martedì 30 marzo 2010

Regionali 2010. Prime impressioni

I risultati elettorali hanno deluso i democratici che come me si aspettavano un risultato migliore. Invece hanno vinto l’astensionismo e la lega. Quest’ultima ha salvato la maggioranza di centro destra che si trova ad affrontare nuovi problemi che nasceranno dal diverso peso all’interno della coalizione.
Condivido quanto scritto da Civati che “è del tutto stucchevole la critica di una parte consistente della cosiddetta minoranza del partito che, per ovvie ragioni di opportunità, ha condiviso tutte le scelte e ora dà addosso al segretario nazionale”.
La politica delle alleanze non è da sola sufficiente per vincere le competizioni elettorali occorre invece ricercare con un nuovo linguaggio ed impegno il consenso degli elettori.
Occorre una seria e responsabile riflessione del gruppo dirigente in forma unitaria al fine di avviare i cambiamenti necessari che ci consentono di essere alternativa nelle prossime elezioni politiche.
Ritengo necessaria una strategia politica che privilegi il territorio. Non un solo modello da realizzare in tutte le regioni ma un progetto diversificato per ogni regione che interpreti la domanda della società civile del territorio con un linguaggio semplice e chiaro. Occorre finalmente capire che la proposta politica è indirizzata non agli addetti ai lavori ma al popolo. Al bando formule complicate come l’autosufficienza, la politica delle alleanze e altro ma una comunicazione che privilegi i problemi concreti e sia facilmente comprensibile agli elettori.
Occorre un partito periferico più forte con maggiore capacità creativa che lavori di più e privilegi le competenze e le capacità che esistono nel partito. Non sappiamo cosa fare delle persone che occupano il potere senza proporre nulla.
Per ripartire è necessario capire che vi è un problema di sopravvivenza per il paese e per il PD più grave di quanto pensassi prima dei risultati elettorali. Ho rilevato in diverse occasioni che vi era un rischio di cambiamento del paradigma nel paese. Tale rischio è diventato realtà grazie ai messaggi ed ai comportamenti del premier altrimenti non si spiega il successo della lega con tutte le sue contraddizioni (partito di un governo del non fare ed interlocutore privilegiato delle forze produttive del nord).
A questo punto occorre intervenire nell’impegno pre-politico per invertire la tendenza culturale dominante innescata dal Berlusconismo e nell’impegno politico con una classe dirigente centrale e periferica all’altezza dei compiti che ci aspettano. Non si può più accettare che a livello periferico vengono privilegiati gli schieramenti e non le persone capaci e competenti.
Concordo con Civati quando afferma che “non è colpa di Bersani” perché penso che la tenuta del PD o il suo insuccesso va ascritta a tutti noi.
Quello che è importante che occorre continuare nel nostro impegno in modo migliore ed efficace rispetto a prima pensando alle prossime elezioni politiche. Occorre pensare di più al Partito Democratico e di meno al futuro politico di ciascuno di noi.
Colgo l’occasione per esprimere la mia personale contentezza per la elezione al consiglio regionale di Giuseppe Civati e Franco Bonfante, persone che stimo moltissimo.
Non è andata bene di Giuseppe Civati

1 commento:

remo ha detto...

Sono sincero, mi aspettavo un risultato migliore e non mi consola il fatto che per il PDL è stata una disfatta mascherata dai risultati della Lega, superiore alla nostra. Ammettiamo la sconfitta, ma non diamo addosso come al solito al segretario o leader di turno, non facciamoci del male. Bisogna uscire dalla stragegia infruttuosa dei calcoli numerici basati sulle alleanze, ma creare un partito che ascolta i cittadini e i Loro molteplici problemi quotidiani e lavorare sul territorio in maniera capillare, senza tralasciare niente. Se non si è capaci a risolvere il problema di un cassonetto della spazzatura o dell'illuminazione in periferia dove vogliamo arrivare? Ascolto e vicinanza anche alla singola persona, perchè sennò ci si schiaccia troppo nel corporativo e si perdono pezzi per strada. Infine mantenimento e salvaguardia dei centri citadini, ma bisogna ricordarsi che esistono i piccoli centri e le periferie, dove magari non c'è voto di opinione, ma sicuramente c'è tanto da fare! Vi mando un cordiale saluto!! REMO!!!