In questi ultimi giorni il dato fornito dal Ministero della Funzione Pubblica sul crollo dell’assenteismo nel pubblico impiego è stato pubblicato su tutti i quotidiani. Peccato che la maggior parte della stampa si è limitata alla pubblicazione della notizia senza effettuare un minimo di approfondimento e di analisi sull''assenteismo e sull'efficienza della P. A..
Le informazioni fornite dal Ministero fanno riferimento alla rilevazione effettuata per i mesi di giugno e luglio 2007 e 2008 attraverso un apposito questionario compilato dalle amministrazioni centrali e periferiche. Dalla rilevazione emerge che le assenze per malattia sono crollate del 37,1% rispetto al 2007 equivalente a 25 mila persone in più al lavoro. Monitoraggio assenze
Sui dati diffusi dal ministero della Funzione Pubblica sulle assenze per malattia il segretario generale Cgil Funzione pubblica Carlo Podda dichiara che si fa “tanto rumore per nulla”. “La notizia, dichiara Podda, eccita i crociati contro i lavoratori pubblici, ma la notizia semplicemente non esiste, perché, come da tempo diciamo, già dal 2006 le statistiche ufficiali dell'Istat e della Ragioneria Generale dello Stato rilevano la media delle assenze per malattia del lavoro pubblico a 10,5 giornate annue”. “Comparare dati non omogenei è statisticamente scorretto, continua Podda, trarne valutazioni politiche lo è ancor di più”. “Se sul versante contrattuale non ci saranno radicali ripensamenti, conclude Podda, in autunno il Governo potrebbe rimanere sorpreso da una nuova impennata delle assenze, ma questa volta quelle per lo sciopero dei dipendenti pubblici”.
Vi sono alcuni siti che pubblicano post che contestano nei contenuti le rilevazioni effettuate dal Ministero:
- Ma c’è davvero un “effetto Brunetta”;
- L’effetto Brunetta è una bufala.
In tali articoli viene osservato che fino al 2006 si dispone di dati complessivi, riferiti alle assenze in tutta la P. A. su base annua. Per il 2007 e 2008 si confrontano i dati del bimestre giugno-luglio di 70 amministrazioni selezionate dal ministero. Inoltre, il campione monitorato non è rappresentativo dell’universo della P. A. in quanto si tratta di amministrazioni di piccole dimensioni. Infine, si nota che il trend delle assenze ha iniziato a diminuire dal 2005.
A prescindere dal rigore scientifico del trend sulle assenze elaborato dal Ministero è chiaro che il fenomeno dell’assenteismo è un problema serio da affrontare nella P. A.. Inoltre, in diverse città e amministrazioni su iniziativa mirata del ministero gli assenteisti sono stati colti sul fatto, denunciati ed in alcuni casi licenziati. Per rendere efficaci i controlli non è necessaria la obbligatorietà ma la discrezionalità e la responsabilità del management, degli enti coinvolti e dei medici affinchè le visite di controllo non vengano considerate un'attività burocratica e formale. "Chi non va a lavorare, dichiara Rino Tarelli segretario della Cisl Funzione pubblica, approfittando delle tutele contrattuali tradisce sia i suoi colleghi sia i contratti, che così diventano meno credibili".
“L’aumento della presenza dei dipendenti negli uffici pubblici, dichiara il ministro Brunetta, comporta più servizi e più qualità delle prestazioni offerte: meno code, maggiore reperibilità, minori chiusure per carenza di personale …… un passo necessario verso l’auspicato recupero di produttività del settore pubblico”.
Non condivido quanto dichiarato dal Ministro Brunetta che il minore assenteismo si trasformi automaticamente in miglioramento dei servizi se gli altri fattori rimangono invariati. Anzi è vero il contrario. Se alcuni dipendenti lavorano poco e male espletando compiti che non creano valore è inutile raccomandare di lavorare di più. Invece occorre intervenire sul sistema della P. A. (organizzazione, lavoro, conoscenza, strumenti, trasparenza, controllo dei risultati). Ogni sostanziale miglioramento, afferma W. E. Deming, è dovuto a un cambiamento nel sistema, la cui supervisione è responsabilità del management. Articolo
La nuova disciplina in materia di assenze per malattia (circolare n. 7 del 2008) contiene norme già presenti nella legislazione e nei contratti e prevede l’obbligatorietà della visita di controllo fin dal primo giorno di malattia e l'ampliamento delle fascie di reperibilità. Il management pubblico ha soprasseduto alla loro applicazione, consentendo ai furbacchioni di assentarsi senza problemi. Articolo
Prima dell’entrata in vigore della visita di controllo obbligatoria, le Amministrazioni Pubbliche hanno dovuto fare i conti con i costi della prestazioni e con la indisponibilità concreta delle ASL ad effettuare tutti i controlli richiesti. Adesso con la nuova disciplina le ASL non saranno in grado di rispondere a tutte le richieste di visite mediche di controllo da parte della P. A. ed il fenomeno della disapplicazione della legge si amplierà.
