martedì 24 agosto 2010

Ripensare Motorcity

Franco Bonfante, vice-presidente del Consiglio Regionale del Veneto, ha presentato una proposta di legge per ricondurre il progetto Motorcity nei limiti dimensionali della grande distribuzione e non in deroga a tutte le norme in materia di programmazione commerciale regionale. La proposta di legge è stata firmata anche da Laura Puppato, capo gruppo del consiglieri regionali del PD, Diego Bottacin, Giuseppe Berlato Sella, Bruno Pigozzo e Roberto Fasoli.
La società Autodromo del Veneto Spa, società alla quale partecipa la regione con la sua controllata Veneto Sviluppo, prevede investimenti ingenti che sconvolgono i territori di Vigasio e Trevenzuolo (autodromo, aree residenziali e produttive, un parco divertimenti ed un centro commerciale).
Al momento sono stati presentati due ricorsi al Tar dalla Provincia di Mantova e da Legambiente contrari al progetto e ancora devono essere stipulati alcuni accordi con gli enti locali.
Occorre ripensare il progetto in quanto contrasta con il tipo di programmazione territoriale che si sono dati gli enti locali, la provincia e la Regione  e con lo sviluppo ambientale ed economico del Veneto.
Si riporta la relazione che accompagna la proposta di legge.
“La storia dell’Autodromo del Veneto, previsto con legge del 1999 s’intreccia con la storia recente della crisi internazionale, fatta di bolle immobiliari e finanziarie.
Partita con grande enfasi per far correre nel Veneto i campioni della Formula 1, oggi di questo non si parla più, mentre l’attenzione si è concentrata sulla realizzazione di un enorme centro commerciale, di una grande zona produttiva, di un ulteriore parco divertimenti.
Il presente progetto di legge si limita a ricondurre la previsione commerciale nei limi della programmazione, riparando ad un evidente errore od inganno, realizzato nel febbraio 2005, con un emendamento spacciato come tecnico e che invece ha letteralmente stravolto la programmazione commerciale della provincia di Verona e dell’intera Regione.
Il 9 febbraio 2005, infatti, veniva presentato un emendamento alla legge n. 27/1999 “Realizzazione di un autodromo nella Regione Veneto” sostituendo al comma 2 dell’articolo 3 le parole “e nei limiti dimensionali della grande distribuzione” con “e ai limiti dimensionali della grande distribuzione”.
Un Consigliere regionale chiese se si trattava di un emendamento tecnico; il Presidente rispose che sì “è un emendamento tecnico” che così, con l’inganno, venne approvato.
In realtà con tale modifica venne stravolta la programmazione commerciale regionale, permettendo la realizzazione di un centro commerciale in deroga a tutte le norme: una cosa inaudita, tanto più in una Regione ed in una Provincia già sature di piccoli, medi e grandi centri commerciali.
Il nuovo centro commerciale coprirebbe una superficie di vendita di 195.000 mq, quando la somma di tutti gli 11 centri della Provincia di Verona non arriva a 150.000 mq.
Ora la situazione, “il clima”, sembrano cambiati. Ci si rende conto che la politica dello sviluppo sfrenato, senza regole, si dimostra in realtà controproducente: l’occupazione oltre ad un certo limite non cresce in assoluto, ma solo facendo chiudere altri centri e aggravando la crisi dei negozi di vicinato; le costruzioni immobiliari non hanno un mercato infinito, e rischiano di rimanere invendute, in decadimento dopo aver consumato inutilmente il territorio.
Lo stesso neo Presidente veneto, in un’intervista ad un quotidiano nazionale rilasciata il 30 aprile 2010 dichiara “Da noi il problema è già superato dalla regole del mercato. Il calo dei clienti dei centri commerciali è costante. Ma ora le cose stanno cambiando, come per i capannoni industriali: ne hanno costruiti troppi, e ora sono vuoti.”

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