mercoledì 25 aprile 2012

La sanità veronese sempre più nelle mani dei privati

Articolo di Laura Pressi, candidata Pd al Consiglio Comunale di Verona
La sanità pubblica veronese, così come quella veneta, va verso un indebolimento e una privatizzazione progressiva grazie ad appalti e alla finanza di progetto (project financing) cioè lavori da fare con i soldi di privati che consente alle aziende legate alle lobby che si sono aggiudicate l'appalto e agli amici degli amici lucrosi affari. Nel 2010 infatti veniva bandito un project financing da 108 milioni di euro per la realizzazione di lavori di ampliamento e ristrutturazione di Borgo Roma per creare un centro ambulatoriale specialistico e la costruzione di un nuovo "ospedale della donna e del bambino" annesso all'ospedale di Borgo Trento in aggiunta alla gestione di alcuni servizi non sanitari e commerciali. A favore dei privati che si aggiudicheranno l’appalto del project financing verranno infatti garantiti loro a prezzi di favore servizi già ora esternalizzati come la ristorazione, la manutenzione edile e i servizi commerciali al project financing. Questi global service, ovvero i comparti di spesa non sanitaria come la mensa, le pulizie,  l'edilizia sanitaria, le forniture, le manutenzioni, i parcheggi, ecc..sono da anni affidati in esclusiva ai privati e sfuggono al controllo dei comuni cittadini i livelli di qualità e di affidabilità di questi servizi che poi comunque  vanno a pesare sul bilancio delle Ulss. Conviene ora che gli stessi privati si inseriscano in questo sistema di finanziamento a progetto? Questo ha tutto il sapore di essere un bel business all'insegna delle lobby legate ai soliti noti. Per 20 anni l'Azienda Integrata di Verona si indebiterà con i privati con la facile previsione che a pagarne le conseguenze saranno i veronesi.
A mio avviso bisogna tenere alta l'attenzione sulla centralità della gestione pubblica della sanità veronese e sulla trasparenza degli appalti poiché la produzione di beni e servizi sanitari influenzano la condizione di salute di tutti i cittadini che non può essere esclusivo appannaggio del privato. La finanziaria prevederà un taglio di 8 miliardi nel biennio 2013-2014 a cui se aggiungiamo gli effetti della precedente manovra si arriva a 13 miliardi di euro in meno per la sanità. E noi cosa facciamo? Incoraggiamo anche localmente questi progetti di finanziamento svendendo il pubblico ai privati. Nell'attuale situazione economica sarà già molto difficile garantire i livelli essenziali di assistenza nella sanità pubblica, mentre le strutture private da questa manovra non potranno che trarne vantaggio. Nel 2011 per la sanità si sono spesi 1.500 milioni di euro in meno, ciò vorrà dire che i medici e gli infermieri che sono andati in pensione non saranno sostituiti (quindi blocco del turn-over) con conseguente carenza di personale nei vari reparti, nei Pronto Soccorsi arrivando a una condizione in cui anziani e disabili avranno minore assistenza. A questo si aggiunge il taglio del fondo per la non autosufficienza per ben 400 milioni di euro in aggiunta al taglio di 126 milioni per il fondo nazionale per le politiche sociali con cui vengono finanziati i servizi ai disabili. In questo quadro così disastroso solo la sanità pubblica viene colpita. Nelle case di cura private accreditate i posti letto sono rimasti gli stessi, mentre negli ospedali pubblici sono scesi nel 2009 con un calo del 20%. A tale riduzione di posti letto non ha fatto seguito, come previsto e scritto in tutti i progetti, alcun potenziamento delle risorse territoriali. L'alta qualità dei servizi sanitari pubblici deve essere tutelata e mantenuta. Forse non è sbagliato ricordare a certi amministratori che ci hanno portato localmente a queste disastrose condizioni che paziente deriva dal latino patiens colui che soffre e non significa persona che ha la pazienza di sopportare una sanità più attenta ai costi che alla salute delle persone. La continua ingerenza della politica nel governo delle aziende sanitarie, a partire dai Direttori Generali fino ad arrivare alle nomine delle strutture semplici che premiano l’appartenenza e non la professionalità e le competenze delegittima la sanità pubblica. E’ per questo che chiediamo trasparenza nelle nomine e più regolamentazioni per gli incarichi. La qualità di una sanità pubblica del futuro dipenderà anche dalle scelte oneste e trasparenti e dalle politiche che vi stanno alla base e che devono tenere presente che i cittadini hanno il diritto di conoscere e di essere informati poiché questo è un tema vitale con il quale la corruzione e le raccomandazioni non devono assolutamente contaminare la purezza dei professionisti della salute che ogni giorno lavorano anche in condizioni molto difficili.

1 commento:

Rocco Cacciacarne ha detto...

Condivido in pieno la preoccupazione dell'articolista e le auguro di riuscire a sedersi tra i Connsiglieri Comunali della prossima legislatura. Tuttavia l'analisi dei problemi é un po' lacunosa, nel senso che: A) la Sanità é competenza della Regione; B) la ripartizione delle risorse, di norma,segue un criterio differenziato. Sarebbe forse opportuno che all'interno del PD Veronese si statuisse un "Comitato di controllo" formato da Esperti nella materia, in grado di vigilare sui nostri € destinati alla Sanità, se spesi con l'oculatezza dovuta, come da desiderio dall'articolista, candidata al Comune, e ben condivisibile. Mi complimento!