Nel mese di agosto e settembre si è registrato un aumento delle assenze per malattia: +16,7% nel mese di agosto e + 24,2% nel mese di settembre rispetto ai medesimi mesi del 2008.
L’aumento delle assenze per malattia coincide con la modifica delle fasce di reperibilità decisa a luglio. Tale provvedimento prevede che le fasce di reperibilità per i lavoratori pubblici, entro le quali devono essere effettuate le visite mediche di controllo in caso di malattia, tornano ad essere quelle già in vigore nel passato in linea con il settore privato: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 (e non più dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20).
Questa coincidenza fa ritenere al Ministro Brunetta che per ridurre l’assenteismo occorre allargare le fasce di reperibilità e pertanto si appresta a correggere la normativa in vigore con decreto ministeriale con le seguenti nuove fasce orarie:
- dalle 9,00 alle 13,00
- dalle 15,00 alle 18,00.
Ritengo che l’intervento di Brunetta ancora una volta contrasta i sintomi ma non le cause cosi come afferma l’amico economista di Pietro Ichino, il quale dichiara che “l’effetto aspirina ..... si riferisce al semplice contrasto dei sintomi, ma non delle cause: una volta tolto il fiato dal collo ai dipendenti pubblici, la situazione, ahimè, è tornata quella di prima”.
Ritengo che l’assenza per malattia vada combattuto utilizzando una pluralità di strumenti e non fossilizzandosi sull’allargamento delle fasce di reperibilità e sull’obbligatorietà delle visite mediche di controllo ai dipendenti pubblici cioè sui sintomi.
Obbligo delle visite mediche di controllo
Il management pubblico conosce o è nelle condizioni di conoscere chi abusa delle assenze per malattia e pertanto può intervenire in modo specifico ed opportuno con le visite di controllo su tali lavoratori.
I ricoveri ospedalieri attestati e valutati in modo corretto possono senz’altro essere esclusi dall’obbligatorietà dei controlli.
I lavoratori pubblici che non ricorrono in modo frequente all’assenza per malattia possono essere tenuti fuori dai controlli. Misure queste che eliminerebbero attività inutili che incidono in modo rilevante sui costi e restringerebbero l’area di non applicazione della normativa, considerato il fatto che le ASL non sono in condizioni di effettuare tutte le visite mediche di controllo richieste.
Per i lavoratori che presentano un tasso di assenza per malattia superiore ad un certo parametro vanno sottoposti a controllo. Occorre quindi stabilire un parametro oggettivo a cui il management pubblico dovrà fare riferimento.
Fasce di reperibilità
Coloro che ricorrono in modo frequente all’assenza per malattia in modo illegittimo sono quelli che più degli altri lavoratori rispettano le fasce di reperibilità, tranne alcuni casi eccezionali, in quanto sono coscienti della inesistenza della malattia e degli effetti che subiranno in caso di assenza alla visita medica di controllo.
Lo strumento della visita medica di controllo domiciliare è un deterrente ma non risolve in modo completo il fenomeno dell’assenza per malattia.
Cause dell’assenza
In un post precedente, intervista a Silvano Del Lungo, sono state indicate le cause dell’assenteismo che derivano dall’ambiente di lavoro, dalle mansioni assegnate, dal mancato coinvolgimento nei processi di lavoro, dal grado di appartenenza dei lavoratori nei confronti dell’impresa, dalle relazioni umane e da altre cause.
Tutte queste cause rientrano nelle responsabilità del management pubblico e sono la conseguenza del tipo di leadership che viene esercitata e dai modelli organizzativi che vengono applicati. Pertanto, occorre intervenire su tali fattori al fine di porre sotto controllo il fenomeno che stiamo esaminando.
Salario accessorio ed assenza per malattia
Occorre predisporre un piano di rientro dell’assenza per malattia con l’obiettivo finale di allinearlo a quello dei lavoratori delle imprese private. Può essere stabilito un parametro annuale di assenteismo da assegnare a ciascun ente, organo e dipartimento pubblico da conseguire nell’anno. Tale parametro dovrebbe essere affidato alla dirigenza e rapportato al salario di risultato che annualmente viene assegnato al management pubblico. Il mancato conseguimento o il conseguimento parziale dell’obiettivo dovrebbe influire sui premi e sul salario variabile del management pubblico.
