L'on.le Veltroni dichiara: «La vicenda terribile di Nicola Tommasoli, ridotto in fin di vita in una brutale aggressione nella notte del primo maggio, assume dopo la confessione di uno dei suoi carnefici contorni ancora più inquietanti. Siamo, infatti, davanti ad una aggressione di tipo neofascista che non può e non deve essere sottovalutata». «Esistono tante bande di questo tipo - aggiunge - e ciò è tanto più pericoloso in un clima culturale e politico nel quale si vanno affermando principi di intolleranza e di odio verso i più deboli o addirittura una sottocultura di violenza e prepotenza talvolta persino mascherata sotto il falso concetto del farsi giustizia da soli». «E` importante - conclude il segretario Pd - che tutti i responsabili dell`aggressione di Verona siano assicurati alla giustizia ed è fondamentale l`impegno di tutti perchè non torni un clima di violenza politica e di insicurezza per i cittadini».
Il PD di Verona attraverso un comunicato stampa afferma: Il Pd Veronese esprime la più ferma condanna verso i ripetuti atti di aggressione che si sono verificati nella città di Verona negli ultimi mesi ad opera di bande neofasciste composte da giovani veronesi e in particolare per il grave atto avvenuto la sera del 1 maggio.
Oggi apprendiamo, con soddisfazione, che uno dei responsabili è stato assicurato alla giustizia.
Ringraziamo le forze dell’ordine e gli inquirenti che, ancora una volta, con estrema professionalità hanno saputo cogliere le indicazioni che facevano presupporre una chiara matrice del gesto.
I fatti hanno quindi, purtroppo, dimostrato che non si trattava di episodi sporadici e casuali bensì inseriti in un filone ben delineato.
Tali atti si erano sempre rivolti nei confronti dei cosiddetti “diversi” che si sono nel tempo delineati come immigrati, meridionali e in generale a tutti quelli che rovinavano “l‘immagine di Verona”.
Esprimiamo la più seria preoccupazione per il diffondersi e il consolidarsi dell’uso della violenza gratuita da parte gruppi di giovani neofascisti che scorazzano, con un prepotente senso di impunità, nel centro storico di Verona.
Vogliamo però affermare, come già detto negli ultimi mesi, che questo senso di impunità non è estraneo ad alcuni atteggiamenti assunti dall’amministrazione cittadina, e dal sindaco Tosi in particolare, nei confronti di questi gruppi estremistici. La partecipazione alla marcia del 15 Dicembre ne è stata solo un segnale visibile. In quell’occasione avevamo chiesto al sindaco un segnale politico chiaro di distanza da questi gruppi, segnale che stiamo ancora attendendo. Inoltre le ultime dichiarazioni che tendono a considerare il fatto avvenuto il 1 maggio come un evento straordinario sono platealmente smentite dai risultati delle odierne indagini. Ci aspettiamo dal sindaco Tosi che la prontezza nella difesa della legalità e della vita, da lui manifestata in altre occasioni, venga espressa anche in questa drammatica situazione.
Siamo convinti che l’individualismo imperante e l’analfabetismo emotivo di certi giovani, peraltro già denunciati dalle massime autorità politiche e religiose, rischino di portare ad una società sterile sul piano dei valori umani e sociali. E’ invece su questi valori che deve ripartire una proposta politica condivisa. Richiamiamo quindi tutte le forze politiche veronesi a schierarsi in maniera cristallina sul tema in modo che Verona non sia riconducibile a queste efferatezze.
Ci aspettiamo che oggi questo messaggio arrivi forte e chiaro.
E’ quello che crediamo sia umano chiedere di fronte al dolore di una famiglia che vede un figlio in fin di vita in una vicenda scatenata da una così futile motivazione. Alla famiglia di Nicola va tutta la nostra solidarietà in questo delicato momento.
La città e la provincia di Verona, i cui cittadini da sempre esprimono una radicata tradizione e una profonda cultura di solidarietà, non vogliono più essere confuse o, peggio, identificate con queste bande, i cui componenti vanno in primo luogo assicurati alla giustizia e recuperati per un futuro, sano, reinserimento sociale.
Non possiamo pertanto che auspicare anche una profonda riflessione delle istituzioni che porti ad un potenziamento degli investimenti nel settore dei servizi sociali anche per un più efficace mantenimento della sicurezza pubblica.
