Continua la tendenza a consumare di meno per difendersi dall'inflazione. Ovviamente tale tendenza interessa le famiglie con redditi bassi verso le quali non è stata avviata una seria ed incidente politica di sostegno.
Il calo dei consumi interessa la grande distribuzione, -1,5%, ed i negozi di piccola dimensione, -4,8%. Inoltre, la diminuzione dei consumi colpisce gli hard discount per -2,3% e gli ipermercati per -1,7%.Dati Istat
Il livello dei consumi rilevato dall’Istat è il peggiore dal mese di aprile 2005 quando si giunse a –3,9%. I dati comunicati dall’Istat rilevano un calo dei consumi di tutti i prodotti: - alimentari -2,3%; - non alimentari -4,1%.
Da tempo le famiglie si difendono dal caro prezzi spendendo di meno nei prodotti superflui:
- Scarpe, borse e articoli da viaggio – 4,6%;
- Abbigliamento e pellicceria – 4,3%;
- Giochi, giocattoli, articoli sportivi e da campeggio – 5,3%;
- Mobili – 3,4%;
- Utensili per la casa – 3,6%;
- Libri, giornali, e riviste – 4,1%;
- Elettrodomestici – 5,1%;
- Prodotti farmaceutici – 3,9%.
Inoltre, i consumatori sono costretti a risparmiare anche nei prodotti alimentari a causa dell’incessante aumento dei prezzi:
- Pasta + 25,6%;
- Pane + 12,1%;
- Carne bovina + 5,1%;
- Pollame + 4,4%;
- Ortaggi e frutta + 7,4%. Dati Istat
I dati provvisori dell’Istat presentano una debole riduzione dell’inflazione che si è attestata al 4% rispetto al 4,1% del mese di luglio. Troppo lieve la riduzione dell’inflazione per influire positivamente sulla tendenza ormai stabile della diminuzione dei consumi.
Il calo dei consumi e la stabilità dell’inflazione a livelli troppo alti sono accompagnate da una crescita pari a -0,3% del Pil nel secondo trimestre 2008. Tale dato è il più basso dal terzo trimestre 2003 quando la crescita fu pari a – 0,1%.
I fondamentali dell’economia dimostrano che la manovra estiva del governo non ha inciso sulla crescita dell’economia italiana e sul livello di benessere delle famiglie con redditi bassi. Alcune misure hanno favorito i più ricchi (Ici prima casa) ed altre sono risultate caritatevoli (social card), insufficienti e discriminanti (detassazione straordinari e premi di produzione) in un momento in cui i lavoratori ed i pensionati con redditi bassi avevano bisogno di sostegno e di tutela.
Il sistema della produzione e della distribuzione nel settore agroalimentare dimostra di non essere competitivo, di non praticare in modo prevalente l’innovazione e di conseguire profitti in un quadro scarsamente concorrenziale.
La strategia competitiva adottata in modo prevalente è quella della riduzione dei costi delle retribuzioni che sono bloccate da diverso tempo e perdono potere d’acquisto con il passare del tempo. Tale strategia non incide sulla competitività nei mercati internazionali dove sono presenti i paesi in via di sviluppo che sostengono dei costi di produzione concorrenziali rispetto ai paesi occidentali.
La Banca d’Italia ha registrato che il potere d’acquisto dei salari è rimasto fermo dal 2000 al 2006 ed il Governatore ha posto all’attenzione sulla necessità di abbassare la tassazione.
Nell’articolo “Torna il tema della redistribuzione” di Massimo Mucchetti, pubblicato dal Corriere della Sera il 24 agosto, l’autore dopo una valutazione completa e puntuale conclude che “la questione della redistribuzione … non è superata. Semmai lo sono gli strumenti con cui viene affrontata”.
Ritengo che la redistribuzione della ricchezza vada affrontata dal Governo attraverso la tassazione, privilegiando i redditi bassi, e dalle imprese affrontando in modo innovativo rispetto al passato l’utilizzo dei profitti tra dividendi, investimenti e salari. Gli investimenti consentono alle imprese la sopravvivenza che secondo Peter Drucker è il primo obiettivo per l’impresa ed i salari permettono ai lavoratori dipendenti di condurre una vita dignitosa e di sviluppare un senso di appartenenza verso l’impresa che certamente potrà dare migliori risultati.
Nell’attuale momento vi sono alcuni temi in discussione da definire tra i quali si ricorda la riforma della contrattazione, il salario di produttività, la spesa pubblica e l’efficienza dei servizi pubblici. Occorre approfittare di tali occasioni per innovare e superare gli attuali equilibri che non consentono all’Italia di crescere nell’equità al suo interno e nella competitività a livello internazionale.
Intanto il Ministro Luca Zaia in una intervista propone di sedersi a tavola due volte:
- "E' necessario sedersi a un tavolo con tutti i protagonisti .... e fare una riflessione seria";
- "Io credo ci si debba sedere attorno a un tavolo con tutti gli attori ..... e dare vita a un paniere low cost".
Meno male che c'è qualcuno che si siede a tavola senza badare all'aumento dei prezzi del settore agroalimentare. Molte persone non hanno questa fortuna e devono purtroppo risparmiare sui beni di prima necessità. Il Ministro con l'intervista rilasciata a "Il Giornale" non esprime alcuna strategia seria e tratta dell'aumento dei prezzi dei prodotti agroalimentari come qualunque altro problema, dimenticandosi dei soggetti deboli con basso reddito che corrono il rischio di alimentarsi in modo non opportuno, rischiando di ammalarsi pur di risparmiare.
