mercoledì 18 luglio 2012

Gianni Dal Moro: sviluppo di Verona

Intervista all’on. Gianni Dal Moro a cura di A. S. pubblicata su Corriere di Verona il 18 luglio 2012
L'on.le Gianni Dal Moro, imprenditore, capo della segreteria politica dell'on.le Enrico Letta, da anni insiste per una Verona meno veneta e più europea, partendo dall'idea di città Metropolitana interregionale da lui presentata in una tavola rotonda organizzata dal Corriere Veneto nel 2010.
On.le Dal Moro, l'ex Ministro Galan parla di una Verona pigliatutto ma con il Veneto che rischia di restare al palo?
Il Presidente Galan,  e' un "simpatico guascone liberale di destra" dal quale mi distanziano diverse cose, ma gli riconosco una sua indipendenza sia culturale che di linguaggio, che con i tempi che corrono e' merce rara.
Da veronese mi piacerebbe che la sua analisi su "Verona pigliatutto" fosse vera, ma non e' cosi. E' successo solo una cosa: dopo un trentennio di dominio assoluto dell'asse Padova-Venezia-Treviso, Verona  e i veronesi si sono stufati e si sono mossi con maggiore autonomia rispetto al vecchio baricentro est del Veneto. Anzi io penso che Verona abbia fatto ancora poco in termini di alleanze e di autonomismo, dovrebbe avere più coraggio e di chiedere di più.
Da oltre 20 anni nel Veneto i Presidenti di Regione e i Ministri sono arrivati tutti dall'asse Padova-Venezia-Treviso.
Galan dice che la crescita di Verona e' merito di Tosi...
E' indubbio che la popolarità e l'ascesa di Tosi nazionale, il  suo controllo totale sulla sanità veneta da oltre un decennio, abbiano favorito in termini di rappresentanza Verona; sarebbe sciocco non riconoscerlo. Ma non e' solo Tosi, ricordo che con  Alberto Giorgetti in passato potente sottosegretario all'economia con Tremonti, Verona ha ottenuto alcuni importanti finanziamenti. Inoltre tre veronesi guidano colossi finanziari ed assicurativi come la Fondazione Cariverona, Banco Popolare e Cattolica Assicurazioni tutti e tre con sedi centrali nella nostra città e potrei continuare.
Galan propone una visione del Veneto da città metropolitana.
Concordo con Galan che va superata assolutamente l'idea di campanilismo che ha segnato la storia del nostro Veneto per molti anni, ma dissento da lui sull'idea di un Veneto città metropolitana. Io penso a due grandi città metropolitane: la prima attorno all'asse Venezia, Padova, Treviso, Belluno la seconda Verona, Vicenza, Rovigo, Mantova, Brescia, Trento un'area tra le più dinamiche d'Europa, che potrebbe competere con le grande aree di sviluppo europeo.
On.le Dal Moro, ma in fondo Galan dice delle cose simili, parla di due baricentri uno Venezia che guarda ad est e Verona che guarda ad ovest...
Su i due baricentri concordo, ma con una importantissima distinzione, il futuro di Verona e' e sara' al nord non ad ovest, Verona guarda a nord verso Monaco, Berlino non verso Milano o Torino, la nostra storia culturale ed e economica e' li. Venezia guardi ad est, e' giusto.
Galan parlando dell'aeroporto di Verona sembra contestare questa sua tesi, quando afferma che l'errore di Verona e' stato nel cercare l'alleanza con Brescia, invece di investire nel sistema aeroportuale veneto: cioè su Venezia.
Capisco che il cuore di Galan batta per Venezia e per il suo amico Marchi, presidente che ha dimostrato di saper fare bene con l'aeroporto di Venezia.
Ma se lo scalo di Verona e' oggi messo così e per responsabilità del PDL e della Lega. Sono anni che Lega da una parte e Pdl dall'altra tirano il Catullo o verso Venezia o verso Milano.  Da anni noi del partito democratico, proponiamo inascoltati, un'alleanza solida con Trento e Brescia e poi l'aggancio con un partner industriale aeroportuale del nord Europa, magari di Monaco. Se anni fa ci avessero ascoltato, oggi l'aeroporto di Verona sarebbe un gioiello.
On.le Dal Moro, sembra preoccupato per il futuro di Verona?
Verona in generale, e non dico solo pensando alla politica, e' da alcuni anni ferma,  puo' tentare ancora di crescere  da sola,  ma da soli non e' facile; abbiamo sprecato troppi anni, gongolandoci sulle nostre potenzialità e oggi le risorse sono scarse. Di questa scarsa lungimiranza, della mancanza di una "politica estera"di Verona, stiamo ora pagando il conto, e ahimè non vorrei che fosse diventato troppo salato.
Cosa propone?
Propongo di guardare fuori dai nostri confini, di fare alleanze industriali senza rincorrere sempre alla finanza che di danni in questi anni ne ha fatti già abbastanza. Una gestione pubblico e privata delle nostre principali società di sviluppo economico delle nostra città. Controllo pubblico e gestione privata. Poi un patto nei prossimi anni per tutti, partiti e società civile, affinché nella gestione della cosa pubblica prevalgano nelle scelte, competenze e merito.

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