lunedì 16 novembre 2009

Le bugie di Brunetta

Ho letto sul Corriere della Sera del 15 novembre un servizio dedicato al Ministro Renato Brunetta firmato da Lorenzo Fuccaro. I contenuti dell’articolo mi hanno sorpreso per i seguenti motivi:
- Le bugie di Brunetta;
- Le reticenze del giornalista che ha riportato solo le dichiarazioni del ministro astenendosi dal verificare e valutare le dichiarazioni stesse.
In tal modo non si propone un servizio ai lettori per capire in modo oggettivo i contenuti della riforma delle Pubbliche Amministrazioni ma al contrario si crea soltanto confusione.
Riforma Bipartisan. Il Ministro Brunetta dichiara che la riforma della PA è “sostanzialmente bipartisan dato che vi hanno lavorato persone di sinistra come Pietro Ichino, Enzo Bianco e Linda Lanzillotta”.
Il Ministro Brunetta dimentica con molta superficialità che il Partito Democratico non ha espresso voto favorevole alla legge n. 15/2009 (in prima lettura al Senato si è astenuto in quanto si era creato un clima di fattiva collaborazione, alla Camera dei Deputati ha votato contro per le modifiche apportate dalla maggioranza ed al Senato non ha partecipato al voto in quanto le proposte del PD non state considerate).
In merito allo schema del decreto legislativo di attuazione della legge n. 15/2009, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza nelle pubbliche amministrazioni, il Partito Democratico ha espresso parere negativo, ha presentato una proposta alternativa di parere ed ha invitato il Governo a ritirare la proposta. Parere sull’Atto del Governo n. 82
L’impegno dei rappresentanti del PD, il quale si è realizzato con proposte concrete (valutazione indipendente, trasparenza totale, benchmarking) finalizzate a migliorare il provvedimento sono state in parte recepite dalla legge n. 15/2009 e disattese dal decreto legislativo n. 150/2009, non può autorizzare il Ministro Brunetta a parlare di provvedimento bipartisan in quanto si tratta semplicemente di una scelta responsabile a favore del cambiamento della PA non recepita dal Ministro.
Inoltre, occorre considerare che i contenuti normativi del decreto legislativo sono meno innovativi ed efficaci rispetto a quanto previsto dalla legge n.15/2009 e dalla prima bozza del decreto legislativo.
Valutazione indipendente. E’ necessario chiarire che il decreto legislativo n. 150/09 non istituisce alcuna autorità indipendente ma si limita a prevedere la costituzione di una commissione di valutazione centrale con autonomia, indipendenza e poteri limitati rispetto alle previsioni dell’art. 4, comma 2 lettera f), della legge n. 15/09 ed all’art. 5 del disegno di legge n. 847/2008 presentato dal senatore Pietro Ichino e altri. Pertanto, la previsione della commissione di valutazione disciplinata dal decreto di attuazione non corrisponde alle aspettative del Partito Democratico.
Le modalità di organizzazione e le norme relative alla gestione finanziaria della Commissione Centrale sono stabilite con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione ed opera in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei ministri e con il Ministero dell’economia e delle finanze. Gli organi di valutazione periferici sono nominati dalle direzioni generali degli enti e degli organi pubblici. Queste norme limitano di fatto l’indipendenza e l’autonomia delle Commissioni di valutazione. Infine la Commissione centrale è priva di potere sanzionatorio o di interdizione di fronte alle violazioni della trasparenza totale ed alla mancanza di autonomia dei valutatori delle commissioni periferiche.
Opzione voice. Nel decreto attuativo non vi è traccia della partecipazione delle associazioni degli utenti ad un confronto costruttivo con gli organi di valutazione. Le informazioni, le proposte e le valutazioni dei cittadini, della stampa e delle università sono importanti e rappresentano una fonte ricca di informazioni da utilizzare per accelerare il processo di cambiamento della PA.
Occorre utilizzare lo spazio di partecipazione che offre la trasparenza totale al fine intervenire, controllare e richiedere servizi pubblici più efficienti. Il rapporto tra le PA ed i cittadini clienti è essenziale per innovare l’offerta di servizi pubblici.
