venerdì 2 novembre 2012

Federico Testa interviene sull’energia

Il Presidente dell’Eni, Paolo Scaroni, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera presentanto tre ipotesi: “Nella prima si riduce l’ammontare di gas oggetto del "take or pay" con una maggiore flessibilità di prezzi. La seconda, quella del "capacity payment", implicherebbe che la sicurezza di approvvigionamento assicurata dai nostri "take or pay" ci venga remunerata. Oppure, come terza alternativa, condividiamo con il governo che questa garanzia di approvvigionamento non è più necessaria e negoziamo con i nostri fornitori altre formule contrattuali». Dall’intervento di Scaroni si delinea il rischio di produrre un aumento dei costi dell’energia e di battere cassa allo Stato.
Federico Testa, deputato del Pd e responsabile Energia, è intervenuto con una interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economino per sapere,
premesso che:
in più passaggi del documento per consultazione pubblica prodotto dal MiSE “Strategia energetica nazionale: per un’energia più competitiva e sostenibile” si sostiene che l’Italia ha subito negli ultimi anni “un prezzo del gas elevato (nel 2011 in media superiore del 25% rispetto ai mercati europei)” (pag. 57);
tale maggior prezzo ha certamente influito sulle potenzialità competitive del Sistema-Paese, nonché sulle condizioni di vita delle famiglie e dei cittadini;
l’approvvigionamento in Italia ha visto come protagonista e leader di mercato la società Eni, fino a pochi mesi fa verticalmente integrata, con attività che spaziavano dall’upstream, al trasporto internazionale e nazionale, agli stoccaggi, fino alla distribuzione locale e vendita al cliente finale; appare quindi possibile ipotizzare che il differenziale positivo di prezzo sul mercato italiano abbia potuto configurarsi o come una qualche forma di rendita legata alla molto limitata apertura del mercato, o in alternativa come una scarsa volontà/capacità di contrattare condizioni di approvvigionamento più convenienti (legata peraltro alla possibilità di “scaricare” gli eventuali maggiori costi su clienti sostanzialmente captive);
che le “crisi gas”succedutesi negli anni hanno dimostrato come i contratti take or pay non abbiano consentito al Paese di evitare la crisi delle forniture, comportando invece costi significativi scaricati sulle bollette dei clienti;
nel momento in cui il Governo è intervenuto a mitigare il potere di mercato di Eni, attraverso il raggiungimento della separazione proprietaria di Snam, l’amministratore delegato di Eni dr. Paolo Scaroni, con l’intervista resa in data 29/10/2012 al Corriere della Sera, avanza –tra le altre- la proposta di introdurre un “capacity payment ..che..implicherebbe che la sicurezza di approvvigionamento assicurata dai …contratti take or pay…ci venga remunerata”;
su questo tema il Presidente dell’AEEG, ing. Guido Bortoni, nel corso dell’audizione presso la Commissione X del senato dello scorso 24 ottobre ha dichiarato di ritenere che “spetti a Governo e Parlamento dare una chiara valutazione” sul tema (ANSA 24 ott);
come il Governo, che è anche socio di riferimento della società, intenda rispondere alla proposta formulata dall’Amministratore Delegato dell’Eni che certamente produrrebbe, nel breve periodo, un ulteriore incremento dei costi dell’energia per le famiglie e le imprese
se non ritenga invece più efficace orientare ogni sforzo, anche economico, alla diversificazione delle fonti e delle rotte geopolitiche di approvvigionamento del gas, favorendo altresì le interconnessioni con i mercati del nord Europa.

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