L'on.le Federico Testa ha presentato una interrogazione ai Ministri dell’interno e della difesa. Per conoscere, premesso che: nei primi giorni del mese di gennaio nel centro cittadino di Verona una giovane ragazza che si trovava in compagnia di alcuni amici è stata aggredita da un gruppo di circa una ventina di facinorosi, di età apparente compresa tra i venti ed i venticinque anni, verosimilmente appartenenti a gruppi dell’estrema destra;
il fatto in questione ha avuto un ampio risalto sulle pagine della cronaca nazionale e locale, e secondo quanto riportato dagli organi di stampa la Questura di Verona avrebbe, con la solita puntuale professionalità, individuato la quasi totalità dei responsabili;
Nel rinnovare quindi la stima e l’apprezzamento per gli investigatori della Digos scaligera, si deve tuttavia porre in evidenza che, secondo quanto emerge dalle dichiarazioni della parte offesa riprese dalle interviste dei quotidiani locali, proprio mentre era in corso il pestaggio sono occasionalmente transitati sul luogo dei fatti alcuni militari a bordo di alcune camionette;
sempre da quanto si apprenderebbe dalle esternazioni della ragazza gravemente ferita, questo contingente di circa una decina di soldati sarebbe rimasto sostanzialmente inerte, ed avrebbe consentito al gruppo di aggressori di allontanarsi tranquillamente;
da quanto pare di aver capito quel contingente di circa una decina di militari era parte del più ampio gruppo di soldati che dallo scorso mese di settembre sono stati inviati a Verona al dichiarato scopo di contribuire al controllo del territorio;
sempre facendo riferimento alle dichiarazioni dianzi segnalate, pare che pochi istanti dopo che il gruppo di aggressori si era dileguato nelle vie adiacenti, siano intervenuti sul posto equipaggi della Sezione Volanti della Questura di Verona, e che tali Agenti, dopo aver ricevuto una sommaria descrizione dei fuggitivi, si siano messi alla ricerca dei responsabili dell’aggressione, senza purtroppo essere riusciti ad individuarne alcuno:
- se corrisponda al vero che i militari sopraggiunti nel luogo dell’aggressione siano effettivamente parte del contingente di rinforzo inviato a seguito dell’adozione dello specifico decreto legge con il quale si intendeva contribuire al controllo del territorio;
- se sia vero che quella sera, nonostante avessero assistito alla fase conclusiva dell’aggressione, quei militari sono rimasti inerti di fronte all’allontanamento degli autori della descritta gravissima aggressione;
nel caso in cui risulti che effettivamente si trattava dei militari ordinariamente impiegati in ausilio alle forze di polizia della provincia di Verona, per quale ragione gli stessi, che si presume siano stati scelti in ragione del peculiare addestramento, non abbiano fatto nulla per impedire agli autori dell’aggressione di allontanarsi;
laddove si verificasse che effettivamente i militari non sono intervenuti e che quindi se non fosse stato per la professionalità degli investigatori della Polizia di Stato, gli aggressori mai sarebbero stati individuati, si chiede di sapere se sia stata condotta una inchiesta amministrativa che abbia accertato: se il mancato intervento è stato imputabile alla mancanza di specifico addestramento dei militari; ovvero se i militari non siano intervenuti perché impossibilitati dalla carenza dei presupposti giuridici ordinamentali per poter operare arresti nella flagranza di reati, ancorché gravi;
se quindi, sussistendo le premesse sin qui svolte, laddove si verifichi, come si teme, che in effetti i militari non sarebbero intervenuti per carenza di preparazione e/o dei requisiti giuridici per poterlo fare, questo non dimostri la sostanziale inutilità del loro impiego in servizi di polizia e non consigli di evitare inutili sprechi di denaro pubblico destinando invece le risorse per ripianare le carenze di organico delle forze di polizia.
il fatto in questione ha avuto un ampio risalto sulle pagine della cronaca nazionale e locale, e secondo quanto riportato dagli organi di stampa la Questura di Verona avrebbe, con la solita puntuale professionalità, individuato la quasi totalità dei responsabili;
Nel rinnovare quindi la stima e l’apprezzamento per gli investigatori della Digos scaligera, si deve tuttavia porre in evidenza che, secondo quanto emerge dalle dichiarazioni della parte offesa riprese dalle interviste dei quotidiani locali, proprio mentre era in corso il pestaggio sono occasionalmente transitati sul luogo dei fatti alcuni militari a bordo di alcune camionette;
sempre da quanto si apprenderebbe dalle esternazioni della ragazza gravemente ferita, questo contingente di circa una decina di soldati sarebbe rimasto sostanzialmente inerte, ed avrebbe consentito al gruppo di aggressori di allontanarsi tranquillamente;
da quanto pare di aver capito quel contingente di circa una decina di militari era parte del più ampio gruppo di soldati che dallo scorso mese di settembre sono stati inviati a Verona al dichiarato scopo di contribuire al controllo del territorio;
sempre facendo riferimento alle dichiarazioni dianzi segnalate, pare che pochi istanti dopo che il gruppo di aggressori si era dileguato nelle vie adiacenti, siano intervenuti sul posto equipaggi della Sezione Volanti della Questura di Verona, e che tali Agenti, dopo aver ricevuto una sommaria descrizione dei fuggitivi, si siano messi alla ricerca dei responsabili dell’aggressione, senza purtroppo essere riusciti ad individuarne alcuno:
- se corrisponda al vero che i militari sopraggiunti nel luogo dell’aggressione siano effettivamente parte del contingente di rinforzo inviato a seguito dell’adozione dello specifico decreto legge con il quale si intendeva contribuire al controllo del territorio;
- se sia vero che quella sera, nonostante avessero assistito alla fase conclusiva dell’aggressione, quei militari sono rimasti inerti di fronte all’allontanamento degli autori della descritta gravissima aggressione;
nel caso in cui risulti che effettivamente si trattava dei militari ordinariamente impiegati in ausilio alle forze di polizia della provincia di Verona, per quale ragione gli stessi, che si presume siano stati scelti in ragione del peculiare addestramento, non abbiano fatto nulla per impedire agli autori dell’aggressione di allontanarsi;
laddove si verificasse che effettivamente i militari non sono intervenuti e che quindi se non fosse stato per la professionalità degli investigatori della Polizia di Stato, gli aggressori mai sarebbero stati individuati, si chiede di sapere se sia stata condotta una inchiesta amministrativa che abbia accertato: se il mancato intervento è stato imputabile alla mancanza di specifico addestramento dei militari; ovvero se i militari non siano intervenuti perché impossibilitati dalla carenza dei presupposti giuridici ordinamentali per poter operare arresti nella flagranza di reati, ancorché gravi;
se quindi, sussistendo le premesse sin qui svolte, laddove si verifichi, come si teme, che in effetti i militari non sarebbero intervenuti per carenza di preparazione e/o dei requisiti giuridici per poterlo fare, questo non dimostri la sostanziale inutilità del loro impiego in servizi di polizia e non consigli di evitare inutili sprechi di denaro pubblico destinando invece le risorse per ripianare le carenze di organico delle forze di polizia.
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