Si riporta l’intervento dell’on.le Alessia Mosca effettuato alla Camera dei Deputati sul potere d’acquisto delle famiglie. La mozione è stata pubblicata nel post “Il potere d’acquisto delle famiglie”.
“La mozione che presentiamo oggi è un’altra delle forme con cui da mesi cerchiamo di richiamare il Governo a una maggiore attenzione e responsabilità rispetto alla drammatica situazione che sempre più famiglie, lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati si trovano a vivere.
Una situazione che nel corso dei mesi è andata via via peggiorando fino a raggiungere un livello di allarme rispetto al quale non si può rimanere indifferenti o distratti: la situazione dell’aumento della povertà e della perdita del potere d’acquisto dei salari.
La responsabilità primaria di chi gestisce la «cosa pubblica» è di occuparsi del bene comune, che con accenti diversi a seconda dell’orientamento politico, dei valori di riferimento e del momento storico si declina come competitività e crescita del sistema e come attenzione e sostegno ai cittadini più deboli.
Il Governo sta fallendo sull’uno e sull’altro fronte, che poi sono due facce della medesima medaglia. Non si intravedono infatti misure di vero incentivo al sistema Paese nel suo complesso né tantomeno si scorgono interventi a favore di quanti, e sono sempre di più, stanno pericolosamente scivolando al di sotto della soglia di povertà.
Tutto orientato a ciò che è marketing, fiction, comunicazione, propaganda, questo esecutivo non ha smentito la sua caratteristica di rappresentarsi e rappresentarci una immagine sempre distorta della realtà, modellata in base alle proprie convenienze politiche. Come nei film, si costruisce una storia enfatizzando solo alcuni aspetti della realtà, e intorno a essa si solleticano paure e si orientano i bisogni in base a ciò che conviene di più al Governo, non al Paese.
La realtà è però tutta un’altra. E’ una realtà di recessione, che è certo non solo del nostro Paese, ma che da noi si fa sentire più pesantemente che altrove. Ed è una realtà in cui il potere d’acquisto delle famiglie, di tutti i lavoratori e le lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate si sta drasticamente riducendo.Di questa distorsione perpetuata dal Governo è sia il sistema Paese che i cittadini che pagano le conseguenze.Stiamo diventando un Paese con molti parametri ben al di sotto di quelli dei Paesi in via di sviluppo. A livello internazionale stiamo perdendo posizioni. Un autorevole conoscitore dell’economia italiana qualche giorno fa, descrivendo il decadimento del nostro Paese nello scenario globale, osservava con preoccupazione che se oggi uno tsunami facesse scomparire l’Italia nessuno se ne accorgerebbe quanto a impatto sul mercato e sulle politiche internazionali.
Ma è l’allargamento della forbice tra i ricchi e i poveri che deve preoccupare più di ogni altra cosa. La cosiddetta «classe media» si sta estinguendo e sta diventando sempre più ampia la base di coloro che letteralmente faticano ad arrivare a fine mese.
Questo è storicamente il terreno in cui scaturiscono disagi sociali e conflittualità che un Paese come il nostro, con la sua cultura, la sua civiltà, i suoi valori di coesione e solidarietà oggi non si può permettere.Non si può permettere di affrontare il tema dell’estrema povertà con misure assistenzialiste e poco rispettose della dignità umana.
Non si può permettere che si vada allargando la schiera dei cosiddetti working poors, cioè di coloro che pur lavorando si trovano al di sotto o poco sopra la soglia di povertà, perché magari unici percettori di reddito in una famiglia di tre o quattro persone.
Non si può permettere infine che la contrazione dei consumi acuisca una situazione economica complessiva di già forte stagnazione.
Governi stranieri di qualsiasi schieramento in questi mesi stanno proponendo piani straordinari per ridare ossigeno a economie in affanno e per sostenere i consumi delle famiglie. Perché è giusto e perché è necessario.
Il Governo Prodi, nelle settimane precedenti alla sua caduta, aveva istituito un tavolo di confronto con tutte le parti sociali per affrontare seriamente la questione salariale.