Il consigliere regionale Gustavo Franchetto pubblica nel suo sito il seguente commento: "Non c’è un analisi che mi soddisfi, non c’è resoconto che dia pace all’anima e ai pensieri. Un ragazzo, mio figlio, vostro figlio o fratello, muore nel 2008 in pieno centro a Verona, perché pestato, sissignori pestato, da altri veronesi.
Me lo dite se c’è un senso?
Si è sempre ucciso per odio, o per vendetta, o per soldi, o per amore. Qui si è ucciso senza movente o con un movente, il rifiuto della sigaretta, che fa saltare ogni nesso tra causa ed effetto. Viene meno il principio di causalità, l’unico che può aiutare gli appartenenti ad un consorzio umano, come noi, a capire una tragedia di questo genere.
Si è ucciso probabilmente senza voler uccidere, ma si è picchiato come se si dovesse uccidere. Non c’è nesso neppure nella testa dei giovani picchiatori, menti vuote in un deserto di sentimenti. Ma quanti giovani sono così? Quanti nella nostra Verona tra i quindici e i trent’anni sono invasi dal demone del nichilismo, quello che ti fa esistere senza vivere, che non ti dà entusiasmi, amori, prospettive? Tanti o pochi, la politica è chiamata a misurarsi con questo problema. Si ha un bel dire che non è stato un omicidio politico. Non lo è stato nel senso che non si sono affrontate bande rivali appartenenti a movimenti. Ma tutto il resto è politica!!
E’ politica l’uso della violenza come strumento di relazione con gli altri!
E’ politica l’invito a tutelarsi con le ronde contro la microcriminalità straniera!
E’ politica creare un clima di indulgenza sociale verso chi compie atti di bullismo e di arroganza! E’ il clima politico che favorisce la degenerazione di comportamenti aggressivi.
La politica deve dire: basta!
Unita, compatta, una città deve manifestare contro ogni forma di violenza, che venga da destra, da sinistra, da dentro o da fuori. Deve dire di no ad ogni forma di intolleranza. Altrimenti ci troveremo che, quando un delitto è compiuto dagli extracomunitari, ci saranno le fiaccolate della Lega, e quando è compiuto da uno di noi ci saranno le manifestazioni della sinistra contro chi governa la città. Non se ne può più di queste strumentalizzazioni. Verona deve ribadire al mondo che è una città sana, accogliente e generosa. E che al tempo stesso conosce i suoi problemi, comprese alcune devianze sul piano del comportamento politico. Dovrà combatterle nell’interesse di tutti".
Il consigliere regionale Franco Bonfante afferma: “Esistono un luogo e una data che il sindaco di Verona, Flavio cosi, cerca forse di rimuovere dalla propria memoria: carcere di Montorio, 11 settembre 2005”. In quel luogo e in quel giorno, Tosi, allora assessore regionale, assieme al parlamentare leghista Federico Bricolo e all’esponente veronese della Fiamma Tricolore, Andrea Miglioranzi, si recarono a far visita a cinque giovani di estrema destra.
I cinque erano detenuti da due mesi, in attesa di giudizio per aver partecipato nel luglio 2005, assieme ad altre 25 persone, al pestaggio e all’accoltellamento, per futili motivi e con lesioni gravi, di due giovani. Il giudizio per loro arrivò e si concluse con il patteggiamento e la condanna. Ma in quell’11 settembre di tre anni fa al termine di quella visita, Tosi, lo stesso Tosi che oggi chiede pene esemplari per i carnefici di Nicola Tommasoli, usò parole molto più morbide di fronte agli autori di quell’atto. Un atto che solo per pura casualità non si trasformò in tragedia ma che oggi ha il sapore di un’angosciante anticipazione di quanto è accaduto pochi giorni fa. ‘Ritengo – disse testualmente Tosi alla stampa – che per il tipo di reato due mesi di carcere siano eccessivi’. E ancora: ‘I cinque indagati stanno ricevendo un trattamento troppo severo da parte della magistratura veronese’.
“Parole – afferma Bofante - mirate a minimizzare il fatto, a difendere i colpevoli e, non da ultimo, ad interferire e rendere più docile la magistratura. Parole che, nei fatti, sono risuonate nelle menti di giovani fragili ed idioti, come il miglior lasciapassare per compiere nei mesi successivi a Verona ogni tipo di scorribande e violenze, fino al massacro di Nicola Tommasoli.
Quale autorevolezza possono avere oggi le parole di Doctor Jakyll & Mister Hide - Tosi, fino a ieri così tollerante e garantista nei confronti di violenti neofascisti?