Quando finirà l’effetto Brunetta perché non durerà in eterno (esempio patente a punti) quali saranno gli strumenti che potranno combattere efficacemente l’assenteismo?
L’obbligatorietà della visita medica di controllo? Credo di no per i costi e per l’impossibilità concreta da parte delle ASL di evadere le richieste.
L'allargamento delle fascie di reperibilità? Strumento molto utile ma non sufficiente da solo a risolvere il problema dell'assenteismo.
La riduzione della retribuzione? Rappresenta un deterrente ma è anche uno strumento che “normalizza” l’assenza.
L'assenteismo è l'effetto del malfunzionamento della P. A. (clima, motivazione, appartenenza) e, pertanto, per combatterlo efficacemente è necessario e urgente intervenire sul sistema.
Ritengo essenziale valorizzare le persone oneste ed efficaci che operano nella P. A. in un momento in cui sono confuse con i nullafacenti e, pertanto, introdurre il merito per l’avanzamento della carriera e per un’equa distribuzione dei premi di produttività.
Dotarsi di un management pubblico che si assuma in pieno la responsabilità di guida e di gestione. Al momento sono molti i dirigenti che hanno abdicato alle loro competenze ed il governo li ha premiati eliminando il tetto dei compensi stabilito in 300 mila euro stabilito dal governo Prodi. Il Governo è intervenuto sui salari dei lavoratori pubblici con la eliminazione del salario accessorio, confondendo da una parte gli enti che si sono attrezzati per misurare la produttività ed i risultati con quelli che non si sono dotati di un business plan e distribuiscono i premi incentivanti a pioggia e dall’altra le persone oneste e capaci con i nullafacenti.
Dal 1° gennaio 2009 molte persone oneste ed efficaci, avendo conseguito i requisiti, andranno in pensione, portando a casa la conoscenza acquisita negli anni, perchè se rimangono in servizio non percepiranno più il salario accessorio con effetti negativi sull'importo della pensione futura. L'esodo ridurrà il patrimonio intellettuale esistente oggi nella P. A..
Occorre rendere trasparenti i risultati, la performance ed il grado di raggiungimento degli obiettivi affinché possa realizzarsi nella Pubblica Amministrazione una competitività ed un bechmarking che permetta al sistema di migliorarsi in modo continuo e veloce e consenta ai cittadini di effettuare un controllo ed una pressione in direzione del miglioramento dei servizi.
Infine, occorre ricordare che la P. A. deve essere orientata non soltanto sull’efficienza come le imprese private ma soprattutto sull’equità che caratterizza la funzione dello Stato.
il cannocchiale
Le informazioni fornite dal Ministero fanno riferimento alla rilevazione effettuata per i mesi di giugno e luglio 2007 e 2008 attraverso un apposito questionario compilato dalle amministrazioni centrali e periferiche. Dalla rilevazione emerge che le assenze per malattia sono crollate del 37,1% rispetto al 2007 equivalente a 25 mila persone in più al lavoro. Monitoraggio assenze
Sui dati diffusi dal ministero della Funzione Pubblica sulle assenze per malattia il segretario generale Cgil Funzione pubblica Carlo Podda dichiara che si fa “tanto rumore per nulla”. “La notizia, dichiara Podda, eccita i crociati contro i lavoratori pubblici, ma la notizia semplicemente non esiste, perché, come da tempo diciamo, già dal 2006 le statistiche ufficiali dell'Istat e della Ragioneria Generale dello Stato rilevano la media delle assenze per malattia del lavoro pubblico a 10,5 giornate annue”. “Comparare dati non omogenei è statisticamente scorretto, continua Podda, trarne valutazioni politiche lo è ancor di più”. “Se sul versante contrattuale non ci saranno radicali ripensamenti, conclude Podda, in autunno il Governo potrebbe rimanere sorpreso da una nuova impennata delle assenze, ma questa volta quelle per lo sciopero dei dipendenti pubblici”.
Vi sono alcuni siti che pubblicano post che contestano nei contenuti le rilevazioni effettuate dal Ministero:
- Ma c’è davvero un “effetto Brunetta”;
- L’effetto Brunetta è una bufala.
In tali articoli viene osservato che fino al 2006 si dispone di dati complessivi, riferiti alle assenze in tutta la P. A. su base annua. Per il 2007 e 2008 si confrontano i dati del bimestre giugno-luglio di 70 amministrazioni selezionate dal ministero. Inoltre, il campione monitorato non è rappresentativo dell’universo della P. A. in quanto si tratta di amministrazioni di piccole dimensioni. Infine, si nota che il trend delle assenze ha iniziato a diminuire dal 2005.