Ritengo che questa soluzione sia giusta e corretta in quanto l’assenteismo dipende in larga misura da condizioni e responsabilità del management pubblico (condizioni ambientali, organizzazione, coinvolgimento). Tutto questo non significa che i lavoratori pubblici non abusano di tale diritto ma ritengo che togliere falsi alibi ai dirigenti ed ai lavoratori e creare nuove condizioni di lavoro influisce sicuramente sul tasso di assenteismo.
Attaccare solo i lavoratori pubblici significa deresponsabilizzare ancora una volta il management pubblico, il quale è troppo interessato al mantenimento dello status quo.
Brunetta non interviene sulle cause dell’assenteismo
L’assenza dal lavoro di Donata Gottardi
L’aumento delle assenze per malattia coincide con la modifica delle fasce di reperibilità decisa a luglio. Tale provvedimento prevede che le fasce di reperibilità per i lavoratori pubblici, entro le quali devono essere effettuate le visite mediche di controllo in caso di malattia, tornano ad essere quelle già in vigore nel passato in linea con il settore privato: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 (e non più dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20).
Questa coincidenza fa ritenere al Ministro Brunetta che per ridurre l’assenteismo occorre allargare le fasce di reperibilità e pertanto si appresta a correggere la normativa in vigore con decreto ministeriale con le seguenti nuove fasce orarie:
- dalle 9,00 alle 13,00
- dalle 15,00 alle 18,00.
Ritengo che l’intervento di Brunetta ancora una volta contrasta i sintomi ma non le cause cosi come afferma l’amico economista di Pietro Ichino, il quale dichiara che “l’effetto aspirina ..... si riferisce al semplice contrasto dei sintomi, ma non delle cause: una volta tolto il fiato dal collo ai dipendenti pubblici, la situazione, ahimè, è tornata quella di prima”.
Ritengo che l’assenza per malattia vada combattuto utilizzando una pluralità di strumenti e non fossilizzandosi sull’allargamento delle fasce di reperibilità e sull’obbligatorietà delle visite mediche di controllo ai dipendenti pubblici cioè sui sintomi.
Obbligo delle visite mediche di controllo
Il management pubblico conosce o è nelle condizioni di conoscere chi abusa delle assenze per malattia e pertanto può intervenire in modo specifico ed opportuno con le visite di controllo su tali lavoratori.
I ricoveri ospedalieri attestati e valutati in modo corretto possono senz’altro essere esclusi dall’obbligatorietà dei controlli.
I lavoratori pubblici che non ricorrono in modo frequente all’assenza per malattia possono essere tenuti fuori dai controlli. Misure queste che eliminerebbero attività inutili che incidono in modo rilevante sui costi e restringerebbero l’area di non applicazione della normativa, considerato il fatto che le ASL non sono in condizioni di effettuare tutte le visite mediche di controllo richieste.
Per i lavoratori che presentano un tasso di assenza per malattia superiore ad un certo parametro vanno sottoposti a controllo. Occorre quindi stabilire un parametro oggettivo a cui il management pubblico dovrà fare riferimento.
Fasce di reperibilità
Coloro che ricorrono in modo frequente all’assenza per malattia in modo illegittimo sono quelli che più degli altri lavoratori rispettano le fasce di reperibilità, tranne alcuni casi eccezionali, in quanto sono coscienti della inesistenza della malattia e degli effetti che subiranno in caso di assenza alla visita medica di controllo.
Lo strumento della visita medica di controllo domiciliare è un deterrente ma non risolve in modo completo il fenomeno dell’assenza per malattia.
Cause dell’assenza
In un post precedente, intervista a Silvano Del Lungo, sono state indicate le cause dell’assenteismo che derivano dall’ambiente di lavoro, dalle mansioni assegnate, dal mancato coinvolgimento nei processi di lavoro, dal grado di appartenenza dei lavoratori nei confronti dell’impresa, dalle relazioni umane e da altre cause.
