venerdì 22 febbraio 2013

Partito Democratico: unica alternativa reale a Berlusconi

Il Governo Berlusconi si è caratterizzato per l’incapacità di riconoscere ed affrontare la crisi con una politica economica all’altezza della condizione grave che vive il paese. Inoltre, Berlusconi si è distinto a differenza dei paesi occidentali per le promesse non mantenute, per le leggi ad personam che lo hanno garantito dalle inchieste giudiziarie, per le illusioni e fantasie che ha espresso anche in questa campagna elettorale e per lo scempio della credibilità internazionale che ha sempre contraddistinto l’azione dei governi che si sono succeduti nel tempo.
Nonostante tutto questo il PDL rappresenta, oltre alla coalizione del centro sinistra, la forza politica che potrebbe vincere le elezioni se gli elettori non prendono coscienza della gravità della crisi economica e finanziaria del paese e della mancanza di credibilità di Berlusconi e della coalizione di centro destra incapaci di avviare un cambiamento di direzione.
La crisi finanziaria internazionale ha avuto effetti devastanti in Italia per le condizioni di debolezza in cui ha trovato il paese dopo anni di gestione del centro destra che non ha avviato riforme strutturali che consentissero competitività, giustizia, equità e sostegno alle fasce più deboli del paese.
Occorre, quindi, effettuare una scelta consapevole alle prossime elezioni politiche in direzione di una alternativa democratica e del cambiamento, rappresentati dal Partito Democratico e dalla coalizione del centro sinistra, unici veri competitori della deriva berlusconiana.
Il Partito Democratico, insieme ai partiti del centro sinistra, è l’unico vero partito che ha intrapreso un percorso democratico con le primarie per la scelta del premier e dei parlamentari. Gli altri partiti o movimenti non rispettano l’art. 49 della Costituzione e presentano un carattere personalistico ed autoritario che calpesta la democrazia interna. Ha iniziato Berlusconi con il partito personale e subito dopo lo hanno seguito gli altri partiti pur alternativi.
I partiti, diversi dalla coalizione del centro sinistra, non sono in condizioni per i consensi che rappresentano di essere un’alternativa al centro destra e, pertanto, si rende necessario esprimere un voto che si contrappone alla polverizzazione dei consensi altrimenti si fa il gioco di Berlusconi.
Pur rispettando tutti i partiti che si presentano nella prossima competizione elettorale, occorre prendere atto dei limiti dell’attuale sistema elettorale che non consente facilmente la formazione di un Governo con una chiara e solida maggioranza parlamentare.
Sono tre le condizioni che concorrono a scegliere il Partito Democratico alle elezioni del 24 – 25 febbraio:
1) Rafforzare l’alternativa al centro destra che è rappresentata solo dal centro sinistra;
2) Esprimere una scelta elettorale contro la frammentazione dei consensi che favoriscono il centro destra;
3) Scegliere il programma del Partito Democratico e del Centro Sinistra, il quale non è stato costruito negli ultimi giorni ma nasce da un percorso democratico, laborioso ed approfondito su tutti gli argomenti che interessano la società civile. Ai primi punti del programma vi sono il lavoro, il contrasto alla corruzione e l’emersione delle grandi ricchezze. Le risorse ottenute dalla lotta all’evasione verranno utilizzate per abbattere la tassazione sul lavoro e sulle imprese.
Se effettivamente ciascuno di noi si pone in alternativa al centro destra per i guai che ha causato è necessario per il bene del paese votare per il Partito Democratico.
Gli altri partiti o movimenti, da Ingroia al Movimento 5 Stelle, nonostante gli urli, non hanno una cultura di Governo, un programma elettorale credibile e non rappresentano un’alternativa democratica per i consensi limitati che rappresentano.
Non basta l’analisi dei problemi o peggio ancora gli strilli e gli urli contro, i quali possono essere effettuati da chiunque, ma occorre un programma solido e condiviso che porti l’Italia fuori dalla crisi nella giustizia e nell’equità e che privilegi le classi più deboli che hanno pagato e pagano gli effetti della crisi e del malgoverno del centro destra.
Giuseppe Civati pone una domanda che esprime i limiti dei partiti diversi dal PD:  “Sì, ma se vincete le elezioni poi che cosa farete?”
Schede di programma del PD

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