domenica 5 febbraio 2012

Oriano Giovanelli, unificazione enti previdenziali e governance

Intervista a Oriano Giovanelli Parlamentare del PD e responsabile del Forum PA
L’accorpamento degli enti previdenziali in un unico istituto è il primo effetto della spending review, sostenuta da un emendamento presentato dal Partito Democratico ed approvato dal Parlamento. Come valuta questa scelta? Ritiene che adesso occorre ripensare la governance dell’ente previdenziale unificato che al momento è gestito da un’unica persona?
Il tema dell'unificazione degli enti previdenziali da un lato e di quelli assistenziali dall'altro e' all'attenzione delle forze politiche , del Parlamento e delle forze sociali da anni. Aggiungerei che e' sempre stato un cavallo di battaglia delle forze lavoratrici, preoccupate del fatto che il grosso delle funzioni previdenziali, anche di settori come quelli del commercio e dell'agricoltura notoriamente deficitari dal punto di vista della contribuzione,fosse sulle spalle dell'INPS finanziato con i contributi dei lavoratori del settore privato; che inoltre sulle spalle dell'INPS gravasse impropriamente anche il finanziamento di oneri assistenziali (cassa integrazione ecc.) mentre rimanevano indisturbate casse previdenziali private e spesso privilegiate salvo poi che anche queste quando si sono trovate (emblematica la vicenda della cassa dei dirigenti delle imprese industriali) in difficoltà hanno finito per scaricare i loro costi sulla stessa INPS. Il progetto di unificazione e' stato oggetto di un attento lavoro istruttorio della commissione parlamentare nella precedente legislatura. Essa concluse che l'obiettivo era più complesso di quanto appariva, che i risparmi non erano così scontati e che le differenze fra i diversi enti, in particolare fra la previdenza dei lavoratori privati e di quelli pubblici non erano invenzioni strumentali annullabili con un tratto di penna. Insomma se proprio si voleva procedere alla unificazione si doveva passare per un accurato percorso di avvicinamento. Questa era la raccomandazione anche della Corte dei Conti. Del resto la stessa situazione dell'INPS risultava e risulta un po’ diversa dalla generale convinzione: gli 80 miliardi di euro che dalla fiscalità generale passano all'INPS non sono dovuti solo a spese assistenziali ma vanno ad integrare spese previdenziali. Quindi non e' proprio del tutto vero che abbiamo un colosso sano su cui far convergere tutte le altre forme previdenziali ritenute fragili. Ho fatto questa lunga premessa perché la scelta fatta dal Governo Monti con il decreto "salva Italia" se si limita a perseguire risparmi ci lascerà delusi. Allora questa scelta va sostenuta e portata fino infondo ma non con la logica di sommare INPDAP e ENPALS nell'INPS ma di dar luogo nella sostanza se non nel nome ad un nuovo ente. Questo mi consente di dire che anche in altri casi in cui meritoriamente di sperimenterà la spending review se l'approccio sarà quello di limitarsi a distinguere la spesa buona da quella cattiva con l'obiettivo di tagliare spese invece che cogliere l'occasione per riorganizzare a fondo, avremo forse una PA meno costosa ma non avremo una PA migliore. Quindi il PD sostiene questo progetto e lo vuole portare avanti con determinazione, ma non vuole che ci si fermi ad un approccio superficiale.
Ritiene che adesso occorre ripensare la governance dell’ente previdenziale unificato che al momento è gestito da un’unica persona?
Certamente! E' la prima cosa da fare. Non e' assolutamente accettabile ne' sotto il profilo della correttezza gestionale ne' di quello della difesa della democrazia che un ente da 370 miliardi di euro, dal quale dipendono prestazioni decisive per il welfare nel nostro paese, depositario di un capitale informativo enorme su ogni cittadino italiano, venga gestito da un uomo solo al comando. Ripeto c'e' in gioco la democrazia, e' una partita politica che vale come e più di una grande riforma istituzionale. Siamo impegnati a porre con forza questa questione sia in sede politica che in quella parlamentare e crediamo che Monti se ne debba far carico subito! In altre parole non possiamo accettare che si metta mano alla riorganizzazione di un nuovo grande ente previdenziale, il più grande in Europa, con la governance attuale. Non e' una questione personale nei confronti di Mastrapasqua, anche se abbiamo giudicato disdicevole che il suo incarico sia stato prorogato fino al 2014 cioè ben oltre la durata di questo Governo e della stessa legislatura parlamentare. Onestamente vi abbiamo letto lo zampino di quella che qualche commentatore ha definito la "super casta".
Il Presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, accumula al momento una pluralità di incarichi. Ritiene compatibili ed eticamente corretti tali incarichi tenendo presente che il Governo Berlusconi ha eliminato il consiglio di amministrazione dell’Inps ed istituito un organo monocratico?
No! Non ritengo compatibile con il ruolo che ricopre che Mastrapasqua sia impegnato in altri 25 incarichi, che abbia uno stipendio di 1 milione e 200 mila euro l'anno, che possa continuare con ampia discrezionalita' ad assumere e a nominare dirigenti, ancor prima di verificare se dall'unificazione con INPDAP e ENPALS vi siano dei dipendenti che possano essere dichiarati soprannumerari e messi in mobilità e ancor prima di preoccupassi di riutilizzare il gruppo dei dirigenti valorizzando le loro professionalità e non guardando le loro etichette di provenienza. Ci siamo già battuti in Parlamento su questo punto e su suoi numerosi incarichi ho presentato una interrogazione.
Esiste un organo nell’Inps denominato “Consiglio di indirizzo e vigilanza” (CIV) a cui sono affidate le linee di indirizzo generale e gli obiettivi strategici dell’Istituto. Il CIV è formato da 24 membri, designati dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori, dei datori di lavoro e dei lavoratori autonomi.
Una volta ripristinati gli organi dell’Istituto (Presidente e Consiglio di Amministrazione) ritiene che il CIV possa essere eliminato, che le sue funzioni possano essere esercitate dal Consiglio di Amministrazione, dal Collegio sindacale e dall’Organismo indipendente di valutazione?
La commissione parlamentare che ho già citato ritenne nelle sue conclusioni di suggerire una Governance Duale. Io credo che dovremo avere un presidente, un consiglio di amministrazione di cui faccia parte in quanto organo gestionale il direttore generale dell'ente. Non ritengo possibile che si torni ad una presenza delle organizzazioni sociali nel CDA com'era prima del 1993. Ne e' passata di acqua sotto i ponti e una presenza del sindacato dei lavoratori o delle associazioni imprenditoriali in un organo gestionale non avrebbe senso comune. Rimane il fatto che queste forze possono legittimamente rivendicare una funzione di indirizzo e controllo sulle risorse che vengono dal loro lavoro. Quindi penso che un CIV molto più piccolo nel numero di componenti ma forte nelle funzioni di controllo sia prevedibile. Ma la definizione di una Governance potrebbe comportare tempo. Invece c'e' una urgenza che giustificherebbe anche una Governance provvisoria di alcuni vice presidenti attorno a Mastrapasqua. Ma non mi fermerei a questo. Penso al potere potenziale rappresentato dalla banca dati dell'INPS e credo che questo vada ricondotto ad un ruolo di controllo parlamentare più forte e comunque il ruolo della commissione bicamerale che si occupa degli enti deve essere valorizzato.
Interrogazione di Oriano Giovanelli

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