Tutte queste cause rientrano nelle responsabilità del management pubblico e sono la conseguenza del tipo di leadership che viene esercitata e dai modelli organizzativi che vengono applicati. Pertanto, occorre intervenire su tali fattori al fine di porre sotto controllo il fenomeno che stiamo esaminando.
Salario accessorio ed assenza per malattia
Occorre predisporre un piano di rientro dell’assenza per malattia con l’obiettivo finale di allinearlo a quello dei lavoratori delle imprese private. Può essere stabilito un parametro annuale di assenteismo da assegnare a ciascun ente, organo e dipartimento pubblico da conseguire nell’anno. Tale parametro dovrebbe essere affidato alla dirigenza e rapportato al salario di risultato che annualmente viene assegnato al management pubblico. Il mancato conseguimento o il conseguimento parziale dell’obiettivo dovrebbe influire sui premi e sul salario variabile del management pubblico.
Ritengo che questa soluzione sia giusta e corretta in quanto l’assenteismo dipende in larga misura da condizioni e responsabilità del management pubblico (condizioni ambientali, organizzazione, coinvolgimento). Tutto questo non significa che i lavoratori pubblici non abusano di tale diritto ma ritengo che togliere falsi alibi ai dirigenti ed ai lavoratori e creare nuove condizioni di lavoro influisce sicuramente sul tasso di assenteismo.
Attaccare solo i lavoratori pubblici significa deresponsabilizzare ancora una volta il management pubblico, il quale è troppo interessato al mantenimento dello status quo.
Brunetta non interviene sulle cause dell’assenteismo
L’assenza dal lavoro di Donata Gottardi
2 commenti:
Sono d'accordo sull'analisi. Vorrei precisare però che l'assenza per malattia si ha per effetto soprattutto dei medici di famiglia compiacenti che rilasciano certificati anche via telefono. chiusi i "rubinetti" della compiacenza un po' di problemi si risolvono. Anche perchè come dipendenti pubblici godiamo di tanti altri istituti per assentarci dal lavoro.
Che dire? Io sono d'accordo su quanto affermato nel testo di Donata Gottardi. Mi metto però anche nei panni del Ministro Brunetta che intendendo affrontare il fenomeno dell'assenteismo e portarlo all'attenzione di tutti, in un momento così grave per tutti, non dispone di strumenti capaci di richiamare l'attenzione sul male ed insieme di curarlo. Agisce sui sintomi. Tale azione pur rimanendo legata ai sintomi può anche essere perfezionata, ma certo non cura il male, che soltanto i dirigenti dello stato possono curare. Forse sono loro, i dirigenti, che Brunetta vuol svegliare trattando esclusivamente il sintomo.
Mi colpiscono gli interventi che precedono il mio provenienti da funzionari e insegnanti. Sono la fotografia della solitudine di chi lavora e si impegna nella PA.
Recentemente ho avuto bisogno di indagare sulla normativa che consente o proibisce a impiegati pubblici, in particolare professori universitari di partecipare a gare pubbliche. Come al solito la normativa è complicatissima come sempre capita quando ci si approssima ad una casta ed ai suoi mascherati privilegi. Per venirne a capo senza ricorrere ad avvocati ho chiesto soccorso nel forum della Funzione Pubblica, il forum di Brunetta.
Ho trovato su quel forum persone eccezionali, soprattutto funzionarie universitarie, competenti, generose, orientate al rispetto delle norme. Mi hanno aiutato a reperire la normativa. Alcune di loro mi rispondevano la sera da casa per non spendere il tempo di lavoro e ho avuto modo di controllare l'ora e l'account di posta da cui scrivevano. Persone eccezionali ma anche loro scandalizzate spesso dal comportamento di funzionari e, in questo caso, professori universitari.
Che dire? Le riforme si possono fare soltanto dallo interno con la buona volontà di tutti guidata da una leadership partecipativa e attenta ai problemi delle persone. Dall'esterno si possono suonare allarmi e poco più.
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