sabato 16 luglio 2011

Manovra economica ingiusta ed insufficiente

La manovra economica proposta dal Governo ed approvata dal Parlamento in tempi rapidi è la manovra esclusiva del centro destra e non registra alcuna condivisione da parte dei partiti dell’opposizione, i quali hanno votato contro il provvedimento in modo chiaro e visibile.
Chi vuole intravedere nel comportamento responsabile delle opposizioni una forma di connivenza è un irresponsabile ed un bugiardo.
I partiti dell’opposizione hanno soltanto aderito all’appello del Presidente Giorgio Napolitano di licenziare il provvedimento economico in tempi stretti per il bene dell’Italia pur non condividendone i contenuti. L’approvazione della manovra non elimina i rischi dell’Italia nei confronti della speculazione internazionale perché è finalizzata esclusivamente ad eliminare il debito pubblico. Gli altri fattori sui quali è posta l’attenzione del mercato finanziario non sono stati trattati e nemmeno sfiorati dal provvedimento. Mi riferisco alla credibilità, alla crescita, alle riforme strutturali ed alla eliminazione degli sprechi. Da questi fattori dipende il superamento della crisi italiana.
Gli interessi sui titoli dello Stato Italiano sono aumentati, non essendo credibile la manovra, e registrano una differenza di circa 300 punti rispetto ai medesimi titoli tedeschi. Questo dato significa che la spirale del debito pubblico continua ad aumentare senza controlli in assenza di interventi credibili e responsabili finalizzati alla crescita del paese, la quale consente di riacquistare credibilità nei mercati internazionali e, quindi, di ridurre il differenziale sui titoli pubblici con la Germania e di accumulare nuove risorse da destinare all’abbattimento del debito pubblico.
La manovra è ingiusta perché impone sacrifici esclusivamente ai ceti medi che si impoveriscono sempre di più ed ai ceti più deboli che da molto tempo ormai non riescono a sopravvivere.
La manovra è depressiva perché non prevede una politica di crescita dell’economia italiana, la quale è affidata ad una eventuale congiuntura favorevole dell’economia internazionale ed alle libere forze del mercato.
La manovra è inefficace nei confronti della spesa pubblica improduttiva e degli sprechi e, pertanto, non prevede un nuovo equilibrio dalla parte delle uscite che elimini burocrazia e organi pletorici, preveda accorpamenti di enti, organi, comitati e doppioni vari e riconsideri secondo gli standard europei i compensi dei parlamentari e di tutti coloro che vengono designati nelle diverse società, organi e comitati.
Una nuova stagione di crescita e di credibilità per l’Italia può essere realizzata soltanto con il superamento di questo Governo, il quale esprime confusione, posizioni di parte e contraddizioni, non considera per niente i veri problemi degli italiani e non è capace di avviare una politica di risanamento e di crescita del sistema paese.
Finché rimane alla guida del Governo Berlusconi la credibilità del paese peggiora e con essa la fiducia nel nostro sistema. Il fattore della credibilità può essere recuperato con nuove elezioni e con un governo diverso da quello attuale.
Gli emendamenti dell’opposizione non sono stati presi in considerazione e tra questi quello presentato dai senatori Finocchiaro, Morando, Legnini, Agostini, Carloni, Giaretta, Lumia, Lusi e Mercatali finalizzato alla riduzione degli sprechi ed una riconsiderazione efficace della spesa pubblica.
Si riporta l’emendamento.
A.S. 2814
Emendamento
Art. 9 – Sostituire il comma 1 con i seguenti:
1. Dato l’obiettivo di razionalizzazione della spesa e di superamento del criterio della spesa storica, il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con i Ministeri interessati, presenta al Parlamento entro il 20 settembre 2011, contestualmente alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011, un Piano industriale preliminare per la riorganizzazione della spesa pubblica. Il Piano prevede in particolare, in coerenza con i principi della legge 4 marzo 2009, n. 15, le linee-guida per la fusione delle agenzie fiscali, la razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell’amministrazione dello Stato e la loro concentrazione in un ufficio unitario a livello provinciale, il coordinamento delle attività delle forze dell’ordine in vista della loro progressiva integrazione, l’accorpamento degli enti della previdenza pubblica, la razionalizzazione dell’organizzazione giudiziaria civile, penale, amministrativa, militare e tributaria a rete, la riorganizzazione della rete consolare e diplomatica e, comunque, individua, anche attraverso la sistematica comparazione di costi e risultati a livello nazionale ed europeo, eventuali criticità nella produzione ed erogazione dei servizi pubblici, anche inerenti alle possibili duplicazioni di strutture e le possibili strategie di miglioramento dei risultati ottenibili con le risorse stanziate.
1-bis. Nell’ambito della risoluzione parlamentare recante l’approvazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011, sono indicati i disegni di legge collegati alla manovra finanziaria per il triennio 2012-2014, mediante i quali il Governo viene delegato ad attuare le predette riorganizzazioni.
1-ter. Entro dieci giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, il Ministro dell’economia e delle finanze conferisce a un vice ministro un’apposita delega ai fini della predisposizione del Piano di cui al comma 1 e della relativa attuazione.
1-quater. Ai fini dell’esercizio delle deleghe di cui al comma 1-bis, nonché per garantire l’uso efficiente delle risorse, il Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, a partire dall’anno 2012, d’intesa con i Ministeri interessati, dà inizio ad un ciclo di «spending review» mirata alla definizione dei fabbisogni standard propri dei programmi di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato. In particolare, per le amministrazioni periferiche dello Stato sono proposte specifiche metodologie per quantificare i relativi fabbisogni, anche ai fini della allocazione delle risorse nell’ambito della loro complessiva dotazione.

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