Il consigliere regionale Bonfante conclude: “Almeno per una volta Tosi ammetta di aver commesso un errore: dica che ha sbagliato nel pronunciare quelle parole in quell’11 settembre di tre anni fa. Da questa ammissione di colpa, credo sarà possibile ripartire tutti assieme per restituire a Verona più sicurezza. E la smetta, in queste ore drammatiche, di difendere esclusivamente la propria immagine: lavori piuttosto per cancellare l’immagine di Verona come violenta e intollerante, terribile marchio che questa città non merita davvero”.
Il Procuratore della Repubblica Guido Papalia afferma in alcune interviste che "la matrice dell'aggressione è quella nazifascista nel senso che si è trattato di violenza per violenza, un credo che fa parte di una certa impostazione mentale legata, in questo caso, ad ambienti dell'estrema destra". Intervista Massimo Cacciari Senza la DC ..
Il PD di Verona attraverso un comunicato stampa afferma: Il Pd Veronese esprime la più ferma condanna verso i ripetuti atti di aggressione che si sono verificati nella città di Verona negli ultimi mesi ad opera di bande neofasciste composte da giovani veronesi e in particolare per il grave atto avvenuto la sera del 1 maggio.
Oggi apprendiamo, con soddisfazione, che uno dei responsabili è stato assicurato alla giustizia.
Ringraziamo le forze dell’ordine e gli inquirenti che, ancora una volta, con estrema professionalità hanno saputo cogliere le indicazioni che facevano presupporre una chiara matrice del gesto.
I fatti hanno quindi, purtroppo, dimostrato che non si trattava di episodi sporadici e casuali bensì inseriti in un filone ben delineato.
Tali atti si erano sempre rivolti nei confronti dei cosiddetti “diversi” che si sono nel tempo delineati come immigrati, meridionali e in generale a tutti quelli che rovinavano “l‘immagine di Verona”.
Esprimiamo la più seria preoccupazione per il diffondersi e il consolidarsi dell’uso della violenza gratuita da parte gruppi di giovani neofascisti che scorazzano, con un prepotente senso di impunità, nel centro storico di Verona.
Vogliamo però affermare, come già detto negli ultimi mesi, che questo senso di impunità non è estraneo ad alcuni atteggiamenti assunti dall’amministrazione cittadina, e dal sindaco Tosi in particolare, nei confronti di questi gruppi estremistici. La partecipazione alla marcia del 15 Dicembre ne è stata solo un segnale visibile. In quell’occasione avevamo chiesto al sindaco un segnale politico chiaro di distanza da questi gruppi, segnale che stiamo ancora attendendo. Inoltre le ultime dichiarazioni che tendono a considerare il fatto avvenuto il 1 maggio come un evento straordinario sono platealmente smentite dai risultati delle odierne indagini. Ci aspettiamo dal sindaco Tosi che la prontezza nella difesa della legalità e della vita, da lui manifestata in altre occasioni, venga espressa anche in questa drammatica situazione.
Siamo convinti che l’individualismo imperante e l’analfabetismo emotivo di certi giovani, peraltro già denunciati dalle massime autorità politiche e religiose, rischino di portare ad una società sterile sul piano dei valori umani e sociali. E’ invece su questi valori che deve ripartire una proposta politica condivisa. Richiamiamo quindi tutte le forze politiche veronesi a schierarsi in maniera cristallina sul tema in modo che Verona non sia riconducibile a queste efferatezze.
Ci aspettiamo che oggi questo messaggio arrivi forte e chiaro.
E’ quello che crediamo sia umano chiedere di fronte al dolore di una famiglia che vede un figlio in fin di vita in una vicenda scatenata da una così futile motivazione. Alla famiglia di Nicola va tutta la nostra solidarietà in questo delicato momento.
La città e la provincia di Verona, i cui cittadini da sempre esprimono una radicata tradizione e una profonda cultura di solidarietà, non vogliono più essere confuse o, peggio, identificate con queste bande, i cui componenti vanno in primo luogo assicurati alla giustizia e recuperati per un futuro, sano, reinserimento sociale.
Non possiamo pertanto che auspicare anche una profonda riflessione delle istituzioni che porti ad un potenziamento degli investimenti nel settore dei servizi sociali anche per un più efficace mantenimento della sicurezza pubblica.
Il consigliere regionale Gustavo Franchetto pubblica nel suo sito il seguente commento: "Non c’è un analisi che mi soddisfi, non c’è resoconto che dia pace all’anima e ai pensieri. Un ragazzo, mio figlio, vostro figlio o fratello, muore nel 2008 in pieno centro a Verona, perché pestato, sissignori pestato, da altri veronesi.
