Da che cosa si capisce che siamo alla frutta? Dall'omologazione di sistemi e metodi. Quali?
Attaccarsi ad una parola con l'unico scopo di strumentalizzarla. Sfruttare il servizio di informazione pubblica come mezzo personale per far fuori l'avversario, usandolo al pari di un fucile, spinti dalla stessa veemente facilità con cui si preme il grilletto. Considerare il popolo italiano incapace di pensare, valutare, scegliere. Questa è la cosa più grave.
L'attacco a Debora Serracchiani rappresenta un attacco all'intelligenza del popolo. Pensando che le persone si possano ricredere sulla base di un aggettivo, dato per sdrammatizzare non solo una contesa politica, ma anche e soprattutto la propria figura, vuol dire offendere una buona parte dell'elettorato. Lo stesso elettorato che è anche il proprio. Lo stesso elettorato che durante la campagna di raccolta voti i politici lodano, dicendo che gli italiani sono meglio di questa Italia.
Come può il PD riacquistare fiducia se dispone, con una spontaneità allarmante, degli stessi subdoli mezzi normalmente attribuiti all'altra parte politica? Come può il PD pensare che la gente ritorni ad avere fiducia nella sinistra se non riesce neanche in queste cose a distinguersi dalla destra? Come può una parte del PD provare ad accattivarsi più voti sputando sulla sua unica possibilità di uscire dalla crisi, ossia il rinnovamento incarnato da Debora? Come può il PD promettere lavoro ai giovani, di cui molti laureati anche in scienze politiche, se i suoi storici rappresentanti non lasciano per primi il necessario spazio all'occupazione?
La risposta è una, a quanto pare, PUO' e non ci siamo, direi. Non ci siamo proprio. Quello che traspare è una grande paura di perdere la poltrona, non certo la disponibilità a cambiare in meglio il paese. Se veramente questa gente amasse l'Italia, i suoi cittadini, la loro libertà dal dominio di Berlusconi, sacrificherebbe il proprio ego, si sposterebbe nelle retrovie e lavorerebbe seriamente per formare la nuova classe dirigente. Perché hanno perso credibilità e lo sanno: i voti parlano! Debora non saprà la storia quanto D'Alema o Bersani, può anche darsi, ma non bisognerebbe limitarsi a conoscerla, bensì imparare da questa che una società senza rinnovamento politico si accartoccia su sé stessa.
Silvia Dellino – Verona
Intanto i sostenitori di Debora Serracchiani e Dario Franceschini hanno aperto un gruppo in Facebook “A me è simpatico Franceschini” che si presenta cosi “Per tutti quelli che credono che Franceschini sia anche po’ simpatico. E che la simpatia non sia un reato politico...o un peccato originale...."
Purtroppo per loro alle valutazioni di Debora sul PD hanno reagito in modo scomposto diversi esponenti che avrebbero fatto meglio a stare zitti perché i loro errori sono tanti in questi lunghi anni.
Attaccarsi ad una parola con l'unico scopo di strumentalizzarla. Sfruttare il servizio di informazione pubblica come mezzo personale per far fuori l'avversario, usandolo al pari di un fucile, spinti dalla stessa veemente facilità con cui si preme il grilletto. Considerare il popolo italiano incapace di pensare, valutare, scegliere. Questa è la cosa più grave.
L'attacco a Debora Serracchiani rappresenta un attacco all'intelligenza del popolo. Pensando che le persone si possano ricredere sulla base di un aggettivo, dato per sdrammatizzare non solo una contesa politica, ma anche e soprattutto la propria figura, vuol dire offendere una buona parte dell'elettorato. Lo stesso elettorato che è anche il proprio. Lo stesso elettorato che durante la campagna di raccolta voti i politici lodano, dicendo che gli italiani sono meglio di questa Italia.
Come può il PD riacquistare fiducia se dispone, con una spontaneità allarmante, degli stessi subdoli mezzi normalmente attribuiti all'altra parte politica? Come può il PD pensare che la gente ritorni ad avere fiducia nella sinistra se non riesce neanche in queste cose a distinguersi dalla destra? Come può una parte del PD provare ad accattivarsi più voti sputando sulla sua unica possibilità di uscire dalla crisi, ossia il rinnovamento incarnato da Debora? Come può il PD promettere lavoro ai giovani, di cui molti laureati anche in scienze politiche, se i suoi storici rappresentanti non lasciano per primi il necessario spazio all'occupazione?
La risposta è una, a quanto pare, PUO' e non ci siamo, direi. Non ci siamo proprio. Quello che traspare è una grande paura di perdere la poltrona, non certo la disponibilità a cambiare in meglio il paese. Se veramente questa gente amasse l'Italia, i suoi cittadini, la loro libertà dal dominio di Berlusconi, sacrificherebbe il proprio ego, si sposterebbe nelle retrovie e lavorerebbe seriamente per formare la nuova classe dirigente. Perché hanno perso credibilità e lo sanno: i voti parlano! Debora non saprà la storia quanto D'Alema o Bersani, può anche darsi, ma non bisognerebbe limitarsi a conoscerla, bensì imparare da questa che una società senza rinnovamento politico si accartoccia su sé stessa.
Silvia Dellino – Verona
Intanto i sostenitori di Debora Serracchiani e Dario Franceschini hanno aperto un gruppo in Facebook “A me è simpatico Franceschini” che si presenta cosi “Per tutti quelli che credono che Franceschini sia anche po’ simpatico. E che la simpatia non sia un reato politico...o un peccato originale...."
Purtroppo per loro alle valutazioni di Debora sul PD hanno reagito in modo scomposto diversi esponenti che avrebbero fatto meglio a stare zitti perché i loro errori sono tanti in questi lunghi anni.
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