lunedì 6 febbraio 2012

Mercato del lavoro, qualcosa si muove

Dopo le interviste rilasciate da Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti si è aperto uno spiraglio nel confronto tra le parti sociali ed il Governo su alcuni temi di difficile confronto.
Raffaele Bonanni nell’intervista si è dichiarato disponibile ad una robusta manutenzione dell’art. 18 e non alla sua abolizione che indebolirebbe le tutele dei lavoratori contro le discriminazioni e la difesa della dignità e la libertà dei lavoratori.
Luigi Angeletti propone una legge sul licenziamento per motivi economici e la garanzia di una corsia preferenziale per le cause di licenziamento di fronte al giudice del lavoro.
Sembra, quindi, che sulle norme che regolano i licenziamenti le parti sociali ed il Governo potranno confrontarsi per eliminare le inefficienze del sistema che si ripercuotono sulle assunzioni e sul sistema degli ammortizzatori sociali.
Si spera che la Cgil superi le posizioni ideologiche sull’art. 18 e sia disponibile a discutere su queste problematiche, la cui risoluzione deve essere coerente con gli interessi generali del paese.
Occorre ricordare che nessuno degli esponenti del centro sinistra è favorevole alla eliminazione dell’art. 18 e che gli attacchi in difesa dell’art. 18 e rivolti ad alcuni esponenti politici e professionisti, i quali intendono riformare il sistema dei licenziamenti per motivi economici ed organizzativi, sono strumentali.  
Si riporta parte dell’intervista a Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, di Giorgio Pogliotti pubblicata su Il Sole 24 Ore del 5 febbraio 2012
Al tavolo tutti sono d'accordo sul mantenimento delle tutele dai licenziamenti discriminatori. Crede sia possibile ragionare sul resto?
Se l'articolo 18 è un ostacolo per alcune inefficienze parliamone. Siamo disponibili ad una robusta manutenzione, ma non all'abolizione che indebolirebbe le tutele dagli abusi e dalle discriminazioni. Ci sono problemi come le lungaggini dei processi, su cui si può intervenire con norme forti che riducano drasticamente i tempi. Tiriamo fuori dall'area dell'articolo 18 questioni come i licenziamenti economici, nella parte che si presta a distorsioni in caso di ricorso alle vie giudiziarie. Troviamo soluzioni per evitare che si allunghino con artifici i tempi, danneggiando lavoratori e aziende. In caso di prolungamento eccessivo dei tempi, lo Stato potrebbe farsi carico del costo dell'inefficienza. Ma il Governo non può essere più realista delle imprese che considerano una robusta manutenzione la scelta più idonea.
Quali sono i punti su cui ritiene vi sia maggiore condivisione al tavolo? C'è sintonia sulle forme principali di sostegno al reddito. Serve un intervento di restyling per rendere più efficiente il sistema. Credo ci si possa mettere d'accordo su soluzioni anche drastiche per assicurare che il periodo in cui si usufruisce di un ammortizzatore sociale venga usato per l'aggiornamento professionale, fino alla perdita dell'indennità in caso di rifiuto di un lavoro. C'è bisogno di un meccanismo deterrente, penso si possano trovare soggetti al di fuori dei consueti e spesso inefficaci sistemi di controllo, con un maggior coinvolgimento delle agenzie interinali, entità ben strutturate che possono attivare meccanismi virtuosi. Tanto più rendiamo questi sistemi di sostegno al reddito trasparenti ed efficaci, tanto più la loro funzione sarà conservata.
Si riporta parte dell’intervista a Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, di Alessandro Barbera pubblicata sul Corriere della Sera del 6 febbraio 2012 Segretario Angeletti, il fronte del no alla modifica all’articolo 18 non è più granitico. Il suo collega della Cisl Raffaele Bonanni dice di essere disponibile a valutare una sua «robusta manutenzione». Lei che ne pensa? «L’articolo 18 riguarda la tutela dei licenziamenti senza giustificato motivo, ovvero quelli discriminatori. Credo che nessuna persona sana di mente voglia e possa togliere questo diritto ai lavoratori. Ma se le ragioni economiche per la fine del rapporto di lavoro ci sono, e nell’articolo 18 sono scritte in un modo che risultano troppo complicate per essere affermate, allora scriviamole queste benedette ragioni».
Mi scusi segretario, in sostanza lei è favorevole a modificarlo. Ci può spiegare meglio? «Voglio dire che per quanto mi riguarda l’articolo 18 va bene così com’è. Nel 1970 fu scritto dai migliori giuristi in circolazione. Ma se in quel testo c’è una lacuna, se il mondo nel frattempo è cambiato e occorre sancire un principio, sono disposto a dire sì ad una legge che dica esplicitamente - fatte salve le ragioni discriminatorie - quando il licenziamento è consentito per motivi economici».
Giovedì avrete un nuovo incontro col governo. Metterà questa proposta sul tavolo? E’ convinto che da un punto di vista giuridico la sua ipotesi sia percorribile? «Certo che sì. Soprattutto se verrà accompagnata da una norma che crea una corsia preferenziale per le cause di licenziamento di fronte al giudice del lavoro».
Adesso non ci rimane che aspettare il prossimo confronto tra le parti sociali ed il Governo per capire quali cambiamenti sono avvenuti.
Intervista a Raffaele Bonanni
Intervista a Luigi Angeletti

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