giovedì 8 marzo 2012

Alfano a disposizione di Berlusconi

Ieri il segretario del Pdl ha disertato la riunione a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio,   Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini. In un primo momento Alfano aveva dichiarato in Facebook che sarebbe stato presente all’incontro e subito dopo cambia posizione in quanto all’incontro si dovrebbe discutere di Giustizia e Rai che, secondo lui, non rientrano nell’agenda del Governo Monti, il quale è nato per risolvere l’emergenze economica.
L’incontro non aveva un ordine del giorno prestabilito.
Alfano non tiene conto che il tema della Giustizia ed in particolare della corruzione rientrano  in modo completo nell’emergenza economica. Basti pensare che la corruzione altera  la libera concorrenza ed ammonta a circa 60 miliardi e la Giustizia lenta in Italia non attrae gli investimenti esteri.
La Rai, lottizzata dai partiti, va bene così a Berlusconi perché non tocca i suoi interessi televisivi. Anche su questo fronte il paese rischia di perdere credibilità internazionale dopo gli sforzi positivi effettuati da Monti. La Rai, come la giustizia, ha le sue interconnessioni con la situazione economica del paese.  Il miglioramento della qualità dei servizi e dei conti della Rai incidono nell’economia del paese.
La filosofia del Cavaliere nei confronti del Governo Monti è la seguente: Monti non deve interessarsi di temi ed argomenti che mettono in difficoltà Berlusconi. Fino a quando gli interessi del Pdl, i quali coincidono con gli interessi di Berlusconi, non vengono toccati ci sarà pieno appoggio a Monti. In caso contrario, come la riunione di ieri, il Pdl con il servo di turno prende le distanze e minaccia Monti.
Intanto nella commissione competente il disegno di legge sulla corruzione non fa passi avanti in quanto i rappresentanti del Pdl esprimono la loro contrarietà ad includere nuovi reati, ad innalzare le sanzioni e riscrivere la prescrizione.
L’aggiornamento del reato di corruzione deriva dalle convenzioni internazionali mai recepite in Italia e dalla legislazione vigente negli altri paesi.
Inoltre, occorre considerare che il Pdl è in profonda crisi lacerato da mille interessi e dall’assenza di una vera leadership. Berlusconi ha dichiarato, smentendo successivamente, che ad Alfano manca un quid. Tali problemi vengono scaricati sul Governo Monti, mettendo in secondo piano gli interessi dell’Italia, la quale non è uscita definitivamente dalla crisi e rischia di ritornarci se la capacità riformatrice del Governo Monti viene bloccata da interessi personali e privati.
A rendere più grave la crisi del Pdl sono le prossime elezioni amministrative e la rottura dell’alleanza con la Lega. Tali fattori portano ad una sonora sconfitta del Pdl.
Occorre tenere presente che Berlusconi in queste condizioni non può giocare la carta delle elezioni anticipate che perderebbe sicuramente.
A questo punto occorre che Monti prosegua per la sua strada e non si faccia condizionare dal Pdl perché le sue armi sono spuntate.

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