Il calo dei consumi interessa la grande distribuzione, -1,5%, ed i negozi di piccola dimensione, -4,8%. Inoltre, la diminuzione dei consumi colpisce gli hard discount per -2,3% e gli ipermercati per -1,7%.Dati Istat
Il livello dei consumi rilevato dall’Istat è il peggiore dal mese di aprile 2005 quando si giunse a –3,9%. I dati comunicati dall’Istat rilevano un calo dei consumi di tutti i prodotti: - alimentari -2,3%; - non alimentari -4,1%.
Da tempo le famiglie si difendono dal caro prezzi spendendo di meno nei prodotti superflui:
- Scarpe, borse e articoli da viaggio – 4,6%;
- Abbigliamento e pellicceria – 4,3%;
- Giochi, giocattoli, articoli sportivi e da campeggio – 5,3%;
- Mobili – 3,4%;
- Utensili per la casa – 3,6%;
- Libri, giornali, e riviste – 4,1%;
- Elettrodomestici – 5,1%;
- Prodotti farmaceutici – 3,9%.
Inoltre, i consumatori sono costretti a risparmiare anche nei prodotti alimentari a causa dell’incessante aumento dei prezzi:
- Pasta + 25,6%;
- Pane + 12,1%;
- Carne bovina + 5,1%;
- Pollame + 4,4%;
- Ortaggi e frutta + 7,4%. Dati Istat
I dati provvisori dell’Istat presentano una debole riduzione dell’inflazione che si è attestata al 4% rispetto al 4,1% del mese di luglio. Troppo lieve la riduzione dell’inflazione per influire positivamente sulla tendenza ormai stabile della diminuzione dei consumi.
Il calo dei consumi e la stabilità dell’inflazione a livelli troppo alti sono accompagnate da una crescita pari a -0,3% del Pil nel secondo trimestre 2008. Tale dato è il più basso dal terzo trimestre 2003 quando la crescita fu pari a – 0,1%.
I fondamentali dell’economia dimostrano che la manovra estiva del governo non ha inciso sulla crescita dell’economia italiana e sul livello di benessere delle famiglie con redditi bassi. Alcune misure hanno favorito i più ricchi (Ici prima casa) ed altre sono risultate caritatevoli (social card), insufficienti e discriminanti (detassazione straordinari e premi di produzione) in un momento in cui i lavoratori ed i pensionati con redditi bassi avevano bisogno di sostegno e di tutela.
Il sistema della produzione e della distribuzione nel settore agroalimentare dimostra di non essere competitivo, di non praticare in modo prevalente l’innovazione e di conseguire profitti in un quadro scarsamente concorrenziale.
La strategia competitiva adottata in modo prevalente è quella della riduzione dei costi delle retribuzioni che sono bloccate da diverso tempo e perdono potere d’acquisto con il passare del tempo. Tale strategia non incide sulla competitività nei mercati internazionali dove sono presenti i paesi in via di sviluppo che sostengono dei costi di produzione concorrenziali rispetto ai paesi occidentali.
La Banca d’Italia ha registrato che il potere d’acquisto dei salari è rimasto fermo dal 2000 al 2006 ed il Governatore ha posto all’attenzione sulla necessità di abbassare la tassazione.
Nell’articolo “Torna il tema della redistribuzione” di Massimo Mucchetti, pubblicato dal Corriere della Sera il 24 agosto, l’autore dopo una valutazione completa e puntuale conclude che “la questione della redistribuzione … non è superata. Semmai lo sono gli strumenti con cui viene affrontata”.
Ritengo che la redistribuzione della ricchezza vada affrontata dal Governo attraverso la tassazione, privilegiando i redditi bassi, e dalle imprese affrontando in modo innovativo rispetto al passato l’utilizzo dei profitti tra dividendi, investimenti e salari. Gli investimenti consentono alle imprese la sopravvivenza che secondo Peter Drucker è il primo obiettivo per l’impresa ed i salari permettono ai lavoratori dipendenti di condurre una vita dignitosa e di sviluppare un senso di appartenenza verso l’impresa che certamente potrà dare migliori risultati.
Nell’attuale momento vi sono alcuni temi in discussione da definire tra i quali si ricorda la riforma della contrattazione, il salario di produttività, la spesa pubblica e l’efficienza dei servizi pubblici. Occorre approfittare di tali occasioni per innovare e superare gli attuali equilibri che non consentono all’Italia di crescere nell’equità al suo interno e nella competitività a livello internazionale.
Intanto il Ministro Luca Zaia in una intervista propone di sedersi a tavola due volte:
- "E' necessario sedersi a un tavolo con tutti i protagonisti .... e fare una riflessione seria";
- "Io credo ci si debba sedere attorno a un tavolo con tutti gli attori ..... e dare vita a un paniere low cost".
Meno male che c'è qualcuno che si siede a tavola senza badare all'aumento dei prezzi del settore agroalimentare. Molte persone non hanno questa fortuna e devono purtroppo risparmiare sui beni di prima necessità. Il Ministro con l'intervista rilasciata a "Il Giornale" non esprime alcuna strategia seria e tratta dell'aumento dei prezzi dei prodotti agroalimentari come qualunque altro problema, dimenticandosi dei soggetti deboli con basso reddito che corrono il rischio di alimentarsi in modo non opportuno, rischiando di ammalarsi pur di risparmiare.
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