venerdì 2 ottobre 2009

Fogliardi come Penati

Filippo Penati, coordinatore nazionale della mozione Bersani, alcuni giorni fa ha dichiarato che “Dario Franceschini di fatto non è più il segretario”, considerando i risultati dei circoli nella prima fase del congresso del Partito Democratico.
Tale dichiarazione ha costretto Bersani e D’Alema ad intervenire nella polemica.
“Dario è e resta segretario a pieno titolo”, ha affermato Pierluigi Bersani. Massimo D’Alema ha dichiarato che “il ruolo di Franceschini non è in discussione”.
Le affermazioni di Penati sviliscono il dibattito e la partecipazione degli iscritti in questa prima fase del congresso ed esprimono una sorta di delegittimazione nei confronti di Franceschini prima che il congresso venga concluso con la partecipazione degli elettori e degli iscritti al Partito Democratico.
Ritengo che la posizione politica di Penati non possa essere condivisa perché non considera che il fatto più importante è la costruzione del futuro del Partito Democratico dal 26 ottobre in poi e non il vincitore del congresso.
Per guardare al futuro del PD con ottimismo e fiducia è necessario che Bersani, Franceschini e Marino, a prescindere da chi sarà il vincitore, lavorino insieme altrimenti si corre il rischio di far fallire il progetto, di cui l’Italia ha bisogno per superare l’attuale crisi sociale ed economica.
Con una dichiarazione Giampaolo Fogliardi imita il comportamento di Penati e delegittima il coordinatore del PD di Verona Giandomenico Allegri.
Ritengo che le considerazioni di Giampaolo Fogliardi non tengono conto dei seguenti fattori:
- Il consenso ricevuto a Verona da Franceschini è rappresentato in parte da un consenso diretto e non esclusivamente dall’effetto della intermediazione degli ex popolari e di Giampaolo Fogliardi;
- Il perpetuarsi di comportamenti individuali e di scontri personali a livello locale nuoce al raggruppamento Franceschini in quanto molte persone, avendo scelto liberamente di votare Franceschini, potrebbero indirizzare la loro attenzione verso altri candidati;
- Confondere il Congresso Nazionale con gli equilibri locali non aiuta certamente gli elettori a partecipare alle consultazioni di ottobre per il clima negativo che si vuole imporre;
- Il Congresso provinciale di Verona è stato posticipato dalla direzione regionale del Partito Democratico a dopo le elezioni regionali del prossimo anno e solo dopo la sua conclusione il Partito Democratico di Verona avrà una nuova classe dirigente;
Inoltre è necessario porsi la seguente domanda: Chi ha stabilito e con quali criteri che i consensi ricevuti oggi da Dario Franceschini verranno riconfermati nel prossimo congresso provinciale?
Occorre prendere coscienza che è in giuoco il futuro dell’Italia con tutti i suoi problemi e che la costruzione del Partito Democratico rappresenta uno strumento essenziale per invertire la rotta ed offrire prospettive concrete ai cittadini. Attardarsi su vecchi equilibri e rivalse locali significa non impegnarsi nel progetto proposto del Partito Democratico.
Occorre lavorare con gli altri e per gli altri e costruire il futuro senza la condizione della nostra presenza.
Corriere di Verona

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