Me lo dite se c’è un senso?
Si è sempre ucciso per odio, o per vendetta, o per soldi, o per amore. Qui si è ucciso senza movente o con un movente, il rifiuto della sigaretta, che fa saltare ogni nesso tra causa ed effetto. Viene meno il principio di causalità, l’unico che può aiutare gli appartenenti ad un consorzio umano, come noi, a capire una tragedia di questo genere.
Si è ucciso probabilmente senza voler uccidere, ma si è picchiato come se si dovesse uccidere. Non c’è nesso neppure nella testa dei giovani picchiatori, menti vuote in un deserto di sentimenti. Ma quanti giovani sono così? Quanti nella nostra Verona tra i quindici e i trent’anni sono invasi dal demone del nichilismo, quello che ti fa esistere senza vivere, che non ti dà entusiasmi, amori, prospettive? Tanti o pochi, la politica è chiamata a misurarsi con questo problema. Si ha un bel dire che non è stato un omicidio politico. Non lo è stato nel senso che non si sono affrontate bande rivali appartenenti a movimenti. Ma tutto il resto è politica!!
E’ politica l’uso della violenza come strumento di relazione con gli altri!
E’ politica l’invito a tutelarsi con le ronde contro la microcriminalità straniera!
E’ politica creare un clima di indulgenza sociale verso chi compie atti di bullismo e di arroganza! E’ il clima politico che favorisce la degenerazione di comportamenti aggressivi.
La politica deve dire: basta!
Unita, compatta, una città deve manifestare contro ogni forma di violenza, che venga da destra, da sinistra, da dentro o da fuori. Deve dire di no ad ogni forma di intolleranza. Altrimenti ci troveremo che, quando un delitto è compiuto dagli extracomunitari, ci saranno le fiaccolate della Lega, e quando è compiuto da uno di noi ci saranno le manifestazioni della sinistra contro chi governa la città. Non se ne può più di queste strumentalizzazioni. Verona deve ribadire al mondo che è una città sana, accogliente e generosa. E che al tempo stesso conosce i suoi problemi, comprese alcune devianze sul piano del comportamento politico. Dovrà combatterle nell’interesse di tutti".
Il consigliere regionale Franco Bonfante afferma: “Esistono un luogo e una data che il sindaco di Verona, Flavio cosi, cerca forse di rimuovere dalla propria memoria: carcere di Montorio, 11 settembre 2005”. In quel luogo e in quel giorno, Tosi, allora assessore regionale, assieme al parlamentare leghista Federico Bricolo e all’esponente veronese della Fiamma Tricolore, Andrea Miglioranzi, si recarono a far visita a cinque giovani di estrema destra.
I cinque erano detenuti da due mesi, in attesa di giudizio per aver partecipato nel luglio 2005, assieme ad altre 25 persone, al pestaggio e all’accoltellamento, per futili motivi e con lesioni gravi, di due giovani. Il giudizio per loro arrivò e si concluse con il patteggiamento e la condanna. Ma in quell’11 settembre di tre anni fa al termine di quella visita, Tosi, lo stesso Tosi che oggi chiede pene esemplari per i carnefici di Nicola Tommasoli, usò parole molto più morbide di fronte agli autori di quell’atto. Un atto che solo per pura casualità non si trasformò in tragedia ma che oggi ha il sapore di un’angosciante anticipazione di quanto è accaduto pochi giorni fa. ‘Ritengo – disse testualmente Tosi alla stampa – che per il tipo di reato due mesi di carcere siano eccessivi’. E ancora: ‘I cinque indagati stanno ricevendo un trattamento troppo severo da parte della magistratura veronese’.
“Parole – afferma Bofante - mirate a minimizzare il fatto, a difendere i colpevoli e, non da ultimo, ad interferire e rendere più docile la magistratura. Parole che, nei fatti, sono risuonate nelle menti di giovani fragili ed idioti, come il miglior lasciapassare per compiere nei mesi successivi a Verona ogni tipo di scorribande e violenze, fino al massacro di Nicola Tommasoli.
Quale autorevolezza possono avere oggi le parole di Doctor Jakyll & Mister Hide - Tosi, fino a ieri così tollerante e garantista nei confronti di violenti neofascisti?
