sabato 9 febbraio 2013

IMU: illusione o realismo

Prima di entrare in merito al dibattito che si è aperto sull’Imu ritengo utile tenere presente due considerazioni:
-"Gli italiani hanno bisogno della verità delle cose, senza sconti, senza tragedie, ma anche senza illusioni", afferma il cardinale Bagnasco, la gente non si fa più abbindolare da niente e da nessuno";
- Nel 2011, secondo il rapporto Istat, in Italia le famiglie in condizione di povertà relativa sono 2 milioni 782 mila (l'11,1% delle famiglie residenti) corrispondenti a 8 milioni 173 mila individui poveri, il 13,6% dell'intera popolazione.
Per quanto riguarda il primo punto il campione delle promesse non mantenute e delle illusioni è Silvio Berlusconi, il quale negli ultimi giorni è portatore di proposte difficilmente realizzabili per il quadro finanziario del paese, tra le quali si indica l’eliminazione dell’IMU sulla prima casa.
Il secondo punto che riguarda la povertà deve essere considerato dai politici, impegnati nella campagna elettorale, nella formulazione delle proposte di politica economica altrimenti l’equilibrio del paese rimane stabile ed inalterato a discapito delle fasce più deboli e della nuova povertà.
Nell’ultimo periodo Silvio Berlusconi per motivi esclusivamente elettorali ha proposto illusioni e promesse: l’abolizione dell’IMU sulla prima casa a partire dal 2013, la restituzione dell’IMU sulla prima casa pagata dai contribuenti, il condono tombale ed edilizio e 4 milioni di posti di lavoro.
La proposta viene illustrata dall’ex ministro Renato Brunetta, il quale non affronta i limiti esposti da analisti ed esperti. Inoltre l’obiettivo di sostenere la domanda di consumo è discutibile in quanto sono privilegiati i più ricchi la cui domanda di consumo è ininfluente in rapporto alla situazione economica del paese. Per sostenere la domanda di consumo occorre abbassare la tassazione sui redditi di lavoro e di impresa.
La proposta dell’IMU di Berlusconi è stata molto criticata per due motivi principali:
- la copertura finanziaria di circa 8 miliardi proposta da Berlusconi è incerta (accordo con la Svizzera sulla tassazione dei capitali italiani esportati)e appesantisce il debito pubblico con il pagamento degli interessi (anticipazione della Cassa Depositi e Prestiti e del sistema bancario);
- il considerevole beneficio per i contribuenti più ricchi in un momento in cui hanno bisogno di sostegno i contribuenti più poveri.
L’analisi del deputato del PD Antonio Misiani, pubblicata su Nens, sulla proposta Berlusconi sull’abitazione principale sottolinea “un forte benefico per il 20% dei contribuenti più ricchi,che beneficerebbero nel 2013 di uno sgravio pari a 3,572 miliardi di euro. Il beneficio sarebbe invece minimo per il 20% dei contribuenti più poveri, che pagherebbero 406 milioni di euro in meno. Una cifra di 8,8 volte inferiore allo sgravio garantito ai più ricchi”.
Ancora una volta le proposte di Berlusconi privilegiano i più ricchi e non tengono in considerazione la sofferenza sociale dei più poveri sui quali grava maggiormente la crisi italiana.
“Le ingenti risorse necessarie,afferma Misiani, per esentare le abitazioni principali di valore più elevato potrebbero infatti essere meglio finalizzate utilizzandole per ridurre il carico fiscale sui redditi da lavoro e da impresa”.
Il Partito Democratico per bocca di Bersani propone di innalzare la detrazione da 200 a 500 euro sulle abitazioni principali. In questo caso il finanziamento dell’agevolazione avverrebbe con un prelievo graduale sui grandi patrimoni immobiliari a partire da almeno tre milioni di euro di valore commerciale. La proposta del PD sull’Imu è illustrata  in modo chiaro e completo da Stefano Fassina.
Il senatore Marco Stradiotto  in uno specifico documento afferma che con l’innalzamento della detrazione dai 200 euro attuali ai 500 euro proposti dal PD i contribuenti soggetti all’Imu sarebbero circa 4 milioni e che l’80%, circa 16 milioni di proprietari di prima casa, non pagherebbe l’Imu.
La proposta del PD è migliore rispetto a quella di Berlusconi, è facilmente realizzabile, non presenta problemi di copertura finanziaria ed è progressiva in rapporto al patrimonio immobiliare dei soggetti.
In questo momento di grave crisi economica del paese occorre pensare ai ceti più deboli ed ai nuovi poveri e per tale motivo ritengo che la detrazione sull’IMU andrebbe applicata ai proprietari della sola casa di abitazione o rapportata al valore del patrimonio immobiliare. Non bisogna fare l’errore di favorire i grandi patrimoni immobiliari per stabilire dei privilegi a favore dei più poveri.

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