lunedì 28 maggio 2012

Nomine a Verona: lottizzazione o nuovo percorso?

La campagna elettorale si è chiusa con la vittoria di Flavio Tosi e la sconfitta di Michele Bertucco, la Giunta Comunale è stata nominata ed il Consiglio Comunale è stato convocato il giorno 28 maggio per le prime formalità. Adesso rimane da affrontare il nodo delle nomine nelle società partecipate o controllate dal Comune. Tutto lascia presupporre che il processo di nomina rimarrà inalterato e, quindi, si procederà con la lottizzazione del potere, il cumulo delle cariche di cui il centro destra è specialista in materia ed il conflitto di interessi.
La maggioranza di Tosi non pensa minimamente che gli equilibri passati hanno prodotto il caso Soardi, la parentopoli veronese ed una gestione non trasparente dei servizi pubblici locali.
Ancora una volta vengono tradite le aspettative e la domanda di partecipazione dei cittadini veronesi e l’esigenza di introdurre nella gestione amministrativa la trasparenza, le competenze e la valutazione indipendente.
Nel periodo post elettorale si registrano alcune dichiarazioni interessanti come principi ma ancora non operative: taglio delle spese, sganciare le nomine dalla politica ed altro. Tutto questo va concretizzano con proposte operative ed efficaci da presentare in Consiglio Comunale altrimenti si rischia la teorizzazione dei problemi.
Intanto si registra un avvenimento molto importante: la sottoscrizione della Carta di Pisa da parte dei consiglieri comunali del Pd e Sel. Questo fatto avrà senz’altro influenza sulle nomine in quanto i consiglieri del centro sinistra si conformeranno alle regole del Codice di Pisa.
Gli articoli del Codice di Pisa che interessano le nomine sono i seguenti:
- Cumulo
L'amministratore deve adeguarsi nel più breve tempo a qualsiasi regolamentazione in vigore volta a limitare il cumulo dei mandati politici, evitando strategie dilatorie volte a posticiparne l’applicazione.
L'amministratore deve astenersi dall'esercitare altri incarichi politici che interferiscano indebitamente con l’esercizio del proprio mandato.
L'amministratore deve astenersi dall'assumere o esercitare cariche, professioni, mandati o incarichi che implichino un controllo sulle sue funzioni amministrative o sui quali, in base alle sue funzioni di amministratore, egli avrebbe il compito di esercitare una funzione di controllo.
- Nomine in enti, consorzi, comunità e società pubbliche o a partecipazione pubblica
L’amministratore deve condizionare qualsiasi nomina, effettuata singolarmente o collegialmente, presso Enti, Consorzi, Comunità e società pubbliche o a partecipazione pubblica, alla preliminare adesione dei soggetti da nominare al presente Codice. L’amministratore deve altresì vigilare sulla successiva adesione a tali disposizioni da parte dei soggetti nominati e, in caso di mancato rispetto, porre in essere tutte le iniziative necessarie al fine di assicurarne l’ottemperanza ovvero sanzionarne l’inadempimento, conformemente a quanto previsto dall’art. 21 del presente Codice. L’amministratore deve altresì procedere a tali nomine, qualora queste richiedano competenze di natura tecnica, a seguito di un bando di valutazione comparativa dei candidati, mediante provvedimento motivato in base al parere ovvero alla designazione di un comitato di garanzia.
Tali regole sconvolgono il vecchio iter procedurale che si basava sull’appartenenza politica ad un partito o ad una corrente e sulla fedeltà al personaggio politico proponente. Ovviamente le competenze e la valutazione indipendente non erano tenute in considerazione.
Nella conferenza stampa di sabato scorso Michele Bertucco, capo gruppo del Pd in consiglio comunale, ha dichiarato in modo chiaro che il gruppo sta preparando una proposta di modifica del regolamento che disciplina le nomine, il quale non prevede meccanismi di trasparenza e di verifica dei curriculum e dei requisiti dei candidati.
L’art. 1, punto 4 lettera a), recita “Possono presentare candidature: a) i componenti del Consiglio Comunale e gli Assessori; b) ….”.
Tale regola non consente ai cittadini veronesi in possesso dei requisiti di professionalità e di probità richiesti di presentare la propria candidatura indipendente nei consigli di amministrazione delle società controllate dal Comune in quanto ogni candidatura deve essere sottoscritta dai consiglieri comunali.
Le regole in atto producono la lottizzazione del potere tra i gruppi presenti in consiglio comunale attraverso il seguente iter:
- La scelta dei candidati avviene  all’interno dei gruppi politici  e, pertanto, ogni gruppo consiliare stabilisce le proprie candidature in rapporto ai posti assegnati;
- Le candidature di ciascun gruppo consiliare vengono individuate dal Sindaco dalla sottoscrizione di ciascuna candidatura  apposta dai consiglieri comunali;
- La individuazione dell’appartenenza politica di ciascuna candidatura permette al Sindaco di effettuare e di assegnare la rappresentanza nei consigli di amministrazione ai gruppi presenti in Consiglio Comunale.
Tale sistema, spoil system e sottoscrizione delle candidature, perpetua la lottizzazione del potere da parte dei partiti, escludendo la trasparenza e la valutazione indipendente delle competenze dei candidati negli organi delle società controllate dal Comune.
Occorre modificare il regolamento comunale che disciplina le nomine con poche regole efficaci per regolamentare la scelta dei candidati al fine di privilegiare la trasparenza e la valutazione delle competenze:
- Possibilità per i cittadini veronesi in possesso dei requisiti richiesti di presentare la candidatura nei consigli di amministrazione delle società pubbliche senza la sottoscrizione dei consiglieri comunali;
- Pubblicazione dei c.v. delle persone che hanno presentato la candidatura;
- Introduzione del colloquio pubblico nel quale i candidati sono chiamati a discutere del loro curriculum, competenze, eventuali incompatibilità e conflitti di interesse. Questa procedura scoraggerebbe la presentazione di candidature non all’altezza dei compiti richiesti;
- Istituzione di una commissione indipendente di valutazione dei c.v. e dei colloqui.
La scelta degli amministratori nelle società controllate dal Comune è una scelta strategica in quanto si ripercuote sulle scelte aziendali, sulla qualità dei servizi pubblici locali e sul livello di benessere dei cittadini. La scelta di effettuare delle nomine soltanto per il controllo politico e non per le competenze è una scelta inadeguata rispetto ai problemi complessi di una società in continua evoluzione che richiede conoscenze e competenze.
Un altro problema da affrontare è quello della governance e della moltiplicazione delle società di gestione dei servizi pubblici locali: 4 società controllate da Agsm (AGSM Energia spa, AGSM Distribuzione spa, AGSM Trasmissione srl e Consorzio Industriale G. Camuzzoni scarl), 3 società di trasporto pubblico locale di cui due non più operative (Amt e Aptv) che costano annualmente solo per le retribuzioni degli organi circa 356 mila euro, 4 società partecipate da Amia (Ser.it 99,74%, Transeco 57%, Drv 48% e Consorzio G.P.O. 4,19%).
Occorre tenere presente che gli organi delle società controllate indirettamente dal Comune vengono nominati dalle società di primo livello che le hanno costituite. Di queste società non sono resi pubblici i bilanci e la qualità dei servizi. Nell’unica società operativa del trasporto pubblico locale ATV, essendo una società controllata da Amt e Aptv,  non è rappresentata la minoranza che è presente in Amt cioè nella società comunale che non gestisce più il trasporto pubblico locale. 



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