Il governo attuale fa proclami, crea aspettative, lancia slogan, ma i fatti né si sono visti né si vedono all’orizzonte. E di quel confronto con le parti sociali non c’è traccia. Da un lato, anzi, l’esecutivo taglia laddove non dovrebbe tagliare. Come nella scuola, che rappresenta il fondamentale motore di mobilità sociale, parametro essenziale per lo sviluppo e la competitività di un Paese. Dall’altro, vara misure che chiama di sostegno alle famiglie – come la detassazione degli straordinari – ma che sono insufficienti, inique e inefficienti.
E’ urgente invece intervenire concretamente e subito, se non si vuole che questo Paese sprofondi in una crisi irreversibile. Ci sono ancora i margini per farlo. E’ per questo che oggi, con questa mozione, facciamo appello al Governo perché non aspetti altro tempo. Perché è giusto e perché è necessario più in Italia che in qualsiasi altro Paese. Perché siamo più in affanno di altri e perché invece, più di altri, meritiamo di essere punto di riferimento, per la nostra ricchezza umana e culturale, per le nostre eccellenze e per la nostra capacità di affrontare con caparbia i momenti di crisi”.
Speriamo che la coscienza dei cittadini verso i problemi delle famiglie sia più forte della propaganda di Berlusconi e del suo Governo.
“La mozione che presentiamo oggi è un’altra delle forme con cui da mesi cerchiamo di richiamare il Governo a una maggiore attenzione e responsabilità rispetto alla drammatica situazione che sempre più famiglie, lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati si trovano a vivere.
Una situazione che nel corso dei mesi è andata via via peggiorando fino a raggiungere un livello di allarme rispetto al quale non si può rimanere indifferenti o distratti: la situazione dell’aumento della povertà e della perdita del potere d’acquisto dei salari.
La responsabilità primaria di chi gestisce la «cosa pubblica» è di occuparsi del bene comune, che con accenti diversi a seconda dell’orientamento politico, dei valori di riferimento e del momento storico si declina come competitività e crescita del sistema e come attenzione e sostegno ai cittadini più deboli.
Il Governo sta fallendo sull’uno e sull’altro fronte, che poi sono due facce della medesima medaglia. Non si intravedono infatti misure di vero incentivo al sistema Paese nel suo complesso né tantomeno si scorgono interventi a favore di quanti, e sono sempre di più, stanno pericolosamente scivolando al di sotto della soglia di povertà.
Tutto orientato a ciò che è marketing, fiction, comunicazione, propaganda, questo esecutivo non ha smentito la sua caratteristica di rappresentarsi e rappresentarci una immagine sempre distorta della realtà, modellata in base alle proprie convenienze politiche. Come nei film, si costruisce una storia enfatizzando solo alcuni aspetti della realtà, e intorno a essa si solleticano paure e si orientano i bisogni in base a ciò che conviene di più al Governo, non al Paese.
La realtà è però tutta un’altra. E’ una realtà di recessione, che è certo non solo del nostro Paese, ma che da noi si fa sentire più pesantemente che altrove. Ed è una realtà in cui il potere d’acquisto delle famiglie, di tutti i lavoratori e le lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate si sta drasticamente riducendo.Di questa distorsione perpetuata dal Governo è sia il sistema Paese che i cittadini che pagano le conseguenze.Stiamo diventando un Paese con molti parametri ben al di sotto di quelli dei Paesi in via di sviluppo. A livello internazionale stiamo perdendo posizioni. Un autorevole conoscitore dell’economia italiana qualche giorno fa, descrivendo il decadimento del nostro Paese nello scenario globale, osservava con preoccupazione che se oggi uno tsunami facesse scomparire l’Italia nessuno se ne accorgerebbe quanto a impatto sul mercato e sulle politiche internazionali.
Ma è l’allargamento della forbice tra i ricchi e i poveri che deve preoccupare più di ogni altra cosa. La cosiddetta «classe media» si sta estinguendo e sta diventando sempre più ampia la base di coloro che letteralmente faticano ad arrivare a fine mese.