Il consigliere regionale Bonfante conclude: “Almeno per una volta Tosi ammetta di aver commesso un errore: dica che ha sbagliato nel pronunciare quelle parole in quell’11 settembre di tre anni fa. Da questa ammissione di colpa, credo sarà possibile ripartire tutti assieme per restituire a Verona più sicurezza. E la smetta, in queste ore drammatiche, di difendere esclusivamente la propria immagine: lavori piuttosto per cancellare l’immagine di Verona come violenta e intollerante, terribile marchio che questa città non merita davvero”.
Il Procuratore della Repubblica Guido Papalia afferma in alcune interviste che "la matrice dell'aggressione è quella nazifascista nel senso che si è trattato di violenza per violenza, un credo che fa parte di una certa impostazione mentale legata, in questo caso, ad ambienti dell'estrema destra". Intervista Massimo Cacciari Senza la DC ..
5 commenti:
Verona non si merita questo !
Abbiamo purtroppo appreso tutti del selvaggio atto di aggressione ad un giovane e, visto la brutalità e la assoluta mancanza di motivazioni, subito ho pensato a Kubrik ed al suo noto film; da qui è venuto logico dire: l’episodio viene da ambienti di estrema destra.
Adesso è confermato, si tratta di naziskin!
Quel che è peggio ce lo dicono con allucinante tranquillità, non è il primo, ma l’ultimo, il più grave, di una lunga serie di pestaggi, intimidazioni, bravate, che caratterizzano i ragazzi di un certo ambiente.
Il sindaco Tosi prima dice che si tratta di ”un caso su un milione”, ma Digos dice nel suo rapporto che non è così, poi invoca la massima severità da parte della Giustizia . Ma tutti ci ricordiamo le bandiere al vento di questi neo-squadristi il giorno della sua elezione a Sindaco .
Tutti lo abbiamo visto allo stadio in mezzo a questa teppaglia, oppure osannato (con tanto di saluti fascisti) davanti a Castelvecchio dai frequentatori di un bar che ha questo tipo di clientela …….
Un giovane ridotto in fin di vita, tre ragazzi ventenni che finiranno davanti ad un tribunale con accuse pesantissime e lui se ne lava le mani!
Ma chi ha creato il clima di intolleranza nella nostra città, incitando a discriminare i diversi (diversi per il colore della pelle o diversi per il colore della maglietta?), a pensare di farsi giustizia da sé con le cosiddette ronde civiche?
Da quando è stato eletto Tosi ha solo parlato di misure punitive per tutti: chiusura di centri sociali, chiusura di call center, chiusura di campi nomadi.
Mai ha parlato di legalità, ma solo di sicurezza, sottintendendo che il problema era tutto legato agli immigrati; mai ha cercato di creare un clima di collaborazione e di dialogo: grazie Tosi, adesso sappiamo che sono i tuoi supporter a metterci paura, sono loro che minacciano, picchiano, massacrano di botte per il gusto di dare sfogo ai loro bassi istinti.
Qualcuno li ispira, li strumentalizza, connive con loro.
Non credo che la nostra città si meriti di finire in prima pagina per questo, noi abitiamo nella città che ha ospitato Dante, che ha dato i natali a benefattori laici come Angelo Dall’Oca, a Santi come Giovanni Calabria, siamo noti in tutto il mondo grazie a Shakespeare e all’Arena, non siamo la città dei nazi che ti pestano perché non sei dei loro!
Chi è allora il colpevole di questo degrado ?
Lorenzo Dalai
direi che nessuno si merita questo.
NON ENTRIAMO NELLA SPIRALE DELLA VIOLENZA.
Ancora una volta Verona è colpita da un episodio di violenza gravissimo, che lascia attoniti per la sua assurdità.
Ancora una volta i media nazionali ci riservano la prima pagina: è già cominciata la passerella di studiosi, opinionisti, psicologi e quant’altro.
Per giorni assisteremo a tutto questo. Poi più nulla, fino alla prossima.
I blog di centrosinistra parlano di brutale aggressione di naziskin e questo fomenterà ancora di più la rabbia e la paura. Alcuni interventi addebitano al sindaco Tosi la responsabilità di questi comportamenti.
Non sono d’accordo nel leggere questo dramma in chiave di aggressione politica. Perchè non lo è.