A prescindere dal rigore scientifico del trend sulle assenze elaborato dal Ministero è chiaro che il fenomeno dell’assenteismo è un problema serio da affrontare nella P. A.. Inoltre, in diverse città e amministrazioni su iniziativa mirata del ministero gli assenteisti sono stati colti sul fatto, denunciati ed in alcuni casi licenziati. Per rendere efficaci i controlli non è necessaria la obbligatorietà ma la discrezionalità e la responsabilità del management, degli enti coinvolti e dei medici affinchè le visite di controllo non vengano considerate un'attività burocratica e formale. "Chi non va a lavorare, dichiara Rino Tarelli segretario della Cisl Funzione pubblica, approfittando delle tutele contrattuali tradisce sia i suoi colleghi sia i contratti, che così diventano meno credibili".
“L’aumento della presenza dei dipendenti negli uffici pubblici, dichiara il ministro Brunetta, comporta più servizi e più qualità delle prestazioni offerte: meno code, maggiore reperibilità, minori chiusure per carenza di personale …… un passo necessario verso l’auspicato recupero di produttività del settore pubblico”.
Non condivido quanto dichiarato dal Ministro Brunetta che il minore assenteismo si trasformi automaticamente in miglioramento dei servizi se gli altri fattori rimangono invariati. Anzi è vero il contrario. Se alcuni dipendenti lavorano poco e male espletando compiti che non creano valore è inutile raccomandare di lavorare di più. Invece occorre intervenire sul sistema della P. A. (organizzazione, lavoro, conoscenza, strumenti, trasparenza, controllo dei risultati). Ogni sostanziale miglioramento, afferma W. E. Deming, è dovuto a un cambiamento nel sistema, la cui supervisione è responsabilità del management. Articolo
La nuova disciplina in materia di assenze per malattia (circolare n. 7 del 2008) contiene norme già presenti nella legislazione e nei contratti e prevede l’obbligatorietà della visita di controllo fin dal primo giorno di malattia e l'ampliamento delle fascie di reperibilità. Il management pubblico ha soprasseduto alla loro applicazione, consentendo ai furbacchioni di assentarsi senza problemi. Articolo
Prima dell’entrata in vigore della visita di controllo obbligatoria, le Amministrazioni Pubbliche hanno dovuto fare i conti con i costi della prestazioni e con la indisponibilità concreta delle ASL ad effettuare tutti i controlli richiesti. Adesso con la nuova disciplina le ASL non saranno in grado di rispondere a tutte le richieste di visite mediche di controllo da parte della P. A. ed il fenomeno della disapplicazione della legge si amplierà.
Quando finirà l’effetto Brunetta perché non durerà in eterno (esempio patente a punti) quali saranno gli strumenti che potranno combattere efficacemente l’assenteismo?
L’obbligatorietà della visita medica di controllo? Credo di no per i costi e per l’impossibilità concreta da parte delle ASL di evadere le richieste.
L'allargamento delle fascie di reperibilità? Strumento molto utile ma non sufficiente da solo a risolvere il problema dell'assenteismo.
La riduzione della retribuzione? Rappresenta un deterrente ma è anche uno strumento che “normalizza” l’assenza.
L'assenteismo è l'effetto del malfunzionamento della P. A. (clima, motivazione, appartenenza) e, pertanto, per combatterlo efficacemente è necessario e urgente intervenire sul sistema.
Ritengo essenziale valorizzare le persone oneste ed efficaci che operano nella P. A. in un momento in cui sono confuse con i nullafacenti e, pertanto, introdurre il merito per l’avanzamento della carriera e per un’equa distribuzione dei premi di produttività.
Dotarsi di un management pubblico che si assuma in pieno la responsabilità di guida e di gestione. Al momento sono molti i dirigenti che hanno abdicato alle loro competenze ed il governo li ha premiati eliminando il tetto dei compensi stabilito in 300 mila euro stabilito dal governo Prodi. Il Governo è intervenuto sui salari dei lavoratori pubblici con la eliminazione del salario accessorio, confondendo da una parte gli enti che si sono attrezzati per misurare la produttività ed i risultati con quelli che non si sono dotati di un business plan e distribuiscono i premi incentivanti a pioggia e dall’altra le persone oneste e capaci con i nullafacenti.
Dal 1° gennaio 2009 molte persone oneste ed efficaci, avendo conseguito i requisiti, andranno in pensione, portando a casa la conoscenza acquisita negli anni, perchè se rimangono in servizio non percepiranno più il salario accessorio con effetti negativi sull'importo della pensione futura. L'esodo ridurrà il patrimonio intellettuale esistente oggi nella P. A..
Occorre rendere trasparenti i risultati, la performance ed il grado di raggiungimento degli obiettivi affinché possa realizzarsi nella Pubblica Amministrazione una competitività ed un bechmarking che permetta al sistema di migliorarsi in modo continuo e veloce e consenta ai cittadini di effettuare un controllo ed una pressione in direzione del miglioramento dei servizi.
Infine, occorre ricordare che la P. A. deve essere orientata non soltanto sull’efficienza come le imprese private ma soprattutto sull’equità che caratterizza la funzione dello Stato.
il cannocchiale
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