Il decreto legislativo di attuazione della legge n. 15/2009 sulla produttività del lavoro pubblico e sulla efficienza e trasparenza delle Pubbliche Amministrazione ha incontrato difficoltà sostanziali sui seguenti argomenti:
- Totale trasparenza;
- Autorità indipendente di valutazione e garanzia;
- Sistema di incentivazione.
La trasparenza, disciplinata dall’art. 4 della legge n. 15/2009, rischia di essere eliminata a causa dell’emendamento abrogativo presentato dal senatore Filippo Saltamartini, relatore della maggioranza sul disegno di legge n. 1167, nel caso in cui venga approvato.
Qui il resto del post L’art 4 prescrive che “la trasparenza costituisce livello essenziale delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche a norma dell’art 117, secondo comma, lettera m), della costituzione” (comma 6). Inoltre, stabilisce che “la trasparenza è intesa come accessibilità totale, anche attraverso lo strumento della pubblicazione sui siti internet”, delle informazioni” sull’organizzazione e l’andamento delle amministrazioni (comma 7) e che “le notizie concernenti lo svolgimento delle prestazioni di chiunque sia addetto a una funzione pubblica e la relativa valutazione non sono oggetto di protezione della riservatezza personale” (comma 9).
Elena Aga Rossi e Mariella Guercio affermano che la tutela della privacy in Italia è utilizzata dalle Pubbliche Amministrazioni per celare i propri risultati. “La nostra legge è infatti l’unica in Europa a subordinare la richiesta della documentazione a un interesse diretto del singolo cittadino e a escludere esplicitamente la possibilità di un suo utilizzo come mezzo di controllo generalizzato sulla pubblica amministrazione. In Europa e negli USA al contrario il diritto all’accesso è garantito a tutti, indipendentemente da ogni specifico interesse e diventa quindi un vero e proprio strumento di controllo dell’attività amministrativa e di partecipazione dei cittadini ai meccanismi decisionali. Quello che è esplicitamente negato dalla legge italiana, in altre parole, costituisce la ragion d’essere della disciplina in vigore in gran parte dei paesi occidentali”. Pietro Ichino – Fiorella Kostoris
L’art. 13 dello schema di decreto legislativo presentato alle Camere (Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche), a differenza della prima bozza, fa dipendere l’autonomia operativa, organizzativa e finanziaria della Commissione di valutazione e di garanzia dal Governo. Pietro Ichino
Il sistema di incentivazione previsto dal decreto legislativo disciplina in modo dettagliato la materia con l’effetto di limitare la contrattazione collettiva e di occupare lo spazio di responsabilità del management pubblico.
Il sistema di incentivazione che si vuole introdurre, basato sulle fasce e sul rendimento individuale, renderà impossibile il coinvolgimento del personale e la realizzazione in ciascuna amministrazione di modelli organizzativi che privilegiano il lavoro di gruppo, la collaborazione e l’integrazione delle conoscenze in quanto la proposta non prevede forme di incentivazione finalizzata alla cooperazione ed alla innovazione e stabilisce che il 25% del personale ha un rendimento scarso anche nel caso in cui l’ente consegue gli obiettivi programmati dal piano. Link
Si rischia, con l’eliminazione della trasparenza totale ed il declassamento dell’organo indipendente, di attenuare la portata degli elementi innovativi su cui poggia il sistema di riforma della legge n. 15/2009 (misurazione del lavoro, valutazione della performance delle strutture e del personale, opzione voice, benchmarking ed altri elementi) la cui vitalità ed implementazione dipendono dalla presenza nel disegno di riforma della piena indipendenza e autonomia dell’organismo centrale (art. 4, comma 2 lettera f, della legge n. 15/2009) e della totale trasparenza (art. 4, comma 6, 7, 8, 9, della legge n. 15/2009).
Se l’innovazione contenuta nella legge n. 15/2009 viene realizzata in modo parziale dal decreto delegato con il declassamento dell’organo di valutazione ed il tentativo di ridimensionare la trasparenza totale nelle Pubbliche Amministrazioni a favore della privacy ha successo, si conferma lo status quo delle Pubbliche Amministrazioni perdendo una preziosa occasione di cambiamento radicale.
Infatti molti strumenti introdotti nella legge n. 15/2009 erano già previsti dalla normativa introdotta negli anni ’90 (misurazione del lavoro, responsabilità dei risultati, controllo interno) e non sono stati realizzati per il solo fatto che non contenevano gli elementi innovativi previsti oggi:
- Autorità indipendente;
- Totale trasparenza;
- Opzione voice (partecipazione dei cittadini alla valutazione dei servizi);
- Bechmarking.
Non capire che oggi vi è la possibilità concreta di cambiare le Pubbliche Amministrazioni con l’attuazione responsabile e completa della legge n. 15/2009 significa non essere coscienti delle esigenze del paese in un momento di grave crisi economica, la quale per essere superata ha bisogno anche e soprattutto di uno Stato efficiente ed efficace.
Brunetta rischia di rimanere fermo nell’effetto annuncio e di non realizzare una riforma delle Pubbliche Amministrazioni efficace per i condizionamenti del Ministro dell’Economia Tremonti e per le resistenze degli apparati burocratici dello Stato.
Il Ministro Brunetta deve scegliere tra un autunno incolore, con riforme sterili, ed un autunno determinante per il cambiamento delle Pubbliche Amministrazioni. I cittadini sono attenti e sensibili alla qualità dei servizi offerti dalla macchina statale.
- Totale trasparenza;
- Autorità indipendente di valutazione e garanzia;
- Sistema di incentivazione.
