Il volume che ho curato con Antonino Leone trae origine dall’incontro tanto fortuito quanto fortunato tra la mia passione per la ricerca del cambiamento nelle organizzazioni pubbliche e la straordinaria esperienza, dedizione e determinazione di Antonino che come direttore dell’INPS ha concretamente cambiato il modo in cui l’INPS di Verona mette in pratica la sua missione al servizio dei cittadini.
Antonino Leone è un agente del cambiamento, capace di escogitare soluzioni innovative, valorizzando il merito e valutando il lavoro malgrado le formidabili resistenze che tuttora frenano e in taluni casi bloccano l’operare delle amministrazioni pubbliche. E’ in questo inatteso e sorprendente sodalizio con Antonino Leone che risiede il cuore del messaggio del nostro libro. Per riformare la PA non bastano nuove regole generali che mirano a condizionare e incentivare i comportamenti dei dipendenti e dei manager pubblici. Le regole offrono la cornice istituzionale e normativa necessaria perché i processi di cambiamento frequentemente sotterranei ed episodici emergano in superficie acquisendo legittimità e sistematica applicazione. Tuttavia, la linfa del cambiamento scorre nel concreto agire delle amministrazioni, nelle scelte che giorno per giorno vengono assunte per risolvere problemi concreti in risposta ai bisogni e alle domande dei cittadini e delle imprese. I due piani della riforma, quello legislativo e quello organizzativo, sono, quindi, complementari e indispensabili l’uno all’altro, pena la disapplicazione della legge - cosa peraltro molto frequente in Italia - o l’isolamento e lo scoraggiamento di tanti virtuosi dipendenti e dirigenti che lasciati a se stessi finiscono per essere sopraffatti dall’andazzo dominante. In questo senso, le mie ricerche sulla PA portano alla luce l’imponente patrimonio motivazionale, organizzativo e programmatico diffuso nella pubblica amministrazione italiana, ma nello stesso tempo testimoniano le carenze di capacità direzionali e cooperative che rallentano i processi e frammentano l’azione pubblica proprio laddove il bisogno è più avvertito come ad esempio nel Mezzogiorno. In tal senso, la prospettiva federale che si staglia sempre più nitida all’orizzonte potrebbe ridare slancio e responsabilità a tanti dirigenti e dipendenti da valorizzare e premiare. Benché non credo che sia una passeggiata diffondere meritocrazia e efficienza gestionale, sono fiduciosa che il cambiamento della PA possa avanzare a tratti su un binario ad alta velocità.
Antonino Leone è un agente del cambiamento, capace di escogitare soluzioni innovative, valorizzando il merito e valutando il lavoro malgrado le formidabili resistenze che tuttora frenano e in taluni casi bloccano l’operare delle amministrazioni pubbliche. E’ in questo inatteso e sorprendente sodalizio con Antonino Leone che risiede il cuore del messaggio del nostro libro. Per riformare la PA non bastano nuove regole generali che mirano a condizionare e incentivare i comportamenti dei dipendenti e dei manager pubblici. Le regole offrono la cornice istituzionale e normativa necessaria perché i processi di cambiamento frequentemente sotterranei ed episodici emergano in superficie acquisendo legittimità e sistematica applicazione. Tuttavia, la linfa del cambiamento scorre nel concreto agire delle amministrazioni, nelle scelte che giorno per giorno vengono assunte per risolvere problemi concreti in risposta ai bisogni e alle domande dei cittadini e delle imprese. I due piani della riforma, quello legislativo e quello organizzativo, sono, quindi, complementari e indispensabili l’uno all’altro, pena la disapplicazione della legge - cosa peraltro molto frequente in Italia - o l’isolamento e lo scoraggiamento di tanti virtuosi dipendenti e dirigenti che lasciati a se stessi finiscono per essere sopraffatti dall’andazzo dominante. In questo senso, le mie ricerche sulla PA portano alla luce l’imponente patrimonio motivazionale, organizzativo e programmatico diffuso nella pubblica amministrazione italiana, ma nello stesso tempo testimoniano le carenze di capacità direzionali e cooperative che rallentano i processi e frammentano l’azione pubblica proprio laddove il bisogno è più avvertito come ad esempio nel Mezzogiorno. In tal senso, la prospettiva federale che si staglia sempre più nitida all’orizzonte potrebbe ridare slancio e responsabilità a tanti dirigenti e dipendenti da valorizzare e premiare. Benché non credo che sia una passeggiata diffondere meritocrazia e efficienza gestionale, sono fiduciosa che il cambiamento della PA possa avanzare a tratti su un binario ad alta velocità.
2 commenti:
Ciao Antonino, innanzitutto volevo ringraziarTi per l'invio della Tua newsletter, in secondo luogo essendo interessato al volume Ti ringrazio della segnalazione e sara' mia cura inviare e-mail all'indirizzo segnalato. Nella speranza che mi onorerai anche in futuro della Tua amicizia porgo cordiali saluti.
Caro Remo sono onorato della tua amicizia e mi fa sentire meno solo. Grazie
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