Si è trattato di violenza gratuita. Di quella rabbia disperata che troppi giovani hanno dentro e che manifestano sempre più spesso e in modi sempre più atroci. Continuare a individuare nella matrice politica l’origine di tutto, è un alibi che non ci permette di entrare nel cuore del problema. Sì, ma gli aggressori erano naziskin. Appunto. La questione è : perchè un ragazzo entra a far parte di questi gruppi? Non è una scelta politica. La scelta politica è decidere di entrare in un Partito, anche in un Movimento, dove l’obiettivo è l’elaborazione politica, e magari vincere le elezioni. I gruppi naziskin, gli skinheads o quant’altro non servono a questo: servono solo a far dimenticare la propria profonda fragilità, a proteggersi dalle proprie angosciose paure , a provare la sensazione di sentirsi, invece che smarriti, invincibili.
Questo è il punto di partenza. In questi fatti la politica è strumentale e strumentalizza, ma certo non è senza colpe. L’aver tolto la speranza, l’aver raccontato che non esiste fatica di crescere e di vivere, non è solo una colpa: è un crimine.
Vorrei che gli amici e i compagni di centrosinistra non ne facessero un caso politico, ma sociale: che si partisse da qui per iniziare un’autocritica profonda, anche spietata, coraggiosa.
In quanto al Sindaco Tosi, c’ero anch’io in Municipio la notte della sua elezione . Ho visto giovani padani esagitati confondersi con naziskin. Bandiere verdi e bandiere nere. Non c’è dubbio: hanno votato per lui, ma non solo loro a quanto pare dai risultati. Non condivido quasi nulla delle scelte politico-amministrative di Tosi, ma lo ritengo uomo di grande intelligenza politica. E’ forse l’unico che può dialogare con questi gruppi. Lo faccia: non si limiti a una generica condanna dei fatti. Credo che possa fare molto, facendosi carico del problema e magari invitando il suo Capo a qualche altro dirigente nazionale a smetterla con la violenza verbale, che fomenta quella fisica.
Sarebbe importante, ma non basta. L’unica soluzione che vedo è in una collaborazione stretta, destra e sinistra, per affrontare e tentare di risolvere, insieme, questa piaga della nostra società.
Un primo passo potrebbe essere quello proposto da Mao Valpiana: che queste ronde cittadine avessero le caratteristiche che lui ha auspicato (non violente, di supporto alle forze dell’ordine e soprattutto al cittadino) e formate da persone di ogni provenienza politica, unite da un unico obiettivo condiviso: il ben vivere dei veronesi. Sarebbe bello che Verona arrivasse alle prime pagine dei quotidiani nazionali per aver trovato, unita, un modo per risolvere i suoi problemi.
Daniela Granuzzo
Coordinamento Nazionale
Partito Democratico
Cari amici dei giovani PD, sono uno studente di Verona che attualmente sta frequentando un anno di studio nel quadro del programma Erasmus in Germania. Ho partecipato con interesse alla costruzione del PD, per le cui primarie in ottobre ho votato da qui. Ho assistito all´´ incontro con Veltroni alla Gran Guardia e sono tornato appositamente per votare qualche settimana fa. Sono iscritto alle mailing-list del PD di Verona e al social network di quello nazionale. Continuo a seguire quello che succede in Italia.
Quello che é successo a Verona in questi giorni é molto preoccupante e grave.
Non si puó non pensare che in un contesto in cui le autoritá e esponenti politici locali e nazionali non solo non condannano tali atti ma li giustificano piú o meno apertamente qualcuno non ne approfitti; non si puó continuare ogni giorno a parlare di fucili e poi aspettarsi che non accada nulla. Visto soprattutto dalla Germania, é allarmante pensare alle ronde, a episodi di violenza verbale e fisica. A quanto ho capito l´agressione del ragazzo in fin di vita segue ad una serie di episodi di squadrismo xenofobo a cui questi giovani hanno partecipato.
La politica avrebbe il compito di farsi carico dei problemi come la sicurezza, l´integrazione ecc. fornendo una mediazione possibile, non eccitare gli istinti piú barbari verso la violenza. La povertá culturale che sta alla base di questi atti fa pure riflettere, come il fatto che alcuni di questi ragazzi provengano da famiglie altoborghesi (cfr. l´articolo di oggi su Repubblica di Ilvo Diamanti). Io da qui non posso fare molto ma spero ci sia una risposta della cittá come avvenuto giá in altri casi.
Attilio Bragantini
vigilanza democratica si diceva negli anni '70
l'episodio è un SEGNO, un indicatore del cambiamento del "paesaggio politico".
come se questi branchi sentissero quell'energia in più necessaria al loro agire.
spero solo che la magistratura faccia il suo dovere
paolo ferrario
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