Centralizzazione. Il decreto attuativo si caratterizza per l’eccesso di legificazione e di centralizzazione e per l’occupazione di spazi di responsabilità attribuite ai dirigenti ed alla contrattazione collettiva. Regole minuziose e dettagliate sono state introdotte dal decreto delegato ed assegnate ai dirigenti in materia di contrattazione collettiva e di sistema incentivante.
Per responsabilizzare i dirigenti occorre garantire loro la discrezionalità organizzativa e nello stesso tempo controllare i risultati conseguiti. I dirigenti incapaci di conseguire gli obiettivi del piano vanno licenziati.
La metodologia del Ministro Brunetta offre nuovi alibi al management pubblico, i quali nel caso in cui non conseguono gli obiettivi del piano affermeranno che le procedure e le regole minuziose e dettagliate stabilite dal decreto attuativo non consentono una performance migliore.
L’obiettivo della “convergenza degli assetti regolativi del lavoro pubblico con quelli del lavoro privato, con particolare riferimento alle relazioni sindacali” (art. 2, lettera a, della legge n. 15/09) e la previsione che “è riservata alla contrattazione collettiva la determinazione dei diritti e delle obbligazioni direttamente pertinenti al rapporto di lavoro” (art. 3, lettera a), della legge n. 15/09) sono disattesi dal decreto delegato che si pone in discontinuità con le riforme Cassese e Bassanini. Il processo di privatizzazione del pubblico impiego segna una battuta di arresto.
Misurazione del Lavoro. Molti enti, organi e dipartimenti pubblici non hanno ancora introdotto la misurazione del lavoro. Questa operazione rappresenta il presupposto per realizzare una valutazione seria e completa della produzione e la totale trasparenza della performance delle PA. Occorre stabilire i prodotti da misurare, introdurre parametri di quantità e di qualità dei servizi offerti, stabilire gli standard di produttività ed iniziare a misurare la produttività individuale degli operatori pubblici. Solo dopo l’implementazione operativa di tali parametri può iniziare la valutazione delle commissioni previste a tale scopo. Questa operazione non è facile per gli organismi pubblici che hanno operato fino a questo momento senza controllo e business plan perché manca loro la cultura del lavoro pubblico. Il Ministro Brunetta anziché perdere tempo in dichiarazioni pretestuose dovrebbe attivarsi per avviare tale processo.
Fino al 2009 il salario accessorio è stato distribuito a pioggia a tutti gli enti e da questo momento in poi il decreto attuativo non lo permette e, pertanto, occorre intervenire con urgenza per allineare il sistema della PA alle nuove regole altrimenti si corre il rischio di non poter assegnare i premi incentivanti.
Organizzazione e legge. Il Ministro Brunetta è convinto che il sistema delle PA può essere migliorato solo attraverso la legge, stabilendo minuziosamente il ruolo del management pubblico, la lotta all’assenteismo, la produttività del lavoro, la contrattazione collettiva ed altro. Non comprende che una buona legge non può prevedere in modo dettagliato ogni cosa e perfino i cambiamenti che avvengono nel mondo delle organizzazioni private e pubbliche.
Per migliorare una struttura organizzativa occorrono regole e valori, responsabilità e capacità, conoscenze e competenze, adeguamento e visione, cultura aziendale e leadership. Questi fattori organizzativi, i quali vanno aggiornati di continuo per adeguarsi ai cambiamenti veloci che avvengono nel pianeta, hanno bisogno di nuove condizioni e di poche regole efficaci stabilite dalla legge per realizzare il cambiamento nel sistema della PA. In definitiva sono necessarie le riforme legislative che non siano pervasive e le innovazioni di management, le quali non possono essere stabilite per legge in quanto mutano di continuo, in un rapporto di complementarietà nel rispetto dello spazio di ciascun strumento.

2 commenti:

pino s. ha detto...

Le bugie dei politici sono sempre proporzionali alle reticenze di chi li intervista...

giancarlo ha detto...

Ma questo giornalista Lorenzo Fuccaro è ben noto per essere il "cronista di regime" del Pompiere della sera! Cercate i suoi articoli su "corriere.it" e ve ne accorgerete...