Questo è storicamente il terreno in cui scaturiscono disagi sociali e conflittualità che un Paese come il nostro, con la sua cultura, la sua civiltà, i suoi valori di coesione e solidarietà oggi non si può permettere.Non si può permettere di affrontare il tema dell’estrema povertà con misure assistenzialiste e poco rispettose della dignità umana.
Non si può permettere che si vada allargando la schiera dei cosiddetti working poors, cioè di coloro che pur lavorando si trovano al di sotto o poco sopra la soglia di povertà, perché magari unici percettori di reddito in una famiglia di tre o quattro persone.
Non si può permettere infine che la contrazione dei consumi acuisca una situazione economica complessiva di già forte stagnazione.
Governi stranieri di qualsiasi schieramento in questi mesi stanno proponendo piani straordinari per ridare ossigeno a economie in affanno e per sostenere i consumi delle famiglie. Perché è giusto e perché è necessario.
Il Governo Prodi, nelle settimane precedenti alla sua caduta, aveva istituito un tavolo di confronto con tutte le parti sociali per affrontare seriamente la questione salariale.
Il governo attuale fa proclami, crea aspettative, lancia slogan, ma i fatti né si sono visti né si vedono all’orizzonte. E di quel confronto con le parti sociali non c’è traccia. Da un lato, anzi, l’esecutivo taglia laddove non dovrebbe tagliare. Come nella scuola, che rappresenta il fondamentale motore di mobilità sociale, parametro essenziale per lo sviluppo e la competitività di un Paese. Dall’altro, vara misure che chiama di sostegno alle famiglie – come la detassazione degli straordinari – ma che sono insufficienti, inique e inefficienti.
E’ urgente invece intervenire concretamente e subito, se non si vuole che questo Paese sprofondi in una crisi irreversibile. Ci sono ancora i margini per farlo. E’ per questo che oggi, con questa mozione, facciamo appello al Governo perché non aspetti altro tempo. Perché è giusto e perché è necessario più in Italia che in qualsiasi altro Paese. Perché siamo più in affanno di altri e perché invece, più di altri, meritiamo di essere punto di riferimento, per la nostra ricchezza umana e culturale, per le nostre eccellenze e per la nostra capacità di affrontare con caparbia i momenti di crisi”.
Speriamo che la coscienza dei cittadini verso i problemi delle famiglie sia più forte della propaganda di Berlusconi e del suo Governo.
2 commenti:
Mi volevo soffermare,riguardo all'esauriente commento di Alessia,
sulle parole"mozione per richiamare il Governo ad una maggiore attenzione e responsabilità"
Io penso che se c'è una cosa che manca a questo governo sono proprio
i principi della responsabilità,che con i provvedimenti e decreti presi ha dimostrato di essere un Governo degli slogan e dei proclami,dice di essere il Governo del fare ed invece è il Governo dell'apparire,
illusionista della politica e dei fatti concreti.
La sua attenzione è rivolta a fare leggi ad personam,decreti inutili
ma con risultati negativi come quello per i glandestini,sicurezza,
scuola,precari,e via dicendo ed il loro fine è quello di ampliare
i capitali delle società di cui sono intestatari,assicurazioni,costruzioni,televisioni,etc..etc...
questo è cosa penso di questo Governo fantasma.
Mi volevo soffermare, riguardo all'esauriente intervento di Alessia Mosca, sulle parole "mozione per richiamare il Governo ad una maggiore attenzione e responsabilità" Io penso che se c'è una cosa che manca a questo governo sono proprio i principi della responsabilità,che con i provvedimenti e decreti presi ha dimostrato di essere un Governo degli slogan e dei proclami,dice di essere il Governo del fare ed invece è il Governo dell'apparire, illusionista della politica e dei fatti concreti.
La sua attenzione è rivolta a fare leggi ad personam, decreti inutili ma con risultati negativi come quello per i clandestini, sicurezza, scuola, precari e via dicendo ed il loro fine è quello di ampliare i capitali delle società di cui sono intestatari, assicurazioni, costruzioni,televisioni, etc..etc...questo è cosa penso di questo Governo fantasma.
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