La trasparenza, disciplinata dall’art. 4 della legge n. 15/2009, rischia di essere eliminata a causa dell’emendamento abrogativo presentato dal senatore Filippo Saltamartini, relatore della maggioranza sul disegno di legge n. 1167, nel caso in cui venga approvato.
Qui il resto del post L’art 4 prescrive che “la trasparenza costituisce livello essenziale delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche a norma dell’art 117, secondo comma, lettera m), della costituzione” (comma 6). Inoltre, stabilisce che “la trasparenza è intesa come accessibilità totale, anche attraverso lo strumento della pubblicazione sui siti internet”, delle informazioni” sull’organizzazione e l’andamento delle amministrazioni (comma 7) e che “le notizie concernenti lo svolgimento delle prestazioni di chiunque sia addetto a una funzione pubblica e la relativa valutazione non sono oggetto di protezione della riservatezza personale” (comma 9).
Elena Aga Rossi e Mariella Guercio affermano che la tutela della privacy in Italia è utilizzata dalle Pubbliche Amministrazioni per celare i propri risultati. “La nostra legge è infatti l’unica in Europa a subordinare la richiesta della documentazione a un interesse diretto del singolo cittadino e a escludere esplicitamente la possibilità di un suo utilizzo come mezzo di controllo generalizzato sulla pubblica amministrazione. In Europa e negli USA al contrario il diritto all’accesso è garantito a tutti, indipendentemente da ogni specifico interesse e diventa quindi un vero e proprio strumento di controllo dell’attività amministrativa e di partecipazione dei cittadini ai meccanismi decisionali. Quello che è esplicitamente negato dalla legge italiana, in altre parole, costituisce la ragion d’essere della disciplina in vigore in gran parte dei paesi occidentali”. Pietro Ichino – Fiorella Kostoris
L’art. 13 dello schema di decreto legislativo presentato alle Camere (Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche), a differenza della prima bozza, fa dipendere l’autonomia operativa, organizzativa e finanziaria della Commissione di valutazione e di garanzia dal Governo. Pietro Ichino
Il sistema di incentivazione previsto dal decreto legislativo disciplina in modo dettagliato la materia con l’effetto di limitare la contrattazione collettiva e di occupare lo spazio di responsabilità del management pubblico.
Il sistema di incentivazione che si vuole introdurre, basato sulle fasce e sul rendimento individuale, renderà impossibile il coinvolgimento del personale e la realizzazione in ciascuna amministrazione di modelli organizzativi che privilegiano il lavoro di gruppo, la collaborazione e l’integrazione delle conoscenze in quanto la proposta non prevede forme di incentivazione finalizzata alla cooperazione ed alla innovazione e stabilisce che il 25% del personale ha un rendimento scarso anche nel caso in cui l’ente consegue gli obiettivi programmati dal piano. Link
Si rischia, con l’eliminazione della trasparenza totale ed il declassamento dell’organo indipendente, di attenuare la portata degli elementi innovativi su cui poggia il sistema di riforma della legge n. 15/2009 (misurazione del lavoro, valutazione della performance delle strutture e del personale, opzione voice, benchmarking ed altri elementi) la cui vitalità ed implementazione dipendono dalla presenza nel disegno di riforma della piena indipendenza e autonomia dell’organismo centrale (art. 4, comma 2 lettera f, della legge n. 15/2009) e della totale trasparenza (art. 4, comma 6, 7, 8, 9, della legge n. 15/2009).
Se l’innovazione contenuta nella legge n. 15/2009 viene realizzata in modo parziale dal decreto delegato con il declassamento dell’organo di valutazione ed il tentativo di ridimensionare la trasparenza totale nelle Pubbliche Amministrazioni a favore della privacy ha successo, si conferma lo status quo delle Pubbliche Amministrazioni perdendo una preziosa occasione di cambiamento radicale.
Infatti molti strumenti introdotti nella legge n. 15/2009 erano già previsti dalla normativa introdotta negli anni ’90 (misurazione del lavoro, responsabilità dei risultati, controllo interno) e non sono stati realizzati per il solo fatto che non contenevano gli elementi innovativi previsti oggi:
- Autorità indipendente;
- Totale trasparenza;
- Opzione voice (partecipazione dei cittadini alla valutazione dei servizi);
- Bechmarking.
Non capire che oggi vi è la possibilità concreta di cambiare le Pubbliche Amministrazioni con l’attuazione responsabile e completa della legge n. 15/2009 significa non essere coscienti delle esigenze del paese in un momento di grave crisi economica, la quale per essere superata ha bisogno anche e soprattutto di uno Stato efficiente ed efficace.
Brunetta rischia di rimanere fermo nell’effetto annuncio e di non realizzare una riforma delle Pubbliche Amministrazioni efficace per i condizionamenti del Ministro dell’Economia Tremonti e per le resistenze degli apparati burocratici dello Stato.
Il Ministro Brunetta deve scegliere tra un autunno incolore, con riforme sterili, ed un autunno determinante per il cambiamento delle Pubbliche Amministrazioni. I cittadini sono attenti e sensibili alla qualità dei servizi offerti dalla macchina statale.
1 commento:
Penso che troppi siano gli errori di fondo che il decreto Brunetta ha partorito nella sua attuazione. Sulla valutazione dei singoli dipendenti e sul sistema di incentivazione degli stessi lascia troppo campo al giudizio dei funzionari e questi, senza generalizzare, agiscono piu' a simpatia personale, che a giusto valore del dipendente. E' una legge che puo' favorire i Fogliazzi, come li chiama Ichino, a danno dei volenterosi. Parlo, anche, per esperienza diretta e su prove concrete che non voglio qui elencare. Ci vuole una legge piu' obbiettiva, non uno spot senza capo ne coda come questo governo ci ha abituato in tutte le azioni che compie, facendo danni ovunque metta mano.
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