lunedì 21 giugno 2010

Alberto Alesina e Andrea Ichino replicano a Brunetta

Il Ministro Brunetta ci accusa di non aver riconosciuto i suoi meriti. È vero: lui è una delle voci di questo governo, con il Ministro Gelmini, che a parole hanno proposto una differenziazione delle retribuzioni nel settore pubblico. Ma lui stesso ci ricorda che compito di un ministro è “tradurre le idee in azioni di governo”: ossia fatti non parole.
Sul tema della tanto sbandierata meritocrazia abbiamo sentito molte parole ma visto pochi fatti. Gli spiragli positivi aperti dal D.L 150/2009 (che ben conosciamo!), sono stati chiusi dalla manovra: per tre anni almeno, le retribuzioni sono bloccate per tutti, buoni e cattivi.
Il Ministro Gelmini aveva preso l’impegno di restituire agli insegnanti in forma premiale il 30% dei risparmi conseguiti, ma non si sa ancora se l’impegno sarà mantenuto nonostante sia stato trovato il modo per farlo.
Nell’università ci sono professori che non fanno ricerca e non insegnano, a fianco di precari più meritevoli. Ma il governo non ha il coraggio di prendere provvedimenti e potrebbe benissimo farlo senza alcuna nuova legge. L’unica cosa che ha saputo fare, è stato tagliare nella scuola tutti i precari indiscriminatamente, sia quelli bravi sia quelli incapaci, salvando invece gli insiders con il posto fisso, senza eccezioni e senza meritocrazia.
Stiamo ancora aspettando una riforma che dia autonomia agli atenei nell’offerta formativa e nella gestione delle risorse umane (licenziamenti, retribuzioni e avanzamenti di carriera), a cui faccia seguito un’erogazione differenziata dei fondi sulla base della qualità (e magari la chiusura degli atenei che non meritano). Di nuovo, molti annunci mediatici ma pochi risultati concreti.
Il ministro cita come cosa fatta l’autorità indipendente (Civit) istituita un anno fa per garantire e coordinare la valutazione delle amministrazioni pubbliche. La realtà è che il governo non ha ancora emanato i decreti necessari per il suo funzionamento. Né ha risposto ad un’interpellanza urgente presentata in proposito al Senato da oltre un mese.
Infine, ed era un punto importante del nostro articolo, nulla è stato fatto per tenere conto delle differenze di costo della vita nel paese. Ministro Brunetta, siamo pronti a riconoscerle i suoi meriti, e avremmo dovuto scriverlo. Ma vorremmo vedere piu fatti e meno parole dal governo in tema di meritocrazia nell’amministrazione pubblica.
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