditi e degli interessi degli eletti a firma di Pietro Ichino, Anna Finocchiaro, Enrico Morando ed altri parlamentari.
Il provvedimento normativo sulla trasparenza, oltre a dettare le regole in tale materia, deve consentire di realizzare quelle piattaforme informatiche necessarie affinché possano essere effettuati i controlli in tempo reale dagli organi competenti, alleggerendo gli interventi ispettivi, e consentire ai cittadini di controllare l’attività delle pubbliche amministrazioni. Ritengo che il Governo dovrebbe adottare con urgenza un provvedimento sulla trasparenza totale al fine di dare una risposta completa ed efficace alla grave emergenza istituzionale conseguente agli episodi di malversazione che si sono verificati negli ultimi tempi.
Il provvedimento per essere efficace dovrebbe ispirarsi al modello Freedom of Information Acts britannici e statunitensi.
Oggi in Italia occorre più trasparenza e meno privacy per contrastare efficacemente la corruzione, l’evasione fiscale e le altre anomalie che il sistema opaco produce.

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